Quaderni di Medicina e Scienza dello Spirito

Medicina

Quaderni di Medicina e Scienza dello Spirito

L’effetto immediato che si presenta in seguito all’assunzione di piombo è quello di sospingere l’uomo verso il sonno. Il piombo, in altre parole, agisce cosí da essere sospinti, all’esterno del corpo, il corpo astrale e l’organizzazione dell’Io; proprio cosí come si verifica nel sonno. Ecco come il Dottore descrive l’azione del piombo: «Il piombo possiede veramente la proprietà di condurre l’uomo allo stato di sonno, di spingere verso l’esterno il corpo astrale e l’organizzazione dell’Io. Pensiamo ciò intensamente. In realtà, allorché l’uomo assume il piombo, manifesta la volontà di dormire. Non si arriva al sonno vero e proprio, ma si arriva al punto che Io e corpo astrale vengono sospinti fuori, vengono trasportati, per cosí dire, verso l’esterno. Il piombo però esercita un’azione diretta ad impedire che dall’esterno si eserciti ogni genere di influenze. Il piombo trasporta il corpo astrale e l’Io in direzione centrifuga rispetto al corpo, ma, al tempo stesso, si oppone alle forze centripete operanti dall’esterno. Il piombo agisce fin quasi alle soglie del sonno. Ed è quanto si verifica nell’uomo sano. Ora supponiamo che quando l’uomo dorme il suo Io ed il suo corpo astrale si radichino troppo intensamente nel mondo esterno, in questo caso si determinano i processi sclerogenetici. Se nell’uomo sano il piombo induce quasi il sonno, e comunque provoca una sorta di tendenza alla vertigine e al deliquio, nell’uomo affetto da sclerosi (oltre il compenso paradossale dell’in­sonnia) la direttiva terapeutica si fonda sull’effetto che il piombo esplica sull’Io e sull’astrale, che è quello di spingerli ben lontani dall’uomo e quello di tenere lontane da essi le influenze del mondo esterno, quelle cioè imputabili alla patogenesi del processo sclerotico».

 

ScleronIn definitiva l’azione essenzialmente riconducibile al piombo è quella di restituire orientamento ed equilibrio ai processi avviantisi dall’attività dell’organizzazione dell’Io. Il preparato che va sotto il nome di “Scleron” è quello contenente il piombo nella dose giusta al conseguimento dei fini terapeutici, secondo le direttive suggerite da Rudolf Steiner. Nello “Scleron” oltre al piombo sono contenuti miele e zucchero. Il miele agisce sul corpo astrale in maniera che esso ritrovi piú lineare ed armonico il suo rapporto con l’Io. Nella sclerosi infatti si verifica anche un disarmonico legame fra l’Io e l’astrale stesso; e tale che il corpo astrale tende progressivamente a rendersi indipendente dall’organizzazione dell’Io, divenuta debole ed incapace di dominare per intero i processi catabolici. Lo zucchero infine agisce sull’organizzazione dell’Io in modo diretto. L’Io perciò se ne rafforza al grado di necessità completa.

 

[Lo Scleron della Weleda, attualmente denominato Plumbum Mellitum D12 (diluizione decimale Hanhemaniana, come è abituale per la farmacopea tedesca) fa parte di quel gruppo di farmaci (come ad esempio il Cardiodoron, il Renodoron, L’Epatodoron ecc.) che furono prodotti dai laboratori Weleda all’inizio della loro attività direttamente su indicazione di Rudolf Steiner. Lo stesso Dottore suggerí di utilizzare come zucchero quello di canna, tuttora impiegato, assieme al piombo e al miele di acacia per la preparazione del farmaco. Come abbiamo piú volte spiegato, purtroppo l’attuale legislazione farmaceutica rende molto problematico il reperimento in Italia di questi fondamentali farmaci, con particolare riferimento ai prodotti iniettabili (fiale). Il fronte del pensiero unico e della dittatura sanitaria di “big pharma” non prevede che modalità di approccio terapeutico diverse dalla medicina materialistica attuale possano trovare spazio o diritto di ascolto, e tutto questo è stato piú volte denunciato coraggiosamente dall’Archetipo da molti anni, ma vox clamat in deserto ed è estremamente grave il silenzio della Società Antroposofica Universale (al di là di coraggiose iniziative di singoli membri della medesima) in tale ambito!].

 

Strettamente collegate alle degenerazioni sclerotiche sono le patologie determinate dalle modificazioni dei processi secretivi ed escretivi del catabolita delle proteine: l’acido urico. In realtà l’acido urico non è il solo dei cataboliti protidici, ma con l’urea, la creatinina, l’ammoniaca, è sicuramente tra i piú importanti. L’acido urico, cioè la 2.6.8. triossipurina con formula bruta C5H4O3N4, si forma dalla demolizione delle ami­nopurine costituenti i nucleoprotidi (adenina e guanina) attraverso due ossipurine (ipoxantina e xantina).

 

L’urea o carbamide, con formula NH2CONH2, deriva invece dagli aminoacidi tipici quali l’arginina, la citrullina, l’oritina ecc. Esistono due grandi organi interessati dall’accumulo e dalla escrezione dell’acido urico: l’encefalo e il rene. Mentre però la via di escrezione renale dell’acido urico si attiva mediante l’intensa azione dell’astrale, quella che segue la via cerebrale è attivata dall’organizzazione dell’Io. Va detto intanto che è possibile questa azione dell’Io a livello cerebrale, in quanto essa si esprima mentre se ne ritrae quella del corpo astrale. Ovvero: in quanto l’azione dell’astrale non sia tanto esuberante da esserne impedita in qualche modo quella dell’Io. Ora è possibile fare la seguente osservazione: vale a dire, come nella parte inferiore dell’organismo sia nettamente prevalente l’attività del corpo astrale.

 

Ciò risponde assai armonicamente alla possibilità che nelle zone distali del tronco, l’acido urico non solamente non debba essere accolto o trattenuto, ma che invece debba essere eliminato in grandissima quantità. Attraverso questa abbondante escrezione urica il corpo astrale opera mirando ad impedire che nella zona distale del corpo si verifichino fenomeni d’impregnazione con sostanza inorganica.

 

AmletoL’acido urico qui considerato come un quid sul quale poggia il fondamento delle inclusioni inorganiche di cui Egli stesso parla a proposito di ciò che si verifica nella gotta, non deve indurci ad intravedervi un’inesattezza o una contradizione, visto che l’acido urico è collocato chimicamente fra i composti organici. Pensando fino in fondo  si vede che non v’è contradizione. Ciò che dal Dottore viene qualificato come inorganico non riguarda la genesi e l’appartenenza della sostanza in questione a quegli stessi fenomeni sui quali la chimica si basa per operare talune distinzioni e classificazioni, che peraltro non si contestano, né si disconoscono. Sono piuttosto l’atteggiamento ed il comportamento verificantisi in reciprocità tra sostanza ed organismo, gli elementi idonei a farci intendere il concetto di “inorganico”. In tal senso è “inorganico” tutto ciò che l’uomo assume dovendolo restituire al mondo mediante un processo di escrezione che ne realizza la fase terminale, e tale da non dover piú subire, dopo l’attua­zione di tali processi escretivi, ulteriore metamorfosi. D’altra parte le inclusioni da precipitazione di acido urico sono proprio espressione di una strana mineralizzazione che si attiva nell’organismo. I cristalli di urato monosodico rinvenibili nei tofi gottosi sono l’espressione della mineralizzazione inorganicamente inerte e staticamente solidificata; d’altra parte non devono essere i termini usati dal Dottore gli elementi atti a confondere il nostro pensiero. Si resta in realtà confusi nella misura in cui si voglia rimanere tali. Non per questa o per tal altra terminologia, alla quale è sempre possibile conferire il significato piú adeguato! Sempre che lo si voglia.

 

Dopo questa doverosa precisazione dobbiamo tuttavia spiegare che processi di ricezione di sostanza inorganica, sia pure di lieve entità, devono essere attivati dall’organizzazione dell’Io a livello della massa cerebrale. Dice Rudolf Steiner: «Solamente in virtú delle forze dell’Io capaci di accogliere gli elementi inorganici nei propri organi (soprattutto nel cervello) l’uomo è in grado di esprimere il livello di coscienza che gli è proprio. Infatti le sostanze e le forze organiche degraderebbero la coscienza umana ad una forma di coscienza animale. V’è però da dire che con la sua attività il corpo astrale rende gli organi inclini ad accogliere certe formazioni inanimate, inorganiche, delle quali si servirà l’Io per la vita della coscienza. In tal senso il corpo astrale prepara la via attraverso la quale si avvierà l’attività, l’azione espressa dall’or­ganizzazione dell’Io. Nel cervello l’attività del corpo astrale è ridotta. Ciò fa sí che anche l’acido urico, in corrispondenza dell’encefalo, subisca il minor grado di eliminazione, favorendosene in tal modo quelle inclusioni di sostanza inorganica necessaria all’attività dell’organizzazione dell’Io nel senso al quale prima si è accennato. Non si deve però ritenere che all’Io competa il dominio di fronteggiare e di poter neutralizzare grandi quantità di acido urico. Solamente piccole frazioni di questo sono assunte nell’ambito dell’attività dell’Io perché se ne costituisca il substrato idoneo alle manifestazioni proprie alla organizzazione dell’Io stesso».

 

Queste considerazioni del Dottore ci danno l’insostituibile lume da proiettare sulle fasi dell’intero processo funzionale che vede da un lato l’escrezione di quote elevate di acido urico a livello renale, e dall’altro vede come tenui frazioni uriche siano trattenute ed utilizzate in corrispondenza di quegli organi nei quali si esprime in particolare l’attività dell’Io (cervello, nervi craniali, organi di senso). Si comprende inoltre, come in conseguenza dell’attività del corpo astrale, sia eliminata attraverso il rene quella massiccia quota di acido urico alla quale si convogliano le altre frazioni dello stesso provenienti dalle varie regioni dell’organismo, ad eccezione di quelle che, in piú o meno esigua quantità, devono essere trattenute ed utilizzate nel senso di precise finalità funzionali. Ad esempio: per il sistema del ricambio e delle membra deve valere il piú intenso livello di attività del corpo astrale, cosí che da tale sistema sia effettuata la piú abbondante eliminazione di acido urico: vale a dire di quel quoziente di materiale inorganico il quale, se ristagnasse, ostacolerebbe lo sviluppo dei processi organici, cosí tipici e prevalenti nell’organizzazione delle membra e del ricambio. Non si dimentichi che la direzione funzionale del sistema del ricambio si esprime in senso polarmente opposto a quella del sistema neurosensoriale del capo. In questo si verifica il “minimum” di processi organici, e quelli inorganici vengono afferrati dall’Io, e da questo saranno condotti alla formazione di certi substrati sui quali potrà poggiare – e comunque non in modo assoluto – la sua attività. Invece nel sistema del ricambio si ha una prevalenza netta di processi organici.

 

La natura della sostanza[Va innanzitutto suggerito al lettore desideroso di approfondire meglio queste interessantissime considerazioni di Amleto, mutuate dalle affermazioni di Steiner, la lettura di un testo fondamentale per la comprensione delle molteplici attività dei processi formativi ed escretori inorganici ed organici che avvengono nell’organismo umano. Ci riferiamo al meraviglioso lavoro del grande Rudolf Hauschka, discepolo diretto di Steiner, chimico, farmacologo e medico, La natura della sostanza, Editrice antroposofica, ultima edizione 2013. Inoltre, alla luce di quanto esposto da Amleto e da Steiner si può facilmente comprendere come il processo di sclerosi e quello dell’iperuricemia gottosa rispondano alla medesima noxa patogena: una sorta di “ritiro” dell’Io con conseguente eccesso di “materializzazione” dell’organismo. È del resto ben noto che ipercolesterolemia (spesso alla base della malattia arteriosclerotica per riduzione del calibro dei vasi arteriosi determinato dalla formazione delle placche ateromatosiche) e gotta hanno come comune radice l’alimentazione iperproteica, tipicamente occidentale, legata ad un elevato consumo di carni animali. Il vegetarianesimo preserva da tali patologie, che non a caso sono assai meno frequenti nei paesi del terzo mondo, dove il consumo di carne è assai minore rispetto al mondo occidentale. È parimenti intuibile che il rafforzamento dell’organizzazione dell’Io, ottenibile attraverso la pratica costante dell’ascesi interiore indicata da Rudolf Steiner e da Massimo Scaligero, preserva coloro che la praticano dalle patologie in argomento. Le non poche persone (Amleto compreso) che ho conosciuto nella mia vita arrivate a tarda età, che praticavano gli esercizi con regolarità e con rigorosità, hanno mantenuto fino alla fine un’incredibile lucidità mentale ed una invidiabile efficienza fisica].

 

Amleto Scabellone (9. continua)


La trascrizione dell’articolo e le note esplicative tra parentesi quadre sono a cura di Fabrizio Fiorini.