Il dio-Anno

AcCORdo

Il dio-Anno

Il Nuovo Anno è giunto, nel giardino del Sole nascente, verso l’aurora. Tutto è per rinascere, da invocazione profonda dell’anima. Risponde, dal suo mistero, il Divino.

Il dio-Anno arriva nel segno di Michele: questo cammino è nell’Infinito, là dove non ha piú senso avanzare. E tuttavia è necessario avanzare verso esso, di stagione in stagione, di anno in anno.

AccordoProgressio di Eoni, rianimazione della vita per virtú di Esseri-tempo in cui il tempo è tutto pensiero pensante l’universo delle forme: perciò il primo moto d’Amore che crea senza antecedenti, senza modelli, ma crea Divino, perché è il Divino che crea secondo il nulla: perciò giunge alla forma, al movimento, alla saggezza: che è l’Amore.

Ogni giorno piú sole nel cielo, da ora sino al solstizio d’estate: è un ritmo di luce che permane impercepibile ai sensi, perché l’anima trovi in sé il potere che la collega alla luce prima.

Tutto è un simbolo: il ritmo delle stagioni, la vicenda cosmica della Luce. Ancora un lungo cammino, ma la direzione è precisa e assoluta, perché gli Angeli sulla Terra abbiano il loro drappello umano sicuro, come un presidio fatto di fedeltà e di coraggio.

Troveremo sempre fuori di noi ciò che creiamo dentro: perciò l’identità con l’essere o il riflesso ingannevole. Il miglior dono è la volontà che decide il bene, l’essere, la redenzione.

Epifania! I Magi donano ciò che è redento già come conquista buddhica: perciò pacem in terris e il discorso di Benares coincidono.

Il dono è l’Amore infinito.

Può la primavera essere lontana? È già primavera nell’invisibile: già il Sole albeggia nei cuori perché la tenebra ha bisogno di Luce vittoriosa: nell’essenza del cuore il Logos accende la Resurrezione da infinito tempo. La primavera è in atto, allorché il moto dell’Amore infinito si ridesta nel cuore e s’irraggia nel mondo, che anela a questo cibo del Graal.

Osanna puro! L’Angelo del massimo pensiero umano conosce il moto dell’Amore che infine congiunge con il Divino l’umano!

 

Massimo Scaligero


 Da una lettera del gennaio 1980 a un discepolo.