La tentazione di Cesare

Poesia

La tentazione di Cesare

 

Durante i Lupercali del 44 a.C., Antonio pone la corona sul capo di Cesare, che la rifiuta per la terza volta

Lupercali del 44 a.C.: Antonio pone la corona sul capo di Cesare, che la rifiuta per la terza volta

Al fiato acerbo della terra, ormai

nel risveglio dell’erba, il chiuso geme

di belati e singulti, il greve afrore

del sangue e latte che le partorienti

essudano nel dare vita al gregge.

Guatano, i lupi, il nascere, promessa

di feroci razzie. In quel dolore

si perpetuano i battiti del vivere,

sogno tenace d’ogni creatura.

E tu, cuore, che sogni, che speranze

nutri e difendi, preso nel sinibbio

del crudo inverno? Mediti sortite,

stretto nel gelo della galaverna,

sopravvivi imbastendo diversivi,

le tue feste voraci, senza freno,

la nuda corsa a fendere la calca.

Ecco, i luperci riddano, ti sferzano

col funicolo intriso della torbida

puerperale sostanza. Ridi, è segno

che non temi la sferza, non ti arrendi,

ché la vita continua, e tu con lei,

nei palpiti segnati alla cadenza

dell’ordine che regge la natura,

nella sorte che computa il tuo tempo

per quanto sostenibile è il tuo sogno.

Ma non cadere nel tranello se

ti offrono tre volte la corona

di re. Non accettarla, vivi docile,

un giorno dopo l’altro, le stagioni

nella loro sequenza inamovibile,

nel loro inarrestabile fluire:

estate, autunno, inverno, primavera.

Questo, il tuo premio, cuore, il tuo gioire.

 

                             Fulvio Di Lieto