Populismi di ieri e populismi di oggi

Inviato speciale

GWB@dailyhorrorchronicle.inf

dabliuProseguo nel mettere a disposizione dei lettori la corrispondenza via e-mail, procurata illegalmente, che il giovane diavolo Giunior W. Berlicche, inviato speciale per il «Daily Horror Chronicle» nel paludoso fronte terrestre, ha confidenzialmente indirizzato alla sua demoniaca collega Vermilingua, attualmente segretaria di redazione del prestigioso media deviato, all’indirizzo elettronico Vermilingua@dailyhorrorchronicle.inf.

 

Andrea di Furia

Vedi “Premessa” www.larchetipo.com/2007/set07/premessa.pdf


Populismi di ieri e populismi di oggi

Carissima Vermilingua,

Controllo europeo militaremi congratulo con te per l’astutissima campagna mediatica tutta tesa a occultare quanto bolle in pentola con i Populismi che stanno rialzando la testa in Europa. Molto appropriato, inoltre, riportare l’attenzione delle nostre vittimucce aulènti sui fantasmi dell’esperienza totalitaria di inizio secolo scorso. Cosí che il fenomeno sia rubricato sotto la voce destra, destra estrema, destra xenofoba, fascismo, nazismo o come l’anti-politica montante contro l’ordine costituito.

Perché l’agognato controllo militare delle popolazioni europee richiesto da Ràntolo­biforcuto faccia un passo avanti, tutto ciò è necessario per sostituire le categorie demo­cratiche (che invitano al pacifico autodeterminarsi sociale) con quelle morali che giustificano la libidinosa epurazione del male morale (di cui si è liberi di accusare chiunque) soprattutto con il ricorso alla violenza bestiale tout court.

La storia umana poggia da sempre sulla bilancia del progresso/conservazione: 228 anni fa toccava ai francesi impulsare il progresso con una Rivoluzione ben al sangue, di cui ci stiamo tuttora egregiamente sfamando a livello mondiale, e adesso tocca agli spagnoli impulsare il regresso con una Conservazione similmente ben al sangue, di cui ci sfameremo per altrettanti anni su quel sassetto cosmico ambulante. Tiè!

Con l’attuale strutturazione del loro sistema sociale non possono che subire impotenti questo ping pong infinito tra i Progressisti registrati sul libro paga animico della Fanatic University e i Conservatori registrati invece sul libro paga animico della Furbonia University. Perciò è importante, Vermilingua, che tu e la tua tribú infernale del malaffare mediatico pilotiate questo tipo di attenzione delle nostre caramellate caviucce, che appartiene alla “sostanza” dimensionale sociale, distogliendola invece da ciò che appartiene alla “forma” dimensionale sociale. A tutti i costi e in tutti i modi.

Altrimenti si accorgerebbero che la triplice sostanza emancipata delle tre dimensioni sociali (Economia, Politica e Cultura) richiede una corrispondente triplice forma che possa contenerle “separate in casa”. Se vogliono caratterizzare la “struttura” del loro sistema come “sociale” davvero, e non antisociale com’è.

Intanto va chiarito, Vermilingua, che sono ben diversi i Populismi di ieri da quelli di oggi. Infatti appartengono a due diverse strutturazioni del sistema sociale. Gli antichi Populismi vivevano nella Società liquida, durante il predominio strutturale dello Stato nazionale. E contenute tutte insieme nello Stato, nei suoi confini nazionali, le tre dimensioni sociali, volenti o nolenti, coincidevano. I Populismi moderni vivono invece nella Società gassosa, durante il predominio strutturale del Mercato globale. E contenute tutte insieme nel Mercato, le tre dimensioni sociali (Politica, Economia e Cultura) si accorgono di essere proiettate su spazi vitali completamente diversi e non coincidenti.

Addirittura, come vedremo trattando dei Populismi, la Politica da unica e nazionale che era si divide in tre: la Testa elitaria che governa si vende all’Economia mondiale e sostanzialmente risiede “fuori” dei confini nazionali; il Cuore tradito della Comunità cerca, fondendosi nei valori della Cultura, quella solidità che sente di aver perduto nella propria essenza dopo la perdita del rapporto privilegiato con la Testa; Braccia e Gambe infine, prive del rapporto di prima con Cuore e Testa, cercano di fondersi con l’Economia locale a difesa dei propri interessi e sono tutt’un agitarsi esplosivo ovunque nel mondo.

In realtà, non essendoci alcuna separazione strutturale nel contenitore strutturale comune, mescolandosi continuamente tra loro le tre dimensioni non possono che produrre il canceroso caos sociale che le attanaglia sempre piú. Su tali argomenti della scottante questione sociale moderna si ragionava nel nostro sulfúreo Black Team già ai tempi del master in damnatio administration.

Rissa party

O come ora, quando a volte ci si ritrova nelle terme laviche sotto il Daily Horror Chronicle, prima del rituale rissa-party, dove il palestratissimo Ringhio gioca solo contro tutti. Ma qui passo la scrittura al mio inesauribile moleskine astrale.

 

Farfarello: «A me pare si debba fare come quando si vuol distrarre un Minotauro astrale in fase digestiva: occorre il bastone ma anche la carota. E, secondo l’insegnamento di Gozzoprofondo, cosa c’è di meglio del gossip sensuale?».

 

Ruttartiglio: «Il tecno-gossip! Magari su di una nuova concezione dell’universo radio-meccanico, o su qualche nuova protesi da impiantare su quei loro deboli corpicini inadatti ai viaggi interstellari».

 

Ringhiotenebroso: «Ehi, non divaghiamo. Un pruriginoso scandaletto da buttare sul groppone di uno dei loro protagonisti della Politica mi sembra possa distrarre a sufficienza e dare i suoi avvelenati frutti».

 

Sbranatutto: «Il problema è sempre quello: finché le loro analisi della questione sociale si soffermano solo ed esclusivamente sull’aspetto della “sostanza” sociale, e la sociologia universitaria continua a snobbare l’aspetto concreto della “forma” sociale, siamo noi a cavallo del Minotauro astrale».

 

Giunior Dabliu: «Nella ricerca, oggi la scienza sociale presenta una notevole virtuosità tecnica, ma questa virtuosità è stata guadagnata a spese del contenuto. È straordinario vedere come i nostri belli addormentati nel sottobosco della sociologia siano daltonici e addirittura non vedenti rispetto alla forma strutturale del sistema sociale in cui pur vivono! I miei tour abusivi sul paludoso fronte terrestre non possono che confermarlo».

 

Farfarello: «Dai miei trascorsi nella Biblioteca infernale, che riceve regolarmente tutto ciò che viene pubblicato dal nostro futuroprossimo olocàusto, rilevo che mentre sul piano antropologico l’influsso dell’ambiente è stato recepito, come importante per l’evoluzione stessa dell’uomo, sul piano sociale per la “forma” strutturale del sistema non è ancora cosí».

 

Ruttartiglio: «La nostra fortuna è che la “forma” del sistema sociale non si può vedere né con il microscopio, né con il cannocchiale. C’è un solo strumento a loro disposizione: il pensiero. E li vogliamo assolutamente restii ad usarlo oltre la loro disponibilità naturale».

 

Ringhiotenebroso: «Frantumasquame ‒ forse con un eccessivo ricorso ritmico alle nerbate contropelo che però mi sono ben guardato dal fargli osservare ‒ con il suo muscolare modo di insegnare me lo sottolineava in sintesi cosí: “È un pensiero che non ha virtú, perché è “statico”! Restano fermi al pensiero concettuale che si avvale dell’operato degli Spiriti della Forma e può applicarsi solo in àmbito naturale, mentre dovrebbero appunto indirizzarsi verso l’operato degli Spiriti del Movimento qualora volessero applicare il pensiero al sociale. Informazione da tenere strettamente per noi”».

 

CerberoSbranatutto: «Indirizzo che seguiamo pedissequamente con la Satanica Alleanza tra noi Bramosi pastori della Furbonia e i Malèfici custodi della Fanatic: favorendo rispettivamente l’insanabile spaccatura tra chi resta inchiodato al concetto “statico” che per risanare il sociale tocca modificare le Istituzioni nelle tre dimensioni sociali per adattarle al mutare dei tempi, e chi invece resta inchiodato al concetto “statico”, che per risanare il sociale occorre operare sull’uomo, in quanto è pur sempre l’uomo che modifica le Istituzioni nelle tre dimensioni sociali. Il proverbiale Cerbero che si morde con le tre teste l’unica coda».

 

Giunior Dabliu: «Conflitto dialettico meraviglioso. Grazie al quale la loro concreta produzione di disperazione animica migliora di anno in anno, raggiungendo vette qualitativo-nutritive sempre piú alte. Pensate a come sarebbe scadente il raccolto se le nostre patatine emotive invece della sola “sostanza” cominciassero a prendere in considerazione anche la “struttura formale” del sistema sociale. È considerando questa, ahinoi, che si creano ora le condizioni che permettono all’anima di nobilitarsi: considerando il “contenitore” di quell’identico “contenuto sostanziale” che gli uni pensano come l’Individuo nelle tre dimensioni e gli altri come le Istituzioni nelle tre dimensioni».

 

Farfarello: «E pensandolo staticamente non si schiodano da lí. Pensano contenuti scambiandoli per contenitori. O come diceva nonno Berlicche: “Pensano abiti scambiandoli per armadi”. Come, ad esempio, adesso pensano i Populismi, ora in deflagrante rigoglio su quel globulo cerúleo. Populismi che sono il prodotto specifico che si è incubato nell’unilaterale contenitore attuale della sostanza sociale: il Mercato».

 

Ringhiotenebroso: «Mercato che adesso è la concreta “forma sociale”, in cui tutta la “sostanza sociale” (Individui, Istituzioni, 3 Dimensioni sociali) viene stivata e miscelata secondo la Legge sociale dell’unitarietà delle 3 dimensioni. Ossia fino alla tirannica supremazia di una dimensione sociale sulle altre due. Situazione resa evidente dalla correlativa supremazia degli Individui e delle Istituzioni – che dominano nella dimensione sociale vincitrice – sugli Individui e sulle Istituzioni delle altre due dimensioni, schiacciate soggiogate e fagocitate dalla prima».

 

Sbranatutto: «In un sistema sociale strutturato cosí – monodimensionale e non tridimensionale – il gioco è presto fatto. Rammento una mia anti-tesina al master in cui confermavo, con le ricerche sugli ultimi due secoli nel Gran Libro della Vita – quando tutta la loro sostanza sociale era contenuta nel contenitore strutturale Stato – che la dimensione dominante sul paludoso fronte terrestre era la Politica: con i suoi Individui dominanti (Politici, Militari, Giudici, Amministratori, Cittadini) e le sue Istituzioni dominanti (Parlamenti, Eserciti, Tribunali, Pubbliche Amministrazioni). Gli Individui e le Istituzioni delle altre due dimensioni sociali erano subordinati alle decisioni che la tirannica dimensione Politica prendeva su Economia e su Cultura».

 

Ruttartiglio: «Per me, che bramo soprattutto lo straripare della Tecno-scienza, è assai meglio che sia il Mercato il contenitore strutturale monodimensionale. Perché la dimensione dominante è l’Econo­mia: con i suoi Individui dominanti (Banchieri, Speculatori, Imprenditori, Distributori, Consumatori) e le sue Istituzioni dominanti (Banche, Borse mondiali, Organizzazioni internazionali, Paradisi fiscali, Assicurazioni). Contenitore strutturale, il Mercato, che sta sempre piú diventando il prototipo di quella disumana mega-macchina sociale in cui vogliamo trasformarli tutti sul piano cosmico».

 

Giunior Dabliu: «Esattamente! Mercato che è il nostro mostruoso minipimer strutturale in cui tutta la loro sostanza sociale (Individui, Istituzioni, 3 Dimensioni sociali) viene quotidianamente frullata e deformata a nostro insindacabile diletto. Ri-Tiè!».

 

Ruttartiglio: «E poiché (diversamente dallo Stato) il Mercato non ha confini nazionali, ecco che nel calderone planetario – dal mescolarsi delle tre dimensioni sociali e dal prevalere dell’Eco­nomia (su Politica e Cultura) – fuoriesce il nuovo orientamento piú consono all’èra della Tecno-scienza. Rammento come Ràntolobiforcuto, a sua immagine e somiglianza, abbia pilotato e ispirato un suo Agente circa mezzo secolo fa, nel 1970, a dichiarare in Between two Ages: America’s Role in the Technetronic Era che lo Stato nazione aveva fatto il suo tempo, e che ora l’impulso propulsivo del futuro era ormai nelle mani del Mercato».

 

Brezinski a sua immagineFarfarello: «Ho visto che nella sala di lettura riservata della nostra Biblioteca infernale c’è una targhetta votiva che riporta il nome del suo autore: Sbigniew Kazimierz Brezinski. E per questo nuovo orientamento, nel sistema strutturato cosí unilateralmente, lo Stato nazione diventa un “ostacolo” alla espansione planetaria delle Istituzioni economiche e un “concorrente sleale” per Banche e Imprese».

 

Ringhiotenebroso: «Stato-ostacolo che seguendo le migliori tecniche di macello-marketing si è affrontato indebolendolo dall’esterno con la legalizzazione dei Lobbisti e l’imposizione del sistema delle Banche centrali indipendenti (e intoccabili) a guardia del denaro statale; mentre dall’interno si agiva con la corruzione dei Politici e la colonizzazione dei Governi mediante l’imposizione di Tecnici fidati. Quanto allo Stato-concorrente sleale, la sua autonomia operativa è stata imbrigliata con i vari Trattati per il commercio mondiale e con i tecnicismi di redazione dei Bilanci statali».

 

Sbranatutto: «Sicché la Cultura ha virato subito sul carro del vincitore e dal tutoraggio dello Stato è passata senza colpo ferire al tutoraggio del Mercato. E la Politica? Negli Individui e nelle Istituzioni al vertice si è sempre piú trasformata da garante dei Cittadini a garante delle Banche internazionali prima di quelle nazionali. Come ci ha detto Giunior Dabliu, reduce dal suo ultimo tour abusivo, si parlava di salva-Italia, ma si doveva leggere tra le righe salva-Banche. E non finisce qui. Ormai andata e ricercata all’estero la propria legittimazione (ma rivolta solo agli Azionisti degli Istituti che detengono il debito pubblico nazionale) da parte dei vertici nazionali (dei Partiti, dell’Esercito, dei Tribunali, delle Pubbliche Amministrazioni) si pone il problema di come la Politica locale si debba orientare circa la rappresentatività perduta dal corpo elettorale».

 

Giunior Dabliu: «Proprio cosí. La Politica locale non può legarsi agli Azionisti del Sistema bancario mondiale, perché i posti disponibili sono tutti occupati dagli esponenti della Politica nazionale. Sicché tale Politica nazionale è sottratta, oltre che ai cittadini, anche a loro. E allora che fare? Due sono le possibili residue strade percorribili per la Politica, ora in realtà ridotta alla dimensione locale, come ampiamente descritto nella mia antitesi “Frégalité”».

 

Farfarello: «Rammento la prima, che sento piú in sintonia con i miei interessi: invadere la dimensione culturale nazionale e alimentarsi delle sue forze. Chi fa questo ricerca soprattutto i valori culturali (onestà, responsabilità, laboriosità) in cui la Popolazione ancora vive, crea movimenti e cerca di farli rivivere nella dimensione politica locale sotto lo slogan del “Governo degli onesti”. Questi Populismi, nati sull’onda della rivolta contro il Governo nazionale corrotto, senza radici e senza culture politiche alle spalle, conseguono l’immancabile risultato di essere rifiutati da tutti i restanti competitor: che della Politica politicante hanno fatto il loro brodetto di coltura. E poiché la dimensione culturale ha come focus “la Persona”, questi Populismi “culturali” sono tacciati di essere l’Anti-politica senza territori. Il che fa loro colonizzare il territorio virtuale del web, e dispiegare la propria vita e comunicazione prevalentemente sui social network».

 

Ringhiotenebroso: «Rammento la seconda che è piú in sintonia con i miei: invadere la dimensione economica (però in una dimensione piú piccola rispetto al Territorio nazionale già preda dell’econo­mia mondiale) per ritagliarsi uno spazio vitale piú ristretto in cui autoamministrarsi. Chi fa questo diventa paladino soprattutto degli interessi economici (lavoro, casa, pensione, servizi, trasporti) sottratti al Cittadino da parte della Politica nazionale. È il territorio qui che si organizza senza ideologie politiche, senza identità di destra e di sinistra. E poiché la dimensione economica ha come focus proprio “il Territorio”, questi Populismi sono tacciati di essere Territori senza politica. Con l’imman­cabile risultato di venire accusati di secessionismo dalla Politica nazionale persino quando cercano di utilizzare “mezzi democratici” e il dialogo sociale, come adesso i Catalani in Spagna».

 

dabliuComprendi, Vermilingua? Afferri l’importanza delle nostre interdizioni a gamba tesa sugli Agenti del Nemico che vorrebbero portare alla luce l’unico e solo punto di vista attualmente non visto della strutturazione sistemica, della “forma” del sistema sociale, come chiave del suo urgente risanamento? Non è meglio aver a che fare con un dessert animico che questiona solo di “sostanza sociale” e può essere indirizzato (slap, slap) verso miliardi di illusorie iniziative economiche, politiche e culturali in cui perdere completamente ogni orientamento?

 

Il tuo disorientantissimo                                                                         Giunior Dabliu