La gioia del cuore

AcCORdo

La gioia del cuore

Una sottile operazione del pensiero ristabilisce l’ordine-luce sul grande caos e mostra ancora una volta il potere del Logos sul male terrestre. Occorre insistere su questa continua operazione al limite delle forze umane, per rendere vero il principio della utilizzabilità della catastrofe: il momento creativo della disgregazione.

Ala tesa, folgore del sentire che sfiora nella visione sempre novella e si manifesta in un solo moto di luce. Toccata è la beatitudine silenziosa.

Ed ecco sperimentata ancora una volta la resurrezione: come se tutto l’essere fosse sopraffatto dall’oscurità, e tuttavia le ali continuassero a sostenere il loro ruolo d’altezza, perché il fremito della luce è desto nel segreto sentire, là dove si afferra come moto dell’Amore Divino il respiro del cuore. È come se il Cristo nascesse e operasse dalla radice della vita, dove il suono originario degli enti ancora risuona secondo la perfezione del Creatore. Cosí si riaccende il volere segreto dell’anima, che si fa uno con l’impeto del sentire.

Tutto si rinnova al primo sorgere del Logos nell’anima, ritorna la vita, si accendono le forze. Occorre di continuo la connessione con il Divino agli esseri deboli e stanchi: questa connessione deve essere preparata e continuamente sostenuta. Una lunga preghiera, perché la buona volontà di questi esseri vinca, perché il Logos li ravvivi e li guidi.

AccordoLa gioia del cuore è un grande aiuto nei momenti in cui le barriere del fisico fanno massa impeditrice: allora l’appello alla fol­gore del Logos è per­messo, e legittimo è il sentimento di beatitu­dine che viene dallo scioglimento immediato degli ostacoli.

Tornato silenzioso questo luogo sacro, dopo tanti incontri, mi apparto a sentire le pause di quiete che in alcuni minuti mi dànno immensità di tempo, il senso del riposo assoluto, nelle tempeste. In queste pause sento l’infinità del dono ricevuto, ma simultaneamente l’infinito dolore dell’umanità, che deve tendere alla salvazione perché il dono del Christo non si perda. Cosí riprendo lena, insieme al senso del lavoro da compiere, un lungo, paziente lavoro di comprensione, di giustificazione, di compassione. I sentimenti nuovi trasformano la Terra.

In ogni pensiero che va incontro alla percezione del mondo esterno è presente la vita: perché ogni percepire ha un elemento vivente che si arresta là dove il rappresentare gli va incontro senza liberarsi dalla rete nervosa del cervello, onde nulla di vivo penetra nell’anima. Ma questo rappresentare può essere sospeso: allora il flusso dialettico pensante va direttamente incontro all’ètere del percepire, lo rovescia e ha la visione del vivente. Cosí ogni volta che guardiamo una rondine che vola alta nel cielo, o una rosa, o una foglia, possiamo veder sorgere la loro veste di luce.

 

Massimo Scaligero


 

Da una lettera del giugno 1979 a un discepolo.