Presi per il Covid

Inviato speciale

GWB@dailyhorrorchronicle.inf

DabliuProseguo nel mettere a disposizione dei lettori la corrispondenza via e-mail, procurata illegalmente, che il giovane diavolo Giunior W. Berlicche, inviato speciale per il «Daily Horror Chronicle» nel paludoso fronte terrestre, ha confidenzialmente indirizzato alla sua demoniaca collega Vermilingua, attualmente segretaria di redazione del prestigioso media deviato, all’indirizzo elettronico Vermilingua@dailyhorrorchronicle.inf.

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Andrea di Furia

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Vedi “Premessa” www.larchetipo.com/2007/set07/premessa.pdf




 

Presi per il Covid

 

Carissima Vermilingua,

 

noi ex-colleghi del master in damnatio administration siamo tutti entusiasti, e non poco invidiosi, per la tua nomination al riconoscimento che tutti bramiamo: l’Artiglio lavico, che identifica ogni geniale Top manager della tentazione nel nostro mediano Arcontato delle Tenebre. Siamo tutti curiosi di sentire cosa dirà Sua Angosciosità sanitaria, il Master Truffator, e ancor piú la tua prolusione: “Li abbiamo presi per il Covid”. Un titolo che ci sembra molto azzeccato, tiè!

 

Intanto abbiamo già prenotato, tramite Infernet, i posti nell’Antro magno della Furbonia University. Sono limitati e distanziati in metri stellari, per poter ispirare queste stesse misure – con la rituale ossessività e coerenza necessaria – in occasione della ben piú pericolosa pandemia mentale, prima che fisica, scatenata sulle nostre caramellate caviucce in collaborazione con i Malèfici custodi della Fanatic University.

Metri stellari

Ruttartiglio, quell’integralista scientifico, si è auto-candidato a fornire il gel igienizzante alle nanomacchine astrali. Ringhiotenebroso porterà i sacchetti anti-contagio per le zampe e Farfarello le mascherine copri-fàuci, con ricamato sopra in rilievo il sigillo a colori della Furbonia University.

 

E non si poteva non riconoscere dietro l’ossessiva e terrorizzante campagna informativa – fortemente voluta quale base indispensabile per soggiogare le nostre appetitosissime merendine emotive dai Governi mondiali, ormai quasi tutti sul libro paga animico della nostra infernale Università – il tuo specialistico contributo per una manovra a tenaglia che li opprime e condiziona sempre piú: stretti tra la propaganda “a tema” delle merci e dei servizi e l’acefala remissione della propria capacità pensante ai dogmatici diktat di una scienza materialistica per la quale l’individuo umano autocosciente “consapevole della realtà esterna e sociale” non ha senso né considerazione.

 

Fondata sulla Fisica, in particolare nella sua versione quantistica, ormai la Scienza ragiona di “insiemi” non di uomini. Questo, però, non sfugge all’osservazione di uno dei soliti guastafeste del Nemico.

 

Agente del Nemico: «Nulla esiste per la Scienza al di là dei modelli pensati dallo scienziato: neppure passato, presente, futuro. Modelli matematici tutti astrattamente validi di per sé, ma che gli Scienziati neppure sospettano essere privi di contatto con la realtà concreta: infatti non esiste nessun legame tra ciò che si può matematicamente pensare e la realtà in cui si vive, sia materiale che spirituale. Tuttavia questi modelli sono tutti illusioni o allucinazioni del loro pensiero. Questo però ci chiarisce come il pensare nell’uomo sia la vera realtà concreta originaria necessaria alla comprensione di sé e del mondo. Nel pensare umano la Natura diviene autocosciente di sé, affermava il Poeta-scienziato Goethe; mentre in esso il prosaico Scienziato materialista, privo di qualsiasi poesia, vede il mattone energetico della realtà coincidente con l’atomo: tanto che traduce gli uomini in meri “insiemi elettromagnetici”. Atomo che invero potrebbe essere per la Scienza il ponte tra realtà e astrazione, con cui superare l’attuale barriera tra Spirito e Materia, se fosse compreso nel suo essere al contempo “elettricità condensata” e “pensiero pensato”».

Paura

 

La cosa che mi preoccupa, Vermilingua, è che invece di addormentare le coscienze del­le nostre colazioncine animiche con il messaggio pubblicitario subliminale, che opportunamente fa leva sulla paura che hanno della morte, queste si risveglino nel vedere cosa accade nella realtà sociale al di fuori della loro individualità atterrita.

 

Intanto si avvedono che ogni misura sanitaria presa dal Governo coinvolge comunque le tre dimensioni sociali e che si è incapaci di fermarne gli effetti all’interno della dimensione sociale (in questo caso la Cultura, perché la Medicina non può essere né Politica, né Economia) per risanare la quale sono prese.

 

L’effetto collaterale negativo in ognuna delle tre è presto evidente:

 

a) nella dimensione culturale-sanitaria ogni altra malattia è dimenticata, perché tutte le energie (locali, macchinari, personale, terapie e farmaci) sono impegnate solo sul virus pandemico: i malati si arrangino o pospongano di anni le loro necessità “non covid”;

b) nella dimensione politica l’evento sanitario diventa il jackpot ritardante di un mondo democratico in via di velocissima corrosione. Ora ogni cosa si fa per il virus (commissioni, riunioni, DCPM, programmazione finanziaria), ma senza rispettare né la libertà delle Persone (obbligo di mascherine come password per accedere a beni nei supermercati e servizi nei locali commerciali e nelle imprese); né la coesione delle Comunità (arresti domiciliari mascherati da lockdown, inviti alla delazione, tracciamento con App Immuni); né la cura del Territorio-ambiente (materiali altamente inquinanti nei gel igienizzanti e nelle mascherine, aumento delle plastiche che si voleva diminuire, riconversione dei Drive-In cinematografici anni ‘50 in Drive-In sanitari per la degustazione di tamponi on the road);

c) nella dimensione economica prevale la paralisi di ogni iniziativa che non sia utile gadget della pandemia o nutrimento economico per i produttori di farmaci: in particolare di quelli che hanno la “fissa” dei VGM (vaccini geneticamente modificati), i quali si illudono che a forza di sperimentare sull’uomo si possa trovare anche il supervaccino che uccide la Morte.

 

Per questi e altri motivi, molti cominciano a pensare che le misure anticontagio prese, soprattutto i vari lockdown e l’inasprimento di limiti e divieti, non siano una buona strategia. Specialmente per la perdita dei posti di lavoro e i danni economici, ma anche per la salute fisica e mentale in forte calo anche di chi non è soggetto a questa forma virale.

 

Purtroppo c’è il caso offerto dalla Svezia, di cui abbiamo vietato si parlasse mentre si dà un’idea di ciò che accade in Europa, e forse dobbiamo con piú forza suggerire di manganellare chi non si adegua ai diktat dei “virologi” coinvolti dai Governi, agenti di concerto su input internazionali.

 

Senti cosa osa affermare l’odiosissimo Virologo svedese che ha imposto la diversa strategia: piú fondata sulle risorse naturali immunitarie e sull’attenzione delle persone al distanziamento, invece di quella della maggior parte dei Paesi europei che puntano alla “soluzione finale” vaccinica. Ti copincollo una sintesi che ho fatto di una sua intervista, estraendola dal mio immancabile moleskine astrale.

In Svezia niente mascherine

In Svezia niente mascherine

 

Anders Tegnell: «Dobbiamo essere umili: non sappiamo quale strategia sia la migliore. Lo vedremo in seguito perché ancora non c’è il picco, e poi non ci libereremo tanto presto da questo virus. Non abbiamo mai utilizzato le mascherine in Svezia perché ancora non servono, ma le teniamo a disposizione perché ma­gari serviranno prossi- mamente. Però non bisogna credere che con le mascherine il problema sia risolto. In Italia ci sono state regole rigide, ma gli aumenti di contagio ci dicono che non sono sufficienti a impedirne la diffusione. Da noi la seconda ondata ha avuto un velocissimo picco del 20% dal rientro delle vacanze, ma adesso è già scesa al 2% diversamente dagli altri Paesi europei. Qui gli Svedesi si sono gestiti un loro lockdown virtuale, che è consistito nel muoversi solo per necessità e nel restare a casa. Una delle piú grandi differenze rispetto agli altri Paesi europei è che in Svezia non abbiamo mai aperto, né chiuso, un lockdown e abbiamo mantenuto le stesse misure per tutto il periodo da marzo a oggi. E questo ha avuto l’effetto di contenere i contagi e di rendere gestibile in tutta tranquillità la seconda ondata».

Il bastone e la carota

 

Fiamme dell’Inferno, Vermilingua! Il tema: “Si poteva fare diversamente” è pericolosissimo, tanto che ragionando con il palestratissimo Ringhio si pensava di distrarre le nostre polpettine emotive con la tattica del bastone e della carota: multe salatissime se trovate senza mascherina e superofferta gratuita dei futuri vaccini agli over 60. Le prime sono misure utili per le esauste casse dello Stato, mentre le seconde sono utili non solo al “pensiero unico farmaceutico”, ma anche a renderli sempre piú dipendenti da un nostro “aiutino materiale esterno” e a non confidare sull’aiuto delle loro forze interiori, cosí im portanti per le coorti del Nemico, cessando perciò di svilupparle. Doppio-tiè!

 

Insomma, Vermilingua, come ci disse nonno Berlicche prima di lasciarci partire in gita temporale premio con i Devil Scouts ai tempi delle Teocrazie orientali: «Rammentate, è giunto quasi il momento che cessino di rivolgersi allo Spirito per qualsiasi cosa. Perciò se proprio vogliono pensare con la loro testa, meglio che pensino a ciò che è materiale».

 

Se riflettiamo sul momento presente, che è a un soffio di distanza da allora (circa 5/6 millenni, tempo terrestre), com’è cambiato il vento, Vermilingua. Ora non è piú la dimensione culturale a prevalere, come Società solida, sulle altre due. È la dimensione economica che prevale (come Società gassosa) sulle altre due. Mentre si sta mettendo in naftalina la dimensione politica che fino a poco tempo fa prevaleva (come Società liquida) sulle altre due. Cosa ciò comporta alle nostre cotolettine animiche, te lo faccio dire da un altro Agente del Nemico con le parole dell’ultima intervista, che non denunciando e neppure alludendo al nostro “zampino” sembra un tantino snobbare e sottostimare la demoniaca professionalità che ci appartiene.

Tiziano Terzani

Tiziano Terzani

 

Tiziano Terzani: «Siamo noi che non vogliamo sentire che esiste altro oltre la materia. Ma tu guarda: tutto il mondo di oggi si fonda sulla materia, l’acquisizione, l’avere piú che l’essere, la concorrenza. Pensa, un ragazzino oggi va a scuola e invece di crescere nella gioia di scoprire le cose della terra, del mondo, di scoprire le sue regole, di scoprire le sue meraviglie, la prima cosa che gli insegniamo, che gli imponiamo, è di essere concorrente del suo vicino: lo deve “far fuori” per essere il primo della classe e cosí è… tutto. E poi tutto il sistema economico è fondato esclusivamente sul profitto. Il sistema nel quale viviamo è fondato sulla materia e sui criteri con cui viene gestita la materia. Tu pensa all’economia, oggi si dà il premio Nobel a questi economisti bravi, eccellenti, che con i loro modelli matematici riescono a prevedere la borsa di Hong Kong fra vent’anni, Ma chi se ne frega?!

Crescita finanziaria

 

L’economia dovrebbe essere fondata sull’esigenza dell’uomo. L’economia, non dovrebbe essere fatta per i criteri economici ma per l’uomo! La crescita? Ma siamo sicuri che il progresso deve essere solo crescita? o non sarebbe meglio arrivare a una situazione in cui abbiamo poco ma il giusto e tutti un po’ di piú, invece che pochi tantissimo e moltissimi poco? Se ci rimettiamo a pensare a ciò di cui veramente abbiamo bisogno, non è quello che l’economia di oggi ci dà.

Persone infelici

 

Se tu pensi, oggi l’economia è fatta per costringere tanta gente a lavorare a ritmi spaventosi, per produrre delle cose per lo piú inutili, e che altri lavorano a ritmi spaventosi per poterle comprare. Perché questo è ciò che dà soldi alle società multinazionali, alle grandi aziende, ma non dà felicità alla gente. Io trovo che c’è una bella parola in italiano che è molto piú calzante della parola felice, ed è contento. Accontentarsi. Uno che si accontenta è un uomo felice: perché in questo sistema fondato sulla crescita dei desideri c’è sempre un desiderio che per te è irraggiungibile. E rende tutti infelici».

Dabliu

 

Dannazione, Vermilingua! Cosa ci sarà mai di male nel voler “rendere infelici” se stessi e gli altri perché non ci si accontenta di nulla? Non è forse questo un perfetto piacere sociale sado­maso? Se per noi Bramosi pastori è entusiasmante rovinare loro la vita, perché dovrebbe non essere entusiasmante per il nostro futuro olocàusto vedersela rovi­nare?

 

Il tuo entusiastissimo         Giunior Dabliu