La grande sorella

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La grande sorella

C’era una volta il libero pensiero.

Dove, quando e in che modo si formò

nel cervello dell’uomo il ragionare

autonomo, la storia dice che

fosse a Mileto, a scuola da Talete.

E poi, via via, conquistò la Grecia,

l’Italia, Roma, si diffuse in Francia,

dove Cartesio e poi gli Illuministi

con Voltaire lo innalzarono a modello

sistematico, a scienza cognitiva.

Ma il processo fu lungo e tormentato.

Libera di pensare, si sbrigliò

l’umanità con la filosofia,

ogni testa un cervello, una dottrina.

Era la libertà di speculare

sui massimi sistemi, elaborare

la propria personale teoria

su qualunque argomento, fosse idea

per migliorare il mondo o denunciarne

le magagne o gli abusi. Panacea

per la mente incapace di smaltire

il tossico di mille costrizioni,

spezzando con il fuoco del concetto

le catene di angosce e frustrazioni:

papiri, manoscritti, pasquinate,

la piuma d’oca dell’amanuense

diedero voce all’uomo della strada.

Ma a qualcuno la cosa non piaceva

e inventò la censura, che impediva

al lavorío mentale di mostrarsi

nella sua qualità di correttivo

del Male. Ci fu il rogo per l’eretico,

l’esilio in contumacia, la scomunica,

la gogna della Lettera Scarlatta.

Era venuto Gutenberg e i caratteri

di piombo a rimpiazzare gli incunaboli

e con la stampa, finalmente il libro.

E parve a tutti che la nuova èra

del libero pensare fosse giunta

composta in righe e pagine. Illusione.

Ché il libro non è libero se resta

immobile sul mobile e non circola

distribuito in chioschi e librerie,

previo il battage dei media e della critica.

Quando perciò la rete prese piede,

offrendo a tutti spazio e diffusione

a costo zero anche in Amazzonia,

beffandosi di vincoli e dogane,

dei diritti d’Autore, imposte e tasse,

si spalancò la porta del mercato

editoriale ai paria dello scrivere,

e la notorietà, pur senza i soldi,

mise anche loro in lizza per la gloria.

In ogni caso, il web diede la stura

al libero pensare alternativo,

non addomesticato, il cosiddetto

“verbo dei complottisti”, dei profeti

di un mondo senza indici e mordacchia.

Era troppo. Per questo hanno inventato

la polizia del web. Il Torquemada

della Grande Sorella, e guai a chi sgarra:

potrà finire in cenci o alla sbarra.

 

Il cronista