Sul mistero del Fantoma

Esoterismo

Sul mistero del Fantoma

Luce fantomaRiprendiamo la lettura della conferenza del 12 ottobre 1911 (Da Gesú a Cristo ‒ O.O. N° 131): «A questo punto chiediamoci se proprio ora non vada seriamente studiata l’essenza e la natura del nostro corpo fisico. Una facile riflessione ci potrà mostrare che senza coscienza non possiamo affatto arrivare all’Io, a nessuna coscienza dell’Io. Se non sviluppiamo una coscienza, non possiamo nep­pure arrivare a un Io. Perché sulla Terra si possa ottenere la coscienza dell’Io, occorre che il nostro corpo fisico, con l’organizzazione del cervello, funzioni da apparecchio riflettente. Dobbiamo imparare a diventare coscienti di noi stessi in questo rispecchiarci; se non avessimo un apparecchio riflettente, non potremmo diventare coscienti di noi stessi. Come è però questo specchio? Se ci occupiamo delle ricerche occulte che per mezzo della lettura della cronaca dell’Akasha risalgono fino all’origine della nostra esistenza terrestre, vediamo che effettivamente, proprio al principio dell’esistenza terrestre, questo apparecchio riflettente, il corpo fisico esteriore, divenne differente, attraverso l’influsso luciferico, da quello che sarebbe divenuto se quell’influsso non vi fosse stato.

Ieri abbiamo mostrato e chiarito che cosa sia diventato il corpo fisico per l’uomo terrestre. Esso è qualcosa che si corrompe quando l’uomo varca la soglia della morte. Abbiamo detto però che quel che si corrompe non è ciò che per cosí dire gli spiriti divini prepararono attraverso quattro stati planetari, affinché sulla Terra potesse divenire corpo fisico; quello che ieri abbiamo designato come Fantoma appartiene al corpo fisico come qualcosa che, quale corpo-forma, interpenetra e al contempo tiene assieme e collega le parti materiali intessute nel nostro corpo fisico. Se non vi fosse stata nessuna influenza luciferica, con il suo corpo fisico l’uomo avrebbe ricevuto nella sua piena forza questo Fantoma all’inizio dell’esistenza terrestre. Nell’organizzazione umana, in quanto è costituita di corpo fisico, corpo eterico e corpo astrale, penetrarono invece gli influssi luciferici, e ne risultò la distruzione del Fantoma del corpo fisico.

Come vedremo, è questo che viene simbolicamente indicato nella Bibbia con il peccato originale e con il fatto, detto nell’Antico Testamento, che dal peccato originale derivò la morte. La morte fu appunto la distruzione del Fantoma del corpo fisico. La conseguenza ne fu che l’uomo deve veder corrompere il suo corpo fisico quando varca la soglia della morte. L’uomo porta anzi seco per tutta la sua vita terrena, dalla nascita fino alla morte, quel corpo fisico in decadimento al quale manca la forza del Fantoma. Il processo di corruzione è veramente continuo, e la decomposizione, la morte del corpo fisico, non è che l’ultimo processo, l’ultima pietra di una continua evoluzione che in ultima analisi si svolge ininterrotta. Se a misura che si svolge la distruzione del Fantoma non venissero infatti a contrapporvisi dei processi ricostruttivi, si arriverebbe presto a ciò che si chiama morte. Se nessun influsso luciferico si fosse verificato, vi sarebbe stato un equilibrio nel corpo fisico fra le forze distruttive e quelle ricostruttive.

Luca Signorelli  «Resurrezione»

Luca Signorelli «Resurrezione»

Allora però nell’esistenza terrena la natura umana sarebbe diventata diversa; per esempio non vi sarebbe stato l’intelletto incapace di comprendere la Resurrezione. Che intelletto è infatti quello dell’uomo, incapace di comprendere la Resurrezione? È un intelletto legato alla distruzione del corpo fisico, ed è cosí costituito perché l’uomo ha accolto in sé attraverso l’influsso luciferico, la distruzione del Fantoma del corpo fisico. Per questo l’intelletto umano, con il suo raziocinio, è diventato cosí misero e sdrucito da non poter accogliere in sé i grandi processi dell’evoluzione cosmica; li considera miracoli, oppure dice di non poterli comprendere. Se l’in­flusso luciferico non vi fosse stato, attraverso tutto ciò che gli era stato destinato, l’intelletto umano sarebbe divenuto tale (a causa delle forze costruttive che si sarebbero allora trovate nel corpo umano e avrebbero controbilanciato quelle distruttive) che l’uomo sarebbe stato capace di vedere con l’in­telletto il processo costruttivo, cosí come si vede un esperimento nel laboratorio. Ma il nostro intelletto invece è diventato tale che si arresta alla superficie delle cose, e non penetra con lo sguardo nelle profondità degli eventi cosmici.

Chi volesse dunque caratterizzare giustamente queste condizioni, dovrebbe dire che al principio della nostra esistenza terrestre il corpo fisico, a seguito dell’influsso luciferico, non è divenuto quale sarebbe dovuto divenire per volontà delle potenze che esercitarono la loro azione attraverso Saturno, Sole e Luna; si è invece introdotto in esso un processo distruttivo. Dal principio dell’esistenza terrestre in poi, l’uomo vive quindi in un corpo fisico che è soggetto alla distruzione, che non può contrapporre adeguatamente forze ricostruttive a quelle distruttive. Sarebbe dunque vero quel che sembra cosí sciocco all’uomo moderno, che vi sia cioè un segreto rapporto fra quello che è successo per l’azione di Lucifero e la morte.

Esaminiamo ora quell’azione. Quale fu dunque l’azione che provocò quella distruzione nel corpo fisico? Se il nostro corpo fisico fosse completo, quale ci era stato destinato all’inizio del­l’esistenza terrestre, le nostre forze animiche si rispecchierebbero in modo del tutto diverso, e allora soltanto si saprebbe realmente che cosa noi siamo. Cosí non sappiamo che cosa siamo perché il corpo fisico non ci è dato nella sua interezza. Si parla molto della natura e dell’entità dell’Io umano, ma chiediamo quanto l’uomo conosca l’Io. L’Io è cosí problematico, che il buddismo può perfino negare che esso passi da un’incarnazione all’altra. È talmente problematico che i Greci, perfino tragicamente, si esprimevano con le parole dell’eroe già citate: «Meglio essere mendicante in questo mondo che Re nel mondo delle ombre…». Queste parole volevano dire che il greco, per il valore che attribuiva al corpo fisico (cioè a quello che costituisce il Fantoma) e a causa della distruzione del corpo fisico, si sentiva infelice della scomparsa e dell’oscurarsi dell’Io, perché sentiva che l’Io può consistere soltanto nella coscienza dell’Io. Vedendo quindi la distruzione della forma del corpo fisico, inorridiva al pensiero che il suo Io si oscurasse, quell’Io che risulta soltanto per il fatto di rispecchiarsi nella forma del corpo fisico.

Se seguiamo l’evoluzione umana dal principio della Terra fino al mistero del Golgotha, troviamo che il processo, cui ora abbiamo accennato, si palesa sempre piú intensamente. Possiamo vederlo dal fatto che negli antichi tempi, per esempio, nessuno avrebbe predicato l’annientamento del corpo fisico nel modo radicale come lo predicò Gautama Buddha. Occorreva per questo che la distruzione del corpo fisico, il completo annientamento relativo alla sua forma, si andasse sempre piú effettuando in modo che sparisse ogni prospettiva, che potesse veramente passare da un’incarnazione all’altra quello che diventa coscienza per mezzo del corpo fisico, cioè per mezzo della sua forma. Veramente la situazione è tale che, nel corso dell’evoluzione della Terra, l’uomo ha perso la forma del corpo fisico, non ha ciò che per cosí dire gli era stato destinato dagli dei al principio della Terra. Questo egli doveva riavere; doveva essergli nuovamente ridato.

Rudolf Steiner «Golgtha»

Rudolf Steiner «Golgtha»

È impossibile comprendere il Cristianesimo se non si comprende che al tempo in cui si verificarono gli eventi di Palestina, la distruzione del corpo fisico nel genere umano sulla Terra era giunta al suo massimo punto; vi era perciò il pericolo per tutta l’evoluzione dell’umanità che andasse perduta la coscienza dell’Io, la vera conquista dell’evoluzione terrestre. Se niente di nuovo si fosse aggiunto a ciò che esisteva fino all’evento di Palestina, se il fenomeno fosse continuato, il processo distruttivo sarebbe andato sempre piú penetrando nella corporeità fisica umana, e gli uomini nati dopo il tempo dell’evento di Palestina avrebbero dovuto vivere con un sentimento dell’Io sempre piú ottuso. Sarebbe diventato sempre piú ottuso ciò che dipende dalla perfezione dell’immagine riflessa da un corpo fisico.

Si verificò allora il mistero del Golgotha cosí come lo abbiamo caratterizzato, e grazie ad esso avvenne effettivamente quello che è totalmente difficile comprendere per l’intelletto che è legato soltanto al corpo fisico carico di forze distruttive. Si verificò che quell’unicissimo uomo, il portatore del Cristo, attraversasse una morte tale che, dopo tre giorni, la parte del corpo fisico che nell’uomo è realmente mortale dovette sparire, e che dalla tomba si risollevò quel corpo, che è il portatore delle forze che sono alla base delle parti fisico-materiali. Ciò che veramente era stato destinato all’uomo dai reggitori di Saturno, Sole e Luna si sollevò dalla tomba: era il puro Fantoma del corpo fisico, con tutte le caratteristiche del corpo fisico. Con questo mezzo venne data la possibilità della genealogia spirituale di cui abbiamo parlato. Se ci immaginiamo il corpo del Cristo risorto dalla tomba, possiamo pensare che come dal corpo di Adamo discendono i corpi degli uomini sulla Terra, in quanto essi hanno il corpo corruttibile, cosí da ciò che è risorto dalla tomba discendono i corpi spirituali, i Fantoma per tutti gli uomini. È cosí possibile stabilire un nesso col Cristo, grazie al quale l’uomo introduce nel suo corpo fisico corruttibile il Fantoma risorto dalla tomba del Golgotha. È possibile che l’uomo riceva nella sua organizzazione le forze allora risorte, cosí come al principio della Terra, a causa delle forze luciferiche, egli ricevette nella sua organizzazione fisica l’organizzazione di Adamo.

Questo è ciò che Paolo veramente intende dire: come l’uomo, in quanto appartenente alla corrente fisica di evoluzione, ereditò il corpo fisico nel quale si andò sempre piú effettuando la distruzione del Fantoma portatore di forze, cosí egli può ereditare quel che ha perduto da ciò che è risorto dal sepolcro; lo può ereditare, se ne può rivestire, come si rivestí del primo Adamo; può diventare uno con esso, e cosí attraversare un’evoluzione per mezzo della quale risalire nuovamente, cosí come prima del mistero del Golgotha era disceso nell’evoluzione. Vale a dire, ciò che allora gli venne tolto a seguito delle influenze luciferiche, può essergli restituito in quanto tuttora esiste come corpo risorto del Cristo.

Resurrezione…Si potrebbe dire per esempio: se Paolo veramente credeva che un corpo spirituale fosse allora risorto, il corpo spirituale che allora si sollevò dalla tomba che cosa ha da fare con ciò che ogni uomo porta ora in sé? Si può riuscire a capirlo. Bisogna soltanto pensare per analogia a ciò grazie al quale ogni uomo esiste quale uomo fisico. Si potrebbe chiedere da che cosa provenga il singolo uomo. In quanto uomo fisico, proviene dall’unica cellula uovo. Un corpo fisico consiste però di tante singole cellule che sono tutte derivate da quella originaria cellula uovo; tutte le cellule che compongono un corpo umano risalgono alla cellula originaria. Immaginiamo ora che l’uomo, grazie a ciò che ci si può rappresentare come un processo mistico cristologico, riceva un corpo del tutto diverso da quello che riceve gradatamente attraverso la linea discendente. Immaginiamo ancora che ognuno dei corpi ricevuti dagli uomini sia connesso con ciò che è risorto dalla tomba, cosí come le cellule umane del corpo fisico sono connesse con l’originaria cellula uovo. Dobbiamo cioè immaginare che ciò che è risorto dal sepolcro cresce, si moltiplica, cosí come si moltiplica la cellula uovo che è alla base del corpo fisico.

Cosí effettivamente, nell’evoluzione dopo l’evento del Golgotha, ogni uomo può acquistarsi qualcosa che è in lui e che discende spiritualmente da ciò che è risorto dal sepolcro, cosí come, per parlare con Paolo, il corpo abituale corruttibile discende da Adamo. Naturalmente è uno scherno per l’intelletto umano, ora cosí superbo di sé, dire che un processo simile a quello della moltiplicazione della cellula uovo, che è visibile, si possa svolgere nell’invisibile. Ma quello che è avvenuto con il mistero del Golgotha è un fatto occulto, e per chi osserva l’evoluzione con lo sguardo chiaroveggente, si verifica il fatto che quella cellula spirituale, cioè il corpo che ha superato la morte, il corpo del Cristo Gesú, è risorto dal sepolcro e si partecipa a tutti coloro che nel corso del tempo stabiliscono il nesso opportuno con il Cristo.

A chi voglia negare in generale tutti i processi sovrasensibili, ciò sembrerà naturalmente assurdo. Chi però ammetta i processi sovrasensibili, dovrà anzitutto pensare questo processo tale che, ciò che si solleva dal sepolcro si partecipi agli uomini che si rendono adatti a riceverlo. Per chi ammetta il sovrasensibile è un processo che si può comprendere. Se scriviamo nell’anima nostra questo insegnamento, che è veramente di Paolo, arriveremo a considerare il mistero del Golgotha come qualcosa di reale, come qualcosa che è avvenuto nell’evoluzione terrestre e che doveva avvenire, perché è letteralmente la salvezza dell’Io umano.

Abbiamo veduto che se il processo dell’evoluzione fosse continuato cosí come si era svolto fino all’evento di Palestina, la coscienza dell’Io non avrebbe potuto svilupparsi, non sarebbe progredita dai tempi del Cristo Gesú in poi, ma sarebbe anzi discesa sempre piú nell’oscurità. Cosí invece si avviò per il cammino dell’ascesa, e salirà a misura che gli uomini troveranno il loro rapporto con l’entità del Cristo. Ora possiamo in sostanza comprendere benissimo il buddismo. Raffiguriamoci un uomo, mezzo millennio prima degli eventi di Palestina, che senza tenere conto dell’evento del Golgotha, a causa della sua linea evolutiva, enuncia la verità: “Tutto il corpo fisico che racchiude l’uomo, ciò che fa di lui un essere nell’incarnazione corporea, deve in sostanza essere considerato senza valore, qualcosa che alla fine deve essere abbandonato”. Sino ad allora indubbiamente l’umanità sembrava doversi dirigere verso una concezione del mondo siffatta, se nulla di nuovo fosse intervenuto. Ma si verificò appunto l’evento del Golgotha e provocò un completo rinnovamento dei perduti princípi evolutivi dell’uomo.

Mentre l’uomo accoglie quello a cui ieri abbiamo dato il nome di “corpo incorruttibile”, e che oggi abbiamo esaminato con maggior precisione, mentre fa proprio quel corpo imperituro, arriverà sempre piú a rendere la sua coscienza dell’Io maggiormente chiara, e sempre piú riconoscerà nella sua natura ciò che passa da incarnazione a incarnazione. Ciò che è entrato nel mondo con il Cristianesimo andrà quindi considerato non soltanto come una nuova dottrina ‒ questo deve essere sottolineato esplicitamente ‒ non come una teoria nuova, ma come qualcosa di reale, di effettivo. Se dunque gli uomini dicono che tutto ciò che il Cristo ha insegnato vi era già prima, questo non significa niente per la reale comprensione del Cristianesimo, perché non è essenziale. L’essen­ziale non è quello che il Cristo ha insegnato, ma ciò che il Cristo ha dato: il suo corpo! Infatti fino allora, nell’evoluzione terrestre, non era ancora mai penetrato per mezzo di un uomo che fosse morto ciò che è risorto dal sepolcro del Golgotha. Dal principio dell’evoluzione dell’umanità in poi, mai vi era stato sulla Terra, per mezzo di un uomo passato attraverso la morte, ciò che vi fu con il corpo risorto del Cristo Gesú. Di tutto quanto di simile vi era, si può infatti dire che avveniva perché gli uomini, dopo essere passati per la soglia della morte e aver attraversato il periodo fra la morte e la nuova nascita, entravano nell’esistenza per mezzo di una nuova nascita. Essi portavano però con loro un Fantoma carente, votato alla distruzione, vale a dire non facevano risorgere un Fantoma completo.

Oppure potremmo citare anche il caso degli Iniziati o adepti. A questi succedeva sempre di dover ricevere l’Iniziazione al di fuori del loro corpo fisico, con il superamento del loro corpo fisico; l’Iniziazione non era estesa fino al risveglio del Fantoma fisico. Tutte le Iniziazioni dei tempi precristiani erano tali da arrivare soltanto ai limiti esteriori del corpo fisico; non toccavano le forze del corpo fisico, o meglio solo per quel tanto che l’organizzazione interiore tocca in generale quella esteriore. In nessun caso si era mai verificato che ciò che era passato attraverso la morte umana trionfasse della morte stessa in quanto Fantoma umano. Indubbiamente si erano verificate cose simili, ma mai era avvenuto che si fosse attraversata una completa morte umana e che il Fantoma completo ne trionfasse di essa [questa descrizione spiega benissimo la condizione finale del corpo di Kashyapa: sí incorruttibile, ma non portatore di un Fantoma completo ricreato dal Cristo].

Come è vero dunque che soltanto quel Fantoma ci può dare la completa umanità terrestre nel corso dell’evoluzione terrestre, cosí è vero che quel Fantoma ha il sepolcro del Golgotha come punto di partenza. Questo è l’importante nell’evoluzione cristiana. Perciò non è un biasimo quando viene ripetuto che l’insegnamento del Cristo Gesú si è trasformato in un insegnamento sul Cristo Gesú. Cosí doveva essere, perché l’importante non è quel che il Cristo Gesú ha insegnato, ma quel che ha dato all’umanità. La sua Resurrezione è il nascere di una nuova parte costitutiva della natura umana, di un corpo incorruttibile.

Il fatto che questo potesse succedere, che il Fantoma umano potesse venir salvato attraverso la morte, dipende da due cose: prima dal fatto che l’entità del Cristo Gesú era quella che ieri abbiamo caratterizzato, cioè corpo fisico, corpo eterico e corpo astrale come li abbiamo descritti, e non un Io umano, ma l’entità del Cristo. E in secondo luogo dal fatto che l’entità del Cristo aveva deciso di immergersi in un corpo umano, di incarnarsi in un corpo umano di carne. Se infatti vogliamo osservare l’entità del Cristo nella giusta luce, dobbiamo cercarla come entità in tempi antecedenti alla comparsa dell’uomo sulla Terra. Allora naturalmente l’entità-Cristo esisteva già. Essa non entra nel cerchio dell’evoluzione umana, ma prosegue la sua vita nel Mondo spirituale.

L’uomo discende sempre piú profondamente, e in un determinato momento, quando arriva la crisi dell’evoluzione umana, l’entità del Cristo si incarna nel corpo fisico di un uomo. Questo è il massimo sacrificio che dall’entità del Cristo poteva venir offerto all’evoluzione della Terra!

Ora dobbiamo capire in che cosa consista il sacrificio che l’entità del Cristo ha offerto al­l’evoluzione umana sulla Terra. Ieri abbiamo esposto una parte del problema: quella della natura del Cristo dopo il battesimo di Giovanni nel Giordano. Oggi abbiamo trattato il problema di che cosa significhi che, con il battesimo di Giovanni nel Giordano, l’entità-Cristo si sia immersa in un corpo di carne».

 

Mario Iannarelli


L’Autore è contattabile all’e-mail marioiannarelli.iannarelli@gmail.com