San Michele al Trasimeno

Siti e miti

San Michele al Trasimeno

Trasimeno

 

Adoro le brochure. Questa del Trasimeno per di piú ha una copertina bellissima, quasi commovente. Una ragazza gioca con il suo cane nell’acqua bassa del lago, entrambi in controluce, con alle spalle un tramonto mozzafiato sulle dolci colline.

 

Ma con le fotografie è facile apparir belli. L’ho su­bito notata, qui alla ricezione di un piccolo albergo a conduzione familiare a Tuoro sul Trasimeno.

 

Sí, Tuoro. A due passi o forse nel bel mezzo delle campagne che furono teatro dell’epica battaglia del Trasimeno, nella quale, in sole tre ore, l’esercito romano fu sconfitto grazie all’intuito del celebre generale cartaginese Annibale Barca, mio idolo adolescenziale.

 

È tardo pomeriggio, ma, approfittando dell’ultimo giorno dell’ora legale, riesco a visi­tare brevemente Passignano.

 

Lo chiamano “il paese dei tramonti”, ma ci si inventa sempre degli epiteti altisonanti pur di attrarre turisti.

 

Poi però scorgo un disco giallo-arancio dietro la pineta lungolago: no, non è un epiteto inventato e neppure una foto artefatta quella della mia brochure.

 

Il tramonto lascia senza parole.

 

Il piccolo lago dalle basse acque diventa una coppa; una coppa aperta a ricevere il Sole.

 

E la luce può arrivare al cuore, se solo la si guarda con gli occhi.

 

Sí, perché anche questo nell’era digitale non è piú scontato.

 

Siamo in tanti sul lungolago, ma a mirare il Sole sono gli obiettivi dei telefoni mobili intelligenti, indice di un’umanità ormai asservita alla tecnologia. In pochi attimi vengono scat­tate moltitudini di fotografie a questo emozionante tramonto, ma nella quantità si perde il valore delle cose.

 

La sera all’albergo, pieno di luce nel cuore, mi godo da buon flemmatico la mia brochure.

 

Castello di Magione

Castello di Magione

 

Noto che dalla parte opposta del lago, nel Comune di Ma­gione, sono situati sia un castello dei Cavalieri di Malta, sia il paese di Sant’Arcangelo con un’abbazia dedicata a San Michele.

 

E pure a Panicale, non lontano, si trova la Collegiata di San Michele.

 

Trasimeno

 

È curioso inoltre il fatto che il lago, provenendo da Nord-Ovest, appaia a forma di cuore. Non il cuore stilizzato, ma proprio il cuore come organo.

Tuttavia ad attirare la mia attenzione nella brochure è una torre pendente che sta su un poggio non lon­tano da Tuoro con i suoi 14° di inclinazione. Ed è il giorno seguente, domenica d’Ognissanti, che ci giungo passeggiando.

 

Torre di Vernazzano

Torre di Vernazzano

 

La storia ha voluto che l’erosione del terreno e poi un terremoto rendessero inagibile il Castello di Vernazzano, che cominciò letteralmente a crollare dalla collina. Quello che rimane sono pressoché macerie e la torre tenuta su di sbieco solo da grossi cavi d’acciaio. Risalta proprio questo sforzo meccanico per cercare di re­sistere alla gravità, mentre gli alberi intorno si liberano leg­giadri verso il cielo. Simbolo di forze che l’uomo ancora, e forse per fortuna, non governa.

 

Gli abitanti di Vernazzano, tenaci, ricostruirono il paese sul poggio di fronte e con esso pure la chiesa che stava sotto la torre, anche questa dedicata a San Michele.

 

Per l’appunto ho posteggiato accanto, ma la “chiusura virale” mi impedisce l’ingresso. Devo cosí accontentarmi della cartello­nistica situata nel piazzale, che comunque, come le brochures, mi è sempre molto gradita.

 

Anton Maria Garbi «San Michele»

Anton Maria Garbi «San Michele»

 

La chiesa ora porta il nome anche di Santa Lucia, ma al suo interno è presente un pregevole dipinto di Anton Maria Garbi raffigurante San Michele che con la spada sta per trafiggere il demo­nio, riverso a terra, con la testa schiacciata sotto il suo tallone.

 

Nella parte inferiore del quadro, Garbi ha ripro­dotto, sopra il caratteristico sprone roccioso, l’anti­co centro fortificato, ancora integro, con la torre di guardia verticale e la chiesa di San Michele Arcan­gelo con il campanile a vela.

 

Uno dei ricordi dell’infanzia che ho impresso è la prima volta che passai una giornata solo con mio pa­dre, senza poter fare riferimento alla figura materna. Quell’occasione capitò a cinque anni per l’ultima gita della scuola, non a caso, materna. La destinazione fu proprio quella minuscola isola che mi sta adesso di fronte, nuovamente sul lungolago di Passignano: l’Isola Maggiore.

 

Se c’è qualcosa di positivo in questa “regolamentazione virale” è che il battello è quasi vuoto, niente frotte di turisti per oggi, e passeggiare sull’isola è incantevole.

 

I prati sono abitati da lepri e fagiani che vivono in libertà e beatitudine. La Natura è in pace.

 

È proprio qui che San Francesco trascorse una intera quaresima in digiuno e preghiera.

 

Risalendo l’oliveta spunta una piccola pieve nel punto piú alto dell’isola.

 

Chiesa di San Michele Arcangelo

Chiesa di San Michele Arcangelo

 

È la chiesa di San Michele Arcangelo. La porta, an­che qui, è chiusa, ma aperti restano gli occhi e il cuore; l’atmosfera è magica.

 

Questa volta la cartellonistica è consunta dal sole, come a dire basta con le nozioni.

 

Riscendendo al piccolo paese, intorno al porticciolo ci sono delle case in vendita e vien voglia di chiedere informazioni.

 

Scambio due parole con un belga affacciato ad un balcone, mentre alle sue spalle, dalle grandi finestre della sua bella casa sulla riva, entra la luce del Sole che inizia a tramontare. Dice che da qui si possono ammirare i migliori tramonti del mondo ed è qui che è venuto a stare in pensione. In fin dei conti per il tramonto della sua vita. Credo per potersi scegliere quello migliore, quello giusto, col quale dare l’addio. E nell’attesa scrive.

 

Le piccole e morbide onde del battello si propagano nel lago piatto, leggermente agi­tando il riflesso dei colori del tramonto.

 

E rifletto anch’io. Rifletto su tutti i San Michele che ho trovato tra due soli tramonti.

 

Linea di San Michele

 

Penso a Skelling Michael, St Michael’s Mount, Mont Saint- Michel e la Sacra di San Michele. Poi il Gargano, l’isola di Simi, fino al Monte Carmelo.

 

E se il Trasimeno, con la sua Isola Maggiore e la sua piccola pieve, fosse sulla stessa linea?

 

Fornaciari San Michele

 

Questo è ciò che pensa anche Fabio Fornaciari nel suo libro San Michele, la sua linea e l’isola Maggiore. Mito e realtà su San Michele e il Trasimeno, il quale aggiunge, inoltre, che proprio quella piccola pieve ne potrebbe essere il centro.

 

Chissà!

 

Una linea che provenendo da Nord-Ovest trova il suo centro in un lago a forma di cuore.

 

L’unica cosa certa è che tornerò qui a rivedere il lago che si fa coppa.

 

 

Vieri Terreni