La posta dei lettori

Redazione

La posta dei lettori

 

letterina

Oggi, dopo il grande successo, soprattutto fra i giovanissimi ma anche fra tanti adulti, della saga di Harry Potter, si scrivono dei libri e si girano dei film ispirati in qualche modo alla magia. Mi domando perché tutto questo interesse, in un momento in cui ci si è staccati dalla religione, dalla fede, e si dice di non credere piú a niente. Non si crede piú nel divino ma si crede alla magia? Da cosa nasce quell’impulso? È positivo o negativo? Come accordarlo noi con l’insegnamento steineriano? Sarei grato di una risposta.

 

Attilio B.

 

 

L’uomo è arrivato a negare lo Spirito. C’è ancora una parte dell’umanità che è ancora attaccata all’antica religiosità, alla tradizione, ma il numero diminuisce di anno in anno, man mano che avanza la scolarizzazione e il tipo di insegnamento, ateo e materialistico, impartito nelle scuole. Però quando si toglie qualcosa nell’anima, viene a crearsi un vuoto, e questo vuoto deve in qualche modo essere riempito. Quindi, dove non c’è piú la fede, il credo nella dimensione spirituale, si compensa con il magico, il fantastico, il portentoso oppure l’orrorifico, il demoniaco, o ancora il sogno di una umanità dotata di poteri straordinari come i supereroi dei fumetti.

 

Sappiamo che la magia antica agiva sul corpo eterico. Era un’arte che però aveva le sue deviazioni: solo una piccola parte rispondeva a una funzione spirituale pura. Accanto a questa c’erano forme meno pure e altre decisamente deviate. Se vogliamo interessarcene, a scopo di studio e di conoscenza, è preferibile dedicarsi a considerare solo le forme positive della magia antica.

La tendenza del­l’uomo a ricongiungersi con il Divino cercando di dominare la natura, non di conoscerla nel senso attuale ma di dominarla e di tenerla a bada, è stato insito nell’uomo fin dai primordi. In questo c’era la possibilità, per il mago o per l’asceta, di un congiungimento con l’Io superiore, per mezzo di tecniche che erano state insegnate agli uomini dalle Guide spirituali, e perpetuate in seguito, secondo la tradizione, dagli Iniziati, ricevendone anche dei poteri e la possibilità di acquistare delle forze. Questo però sempre su un piano non individuale. Ossia attraverso formule, meditazione, preghiera, disciplina fisica e mentale, alcuni esseri sviluppavano un collegamento con Entità spirituali di cui si ritenevano strumento, e alle quali si aprivano mediante diverse forme di magia o di yoga.

 

Volendo parlare solo di magia bianca, sappiamo che attraverso essa si conqui­stava una saggezza giusta per l’epoca, e ci si apriva all’Universale divino che portava l’umano nella retta direzione. Era un grande un potere quello che si acquisiva, al quale però doveva corrispondere una specchiata moralità. Questo potere era riconosciuto al mago, all’asceta o al saggio da tutti i componenti della società in cui viveva, tant’è vero che a quei tempi avveniva che alcuni re si consultassero con dei maghi, come nel caso del re Artú con il mago Merlino.

 

Questa situazione precede l’epoca attuale, e nel tempo è stata attuata tutta una serie di preparazioni per il momento in cui sarebbe subentrata l’anima cosciente. A quei tempi si usava dire che l’uomo aveva “il senso della natura”. Per questo egli considerava di non aver bisogno di conoscerla, nel modo in cui oggi la conosce la scienza, perché realizzando il contatto con il Divino questa magia dava il modo di percepire le forze della natura e forniva anche la possibilità di dominarle. In effetti si sviluppavano grandi poteri, che permettevano di camminare sul fuoco senza bruciarsi, di sorvolare una montagna senza toccare con i piedi il terreno, di trasformarsi in altri esseri, di assumere anche forme di animale, o di rendersi invisibile. A questi poteri, detti siddhi secondo il termine sanscrito, si aggiungevano intuizioni profonde che rendevano inutile la scienza: attraverso la magia si conosceva intuitivamente, per ispirazione diretta del Divino. In questo però c’era una mancanza di individualità.

 

Intanto si avvicinava l’epoca in cui un tale modo di apprendere e di agire sarebbe finito, e si sarebbe passati dalla posizione che potremmo definire con la frase “Il Divino opera in me”, alla diversa e nuova posizione definita dalla frase “Il Divino è in me”. Rudolf Steiner ci spiega molto approfonditamente tutta la preparazione che è stata necessaria per arrivare all’anima cosciente, che si attua attraverso la personalizzazione del pensiero. L’uomo comincia a sentire il pensiero come suo, come qualcosa in cui si articola il suo Io, sentito come proprio, percepito al­l’interno del suo fisico, nel suo cervello.

 

È avvenuta una completa trasformazione dell’individuo, che è disceso piú profondamente nella materia, staccandosi dal collegamento che aveva con la Divinità. Il grande aiuto che Michele ha dato all’umanità attuale consiste nella nascita del pensiero individuale, nel pensiero dell’Io. L’uomo antico aveva un collegamento con il Divino attraverso il suo eterico. Ma a un certo punto il corpo eterico ha perso la possibilità di avere una comunione con la zona in cui si svolgono i pensieri, e questo ha fatto sí che l’uomo di oggi senta i suoi pensieri nella propria individualità.

 

Steiner ci parla dei gradi di discesa dal Mondo spirituale, dalla coscienza ispirata, immaginativa, fino al punto in cui l’uo­mo si prepara ad articolare il pensiero unicamente attraverso il fisico. Questo viene però accompagnato dalla forza di Michele, che gli dà la giusta direzione per tornare, con la propria volontà, a ricollegarsi con la sua potenza originaria. Quando l’uomo è arrivato a dire e a sentire “Io penso”, si è trovato in una situazione nuova, che però egli non avverte, definita dal Dottore addirittura “tragica”. Il Cristo ha detto: «Il mondo divino è dentro di voi, cercatelo». È ciò che dobbiamo fare. Questa è la nuova, moderna magia, la possibilità di riconquistare tutti i poteri che l’uomo conserva in sé, ma li ha dimenticati. Ritrovare la relazione con lo Spirito attraverso la conoscenza obiettiva dell’oggetto, sia quello costruito dall’uomo sia quello presentatoci dalla natura. Risalendo il flusso del pensiero, secondo l’insegnamento di Rudolf Steiner, e ribadito nell’insegna­mento di Massimo Scaligero nelle parole pronunciate durante le sue riunioni e scritte nei suoi libri, si attua la risalita al pensiero originario, dalla cui fonte traevano i propri poteri i maghi, gli asceti e i saggi dell’antichità.

 

Naturalmente questo presuppone una salda moralità, altrimenti, entrando in una dimensione in cui operano gli Ostacolatori, si può verificare un guasto del corpo eterico. Si può scadere nella zona in cui agiva in passato, e agisce tutt’oggi, la magia nera. Noi vogliamo invece, con tutte le nostre forze, perseguire una magia solare, la stessa che nel passato, durante ad esempio l’epoca mistica cristiana, portava alcuni esseri dotati di profondissima devozione, a miracoli grandiosi.

 

Anche in noi si è operata una sorta di miracolo: la nascita dell’Io individuale. Questo Io nasce, secondo una espressione di Massimo Scaligero, “nel terreno del diavolo”. È una zona che confina da una parte con il Divino, dall’altra con i peggiori istinti. Sta al ricercatore della Scienza dello Spirito orientarsi nella giusta direzione.

 

Siamo in un momento storico molto difficile, Massimo diceva che il primo periodo del nuovo Millennio, quello che ora stiamo vivendo, sarebbe stato il piú difficile per l’umanità. Dico questo non per rendere chi legge allarmato o sconfortato, ma perché trovi la volontà di suscitare in sé la capacità di trarre dalla meditazione, dal lavoro interiore, dagli esercizi donatici dal Maestro dei Nuovi Tempi, le forze per recuperare il rapporto con la potenza del Cristo. Non dobbiamo avere nessuna paura, ma è un’epoca in cui è necessario pretendere molto da se stessi.

 

Oggi non ci si può concedere delle approssimazioni. Bisogna tendere a formare una rete, assai diversa da quella del web, una rete fraterna cui partecipare in occulto, per risollevarci dalla drammaticità del momento, operando una magia salvifica, derivata dal lavoro personale che ognuno deve fare dando a se stesso un comando interiore. Attueremo allora quella magia solare che ricollegherà il noi l’interrotto rapporto fra la Terra e il Cielo.