Il giardino delle Ninfe e dei Fanciulli

Steganografia

Il giardino delle Ninfe e dei Fanciulli

Allineamento megalitico

Allineamento megalitico

 

La steganografia è una tecnica di criptazione prevalentemente associata ad immagini grafiche intese a nascondere un preciso messaggio scritturale o visivo, rivolto a chi è in grado di decodificarlo. Il termine è composto appunto dalle parole greche στεγανός (coperto) e γραφία (scrittura).

 

Tre luoghi allineati, inclusi in un raggio di sette chilometri, sono direttamente coinvolti in questa incredibile scoperta. Il primo è il complesso megalitico “Massi della Vecchia” nel comune salentino di Giuggianello, noto anche con il nome di “Giardino delle Ninfe e dei Fanciulli” con le sue leggende popolari legate ad Eracle, e al cui interno è possibile individuare, seguendo la mia linea interpretativa, tre differenti tipologie di figurazioni scultorie zoomorfe di tipo steganografico, in particolare: bidimensionali, tridimensionali e prospettiche, queste ultime molto particolari perché visualizzabili tra i giochi di luce ed ombre dei megaliti.

Dolmen Li Scusi

Dolmen Li Scusi

 

Il secondo luogo allineato è il “Dolmen Li Scusi” nel comune di Minervino, importante non solo per la famosa struttura monolitica con un foro solstiziale sul lastrone orizzontale, ma anche per la presenza di una possibile scultura preistorica utilizzata per l’osservazione della levata e calata del sole e del cielo notturno.

 

Pittogrammi di Porto Badisco

Pittogrammi di Porto Badisco

 

Vi si riscontra inoltre una particolare disposizione di alcuni massi, secondo analoghi schemi geometrici presenti nel terzo luogo allineato, ovvero la Grotta dei Cervi di Porto Badisco, nel comune di Otranto, con i suoi 3.000 pittogrammi paleolitici e neolitici che, secondo i miei studi, sono da attribuire a riti sciamanici che coinvolgevano giovani preadolescenti di età compresa tra i sette e gli undici anni, e che si firmavano con le proprie manine in una parete della grotta.

 

Quest’ultimo sito è considerato dal mondo accademico e da tutta la comunità scientifica come un vero santuario del Mediterraneo, sede di pellegrinaggi documentati nei reperti di alcune campagne di scavi archeologici avvenuti in un periodo di circa 50 anni.

 

Ora, se a Porto Badisco giungevano pellegrini da mare e da terra, sin dal paleolitico, le raffinate caste sacerdotali-sciamaniche del luogo avevano certamente provveduto ad organizzare l’accoglienza e il ristoro delle genti. Ed è qui che entrano in gioco le attività dei villaggi primitivi salentini nei pressi della Grotta, che con buona probabilità ospitavano le famiglie dei pellegrini, e il ruolo centrale di siti come quello che  ritengo essere il piú grande Tempio con funzioni di addestramento e ristoro per giovani preadolescenti della preistoria, ovvero l’Area dei Massi della Vecchia. Qui, dopo un noviziato, si selezionavano futuri guerrieri e sciamani, ai quali venivano somministrate prove e test giornalieri come l’individuazione delle figure zoomorfe steganografate tra i megaliti.


Sculture zoomorfe

Sculture zoomorfe: marsupiale, cane, rinoceronte corazzato e tartaruga liuto

 


 

Le prove addestrative si concludevano nella Grotta dei Cervi, dove risultano simbologie legate al risveglio dell’energia dei sette Chakra e la modulazione di mantram secondo un profilo di conoscenze precedenti di 4.000 anni agli stessi tantra vedico-induisti e rappresentate in grotta da specifici pittogrammi. 

Elefante

Elefantino e sua tecnica di lavorazione steganografica – Viale megalitico

 

Ricostruzione del Giardino delle Ninfe e dei Fanciulli

Ricostruzione del Giardino delle Ninfe e dei Fanciulli

 

Tutta l’area dei Massi della Vecchia sembrerebbe presentare, oltre ai massi stessi, alcuni spazi con vasche e vene d’acqua sotterranea, altamente evocativi di un passato in cui si narrava di uomini e divinità che convivevano in quei luoghi. Nel sito è infatti possibile individuare un viale centrale che origina a partire da mura formate da massi megalitici che una pulizia del luogo, già nei piani dalle autorità civili in collaborazione con la Soprintendenza di Lecce, potrebbe restituire ad una migliore visione per studiosi e visitatori.

 

Abbiamo inoltre identificato con un drone un ampio spazio perimetrale che separa i vari megaliti, e che comprende una superficie di circa 1 km quadrato.

Masso di Ercole

Masso di Ercole

 

Questo si deduce dalle osservazioni di una schiera di massi con presenza di lavorazioni antropiche distanti in linea d’aria meno di 1.000 metri da quelli dei Massi della Vecchia, ma con stesse caratteristiche funzionali. Tale area geografica è inoltre delimitata a Sud e a Nord da due sculture della Dea Madre, presumibilmente riferite al periodo dei culti matriarcali e lunari-stellari del paleolitico superiore (10.000 a.C.).

 

Una delle due sculture muliebri è stata identificata anni fa da alcuni ricercatori salentini, e risulta posizionata sotto il masso detto di Ercole; l’altra invece, da me identificata lo scorso 7 agosto, è molto particolare perché risulta avere un corpo serpentiforme simile a quello dell’antropomorfo danzante disegnato nel corridoio 2 della Grotta dei Cervi, ed è posizionata a Nord del masso di Ercole; tale scultura è circondata inoltre da altre sculture zoomorfe tridimensionali.

 

Vista aerea realizzata con drone dei Massi della Vecchia

Vista aerea realizzata con drone dei Massi della Vecchia

 

 

Considerazioni finali

 

L’Area dei Massi della Vecchia, secondo i miei studi e ricerche, costituisce un enorme complesso monumentale scultoreo di tipo zoomorfo all’aperto, con sculture paleolitiche realizzate con una speciale tecnica artistica ad intaglio e modellazione dei motivi tramite malte e stucchi con figurazioni prevalentemente zoomorfe di tipo steganografico, quindi di difficile individuazione.

 

Giochi-di-luce-dei-massi-di-pietra-scolpiti

Giochi di luce dei massi di pietra scolpiti

 

L’area inoltre sembrerebbe adi­bita a Tempio preistorico con fun­zioni di addestramento e ristoro per giovani preadolescenti preistorici che completavano il noviziato per diventare futuri guerrieri o sa­cerdoti-sciamani con prove finali all’interno della Grotta dei Cervi, sito allineato con i Massi della Vecchia e con il Dolmen Li Scusi.

 

Numerosi motivi sacri, piscine con vene d’acqua sorgiva presenti a meno di due metri sotto terra, inginocchiatoi e sculture zoomorfe steganografate, supportano questa mia ipotesi di ricerca che se confermata ulteriormente da una prima serie di investigazione archeologiche che ovviamente necessitano di una pulizia dell’area da erbe e terriccio di riporto, porterebbe in luce un tempio preistorico in piena regola, ben conservato e che a mio avviso rappresenta un vero patrimonio dell’umanità, luogo di studi interdisciplinari e punto di attrazione per riscoprire il vero Salento Megalitico.

 

 

Francesco Corona