Liriche e arti figurative

Il vostro spazio

Liriche e arti figurative

Carmelo Nino Trovato «Le porte regali – Paesaggio con alberi»

Carmelo Nino Trovato
«Le porte regali – Paesaggio con alberi»

 




 

Alito d’amore

Vento del cuore

Posso amarti anche senza che tu sappia,

senza indurre squilibri alla tua vita.

Resti intatto il flusso quotidiano

del tuo convenzionale esistere.

Prima o poi mi sentirai

come un vento d’eterno

dal centro del tuo cuore sprigionato.

Non soffocarlo allora, te ne prego.

Non sarà vortice che distrugge,

ma alito dolce di perenne amore.

 

Alda Gallerano

 




 

La Festa

Ballo di Carnevale

Festa che si consuma

in un vortice di maschere

impazzite,

senza speranza piú

di riscatto,

ma in fondo ad ognuno

il Sole prende a brillare.

 

T. D.

 




 

Prepariamoci!

Virologi

Chiuso l’anno del Topo,

spenta la “pandemia”,

cosa farà nel dopo

la varia compagnia

di virologi e maghi

lautamente pagati

per diffondere vaghi

rapporti e tabulati

gonfiando o riducendo

di molto alla bisogna

la cifra e il dividendo

senza tema e vergogna

per allestire a ore

il regno del terrore

con finte cremazioni

e false inumazioni?

Ciò che avverrà nel mondo

è l’assillo profondo

di questa Sanità

priva di umanità.

Risolverà il suo rebus

trovando un altro virus

che fornirà a suo agio

un nuovo e bel contagio!

 

Egidio Salimbeni

 




 

GIARDINO DELL’ACCADEMIA, ATENE, 351 A.C.

Maestro e discepolo

Non rispondeva il vecchio,

scuoteva la testa e non parlava,

ma il giovane insisteva:

«E come potrebbe

un’essenza ignea

precipitare dai cieli

e finire, misera spoglia immemore,

in un corpo mortale?!».

«Che forse una sconosciuta colpa

potrebbe condannare

schiere infinite, progenie di Dei,

a mendicare impudicamente

nel fango e in ogni miseria

sperando in un occulto riscatto?!».

Il vecchio continuava a scuotere

la testa e i lunghi capelli bianchi,

ma non una parola

osava increspare la pace solenne

della brezza vespertina

che dal mare saliva.

«Non è forse piú ragionevole

parlare di spiriti ed umori naturali

che compongono un corpo

ben armonioso ed organizzato,

una forma vivente che risplende

delle potenze che la Grande Dea

generosa concede a tutti

gli esseri viventi che popolano

la nostra Madre Terra?!».

«Come un pesce nelle profondità

del mare…»

la voce roca del vecchio

squarciò il tramonto ocra,

improvvisamente, con sorpresa

il giovane collegò:

«Precisamente come un pesce

o un uccello dell’aria,

l’uomo ha il suo spazio

e il suo tempo nella Natura.

Altro spirito non c’è, se non

la nostra paura e la solita

inesorabile superstizione».

«Come passa inesorabilmente

un pesce nel profondo mare –

concluse il giovane – cosí

l’uomo prende e perde

la sua evanescente forma

nel grembo indefinito della Natura».

Il giovane guardò allora

il bianco vecchio che ora

faceva strani segni

con il bastone sulla sabbia.

«La nostra esistenza individuale,

la nostra anima personale,

non ha maggior consistenza

dei segni che il vostro legno,

Maestro, incide per terra».

Allora il vecchio lo guardò,

il giovane abbassò gli occhi,

ma un sorriso del Maestro

lo congedò.

Rimasto solo nel crepuscolo

che dipingeva di scuro il porto,

finalmente chiuse gli occhi, e come

ricordasse un antico incantesimo,

recitò:

«Come un pesce nelle profondità

del mare non può scorgere il sole,

cosí un uomo che non custodisce

in sé una stella

non può riconoscere

la luce».

 

Marco Rossi