Liriche e arti figurative

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Carmelo Nino Trovato «I giardini della notte – L’acqua della Luna»

Carmelo Nino Trovato
«I giardini della notte – L’acqua della Luna»




AlbicoccoÈ vicino il Natale

ma l’albicocco

solo

incerto resta

fra l’autunno e l’inverno.

Dai sempreverdi protetto

pieno è ancora di foglie

piú verdi che gialle.

A poco a poco

della Natura il sonno

prenderà il sopravvento.

Quando l’autunno in inverno

si sarà già mutato,

perderà le sue foglie

l’albicocco,

ed all’Epifania sarà già spoglio.

La primavera

non tarderà a tornare

e con lei torneranno i germogli,

teneri e verdi,

e con essi la gioia

che tutta si raccoglie

fra il Natale e la Pasqua.

 

 

Alda Gallerano




FiumeSapendo di non sapere,

volevo tutto sapere.

Ma il sapere

è come l’acqua del fiume:

passa.

Il fiume resta.

Il sapere, è la sua acqua chiara.

 

 

Stelvio




QUELLI CHE SONO RIMASTI

 

Quelli che sono rimastiI paesi si svuotano,

rimangono i vecchi.

Per loro nel “mondo nuovo”

non c’è posto.

Sono tagliati fuori

dalle leggi selettive dell’esodo.

Restano con le loro angosce,

la rassegnazione, l’insicurezza,

avvelenati di solitudine,

a ricordare

le pittoresche sagre paesane

di sapore campagnolo.

Sono loro, con i silenzi,

le sofferenze, i volti corrucciati,

a ridare alla storia del proprio paese

un’immagine, una voce,

una memoria, un ricordo,

una dignità sottratta e sigillata

dietro il muro di una cultura borghese

che ha fatto di loro

“quelli che sono rimasti”.                                                                      

 

 

Lirica e dipinto di Liliana Macera




Exit

 

Quando una condizione sociale diventa critica per gli individui, tipo governi autoritari, istituzioni rapaci e amorali, con leggi vessatorie e sperequative, chi può fugge da un simile contesto con ogni mezzo. E gli animali? Da millenni subiscono lo sfruttamento, la tortura e la fagocitazione da parte degli umani: in guerra, in pace, nella goduria festaiola e cannibalesca. Molti, acquiescenti, subiscono; alcuni, renitenti e irriducibili, migrano, o sognano di poterlo fare.

 

 

ExitUn pollo dice a un altro:

«Per questo Capodanno

mi voglio fare scaltro.

A scanso di ogni danno

mi rendo irreperibile,

divento clandestino

quindi non commestibile.

Fuggo spumanti e vino,

me ne vado in Oriente

tra fachiri e sciamani,

lí è tutto un continente

di buddisti e vegani».

«Un proposito saggio,

il tuo pellegrinaggio –

concorda l’altro pollo –

se può salvarti il collo.

Ma prima di arrivare

dovrai molto rischiare:

stragi con razzi e bombe

nell’umana ecatombe.

È la cieca mattanza

della guerra ad oltranza.

Altro che spiedi e brace

dove manca la pace!

Pertanto non mi muovo.

Forse con l’anno nuovo

da gallo riesco qui

a far chicchirichí».

 

 

 Egidio Salimbeni