Saturno - 2

Cosmologia

Saturno-2

La Donna vestita di soleL’ultima volta abbiamo parlato di Saturno, che è entrato nella costellazione della Bilancia a San Michele, e abbiamo parlato del passaggio dal Padre al Figlio. Saturno è un pianeta che conduce nel passato, ma in esso si può anche vedere il futuro. La posizione di Saturno alla nascita mostra la precedente incarnazione, e proprio come in un riflesso si può leggere il passato in esso. In quel riflesso c’è un vuoto, per cosí dire, in cui splende il futuro.

Ci stiamo muovendo, in un certo senso, verso l’autunno dell’evoluzione, l’autunno della Terra; cioè, nel senso del karma mondiale, si può parlare di autunno. Un’immagine ci è stata data da Giovanni nel libro dell’Apocalisse: c’è una Donna in cielo vestita di Sole, la Luna sotto i suoi piedi e sulla sua testa una corona con dodici stelle. Sta dando alla luce un figlio. C’è un drago che spazza via un terzo delle stelle sulla Terra e aspetta di divorare il bambino. Possiamo vedere in questo il mondo delle stelle fisiche, il mondo della scienza moderna.

Chi è la Donna? Nelle conferenze sull’Apocalisse di Rudolf Steiner, viene indicato il tempo in cui ciò avverrà effettivamente sulla Terra. Siamo attualmente nella Quinta epoca postatlantica e seguiranno la Sesta e la Settima epoca.

Solo dopo queste epoche avrà luogo l’evento della “Donna nei cieli”. Lei è la visione di ciò che l’anima diventerà dopo la morte. Dopo la morte ci uniamo con l’anima dell’universo. Dobbiamo immaginare che in quel tempo futuro non ci sarà piú una Terra fisica, e che la Luna e il Sole si uniranno con la Terra. La Terra sarà quindi di una consistenza diversa. Per allora dobbiamo aver imparato a vivere come facciamo dopo la morte, poiché saremo permanentemente in quella condizione.

Questo è il significato degli insegnamenti che grandi personalità come Christian Rosenkreutz hanno portato come preparazione per la venuta dei nuovi eventi. Questo è un grande avvertimento per imparare come comportarci in quella sfera dopo la morte. Si può pensare che la morte sia uno stato di oscurità, di nulla, ma questa idea deve essere superata. La visione della “Donna” deve diventare una realtà per noi.

Oltre questa immagine, c’è qualcos’altro. Sotto la costellazione della Vergine c’è la costellazione del Drago, l’Idra. Questa Idra è il mostro che Ercole ha ucciso immergendo le sue frecce nel sangue del drago, rendendole velenose. Alla fine, questo sangue del drago ha ucciso Ercole stesso. L’Idra è connessa con il sangue e con la coscienza. Abbiamo l’immagine della Vergine in piedi sulla Luna e sull’Idra. Accanto alla Vergine c’è il calice (il recipiente del vino), anch’esso collegato al sangue.

Dobbiamo creare con la nostra immaginazione, e dobbiamo imparare a guardare i pianeti proprio come potremmo guardare un orologio per cui noi facciamo certe cose in determinati momenti. Saturno è un indicatore del tempo, e tornando indietro nella storia scopriamo che Saturno in Bilancia mostra un carattere apocalittico. Ad esempio, Mani morí a febbraio nell’anno 276, quando Saturno era in Bilancia. Fu il fondatore del Manicheismo in Asia Minore, che insegnò la ricerca di una conoscenza vivente nell’interazione tra lo spirituale e tutte le cose materiali. Era una grande guida dell’umanità, ma lui e i suoi seguaci furono perseguitati ed egli incontrò una morte orribile.

Rudolf Steiner ha detto che Mani e il Manicheismo saranno determinanti quando la Luna si sarà riunita con la Terra. La realtà dell’Apocalisse è di grande significato.

Tycho Brahe

Tycho Brahe

Nel tardo Medioevo ci sono state anche persone importanti che sono morte quando Saturno era in Bilancia: Copernico, che come sappiamo era l’individuo che introdusse la concezione mondiale copernicana dei pianeti ruotanti attorno al Sole centrale. Era uno che si interessava della terza parte di stelle che erano state gettate sulla Terra dal drago. Anche Tycho Brahe, che era una grande individualità, morí quando Saturno era in Bilancia. In una precedente incarnazione era stato Giuliano l’Apostata, che voleva introdurre i Misteri Persiani in Europa, e nel IX secolo si era incarnato come Herzeleide, la madre di Parsifal.

In un potente sforzo, Tycho Brahe voleva contrastare Copernico, per restituire alla Terra la centralità dell’universo. Negli anni successivi divenne un vagabondo e alla fine si rifugiò a Praga, dove incontrò Keplero. Cosí come quando era Giuliano voleva che gli antichi Misteri fossero preservati, come Tycho voleva salvare la conoscenza cosmica.

A Praga lavorò con Keplero, sollecitandolo a sviluppare ulteriormente la sua concezione del mondo. Tuttavia, dopo la morte di Tycho Brahe, Keplero tornò a lavorare alla concezione copernicana del mondo. Anche quando Keplero morí, Saturno era in Bilancia. Prima ci fu Copernico, poi ci fu Tycho, che voleva salvare o nutrire il lato spirituale, e poi ci fu Keplero, che tornò alla visione copernicana.

Quando Faraday e molti altri scienziati morirono, Saturno era in Bilancia. Saturno in Bilancia è in qualche modo connesso con i sensi. Questo accadde anche per Rudolf Steiner, poiché quando morí, Saturno era in Bilancia.

Dopo la morte c’è la visione del corpo eterico, che generalmente rimane intatto per circa tre giorni, quindi si disperde tra le stelle. Si può immaginare che le forze vitali escano lentamente dalla Terra e continuino attraverso le sfere. Si può leggere nella posizione di Saturno il momento drammatico nella vita di Rudolf Steiner, quando egli sperimentava ciò che era per lui una realtà interiore.

Leonardo «Progetto di macchina volante»

Leonardo «Progetto di macchina volante»

Molti di quelli che vivevano intorno a lui non potevano accettare un mondo spirituale come reale; perfino Hermann Grimm non poteva accettarlo.

In Rudolf Steiner sorse la domanda se doveva rimanere in silenzio; tuttavia ruppe l’indugio e parlò. Questa è l’essenza spirituale del “Figlio della Donna in cielo”, che può agire nel futuro. Ci sono potenti influssi in Bilancia, e quegli impulsi non scompaiono. Altri che scendono ad incarnarsi riprendono con sé quegli impulsi e li sviluppano ulteriormente.

Ad esempio, Leonardo da Vinci, il cui Saturno alla nascita era nel segno della Bilancia, ha avuto l’idea delle macchine volanti; e anni dopo c’è stato qualcuno, nato in Bilancia, che ha portato avanti quei tentativi drammatici. Finora sembrano aver funzionato solo in modo distruttivo.

Gottfried Hermann Schubert era un’altra grande personalità, che nacque quando Saturno era in Bilancia. Dobbiamo imparare a guardare ogni singola individualità e lavorare con essa in un esercizio interiore di concentrazione e immaginazione.

 

 

Risposte alle domande

 

Lo Zodiaco è come una spina dorsale, e le costellazioni al di fuori dello Zodiaco sono come illustrazioni dello Zodiaco.

L’essenza delle forze viene salvata nell’attività del pensiero. Le piante sono create da archetipi.

Qual è la differenza tra gli archetipi e ciò che ora è nuovo? Cosa significa la transizione tra vecchio e nuovo? La creazione fino ad ora è stata una creazione per obbedienza.

Nella “nuova” creazione, abbiamo la possibilità di dire “no”, è la possibilità della deviazione. Lucifero e Arimane creano per obbedienza (vedi il Prologo del Faust di Goethe, qui di seguito). Ora abbiamo la capacità di negare la possibilità di identificarci, per libertà e amore, con il mondo divino. La nuova creazione sarà una creazione nata dall’amore e dalla libertà. Questo è qualcosa di completamente nuovo. Non abbiamo l’obbligo di accettare il Mondo spirituale; possiamo respingerlo.

Saturno in Bilancia è una sorta di spina dorsale. In un certo modo, Saturno lavora nei sensi e in altro modo nello scheletro. Saturno, essendo il pianeta piú antico, sa in che direzione deve andare lo sviluppo del mondo. La direzione del paradiso sulla Terra è la direzione dello scheletro; cosí Saturno riporta in linea il destino dell’umanità. La virtú di Saturno, in senso filosofico, è la gnosi.

Ho menzionato Copernico, Tycho Brahe, Keplero e (sullo sfondo) Rudolf Steiner: perché hanno tutti Saturno in Bilancia? Che cosa ha a che fare la cosmologia con Saturno in Bilancia?

 

Willi Sucher (3. continua) 


Willi Sucher, Corso di Cosmologia.

Terza conferenza ai Membri, “Saturno-2” – 22 ottobre 1954 e Risposte alle domande.

Londra, Inghilterra, Rudolf Steiner House.

Lo scritto non è stato revisionato né corretto dall’Autore. Collaborazione redazionale di Mara Maccari Le opere di Willi Sucher sono pubblicate in Italia da CambiaMenti www.cambiamenti.com


Traduzione e pubblicazione per gentile concessione dell’Astrosophy Research Center, USA.

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GOETHE «FAUST» – PROLOGO IN CIELO

 

Raffaele e Gabriele

Raffaele e Gabriele

Il Signore e le Schiere celesti. Poi Mefistofele.

 

[Avanzano i tre Arcangeli]

 

Raffaele: Gareggia il sole, con l’antico suono,

tra le sfere sorelle, in armonia,

e col rombante impeto del tuono

va ricompiendo la prescritta via.

Se pur nessuno ne perscruta il fondo,

dà la sua vista agli Angeli vigore.

L’opere arcane che Dio mise al mondo

hanno del primo giorno lo splendore.

 

Gabriele: In un arcano di velocità,

ruota la terra con i suoi fulgori.

Una paradisiaca chiarità

si alterna con notturni tenebrori.

Balza il mare e spumeggia in vasti flutti

profondamente, a pie’ delle scogliere,

e rocce e mare vòrticano tutti

nel vorticare eterno delle sfere.

 

Michele: Ruggono le procelle, a gara e in lena,

dal mare a terra e dalla terra al mare.

Stringono furibonde una catena

di effetti immensi, senza mai posare.

Michele

Michele

Fiammeggia, distruggendo, un balenío,

rombo di tuono ad annunziar d’attorno;

ma i messaggeri tuoi cantano, Dio,

il volgere tranquillo del tuo giorno.

 

Tutti e tre: Poi che nessuno ne perscruta il fondo,

dà la Tua vista agli Angeli vigore.

L’opere eccelse che mettesti al mondo

hanno del primo giorno lo splendore.

 

Mefistofele: Dacché, Signore, anche una volta torní

ad accostarti, e di conoscer chiedi

qual vento mai per queste plaghe spiri;

poi che buon viso, abitualmente, hai fatto

a questo mio ricomparirti innanzi,

eccomi dunque anch’io fra la masnada.

Perdonerai, se ad imbottar non valgo

parole altisonanti, anche rischiando

che tutta la platea fischi il mio dire.

Il pathos mio ti moverebbe al riso,

posto che il riso conoscessi ancora.

Nulla so dir dei soli né dei mondi.

Unicamente, io vedo a quale segno

si tormentano gli uomini. Rimane

il picciol dio del mondo sempre uguale:

strano a vedersi, come il primo giorno.

In verità, vivrebbe alquanto meglio,

se conferito non gli avessi tu

un parvente barlume della Luce

che splende su nei cieli.

Lo chiama egli Ragione. E se ne vale,

solo per viver la sua vita grama

piú brutalmente d’ogni bruto. Sembra

(se Vostra Grazia indulge alla metafora)

un di quei grilli dalle lunghe zampe,

che volan sempre, e per volar saltellano:

e ricadono poi, subitamente,

ad intonar sull’erba

la medesima vecchia canzoncina.

E si adattasse a rimaner tra l’erba!

Ma non v’ha fango in cui non cacci il naso!

 

August von Krelig «Faust – Prologo in cielo»

August von Krelig «Faust – Prologo in cielo»

 

Il Signore: Altro non hai da dirmi?

E torni sempre a ricantar le stesse

querimonie? Possibile che al mondo

nulla, in. eterno, mai ti vada a genio?

 

Mefistofele: Signore, no. Trovo che al mondo, ancora,

le cose vanno cordialmente male

siccome sono eternamente andate.

Nel susseguirsi dei dolenti giorni,

gli uomini mi fan pena. E, benché diavolo,

piú non mi basta il cuore

per tormentarli anch’io.

 

Il Signore: Conosci Faust?

 

Mefistofele: Dite il Dottore?

 

Il Signore: Il servo mio.

 

Faust e Mefistofele

Faust e Mefistofele

Mefistofele: In verità, vi serve in modo strano.

Non son terreni la bevanda e il cibo,

di cui quel dissennato si nutrisce.

Un intimo fermento lo disfrena

a lontananze arcane:

ma nella sua follía serba d’altronde

un briciolo di senno.

Gli astri piú belli, egli, dal cielo esige:

e dalla terra le piú intense ebbrezze.

Tutti gli approdi e tutte le distanze

non valgono a placargli in fondo al cuore

gli esagitati spiriti.

 

Il Signore: Se pure, adesso, egli mi serve solo in un confuso anelito,

lo condurrò tra poco a chiarità.

Non appena inverdisce l’arboscello,

il giardiniere sa che nel futuro

tutto si adornerà di fiori e frutti.

 

Mefistofele: Scommettiamo? Costui lo perderete,

se consentite a me di disviarlo,

con mano lieve, pel sentiero mio.

 

Il Signore: Per tutto il tempo in cui vivrà nel mondo,

vietato non ti sia.

Erra l’uomo, finché tende a una mèta.

 

Mefistofele: Io vi rendo, Signore, gran mercé.

Che a brigar coi defunti,

provato non ho mai gusto veruno.

Non fa per me la carne di cadavere.

Amo le guance fresche e rubiconde.

E mi occorrono i vivi,

siccome al gatto il topolino vivo.

 

Il Signore: Sta bene. Quello spirito ti affido.

Stràppalo via dalla sua fonte prima;

portalo in basso, giú, sul tuo sentiero,

se d’abbrancarlo ti riesca. E alfine,

resta scornato, ove tu debba ammettere:

«Nell’oscuro anelar dei sensi ignari,

uno spirito eletto

conscio è pur sempre della giusta via».

 

Mefistofele: E dunque inteso. E sarà presto fatto.

Ché la scommessa non mi fa paura.

Ma s’io raggiunga, poi, lo scopo mio,

voi mi concederete

di cantare vittoria a piena gola.

Ed egli dovrà mordere la polvere,

gioiosamente:

come il serpe famoso, mio cugino.

 

Il Signore: Liberamente, ti sarà concesso

anche quel giorno comparirmi innanzi.

In odio i pari tuoi non ebbi mai.

E di tutti gli spiriti che negano,

meno di ogni altro mi pesa il Beffardo.

L’attività dell’uomo va soggetta

a facilmente svigorir fiaccata.

Egli cede ben presto alle lusinghe

della beata inerzia.

Volentieri, perciò, gli metto al fianco,

per compagno, il demonio:

ad operar, cosí com’è suo compito,

da stimolo su lui.

 

Mefistofele[Rivolto agli Arcangeli]:

 

Ma voi, figliuoli autèntici di Dio,

gioite alla bellezza che trabocca

da tutto ciò che vive!

Ciò che ferve in perenne divenire

d’operanti energie, tutti vi stringa

entro i vincoli sacri dell’Amore.

E ciò che ondeggia in labile parvenza,

si concretizza in voi

in durevole forma di Pensiero.

 

[Il cielo si chiude. Gli Arcangeli dileguano a uno a uno].

 

Mefistofele: Di tanto in tanto, a rivedere il vecchio

provo diletto. E me ne guardo bene

di romperla con lui.

È gentile d’altronde, in verità,

da parte d’un cotanto personaggio,

ch’egli non sdegni

di conversar cosí garbatamente

persino col Demonio.

 

 

[Traduzione in versi di Vincenzo Errante].