L'inganno

Costume

L'inganno

Se andate a Orvieto e visitate in Duomo

la Cappella San Brizio con gli affreschi

del “Giudizio” di Luca Signorelli,

vi colpirà di certo la figura

dell’Anticristo, parte della terna

che ha tormentato l’uomo dai primordi:

Arimane, Lucifero e ora lui,

un Cristo recitato in parodia,

astuto imbonitore delle folle,

il piú sottile, lo speculatore

sugli umani difetti. Signorelli

lo dipinge che predica Bengodi,

la magia sessuale, il carpe diem,

la licenza totale in ogni campo,

falso Messia e plagiatore emerito

del vero Cristo. Lo consiglia Arimane

che gli parla all’orecchio e intanto piano

lo rassicura che gli dà una mano.

Indaffarati a rovinare l’uomo,

fanno leva su brama e cupidigia:

i piaceri dell’eros, piú l’effimera

ricchezza procurata dal denaro

che si feconda per partenogenesi.

Non demone cornuto ma filantropo,

personaggio aggiornato, aperto al dialogo,

animalista, difensore in toto

della natura, dei diritti umani,

e quanto a dieta poi, stretto vegano.

Un tentatore, sí, ma camuffato

da fautore di splendidi prodigi

ottenuti però materialmente

con la tecnologia piú sorprendente.

Idolo dei potenti, seduttore

delle folle che ignorano l’inganno

di chi vuole dannarle senza onore,

causando all’Io il piú letale danno.

 

Il cronista