Segni e simboli occulti

Esoterismo

Segni e simboli occultinel loro rapporto con i mondi astrale e spirituale

Le quattro conferenze che devono aver luogo qui a Stoccarda avranno un carattere un po’ piú semplice, in quanto l’uditorio, almeno nella sua grande maggioranza, si compone di membri già familiarizzati da lungo tempo con le idee fondamentali della Scienza dello Spirito. Questo uditorio desidera dunque conoscere in modo piú approfondito alcuni argomenti in campo scientifico-spiri­tuale. Queste conferenze avranno per tema i simboli e i segni occulti nei loro rapporti con il mondo astrale e spirituale. Sarà descritta una serie di simboli e segni nel loro significato piú profondo. Vi prego di tener conto che certi dettagli delle due prime conferenze potranno sembrarvi strani, e che il loro senso vi apparirà nella giusta luce solo nella terza e quarta conferenza. Questo dipende dalla natura del soggetto, in quanto le conferenze della Scienza dello Spirito non possono essere come le altre, costruite a partire da elementi semplici, oserei dire in modo quasi matematico. In partenza certe cose saranno per forza un po’ imprecise, ma progressivamente diventeranno meno complesse e piú comprensibili.

I segni e simboli danno spesso l’impressione, non soltanto nel mondo profano ma anche nel­l’ambiente scientifico-spirituale, di essere qualcosa di piú o meno arbitrario, che ha un solo significato. Questo non è affatto giusto. Avete sentito parlare di tali segni e simboli e sapete che, per esempio, i differenti pianeti dell’universo sono rappresentati da segni. Sapete che uno dei segni conosciuti delle allegorie scientifico-spirituali è il pentagramma. Sapete inoltre che nelle differenti religioni la luce è il simbolo della saggezza, della purezza spirituale. Se vi interrogate sul significato di tutto questo, potete sentire o leggere il significato di questo e di quello: si dice per esempio che un triangolo significa la Trinità superiore e cose simili. Anche i miti e le leggende sono spesso interpretati negli scritti e nelle conferenze teologiche. Ci viene detto che essi «vogliono dire qualcosa». Lo scopo di queste conferenze sarà precisamente di scoprire il senso e di discernere non solo l’essenza del significato ma anche di riconoscere la realtà di questi simboli. Un esempio illustrerà questo concetto.

pentagrammaConsideriamo il pentagramma. Come sapete, se ne è cercata la sottile essenza e si è molto riflettuto su questo soggetto, che non è però lo scopo dell’occultismo. Per capire cosa dice l’occultismo a proposito del pentagramma, dobbiamo prima di tutto ricordare i sette elementi fondamentali dell’entità umana. Come sapete, nell’entità umana esistono sette elementi costitutivi: corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale, Io, Sé spirituale, Spirito vitale e Uomo-Spirito, oppure, come si usa chiamare questi tre ultimi corpi nella letteratura esoterica, Manas, Buddhi e Atma. Non terremo conto del corpo fisico, che è qualcosa di materiale che si può toccare con le proprie mani; quello che qui viene preso particolarmente in considerazione è il corpo eterico. Il corpo eterico appartiene già a quello che è nascosto ai sensi fisici dell’uomo, a quello che viene definito l’occulto; non si può vederlo con i propri occhi abituali, per percepirlo è necessaria la chiaroveggenza. Ma quando si può vederlo, è certo qualcosa del tutto differente dal corpo fisico.Correnti eteriche Il corpo eterico non è, come immagina la maggior parte della gente, un corpo sottile, materiale, una specie di fine involucro brumoso. La particolarità del corpo eterico è di essere composto di differenti correnti che lo percorrono. È l’architetto, l’artefice del corpo fisico. Il corpo fisico si forma a partire da quello eterico come il ghiaccio dall’acqua; e questo corpo eterico è percorso in tutti i sensi da correnti, come lo è il mare. Esistono cinque correnti principali.

Quando state con le gambe allargate e le braccia tese, il corpo fisico si presenta come qui disegnato. Potete seguire molto precisamente le cinque correnti principali che formano un pentagramma. Ogni essere umano porta nascoste in lui queste cinque correnti. Esse percorrono il corpo eterico nelle direzioni indicate dalle frecce (vedi disegno) e formano, per cosí dire, ‘l’armatura ossea’ del corpo eterico dell’uomo.

Queste correnti percorrono di continuo il corpo eterico, e questo anche quando l’uomo è in movimento. Qualsiasi sia la posizione del corpo fisico, una corrente parte dal centro della fronte, il punto fra le due sopracciglia, e scende verso il piede destro; da lí si dirige verso la mano sinistra, da lí verso quella destra, poi verso il piede sinistro e da lí ritorna verso la fronte.

Pentagramma di Agrippa von Nettesheim

Pentagramma di Agrippa

Quello che è chiamato pentagramma è altrettanto mobile all’interno del corpo eterico quanto lo è il corpo fisico umano stesso. E quando l’occultista parla del pentagramma come di una figura che rappresenta l’essere umano, non si tratta di qualcosa di immaginario, ne parla come fa l’anatomista dell’ossatura. Questa figura esiste veramente nel corpo eterico, si tratta di una realtà.

Anche solo grazie a questi piccoli accenni, possiamo vedere il reale significato di un simbolo. Tutti i segni e simboli che incontrerete nell’occultismo vi conducono verso realtà di questo genere. Il pentagramma è dunque “la struttura ossea” mobile del corpo eterico, ed è per questo che è la rappresentazione dell’uomo. Ecco il reale significato di questo simbolo.

Se si ricevono progressivamente delle istruzioni corrette per utilizzare i segni e i simboli, questi diventano un mezzo per il quale l’uomo è iniziato poco a poco alla conoscenza del Mondo spirituale e può acquisire una certa chiaroveggenza. Colui che con la meditazione s’immerge nel pentagramma, troverà il percorso delle correnti del corpo eterico. Escogitare dei significati arbitrari per questi segni non ha alcun senso. Quando s’intraprende di meditare su questo segno, bisogna solo farlo con pazienza, allora si arriva alle verità occulte. Ed è lo stesso per tutti i segni e simboli, anche quelli che potete trovare nei differenti scritti religiosi, poiché i simboli sono profondamente radicati nell’occultismo. Quando un profeta o un qualsiasi fondatore di religione parla di luce, e con questo intende la saggezza, non pensate che adoperi quel termine perché gli sta passando per la mente o perché vuole fare una battuta. L’occultista si basa su dei fatti e non si preoccupa di fare dello spirito. Cerca solo di essere autentico. In quanto occultista, bisogna disfarsi di un modo di pensare senza regole, non si devono cioè tirare delle conclusioni né emettere giudizi arbitrari; bisogna sviluppare passo dopo passo un ragionamento corretto sulla base di fatti spirituali.

Anche il simbolo della luce ha un significato molto, molto profondo: è un fatto spirituale. Per poterlo sapere, rivolgiamoci ancora una volta verso l’entità umana. Sappiamo che il terzo elemento costitutivo dell’entità umana è il corpo astrale, portatore dei piaceri e delle sofferenze, della gioia e del dolore, della pulsione del desiderio e della passione, di tutto quello che l’uomo può provare sul piano psichico. A differenza dell’uomo e dell’animale, la pianta non ha il corpo astrale e non sente quindi né gioia né dolore. Ai nostri giorni, quando il ricercatore scientifico parla della sensibilità della pianta, dimostra una profonda ignoranza della natura stessa della sensibilità. Ci facciamo una giusta idea del corpo astrale solo quando seguiamo l’evoluzione che esso ha conosciuto attraverso le epoche.Evoluzione Abbiamo già studiato l’evoluzione dell’essere umano nel contesto dell’evoluzione del­l’insieme dell’universo, e abbiamo constatato che il corpo fisico dell’uomo è l’elemento piú antico e piú complesso, che il corpo eterico è meno antico, il corpo astrale è ancor piú giovane e infine che l’Io è il piú recente degli elementi costitutivi del­l’entità umana. La ragione è che il corpo fisico ha già attraversato quattro stadi planetari della Terra nella sua evoluzione; esisteva già allo stadio di abbozzo quando la nostra Terra si trovava in una incarnazione precedente, designata con il nome di Saturno. A quell’epoca, un’infinità di ère fa, la Terra non era ancora Terra e l’essere umano non esisteva ancora nella sua forma attuale. Sull’antico Saturno esisteva solo l’abbozzo del corpo fisico, gli mancavano ancora tutti i suoi altri corpi, cioè il corpo eterico, l’astrale ecc. Il corpo eterico si è aggiunto a quello fisico dell’uomo solo alla seconda incarnazione della Terra, l’antico Sole. A quell’e­poca questo corpo eterico dell’essere umano aveva l’aspetto del pentagramma nella sua forma piú pronunciata; piú tardi questo si è un po’ modificato, per il fatto che, alla terza incarnazione del nostro pianeta, l’antica Luna, il corpo astrale si è unito ai due precedenti. Poi la Luna si è trasformata nella Terra attuale e l’Io si è aggiunto agli altri tre corpi.

Possiamo ora domandarci: dove erano questi corpi prima di incorporarsi all’entità umana? Dove si trovava, per esempio, ciò che si è integrato al corpo fisico sotto forma di corpo eterico sull’antico Sole? E dove era quest’ultimo sull’antico Saturno? Il corpo eterico deve pure aver avuto un’origine da qualche parte! Esso si trovava nell’ambiente circostante Saturno, allo stesso modo in cui l’aria è oggi attorno alla Terra. Tutto quello che in seguito si è integrato nell’uomo, stava già nell’ambiente, nell’atmosfera dell’antico Saturno. Lo stesso vale per il corpo astrale, che era già presente nell’am­biente dell’antico Sole, e si è integrato solo durante lo stato dell’antica Luna. Potete farvi un’idea dell’antico Sole: non c’erano né rocce, né piante, né animali come esistono oggi sulla Terra, ma solo due regni naturali. Le creature, gli esseri che si trovavano sull’antico Sole erano delle piante umane. Sull’antico Sole esisteva inoltre una specie di minerali. Ma non dovete confondere l’antico Sole con quello attuale. L’antico Sole era immerso in un poderoso involucro astrale. Era per cosí dire circondato da un involucro d’aria astrale, e questo era luminoso. Tale era il paesaggio dell’antico Sole.

Ritorniamo adesso all’osservazione dell’uomo attuale, dotato dei corpi fisico, eterico, astrale e di un Io. L’Io trasforma il corpo astrale in Sé spirituale, o Manas, agendo e sviluppando sempre di piú la sua influenza su di lui sul piano intellettuale, morale e spirituale. In un lontano avvenire, quando sarà compiuto quello che oggi comincia appena, quando l’uomo avrà interamente trasformato la totalità del suo corpo astrale, quest’ultimo sarà luminoso “sul piano fisico”. Nello stesso modo che la pianta porta in sé il germe di una nuova vita, il corpo astrale contiene il germe di una luce che un giorno, quando l’uomo avrà progressivamente purificato e migliorato il suo corpo astrale, brillerà nello spazio cosmico. La nostra Terra si trasformerà in altri pianeti. Oggi essa non brilla. Se si potesse contemplarla dallo spazio, si vedrebbe che essa appare chiara come riflesso della luce solare. Ma un giorno essa stessa sarà luminosa, perché gli uomini avranno integralmente trasformato il loro corpo astrale. L’insieme dei corpi astrali riuniti risplenderà nello spazio cosmico come una sorgente di luce.

È stato lo stesso sull’antico Sole. Gli abitanti dell’antico Sole erano delle entità superiori agli uomini attuali e avevano un corpo astrale luminoso. Queste entità, che a giusta ragione sono chiamate nella Bibbia Elohim, o Spiriti di Luce, facevano splendere la loro astralità nello spazio cosmico.

Se ci domandiamo adesso cosa integri l’uomo nel suo corpo astrale, la risposta sarà: ciò con cui l’uomo nobilita il suo corpo astrale è quello che chiamiamo buono e bene. Se osserviamo un selvaggio al limite dell’antropofagia, che segue ciecamente tutte le sue passioni, e ci domandiamo cosa lo distingua dagli uomini piú evoluti, possiamo solo rispondere: il fatto che l’uomo civilizzato ha già lavorato sul suo corpo astrale, mentre il selvaggio non l’ha ancora fatto. L’uomo che di fronte alle sue pulsioni e passioni dice a se stesso che può seguire questa ma non quella, si forma delle nozioni e degli ideali morali, e lavora cosí alla trasformazione e alla nobilitazione del suo corpo astrale. Di incarnazione in incarnazione, lavorando sul suo corpo astrale, l’uomo lo affina sempre di piú per farne l’entità luminosa di cui abbiamo parlato. Questo processo è chiamato “assimilazione della saggezza”. Luce e oscuritàIl corpo astrale sarà tanto piú luminoso quanto la saggezza incorporata sarà grande. Gli Elohim, entità che vivevano sul Sole, erano interamente impregnati di saggezza. La saggezza è per la luce ciò che l’anima è per il corpo fisico. Come constatate, la relazione fra luce e saggezza non è un’immagine che è stata inventata: rappresenta una realtà, è un fatto autentico. La luce rappresenta realmente il corpo della saggezza. Cosí impariamo a comprendere che i documenti religiosi parlano della luce come saggezza concretizzata. Per le persone che si esercitano e vorrebbero sviluppare una percezione piú grande, una chiaroveggenza, è molto importante che facciano degli esercizi, per esempio come questo: l’allievo si rappresenta lo spazio immerso nell’oscurità, senza l’influenza di una luce esteriore, l’oscurità notturna, oppure chiudendo gli occhi. Cerca poi, poco a poco, di progredire con la propria energia interiore verso la rappresentazione della luce. Se può concentrarsi sufficientemente, il chiarore si intensificherà e l’individuo potrà vedere una luce che non è di natura fisica, ma è quella che ha fatto nascere lui stesso, creata in lui dalla sua energia interiore. Ed è una luce che sarà impregnata di saggezza, una luce nella quale appare la saggezza in azione. Si tratta di quella che si chiama luce astrale. Grazie alla meditazione, l’uomo impara a creare la luce con la sua forza interiore. Questa luce è qualcosa che annuncia quello che un giorno l’uomo sarà in grado di vedere, non con i suoi occhi fisici, ma con degli organi sensoriali piú sottili. È l’involucro di entità spirituali che esistono realmente, come gli Elohim. Se l’essere umano effettua correttamente questo esercizio, sarà un mezzo per poter entrare in contatto con quelle entità superiori. Coloro che per averlo sperimentato conoscono qualcosa del Mondo spirituale, procedono in questo modo.

Grazie ad alcuni altri metodi, di cui parleremo in seguito, l’uomo può, con la sua forza interiore, non solo vedere lo spazio diventare luminoso, impregnato della luce della saggezza, ma anche cominciare a sentirlo risuonare. Nell’antica filosofia pitagorica si parlava di musica delle sfere. Il termine “sfera” fa allusione allo spazio cosmico, lo spazio nel quale si muovono le stelle. Non si tratta di una immagine inventata di sana pianta, immaginata da un originale, né di un’allegoria poetica, è proprio una realtà. Quando, seguendo le istruzioni del suo Maestro occulto, l’essere umano si è sufficientemente esercitato, impara non soltanto a vedere interiormente uno spazio illuminato, pervaso di luce che è la manifestazione della saggezza, ma anche a sentire la musica delle sfere che percorre lo spazio cosmico. Musica delle sfereE quando cominciano a risuonare i suoni nell’universo, si dice che l’uomo si trova nel mondo celeste, il Devachan. È vero che nello spazio non risuonano dei suoni fisici ma dei suoni spirituali; essi non sono nell’aria, ma in una sostanza molto piú nobile e sottile: la sostanza dell’Akasha. Lo spazio è riempito in permanenza di questa musica e certi suoi suoni sono fondamentali.

Studieremo adesso cosa s’intende per musica delle sfere. So benissimo che gli astronomi, i matematici attuali, definiscono come una pura assurdità la maniera con la quale l’occultista parla dei pianeti. Ma non fa niente, perché è proprio la verità.

Abbiamo evocato il fatto che la nostra Terra si è sviluppata progressivamente e abbiamo parlato di incarnazioni terrestri. La nostra Terra è dapprima stata l’antico Saturno, poi l’antico Sole, poi l’antica Luna, oggi è la Terra e piú tardi sarà Giove, poi Venere e poi Vulcano.

 

 

Le sette metamorfosi planetarie: Saturno, Sole, Luna; Terra (Marte-Mercurio), Giove, Venere, Vulca-no. Corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale, Io (anima senziente, anima razionale, anima cosciente). Trinità superiore: Manas, Buddhi, Atma.

Le sette metamorfosi planetarie: Saturno, Sole, Luna; Terra (Marte-Mercurio), Giove, Venere, Vulcano.
Corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale, Io (anima senziente, anima razionale, anima cosciente).
Trinità superiore: Manas, Buddhi, Atma.

 

 

Ora potete giustamente domandare: ma oggi, nel cielo, esiste anche un Saturno; questo pianeta ha qualcosa a che vedere con il Saturno che è stato la prima incarnazione della Terra? Se osserviamo il cielo stellato, vediamo i pianeti che ci sono noti in modo esoterico. I nomi di questi pianeti non sono stati scelti in modo arbitrario, non sono stati chiamati, come è di moda da qualche tempo, con il nome di una determinata persona, il loro scopritore, per esempio; essi portano dei nomi dal profondo significato, che è stato loro dato a partire da una solida conoscenza della natura delle stelle. Ai nostri giorni non si procede piú cosí, e Urano, ad esempio, non ha un nome che si giustifica proprio bene, perché questo pianeta è stato scoperto solo piú tardi. Quello che vedete attualmente nel cielo sotto la forma di Saturno, si trova allo stato di evoluzione della nostra Terra quando essa si trovava allo stato saturnio. Il Saturno esoterico si situa, in rapporto alla Terra, pressappoco come un bambino nei confronti di un vecchio. La Terra non si è sviluppata a partire dal Saturno attuale piú di quanto il vecchio abbia fatto a partire dal bambino che gli si trova accanto (anche il vecchio è stato lui stesso un bambino). Il Saturno che attualmente si vede nel cielo, passerà lui pure attraverso lo stato terrestre; per il momento, esso si trova in una specie di adolescenza. Lo stesso vale per gli altri corpi celesti. Il Sole è un corpo come fu un giorno la Terra, un poco piú “avanti”. Come si frequentano gli esseri di età diversa, per esempio un vecchio con un bambino, nel cielo si trovano differenti pianeti, uno accanto all’altro, a differenti stadi di evoluzione, che la nostra Terra, attualmente alla sua quarta incarnazione, ha già vissuto o dovrà ancora in parte attraversare. Fra i pianeti esistono delle relazioni ben precise. Ma a questo proposito l’occultismo ne parla in altri termini da quelli usati dagli astronomi attuali.

Come sapete, i pianeti si muovono attorno al Sole a delle velocità di rivoluzione ben precise. Ma anche quest’ultimo si sposta, e il suo movimento con quello dei pianeti sono precisamente stati studiati dagli astronomi occulti. Secondo i risultati di queste ricerche, il Sole si sposta attorno ad un centro spirituale e le traiettorie dei pianeti sono delle spirali che cambiano in funzione della traiettoria del Sole. Le velocità con le quali i differenti pianeti compiono la loro traiettoria si trovano fra loro in un rapporto molto preciso ed armonioso, e questi rapporti rappresentano, per colui che li sente, dei suoni che si combinano in una sinfonia definita dai pitagorici con il nome di sinfonia delle sfere. Questa armonia, questa musica, è dunque un’espressione dei fenomeni cosmici, e quello che la scuola pitagorica insegna non è qualcosa di inventato di sana pianta. Gli antichi astronomi occulti si dicevano: il cielo stellato, che sembra apparentemente immobile, è in realtà invece in movimento, e gira intorno a un centro spirituale a una velocità che lo fa avanzare di un grado in cento anni. Il rapporto delle velocità dei pianeti fra di loro è il seguente.

 

Velocità di: 

Saturno

= 2 ½ x quella di Giove

Giove

= 5 x

quella di Marte

Marte

= 2 x

quello del Sole, Mercurio, Venere

Sole = 12 x

quella della Luna

 

La velocità di Saturno, essendo 1.200 volte superiore a quella dell’insieme del cielo stellato, avanza di dodici gradi all’anno.

Quando si producono delle armonie musicali fisiche, questo è dovuto al fatto che corde diverse oscillano a frequenze diverse: una piú rapidamente, l’altra piú lentamente. Secondo la velocità alla quale vibrano le corde, il suono ottenuto è piú o meno acuto o grave, e l’insieme delle sonorità emesse formano una musica, un’armonia. Come nel mondo fisico si ottengono delle impressioni musicali basate sul movimento delle corde, colui che si è innalzato nel Devachan fino al livello della chiaro­udienza sente la musica delle sfere generato dal movimento dei corpi celesti. Dal rapporto fra le differenti velocità di rotazione dei pianeti nascono i suoni fondamentali dell’armonia delle sfere, che risuonano nell’universo intero. È dunque a giusto titolo che nella scuola pitagorica si parlava di una musica delle sfere che si può ascoltare con le orecchie spirituali.

Figure di ChladniNell’ambito di queste osservazioni si può menzionare un altro fenomeno. Se prendete una sottile lastra di ottone, la cospargete il piú regolarmente possibile con un fine strato di sabbia e passate un archetto di violino su questa lastra, non soltanto sentirete un suono, ma vedrete i grani di sabbia mettersi in ordine secondo delle linee ben precise. Si formano diverse specie di figure corrispondenti ai suoni emessi. Il suono genera una ripartizione della materia, della sostanza. Si tratta delle ben note figure acustiche di Chladni.

Quando la sonorità spirituale è risuonata nell’universo, i pianeti si sono messi in ordine secondo il loro rapporto fra essi stessi per formare un’armonia delle sfere. Quello che vedete schierato nello spazio cosmico è stato realizzato dal Verbo creatore della divinità. Il suono che si propagava nello spazio cosmico ha fatto sí che la materia si riunisse in un sistema, il sistema solare. Cosí, anche l’espressione “armonia delle sfere” non è un simbolo immaginario, fantasioso, è una realtà.

Passiamo ora ad altro. Sappiamo che la nostra Terra non è sempre stata come è attualmente. Chi pratica la Scienza dello Spirito da un certo tempo sa che la nostra Terra, nella sua attuale incarnazione, ha attraversato piú stadi di evoluzione. In un passato che risale alla notte dei tempi, essa si trovava in uno stato di calore e di fusione. In quella Terra fatta di calore, ciò che costituisce le nostre rocce e i metalli attuali era una volta in fusione. All’obiezione che in quella fornace nessun essere umano o nessun’altra creatura poteva vivere, rispondiamo: a quell’epoca, il corpo fisico era in uno stato adatto alle condizioni dell’ambiente; poteva vivere a una temperatura che era ancora piú elevata di quella dei nostri attuali altiforni di fusione. A quell’età del fuoco è seguita quella dell’acqua, che chiamiamo epoca di Atlantide. Quel continente, che si stendeva in mezzo all’Oceano Atlantico, fra l’Europa attuale e l’America, era popolato dai nostri antenati, che avevano naturalmente tutt’altra costituzione da quella degli uomini attuali. La loro vista non era come la nostra, erano in un certo senso chiaroveggenti. Durante l’evoluzione di Atlantide, alla fine del periodo atlantideo, l’ultima tappa era come una specie di reminiscenza affievolita di stadi molto piú elevati. Ad esempio, un Atlantideo poteva vedere un oggetto esteriore solo verso la fine di Atlantide. In precedenza, il continente atlantideo era avvolto da una tale massa di nebbia carica d’acqua, che nello spazio non si potevano distinguere gli oggetti fra di loro. Nei primi tempi dell’evoluzione di Atlantide si vedeva e si percepiva in ben altro modo. Quando l’antico Atlantideo si avvicinava a una cosa o ad un essere, non ne vedeva dapprima il contorno, la fisionomia. In lui saliva piuttosto un’immagine colorata che non aveva niente a che vedere con l’esterno, ma esprimeva una sensazione interna dell’anima. Queste immagini colorate gli dicevano se l’essere che avanzava verso di lui era benevolo o pericoloso. Se quello era per esempio animato da un sentimento di vendetta, ciò era espresso da un’immagine colorata corrispondente, e allora l’altro fuggiva. Se gli si avvicinava un animale selvaggio, lo identificava nello stesso modo e poteva salvarsi. Durante quest’ultima fase di chiaroveggenza, l’Atlantideo percepiva gli stati psichici di chi lo circondava. La vista attuale si è sviluppata solo poco a poco, a partire da quelle precedenti facoltà. Immaginate che un giorno una fitta nebbia renda sfocati tutti gli oggetti. Pensate ai lampioni delle strade in quelle condizioni: essi emergono prima come dei punti, poi potete distinguerne i contorni. L’Atlan­tideo ha imparato a vedere cosí, poco a poco. Quello che l’essere umano vedeva precedentemente era una specie di colore astrale, che egli scorgeva dapprima fluttuare liberamente e poi si poneva, per cosí dire, al di sopra delle cose. Questo diverso tipo di percezione era naturalmente legato al fatto che l’essere umano era differente, e aveva, a quell’epoca, un tutt’altro aspetto che l’uomo attuale. Durante l’ultimo periodo dell’epoca atlantidea, l’uomo aveva per esempio una fronte sfuggente molto pronunciata, sopra la quale il corpo eterico prendeva forma in modo un po’ prominente, come una sfera piuttosto sviluppata. Il punto nel corpo fisico situato leggermente all’interno, fra i due occhi, non coincideva ancora con quello del corpo eterico. In seguito, i corpi fisico ed eterico si sono saldati, e l’unione di questi due punti è stato un momento importante nell’evoluzione dell’umanità. Oggi la testa fisica si inserisce in quella eterica. Nel cavallo avviene tutt’altro. Nell’uomo, mentre la testa si modificava, questo avveniva anche nelle membra. La sua forma corporea odierna si è progressivamente edificata. Cercate di immergervi in modo tangibile nell’epoca di Atlantide. A quei tempi, com’era la situazione? L’essere umano percepiva, per mezzo di una specie di chiaroveggenza, gli stati psichici di chi lo circondava. Rappresentatevi ancora una volta quella specie di nebbia molto densa, quell’aria satura di pesanti vapori d’acqua. In quell’aria densa e carica di acqua non avreste potuto vedere il Sole, né le stelle, né tutti gli oggetti intorno a voi. A quell’epoca l’arcobaleno non esisteva ancora, perché non avrebbe potuto formarsi. Tutto era avvolto in spesse masse di nebbia. Per questo la leggenda parla del “Niefelheim”, o dimora delle nebbie. Le pesanti masse d’aria contenute nell’aria si sono progressivamente condensate: «Eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e si aprirono le cateratte del cielo» (Genesi 7-11). Questo significa semplicemente che le possenti masse di nebbia si sono condensate in acqua e sono cadute sulla Terra sotto forma di precipitazioni, di pioggia. Essendosi l’aria e l’acqua separate, l’aria diventò piú pura, e grazie a questo si è formato il tipo di visione attuale. L’uomo ha potuto cominciare a vedersi solo quando ha potuto distinguere gli oggetti intorno a sé.

Il corpo fisico dell’essere umano presenta un grande numero di proporzioni e di armonie naturali che hanno un profondo significato. Eccone un esempio: se fabbricate una cassa le cui dimensioni di profondità, larghezza e lunghezza siano rispettivamente di tre, cinque e trenta unità, e che la sua lunghezza corrisponda alla lunghezza del corpo, troverete gli stessi rapporti fra le dimensioni del corpo umano. In altri termini: abbiamo qui le proporzioni di una struttura naturale del corpo fisico umano. All’epoca in cui l’essere umano è emerso dai flutti di Atlantide, il suo corpo aveva le seguenti proporzioni: 3 x 5 x 30. Nella Bibbia questo fatto è espresso nel seguente modo: «Quando Dio ordinò a Noè di costruire un’arca, disse: “Ora tu la farai in questo modo: la lunghezza dell’arca sarà di trecento cubiti, la larghezza di cinquanta cubiti e l’altezza di trenta cubiti”». Le dimensioni dell’arca di Noè sono esattamente corrispondenti in proporzione a quelle del corpo umano.

I segni e simboli occulti emanano dall’essenza delle cose e indicano per questo come grazie ad essi possiamo penetrare nelle realtà dei mondi spirituali.

 

Rudolf Steiner




Dalle annotazioni di uditori presenti alla conferenza di Rudolf Steiner

Stoccarda, 13 settembre 1907 ‒ O.O. N° 101. Traduzione di Angiola Lagarde.