Il lago di Furtei

Siti e miti

Il lago di Furtei

José Benlliure y Gil «Caronte traghetta le anime sul fiume Stige»

José Benlliure y Gil «Caronte traghetta le anime sul fiume Stige»

Gli antichi ritenevano che negli Inferi scorressero tre fiumi: lo Stige, chiamato l’Abominevole, il Piriflegetonte, detto la Corrente di Fuoco, e l’Acheronte, o Fiume degli Affanni. Dal rigurgito di quest’ultimo si sarebbe formato il Lago d’Averno, zona Pozzuoli, presso Napoli. “Averno” viene dalla parola greca Àornon, senza uccelli. Questo perché secondo il mito confermato dalla realtà, i volatili che avessero avuto l’ardire di sorvolarlo, sarebbero caduti stecchiti per le esalazioni pestifere delle sue acque. Virgilio riporta, nei versi dell’Eneide, questa credenza mitologica tradotta in un fenomeno reale.

Scettici e cicappisti direbbero che questo, piú che un mito, è un incubo infernale preconfezionato a uso dei complottisti, che vedono nell’Armageddon e nei suoi prodromi la soluzione delle loro nevrosi. Un lago esalante veleni mortiferi lo si può trovare in pellicole come Avatar o il Mostro della Palude.

Nella realtà, luoghi ameni e vivibili trasformati in averni avicidi, o peggio omicidi, esistono per davvero. In cime alla lista figura senz’altro Bhopal, in India. Qui, il 3 dicembre 1984, la fuoriuscita di 40 tonnellate di isocianato di metile (mic) dallo stabilimento della Union Carbide, multinazionale USA produttrice di fitofarmaci, uccise in poco tempo 2.259 persone e avvelenò decine di migliaia di altre. FurteiNel tempo il disastro ha causato danni rilevabili a 558.125 persone e ha lasciato la regione circostante lo stabilimento della Union Carbide con una morbilità 2,4 volte piú elevata che nel resto del Paese. Si ritiene che i prodotti chimici ancora presenti nel complesso abbandonato stiano continuando a fare, per una vasta area dei dintorni della città di Bhopal, un luogo interdetto a ogni forma di vita.

Non la maledizione del mic ma quella del­l’oro ha colpito la cittadina di Furtei, in quel di Cagliari. Qui la Sardinia Gold Mining, società australiana, che ha poi ceduto la miniera alla canadese Buffalo Gold Ltd, dal 1998 al 2008 ha estratto dal bacino, ricavato dallo sventramento della collina di Santu Miali, 4,5 tonnellate di oro, 6 di argento e 15mila di rame (magari queste ultime servite a coniare i cent dell’euro?).

Come nel mitico, infero Lago di Averno, anche qui gli uccelli non si posano se non vogliono finire stecchiti da una miscela di cianuro, mercurio, ferro, piombo e cadmio, riversata senza interruzione nel lago dai tubi di scarico dei pozzi minerari, dismessi per il fallimento della società, ma non ancora bonificati. Eppure, chi è riuscito ad avventurarsi nella zona interdetta del lago di Furtei, bomba ecologica, dice che in certe condizioni di luce e di vento la superficie si colora di screziature fantastiche: un vero incanto! Del resto, si sa, anche il peggiore degli inferni può elargire lusinghe.

 

Elideo Tolliani