Skelling Michael

Siti e miti

Skelling Michael

Bosco fatePrima di impugnare l’elsa della Ley line micheliana, situata all’estremo Sud Ovest della costa irlandese, ci siamo preparati attraversando il Bosco delle Fate in un giardino botanico privato di Valentia Island. In un microclima particolare, immersi in una foresta fitta di pini, abbiamo percepito occhi ed orecchie che ci osservavano, invisibili ai nostri sguardi fisici.

Isola degli uccelliLe condizioni metereologiche non ci hanno permesso di sbarcare direttamente sulla piccola isola di Skellig Michael. Il giorno dopo, sotto un cielo terso e con un oceano calmo, abbiamo circumnavigato i due isolotti ad un’ora circa da Port Magee, dal nome di un pirata: il primo abitato quasi esclusivamente dalle sule e solo per alcuni mesi all’anno dalle pulcinelle di mare. Da lontano le cime appaiono come innevate, ma in realtà sono ricoperte di guano di decine di migliaia di uccelli. In un’insenatura abbiamo avvicinato quattro foche mimetizzate e spaparanzate sulla roccia.

Skellig MichaelLa seconda isola, Skellig Michael, ci è apparsa nel suo manto verdeggiante interrotto da costoni di roccia e solcato in tre lati da scalinate di pietra consunta, costruite dai monaci che hanno abitato l’isola dal VI al XII secolo. Sul terrapieno in cima, ancora si trovano le rovine del monastero dedicato a Michele Arcangelo con alcune costruzioni in pietra che ricordano i trulli pugliesi. Ora sopravvive poco piú in basso un piccolo faro che emana una luce fioca sul vasto Oceano Atlantico.

Ripide scaleI due marinai alla guida della nostra imbarcazione ci hanno riferito che i monaci, presenti di secolo in secolo in numero di dodici, facevano la spola in barca tra la costa e l’isola per portare vivande. Avevano previsto almeno tre diversi approdi con rispettive e vertiginose scalinate da scegliere sulla base delle condizioni metereologiche.

Per affrontare il mal di oceano ci siamo premuniti di un paio di prugne umeboshi incerottate sull’ombelico.

Senza fare la scalata fisica ai resti del monastero, abbiamo tuttavia potuto ammirare l’audacia e la tenacia dei monaci che sono stati ispirati a vivere in condizioni estreme un luogo sacro a Michele.

 

Angelo Antonio Fierro e Dora Scialfa