Cucurbitacee

Botanima

Cucurbitacee - Voglia di leggerezza

Allo stesso modo in cui è dato all’uomo di estrarre dalle sue percezioni uditive delle esperienze melodiche e armoniche, e infine la rivelazione sonora di qualcosa di spirituale, grazie a cui egli comprende ciò che ode, allo stesso modo chi ascolta nella sua anima le forme e le metamorfosi di una pianta, può capire il suo essere e il suo messaggio. Ciò che si riconosce allora è il motivo principale; poi ne appaiono altri, che gli sono connessi, e in cui si riconoscono le varianti del primo. Alla fine si trova il tema di fondo.

Si osservi durante un’intera stagione una pianta di zucca lunga, di cetriolo o di zucca tonda. Forme massicce, debordanti di linfa, si costruiscono poco a poco a partire dal seme, con una conformazione via via piú lussureggiante. Lo stelo, benché solido e tenace, resta nella sfera della pesantezza: serpeggia in qua e in là, sul terreno, s’innalza a fatica lungo un graticciato, tenta di avvinghiarsi trascinando le sue larghe e grosse foglie, poiché la crescita verticale non gli è consentita. Mentre nelle normali piante il germoglio si solleva con forza sfidando la gravità, e allinea le sue foglie, spesso a elice, intorno a un asse ben dritto, questa facoltà manca alle liane, alle piante volubili: la tendenza elicoidale s’impossessa allora persino degli steli, che si avvolgono e diventano rampicanti o abbarbicanti
Zucca luffaI fiori delle cucurbitacee hanno la velleità di sollevarsi dal suolo, di emergere nell’aria. Hanno colori chiari, luminosi e se ne formano in gran numero, ma non potreste mai comporvi dei bouquet, confusi come sono alle ampie foglie. Tutta la linfa della pianta si estenua nel produrre frutti voluminosi e pesanti, che generano dalla loro polpa succosa una grande quantità di semi, pieni di un olio creato dal calore. Questi globi mostruosi non raggiungono una vera maturazione, ma restano a metà erbacei, incompiuti, insufficientemente “cotti”. È necessario lo zucchero, l’aceto, le spezie o la cottura per rendere una zucca saporita e portarla al livello che possono raggiungere da sé le arance, le mele e le pere.

Quando la crescita in lunghezza si trasmette al frutto, si ottengono zucche lunghe, zucchine e cetrioli. Altrimenti il frutto si arrotonda, dando meloni e zucche tonde.

Nel caso della zucca detta cucurbita coloquinta, il principio leggermente amaro che è presente nei nostri cetrioli s’intensifica enormemente: la lotta tra le forze ingrossanti e le forze astringenti amare si sviluppa nella foglia decorativa della coloquinta, che è lobata come quella di una quercia. Il suo frutto arrotondato, liscio e giallo, si restringe alla dimensione di una mela. La polpa di questo frutto è terribilmente amara, spugnosa e secca, come se l’avesse seccata il deserto di sabbia dove essa cresce spontanea (Mar Morto, deserto d’Arabia e Africa del Nord). Le sostanze amare ingerite dall’uomo rendono il suo corpo eterico «piú disposto ad accogliere in sé il corpo astrale!» (Rudolf Steiner). Un processo simile deve essere alla base degli amari nelle piante; effettivamente, nelle cucurbitacee esiste uno sforzo particolare. Esse raggiungono, malgrado tutto, un processo florale molto importante.

CucurbitaceeL’azione medicinale delle piante di questa famiglia s’indirizza principalmente all’organismo metabolico (sistema del ricambio).

Rudolf Steiner raccomandò un preparato a base di melone. Il melone compie il suo processo degli zuccheri molto piú intensamente della zucca lunga o di quella tonda. Se si elimina in preparazione farmaceutica tutta l’acqua dai tessuti del melone, si ottiene una sostanza solida molto finemente strutturata e che racchiude tutti gli idrati di carbonio, dunque “formata” senza essere indurita. Questa sostanza ritiene nella sua struttura tutta la “forma interna” dei succhi, senza scioglierli. In questo processo formativo lo zucchero entra in rapporto con l’organizzazione dell’Io.

 

Wilhelm Pelikan


Selezione da W. Pelikan, L’homme et les plantes médicinales, Vol. I, Triades, Paris 1962