Osare l'inosabile

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Osare l'inosabile

Alla fine del nostro precedente incontro di Roma, avevo cercato di spiegare quello che era accaduto – forse – a Roma, con un articolo, ancora presente su Facebook, nel quale, parafrasando Camus, dicevo che «Siamo stati realisti, abbiamo chiesto l’impossibile».

Avevamo chiesto – e forse avevamo ottenuto – un cosciente contatto con il Mondo spirituale.

San MicheleOra, nel prossimo incontro che avremo a Roma il 28 e 29 Settembre di quest’anno – non a caso nel giorno di San Michele – tenteremo di continuare quell’esperienza.

Non sarà affatto facile. Quello che cercheremo di realizzare sarà l’inizio di una vera e propria Comunità solare fraterna, all’interno della quale ogni individualità presente apporterà se stessa, ossia, in parole povere, la propria personalità, quindi i propri pensieri, i propri sentimenti, le proprie volizioni.

Se quanto risulterà dal complesso, dalla sintesi delle presenze andrà nella giusta direzione, il sacrificio potrà essere gradito alle Potenze spirituali micheliane e christiche. Laddove, per insufficienza, non fossimo all’altezza, la cosa prenderà una piega affatto diversa e a ben altre potenze verranno – direi inevitabilmente – rivolti i nostri sforzi.

Eppure, in un certo senso, non possiamo fare a meno di rischiare.

Come tante volte ripetuto da Scaligero, l’ora presente è grave. Chi sente di avere una sia pur minima responsabilità spirituale non può perdere un minuto di piú.

È una prova attesa dall’Arcangelo di popolo italiano e forse non solo da Lui. Il destino, la coscienza di miriadi di individui attende che qualcuno – in un certo senso – apra la strada al Divino nelle coscienze. Apra la strada (come una specie di avanguardia) alla percezione del Cristo nell’eterico.

Un’aspettativa enorme, che potrà fondare i germi del futuro sesto periodo di civiltà, quello della Chiesa di Filadelfia prevista dall’Apocalittico, oppure – in caso di fallimento o tradimento – far retrocedere le coscienze verso una nuova e tragica fase di animalità.

Verso questa ambiziosa direzione non avremo altre guide – e potrebbero essercene di piú valide? – che Michele e il Christo. I quali agiranno in ciascuno di noi. Per realizzare i germi del sesto periodo il lavoro va fatto nei gruppi, ma individualmente. In sostanza, ciascuno di noi, a qualsiasi livello si trovi, dovrebbe cercare di impegnarsi al massimo delle sue possibilità.

Come? In qualsiasi modo la sua sensibilità potrà suggerirgli.

ZanoniPersonalmente trovo estremamente confacente al mio sentire la “Via” indicata da Massimo Scaligero nei primi tre capitoli del suo “Tecniche della concentrazione”. In buona sostanza, e questo lui lo dice chiaramente, importante non è eseguire il primo esercizio dato da Steiner – quello della concentrazione del pensiero – con assoluto rigore e fermarsi li. Importante è arrivare a cogliere la sintesi dell’esercizio. In sostanza accorgersi che la cosa importante è vivere  “dentro” la sintesi e contemplare il contenuto predialettico del pensiero. E questa è la forza vivente, fluente che ci consente di pensare qualsiasi cosa. È l’essenza stessa del pensiero che va lasciata scorrere, non fermata, non “uccisa”, ma contemplata, cioè – potrei dire – “osservata attivamente”.

Come detto, nel corso della prova non ci sono maestri umani incarnati a sorreggerci. Questa è la Via de Nuovi tempi. Il contatto dev’essere con il Mondo spirituale, tralasciando, o meglio superando il pensiero dialettico ordinario. La filosofia ad esso collegata, d’altronde, è finita, esaurita.

A sorreggerci, in questa prova sono le entità superiori che aspettano questo da noi da molto tempo. Dobbiamo farlo. Sembra impossibile, visto che siamo – direi automaticamente – legati al pensiero riflesso. Ma se abbiamo il coraggio di abbandonarlo, se “osiamo l’inosabile”, superando di slancio il limite del pensiero riflesso, cominciamo a realizzare volitivamente quanto ci si aspetta dall’uomo, da ciascuno di noi.

«Il talento – diceva Bulwer-Lytton nel suo libro Zanoni – fa quello che può, il Genio fa quello che deve». Noi, unitamente al nostro Genio, abbiamo l’occasione di fare quello che deve essere fatto.

 

Antonio Chiappetta