Unilateralità sociale biforcuta: a seguire, la Politica

Inviato speciale

GWB@dailyhorrorchronicle.inf

DabliuProseguo nel mettere a disposizione dei lettori la corrispondenza via e-mail, procurata illegalmente, che il giovane diavolo Giunior W. Berlicche, inviato speciale per il «Daily Horror Chronicle» nel paludoso fronte terrestre, ha confidenzialmente indirizzato alla sua demoniaca collega Vermilingua, attualmente segretaria di redazione del prestigioso media deviato, all’indirizzo elettronico

Vermilingua@dailyhorrorchronicle.inf.

Andrea di Furia

Vedi “Premessa” www.larchetipo.com/2007/set07/premessa.pdf



Unilateralità sociale biforcuta - a seguire la Politica

Carissima Vermilingua,

speriamo che tra breve tempo Fàucidaschiaffi sia comandato dalla redazione a seguire le imprese di quel Mastro Geppetto che si è scelto Rantolobiforcuto quale Spirito guida illegittimo di quel Paese estremocci­dentale che attualmente fa il bello e il cattivo tempo su quel sassetto terràcqueo che tanto bramiamo, sotto l’insegna della democrazia. Finché non gli ordinano di seguire quel muscolare Polendina non fa che pedinarmi ovunque vada. Cosí è stato presente anche ad altri incontri che il nostro infernale Black Team ha tenuto, questa volta nel bar della palestra di Ringhiotenebroso, in uno dei quali ci siamo intrattenuti (slap) sulla Democrazia.

PeaceUna democrazia menzognera, naturalmente, come piace a noi Bramosi pastori della Furbonia Univer­sity. Meglio chiamarla dittocrazia (ossia una dittatura dalla piú o meno rassicurante facciata democratica) in casa nostra, negli USA-e-getta e nei Paesi suoi alleati, o democratura (ossia una democrazia dal piú o meno forte retrogusto dittatoriale) nei Paesi suoi avversari estremorientali.

In realtà ‒ come ci spiegava un Ràntolobiforcuto di pas­saggio, mentre al banco era indeciso se ordinare al nostro Righio un medievale martiri dry o un amazzonico cai­piranha ‒ all’esterno devono figurare al potere i Politici, ma internamente sono i Militari che tengono le vere leve del potere.

E mentre i primi hanno il compito di litigare per ogni stupidaggine e distrarre le Comunità amministrate, gli altri per­seguono pignolescamente la loro supremazia militare. Cosa che l’informatica e le nuove tecnologie stanno adeguata­mente supportando indipendentemente dalla volontà delle nostre caramellate vittimucce.

Nel ruolo di vicedirettore politico del Daily Horror, Ràn­tolobiforcuto ci ha raccontato di come avesse sponsorizzato nel 1967, tempo terrestre, la pubblicazione del Report from Iron Mountain on the Possibility and Desirability of Peace: non solo sulla “possibilità”, ma soprattutto sulla “desiderabi­lità” della pace da parte governativa. Rapporto che però, tanto per confondere le acque, fece anche in modo fosse considerato un falso, dato che l’autore, Leonard Lewin, nella prefazione l’aveva dichiarato essere un testo segreto, non un romanzo, i cui presupposti risalivano alla presidenza Kennedy. In sostanza, il gruppo di studio di scienziati con base in un rifugio antiatomico nelle Iron Mountain dal 1965 doveva rispondere all’esecutivo sulle reali possibilità di una pace mondiale e sull’effettiva utilità di tale condizione.

La risposta, come ci si aspettava, fu che la pace non era desiderabile. Tiè! Che per la sopravvivenza delle compagini statali stesse, e per l’economia mondiale, è necessaria una situazione di conflitto costante, in mancanza della quale è necessario ricorrere (slap, slap) a una serie di surrogati bellici.

Ma qui do la parola al mio immancabile moleskine astrale che riporta, virgolettate, alcune sotto­lineature del rapporto.

 

Ràntolobiforcuto: «La guerra, lo sappiamo bene, “è la principale delle forme strutturanti della Società” e garantisce ogni potere politico perché “l’autorità di base di uno Stato sui cittadini risiede nel suo potere militare. La discordia è l’anima stessa della Società da tempi immemorabili”».

 

Giunior Dabliu: «Lo ribadiva anche Frantumasquame al master in damnatio administration, quando commentava il mito del Giudizio di Paride. Chi ha infatti buttato quella mela d’oro, con la scritta “alla piú bella”, che ha scatenato la guerra di Troia? È stata proprio Eris, la Dea della Discordia. Se ci pensate, eliminando i conflitti occorrerebbe ridisegnare tutta la società umana in un’inedita e disgustosa chiave di collaborazione, tolleranza e comprensione!».

 

Ràntolobiforcuto: «Il rapporto, come risposta alle masse ignoranti ‒ che ahinoi stupidamente anèlano alla pace ‒ suggerí alternative alla guerra in sé e per sé: ad esempio un’economia di guerra, ma con fini diversi dai soliti bellici».

 

Giunior Dabliu: «Rammento che ne trattai nella mia antítesi al master, Fr-egal-ité: spese colossali per il predominio nello spazio tra le due superpotenze negli anni ‘60 e ‘70 imposte ai bilanci statali invece del loro utilizzo a vantaggio delle Comunità amministrate.

Oppure la corsa alla supremazia negli arsenali nucleari, per sottrarre miliardi di dollari alla sanità, all’istruzione, alla previdenza sociale, all’edilizia pubblica e ingrassare i Signori delle armi: gli azionisti delle industrie belliche quotate in borsa.

Piú di recente è in voga il costosissimo salvataggio delle fallimentari Banche speculative con inevi­tabile contorno di sovraindebitamento degli Stati. Tiè!».

 

Ràntolobiforcuto: «A me piacque particolarmente il mefistofelico suggerimento di creare “nemici sostitutivi”, nemici ancora inesistenti ma da cui ci si deve difendere: “Le minacce fittizie dovrebbero non solo apparire vere, ma essere credute tali con incrollabile convinzione, e tale convincimento dovrebbe essere rafforzato dal sacrificio di esistenze umane in numero non insignificante”. Questa per Frantuma­squame era la parte piú entusiasmante del rapporto».

 

Fàucidaschiaffi: «Certo che dopo l’11 settembre con il crollo del World Trade Center, dopo la creazione di Al Quaeda e dell’Isis ‒ stranamente entrambi fuoriusciti da una costola dei servizi segreti estremoccidentali nel tormentato Medio Oriente ‒ ossia di un terrorismo eterno in quanto religioso… si fa veramente fatica a sostenere che tale rapporto fosse un falso».

 

Ràntolobiforcuto: «Dillo a me, che spesso devo fare i salti mortali per sostenerlo! Anche se un aiutone me lo dà il silenzio, strapagato invero, dei media. La cosa divertente, come metodo per diffondere angoscia e paura nelle Comunità amministrate, è che il rapporto consigliava anche l’inquinamento deliberato dell’ambiente, la contaminazione degli ecosistemi, dell’uomo. Per questi stimolanti obiettivi ho fatto incentivare il fracking, tra le altre cose».

 

Futuro 2025Farfarello: «Casualmente mi sono imbattuto, mentre ero imboscato nella nostra infernale Biblioteca, in un ghiotto documento della NASA redatto da un funzio­nario del Langley Research Center: Future Strategic Issues/Future Warfare (Questioni strategiche del futuro/ Sistema bellico futuro) il cui sottotitolo mi aveva incu­riosito: The Bots, Borgs & Humans Welcome you to 2025 AD (Gli automi, gli esseri bionici e gli uomini ti danno il benvenuto nel 2025), in cui la mediazione del sistema informatico è assoluta. Come si estrae dal reiterato uso di parole come: tele-acquisto; tele-intratte­nimento; tele-istruzione; tele-medicina; tele-commer­cio; tele-politica; tele-socializzazione».

 

Ruttartiglio: «Mi sono interessato a quel testo. In una delle schede, The Ultimate Education Approach, final­mente si evidenzia la possibilità di un dispositivo di silicio da impiantare nell’encefalo per scaricare infor­mazioni in modo rapido e favorire l’apprendimento di nozioni in modo rapido. Siamo ancora all’abc, però, di quella bio-nano-geno-cyber-laser-andro-giga-meccatronico-tecnologia altamente disumanizzante, che proponevo nella mia antítesi al master anche se questi primi passi, e soprattutto quelli piú nanotecno­logicamente invasivi conosciuti sotto il nome di “scie chimiche”, fanno ben sperare».

 

Ràntolobiforcuto: «Insomma, sono tante le iniziative prese per azzerare la loro evoluzione. Tra guerre e terrorismo e, ad esempio, far fare agli strumenti informatici quello di cui dovrebbero impadronirsi da sé… tutto questo è sempre un qualcosa che in Estremo Occidente ci riempie di libidine. Ma ora il dovere mi chiama e debbo salutare».

 

C’è tanta carne al fuoco, Vermilingua, che tentiamo di occultare ai nostri antipastini emotivi. E tuttavia dall’esame della sola unilateralità insita nella stessa dimensione sociale politica presa a sé stante, potrebbe essere ricavato tutto ciò di cui Ràntolobiforcuto ci ha parlato. E persino qualcosina di piú senza scomo­dare gli Agenti del Nemico, che sono una vera spina nel fianco con le loro denunce e il loro continuo richiamo alla tridimensionalità sociale. In effetti, un pensiero sociale tridimensionale che mette insieme tutte le varie piacevolezze unidimensionali politiche, economiche ma anche culturali come vedrai ‒ assolutamente entusiasmanti – in un quadro coerente e comprensibile annullerebbe l’handicap. Ma ne tratteremo piú avanti.

 

Giunior Dabliu: «Faccio notare che purtroppo quanto escogitato dalla nostra Satanica Alleanza è lette­ralmente desumibile da un pensiero sociale che osservi quelle tendenze unilaterali delle varie dimensioni sociali e contemporaneamente abbia presente che ci si trova in un sistema sociale strutturato a 1Dimensione sociale prevalente sulle altre due. Qui trattiamo specificatamente della dimensione politica come quella dominante nel sistema sociale a 1D prevalente sulle altre due».

 

Farfarello: «Ovviamente. Se la strutturazione sociale è rimasta inalterata a 1D, la Politica si rovescia inevita­bilmente in Antipolitica: in conflittualità partitica avulsa dalla base elettorale, e militarmente subordinata all’apparato esterno internazionale alleato. Già solo questo dovrebbe portarli a considerare le dinamiche unilaterali negative insite nel DNA della dimensione politica stessa. Il che sarebbe una vera tragedia per i nostri piani inosservati in atto, e anche per il pedante impegno delle nostre demoniache task-force su quel granulo orbitante».

 

Ringhiotenebroso: «È questo il timore espresso dagli avventori del bar nella nostra palestra tribale. Se ad esempio si parte dall’automatismo dimensionale unilaterale e ci si chiede quale sia l’obiettivo della politica statale, s’individua súbito che è bicefalo, o biforcuto. Se preferite: da una parte si vuole autoreferenzialmente il potere di controllare i sudditi senza porsi limiti giuridici, morali o economici; dall’altra si vuole considerare Persone, Comunità e Territori come strumenti clientelari da gestire per assicurarsi la poltrona a vita. Se poi si cercano le conferme nella realtà dei fatti, questi sono altamente eloquenti».

 

Ruttartiglio: «Le prove di ciò sono sotto il loro naso, ma non ne sentono la puzza. Come esempio del primo obiettivo ‒ ma ce ne sono mille, come il politico di carriera, il militare lobbista (e viceversa) ecc. – vale il mancato rispetto della “volontà” del Suddito se non coincide con chi è politicamente al potere: riscontrabile nel fatto che si vieta fin dall’origine il referendum deliberativo o legislativo (che propone regolamenti e leggi come espressione diretta della volontà popolare) e si rende difficoltoso il raggiungimento del quorum negli altri (abrogativo, propositivo, confermativo, consultivo). Per non parlare della sempre piú scientifica mani­polazione del quesito referendario per occultare il vero tema su cui decidere».

 

Farfarello: «Gli esempi dell’altro obiettivo unilaterale e assoluto sono ancora piú evidenti. Nel caso delle Comunità, soggetto della dimensione politica, l’“eguaglianza” essenziale tra i membri delle stesse si è rovesciata in “diseguaglianza”, sempre piú pronunciata, tra una sparuta minoranza che “porta” finanziamenti e voti e una larghissima maggioranza lasciata allo sbando. Per quanto riguarda i territori, soggetto della dimensione economica, dal punto di vista giuridico-amministrativo abbiamo la loro cementificazione siste­matica, da parte di una classe politica indebitata e impaurita, alla perenne ricerca di denaro, che ha rovesciato la “fraternità” in “appropriazione”. Infine, per quanto riguarda le Persone, soggetto della dimensione culturale, dal punto di vista giuridico-amministrativo la “libertà” ‒ di cui ognuno avrebbe bisogno per autoevolvere, secondo le anarchiche intenzioni del Nemico ‒ si è rovesciata in “sudditanza”: nella coazione regolamentare e legale piú virulenta e soffocante che ci possa essere».

 

Giunior Dabliu: «A due secoli appena dalla Rivoluzione francese (slap, slap) possiamo finalmente ritenere che tutte le nostre aulenti caviucce ora sono suddite di qualcuno. Tutti dipendono infatti da qualcuno che ha il ruolo legale e il potere per ogni cosa che riguardi la loro quotidiana vita di relazione: i cittadini dai funzionari comunali, i funzionari comunali da quelli regionali, i funzionari regionali da quelli nazionali, i funzionari nazionali dai funzionari europei, i funzionari europei dai referenti politici/militari delle superpotenze cui fanno riferimento. Una piramide che a partire da una base planetaria di 200 Stati “sovrani” – le virgolette sono d’obbligo, perché in realtà sovrani furono un tempo, ma ora non lo sono piú da decenni ‒ si restringe in altezza a poche unità, i cui gruppi dominanti sono regolarmente registrati sul Libro paga animico della Fanatic University e gestiti abilmente in remoto dai suoi Malèfici custodi».

 

Come vedi, Vermilingua, il nostro instancabile tessere distruttivo delle comunità, delle persone e dei terri­tori non conosce sosta. Tuttavia la validità di tutte queste iniziative ha un senso se il nostro bramato dessert ani­mico resta passivo fruitore del pensiero scientifico astratto interiormente ed esteriormente, come la cozza astrale allo scoglio, se resta abbarbicato ad una strutturazione del sistema sociale a 1D prevalente sulle altre due.

DiabliuAnche gli sforzi degli Agenti del Nemico, sui quali entriamo sempre in tackle duro da cartellino rosso, non cessano di infastidirci. Certo, esistono libri di autori che trattano di diverse delle nostre astutissime porcherie. Tra questi però, al momento, rarissimi escono dalla specializzazione che pure è importante per capire seriamente le problematiche in atto, e tantissimi fanno parte di coloro che non credono che noi esistiamo, per il solo fatto che non ci vedono. E qui intervenite tu e la tua tribú del malaffare mediatico a etichettare i piú fastidiosi con l’anatema della dietrologia. Finché dormono è un facile gioco, ma fino a quando?

 

Il tuo perplessissimo           Giunior Dabliu