La saggezza va servita fredda

Inviato speciale

GWB@dailyhorrorchronicle.inf

Proseguo nel mettere a disposizione dei lettori la corrispondenza via e-mail, procurata illegalmente, che il giovane diavolo Giunior W. Berlicche, inviato speciale per il «Daily Horror Chronicle» nel paludoso fronte terrestre, ha confidenzialmente indirizzato alla sua demoniaca collega Vermilingua, attualmente segretaria di redazione del prestigioso media deviato, all’indirizzo elettronico Vermilingua@dailyhorrorchronicle.inf.

Andrea di Furia

Vedi “Premessa” www.larchetipo.com/2007/set07/premessa.pdf


La saggezza va servita fredda

 

Carissima Vermilingua,

assaporando il mio solito deathquiri agitato non mescolato, durante il rituale incontro con i membri del nostro infernale Black Team per rammemorare i bei tempi della nostra frequentazione al master in damnatio administration, riflettevo sulla tua ultima e-mail.

Mi scrivi di non condividere le mie preoccupazioni: siamo ben lontani dalla situazione che circa 26.000 anni fa, tempo terrestre, ci vedeva ancora semplici spettatori delle attività del Master Illusionis della Fanatic University.

Nascita di AtenaE su questo non posso che essere d’accordo: un anno platonico fa, il rapporto universo-uomo giocava tutto a nostro sfavore e tutto a vantaggio dei Malèfici custodi. Ancora non potevamo avvicinarci piú di tanto alle nostre vittimucce candite perché allora nessuna barriera ossea impediva alla saggezza cosmica di riversarsi chiaroveggentemente in quelle bucate testoline. Un barlume che rimanda a quella situazione la ritroveresti 12 piccoli eòni dopo nel mito di Atena che esce dalla testa di Zeus. Aggiornata, però. E precisissima!

Se avessi partecipato alle relative lezioni di Draghignazzo, al master, ti si chiariva come il capo umano non fosse altro che costruito a immagine del cosmo, come testimonia la sua forma. Ma in quei remoti tempi – remoti per le nostre cipolline animiche – era permeabile agli influssi cosmici, cosa che non è piú cosí nel quarto piccolo eòne greco-romano: tanto che Atena, dea della saggezza, nasce già dotata di elmo.

doppia natura dell'uomoEd è proprio quest’elmo osseo che ha permesso alle nostre albicocchine emotive di separarsi dal cosmo come individui cosa che si esprime persino nella contrapposizione della forma “chiusa” della loro testa con la restante corporeità che viceversa non sanno parzialmente “aperta”: aperta all’invisibile.

Cosa che ha permesso a noi Bramosi pastori della Furbonia University di approfittare di questo nascente dualismo: della multiforme contrapposizione di Luce e Tenebra, Spirito e materia, soggetto e oggetto, pensiero e volontà, azione e reazione, causa ed effetto, idea e realtà, qualità e quantità, essere e avere, conscio e inconscio, Io e non-Io.

Tutte forme dell’originaria díade, per la coscienza attuale delle nostre ciliegine animiche, di osservare (percezione) e pensare (intuizione). Dualismo quest’ultimo apparente, temporaneo e illusorio… per un pensiero (ahinoi) correttamente esercitato ed evoluto – e qui sono d’accordo con te Vermilingua, l’importante è che continuino a non esercitarlo loro.

Dualismo dovuto all’organizzazione umana che, grazie al paradisiaco Tentatore, si apriva anticipatamente alla fisicità materiale e, come effetto collaterale indesiderato (specialmente da noi della Furbonia), si dischiudeva addirittura alla possibilità della loro autocosciente libertà.

Quella libertà (slap) che da tempo, con le risorse della tua tribú del malaffare mediatico e l’indefesso operare di Ràntolobiforcuto, stiamo scientificamente e in ogni campo metamorfosando in mero arbitrio: economico, politico, culturale.

Tu dici che la fredda saggezza cerebrale, che i nostri bon bon emotivi ormai possono conquistare solo nei primi 2/3 decenni della loro esistenza sul paludoso fronte terrestre, ormai non è piú in sintonia con la calda saggezza cardiaca che, da sempre, tenta di risalire dalla rimanente corporeità per la restante durata della loro vita: che anche senza accanimenti terapèutici può protrarsi fino (e a volte pure oltre) a due ulteriori cicli di Saturno attorno al Sole.

Se ripercorro sul Gran Libro della Vita il piccolo eòne greco-romano e vedo come, a quei tempi, ancora si armonizzavano questi due tipi di saggezza – quella della testa e quella del cuore – e poi guardo a come ora (nel quinto piccolo eòne anglo-germanico) quasi nessuno lo fa, sono tentato di darti ragione. Ma solo fino a un certo punto, perché sono abusivamente in possesso di questo velenoso frammento che, a rischio e pericolo delle tue convinzioni, ti copincollo dal mio inesauribile moleskine astrale.

 

Agente del Nemico: «Oggi molti dicono che la conoscenza umana ha dei limiti che non possiamo superare. Essi attribuiscono valore solo alla saggezza della loro testa, e questa evidentemente non oltrepassa certi limiti. In realtà questa saggezza della testa, miei cari amici, ha anche creato questi dèi greci (collegati alla figura di Zeus) di cui abbiamo parlato. Questi dèi súperi regnano solo su ciò che la testa può abbracciare con la sua specifica saggezza. I Greci, però, oltre a questa teogonía, avevano i loro Misteri, nei quali onoravano altre divinità: gli dèi ctònii. E si diceva con ragione che coloro che erano iniziati ai Misteri apprendevano a conoscere gli dèi súperi e gli dèi ínferi, gli dèi in alto e gli dèi in basso. Quelli in alto formavano la cerchia di Zeus, ma non avevano sovranità che sul dominio aperto ai sensi e che può essere compreso grazie all’intelletto. Tuttavia l’uomo è piú di questo: la sua entità ha le proprie radici nel reame degli dèi in basso: gli dèi ctònii».

 

A questo però, Vermiligua, devi aggiungere lo sconsiderato irrompere del Nemico due millenni fa su questo sassetto cosmico, che ha per cosí dire sparigliato le carte e rovesciato il mondo. Cosí come ce ne eravamo impadroniti e lo conoscevamo. E nulla mi toglie dalla testa che sia stato proprio quel suo irrompere a permettere alle nostre acciughine animiche di procedere sicure alla conquista della materia, fino all’attuale materialismo oltre le righe.

Conosci te stessoSe ci pensi, solo frantumando l’anima del mondo con le scoperte di Copernico, Keplero e Galileo i nostri antipastini emotivi potevano fare un passo avanti sul cammino verso la libertà, e attraverso il dominio della tecnica conquistare la Natura terrestre nel suo aspetto solo minerale. D’altra parte il loro mancato dominio della tecnica ha offerto il destro al Master Truffator della Furbonia (slap, slap) per ribaltare i rapporti di forza con la Fanatic University del Master Illusionis e costringerlo alla Satanica Alleanza guidata da noi.

Tornando al rapporto tra la saggezza cerebrale che tanto ci intriga con l’odia­tissima rielaborazione cardiaca della stessa ‒ ossia al rapporto tra la saggezza e l’amore con cui dovrebbe essere fecondata fino al termine della loro vita terrestre ‒ ai suoi tempi sulla porta del tempio di Apollo la scritta “Conosci te stesso” (γνῶθι σαυτόν) era ancora la chiave per questa armonizzazione. Però in senso totalmente opposto a quello che avrebbe oggi: allora era l’uomo l’enig­ma da risolvere e la soluzione stava nella conoscenza del Cosmo, mentre oggi è il Cosmo l’enigma da risolvere e la soluzione sta nella conoscenza dell’uomo. Allora quel motto era un’esortazione per coloro che cercavano un legame con lo Spirito, non era uno slogan come l’abbiamo reso noi della Furbonia negli ultimi decenni psicanalitici. E tuttavia, per non crogiolarci nell’indubbio successo ottenuto, medita, Vermilingua, quest’altro distruttivo commento a quel misterico motto!

 

Agente del Nemico: «Ma nell’epoca attuale ci esorta ugualmente a ritrovare una vera conoscenza del­l’uomo. …Di questo essere umano vivente è necessario farsi una sorta d’immagine, un’immagine che sia l’espressione, la manifestazione, la rivelazione di una realtà. …Non solo si può riconoscere, nella forma umana che cammina fra noi, l’uomo fra la nascita e la morte nel mondo fisico, ma anche – purché se ne abbia la volontà – ciò che è immortale: l’entità eterna».

 

È qui che torniamo dall’osservazione allo strumento che è al di là di soggetto e oggetto e attraverso cui l’uomo conosce se stesso e il mondo: qui torniamo al pensiero. L’unico strumento che l’uomo in realtà non conosce finché lo lega all’organo cerebrale, allo specchio stagnante del cervello.

Rammenti la frase che il ciclopico Frantumasquame, in una delle sue lectio magistralis sulla necessità di bloccare a questo tipo depotenziato di pensiero le nostre caramellate caviucce, aveva artisticamente tatuato a suon di nerbate sulla schiena di un riconoscentissimo Righiotenebroso? “La rana nello stagno non conosce il grande mare”. Cosa importantissima, Vermilingua, proprio nel momento in cui dal cosmo scendono gli impulsi provenienti dalla costellazione dei Pesci. Tiè!

Ecco perché è cosí pericoloso per noi che su impulso di quest’ultima costellazione escano dalla chiacchiera solo filosofica sul pensiero. Certo, il pensare astratto concettuale è una conquista dell’Umanità nel precedente piccolo eòne greco-romano, dunque assolutamente in linea con gli impulsi provenienti dalla costellazione dell’Ariete. Ma dopo 2.500 anni, diventato cerebrale, questo pensiero è degenerato in linea con gli impulsi della costellazione dei Pesci. Perciò le nostre pastasciuttine emotive hanno cessato di pensare con la testa e ormai pensano naturalmente tutte con i piedi.

Orologio meccanico di GalileiIl pericolo, Vermilingua, sta proprio qui. In questa cosmico-terrestre armonia: mentre dall’alto irradia la costellazione (Sole in Pesci) che ha a che fare con i suoi piedi, proprio attraverso i suoi piedi passano gli impulsi alati provenienti dal Nemico. Dal Signore del Sole che da due millenni, purtroppo, della Terra ha fatto la sua casa: spodestando il nostro Arconte delle Tenebre che di questo mondo era divenuto l’Illegittimo Principe.

Fiamme dell’inferno Vermilingua! Cosmicamente il percorso della risalita sembra perfettamente tracciato, basta solo che i nostri biscottini animici se ne accorgano passando dalla fredda Astronomia alla calda Astrosofia. Questo e i prossimi due piccoli eòni segnano la via del ritorno verso il cuore dello Spirito, secondo le efferate intenzioni dei nostri avversari che non si accontentano dell’uomo-creatura, ma lo vogliono autocosciente creatore. Cosmico percorso discendente-ascendente, prima verso la materia e poi verso lo Spirito, iniziato dopo il Diluvio con il Sole nella costellazione del Cancro che terminerà in direzione opposta, con il Sole nella costellazione del Capricorno tra pochi millenni.

Certo, il pensiero astratto divenuto specchio riflettente che poggia i suoi metafisici piedi sul loro cervello non può sottrarsi alle conseguenze di ignorare gli dèi ínferi ctònii e di aver trasformato gli dèi súperi greci collegati a Zeus nel cosmico orologio astronomico-meccanico di Copernico, Keplero e Galilei.

Purtroppo, come puoi verificare dal prossimo insidiosissimo frammento, il pedestre pensiero astratto se si dota delle ali mercuriali dell’immaginazione oggettiva può di nuovo prendere il volo e ritrovare le Madri, le divinità ctònie, se da specchio che intercetta la luce può farsi occhio, sguardo: divenendo l’immediata luce.

 

Agente del Nemico: «È l’istantaneità luminosa in cui balena l’Infinito. L’istantaneità che non ha contraddizioni, in quanto non ha nulla di contro sé: non è il morto pensiero astratto ed è piú che il pensiero pensante, la cui luce è soltanto il suo riflettersi per la fattualità dell’esistere e la sua assunzione dialettica. È il pensiero che non si arresta al mentale, perché passa come luce attraverso un cristallo, che non la trattiene, pur accendendosi di essa. Pensiero che non pensa perché guarda e, guardando, desta la vita segreta di ciò che contempla: che è simultaneamente la sua vita. …È pensiero che va oltre ciò che si è, esprimendo dall’intimo la forza che afferra intimamente ciò che è, onde non ha dinnanzi un immobile esserci che gli si oppone».

 

Adesso Vermilingua comprendi le mie preoccupazioni? La saggezza della testa acquisita nei primi loro 30 anni non dev’essere armonizzata dalla saggezza del cuore: deve rimanere cerebrale, fredda cosí come la serviamo noi Bramosi pastori. Come anche il pensiero dev’essere sempre determinato dall’anima e mai diventare “puro”, indipendente da essa.

Soprattutto non dev’essere rielaborato dalle calde forze dell’amore durante la restante loro vita terrena, per poi dare i suoi frutti durante il periodo post-mortem nel mondo spirituale e fin oltre nelle reincarnazioni successive. Questo nonno Berlicche ce lo ha dolorosamente spiegato in tutti i precedenti piccoli eòni.

Tuttavia, nonostante i nostri sforzi contrari l’uomo di necessità evolve seguendo il corso del Sole. E sapendo che non ti piacerà la risposta a questa domanda: «Dove sono ora, nel quinto piccolo eòne anglo-germanico, queste forze, questi germi dell’amore?», per non farti concentrare troppo pericolosamente su di me, Vermilingua, te la faccio dare da un altro.

 

Agente del Nemico: «Nel pensiero sono i germi dell’amore che non cessa di amare: i pensieri che sempre ricostituiscono la trama umana dell’amore: di cui l’amore necessita per attuarsi nel mondo. La trascendenza dell’anima è invero il pensiero: che nasce nell’anima ma da essa è indipendente, essendo l’anima legata alla corporeità: al corpo che deve morire. Il pensiero è il pensiero puro, perché non è determinato dall’anima. Ma in esso ha inizio la vita, prima inconosciuta, dell’anima: che è l’amore dell’uomo».

 

Il tuo cerebralissimo                                                                                                               Giunior Dabliu