La Via mistico-iniziatica

Esoterismo
La Via mistico-iniziatica

IL CANTO SPIRITUALE DEL COSMO

Infinito

 

Dove si concepisce il Relativo, si genera l’Assoluto; dove si concepisce l’Assoluto, si genera il Relativo, ma ogni volta nel loro punto d’incontro si produce occulta­mente il loro dissolversi nella Vera Consapevolezza dell’Incondizionato o Indeterminato Nulla, pur se non sempre percepito.

 

Cosí sempre avviene per ogni espressione duale, se vissuta intimamente, come: Io-non Io; Essere-non Essere; Manifesto-Immanifesto; Evoluzione-Involuzione; Veglia-Sonno; Vita-Morte; Finito-Infinito; Vuoto-Pieno; Tutto-Nulla; Spirito-Materia; Soggetto-Oggetto.

 

Queste espressioni, pur rispecchiando idee, concetti, pensieri e parole di un universo manifesto di cose, di esseri, di sentimenti, di azioni, d’immagini, di esperienze, tentano di circoscrivere in modo duale, a volte univoco, ciò che non può essere determinato con nomi limitanti e definiti, perché elementi di vita cristallizzata di un’altra realtà da cui provengono, anche se sottilmente ancora vi appartengono: la Vita dello Spirito Infinito.

 

Si riconosce cosí di vivere in un mondo di morte, dove la vita fisico-materiale uccide la vita manifesta per perpetuarsi e non estinguersi. È il sentirsi relegato in un cosmo di tenebra a cui l’este­riorità materiale dell’uomo appartiene e in cui la coscienza umana, pur nella sua interezza, non può sfuggire se non scende nelle profondità del proprio Puro Io Animico in un’azione mistico-iniziatica per giungere al nucleo del proprio essere.

 

È l’immettersi nell’Opera che porta all’Illuminazione, conosciuta anche come bodhi, il risveglio; mokṣa, la liberazione; prajna, l’intelligenza, la conoscenza, la saggezza suprema; satori, l’esperienza del risveglio, e alla conoscenza estatica della propria realtà trascendentale condividente nell’immer­sione in Sé, il samādhi prodotto dall’unione con Jīvātman. Congiunzione ottenuta attraverso la vi­sione profonda o la contemplazione profonda, nel vuoto dell’intuitiva Natura della Realtà o Sé, sia in una prima fase come Puro Io Animico sia poi nella fase finale come Logos Cosmico. Realizzazione sviluppata con l’evoluzione esperienziale nell’allargamento di coscienza con il percorso concentra­tivo della Via del Pensiero, cioè la comprensione, l’utilizzo e la vita delle qualità mentali legate metafisicamente al pensiero, al concetto, all’idea, all’immagine mentale, al sentire, al volere e alla coscienza, conducente alla Vera Consapevolezza dell’Essere Assoluto: la mèta di ogni reale ascesa, la Luce di Vita.

 

La stessa che si ha in altre tradizioni, anche se attualmente con modalità e qualità diverse, quali la formazione della mente con lo stato di perfetta equanimità e consapevolezza, utilizzando la concen­trazione su un punto singolo inteso come pensiero applicato e attento, il discernimento pensante, la comprensione, l’utilizzo e la vita delle qualità metafisiche. Operazione di cui l’aspetto mistico non è da intendersi nel comune senso passivo di fede o di ricezione di dono o grazia, ma come esperienza di vita interiore che porta, nella realtà superiore, a sviluppare le capacità psichico-eteriche e animico-spirituali conseguenti all’attivo percorso iniziatico. Cosí che in esso il dono o la grazia, legato al­l’Anima Vivente Individuale, possa condurre a esternare nella coscienza le qualità animiche innate, preconquistate in epoche diverse, quali il sapersi incantare ed elevare spiritualmente, favorendo con ciò una sottilizzazione della sensibilità eterico-astrale e poi animico-spirituale. È provocare il canto dell’anima e la conseguente apertura del cuore spirituale.

 

Arcangelo Azrael

 

Azione che, portando a nudo l’immortalità della propria anima, permette da un lato di riconoscere il senso della pro­pria incarnazione e di svelare nelle incarnazioni precedenti l’opera di Azrael, l’Arcangelo della Vita e della Morte, e dal­l’altro di staccarsi dalla materia o da prakṛti e, immergen­dosi nella propria fonte di vita, vincere la paura della morte psicofisica, ponendosi cioè nell’Essenza Animica, il nucleo eterno dell’Anima Vivente Individuale, vivendo nell’eternità del Puro Io Spirituale e dell’Io Cosmico o Cristo, cioè nel­l’Anima Vivente Cosmica o il manifesto e l’immanifesto, il Tutto e l’Incondizionato o ”Indeterminato Nulla” come stato fondamentale del proprio Essere Spirito.

 

Pochi, veramente pochi, sono i ricercatori o gli asceti in grado di modificare la struttura del proprio pensare, renden­dola libera da concezioni sensoriali sia sottili sia grossolane, e di capire profondamente, in un contesto piú vasto, il senso realizzativo della philosophia perennis. Ciò permette di immettersi consapevolmente e di speri­mentare attivamente la via mistico-iniziatica, o gnosi, affinché il vedere, passando progressivamente dalla coscienza di “blepo – comprendere fisicamente – a quella di “theoréō” – teorizzare mentalmente, e poi a quella di “horao” – contemplare con il cuore – possa sfociare volitivamente nell’immersione dell’anima e, se favorito dallo Spirito Santo, nella percezione della Luce del Pnêuma, quale trasfor­mazione animica dell’“uomo ordinario o psichico” in “uomo pneumatico”, per poi giungere alla Visione dell’Uomo Spirito.

 

Immettersi nella visione della Luce dello Spirito, da non confondere con la luce fisica o con quella onirica o con quella eterico-astrale – che sono velature progressive della Vera Luce percepite come piani – è il passo esperienziale necessario e fondamentale per giungere alla Luce del Puro Io Spirituale e alla Luce d’Amore dell’Essere Assoluto. Tale distinzione di Luce, necessaria ma non sostanziale, poiché ogni tipo di luce proviene dallo Spirito, serve per capire che la vera Luce dello Spirito che qui si percepisce non è la luce che comunemente s’intende o comprende, ossia perce­pibile con gli occhi fisici o con l’occhio della mente, essendo per il mondo manifesto un Nulla di un Vuoto Abissale, essa è la Luce metafisica dell’Io che si manifesta quando l’anima, immergendosi nell’Essere Assoluto entra nel quarto stato di coscienza: per avvicinarci alla sua realtà, è Luce Crea­trice di Vita, Sostanza dell’Essere Vivente, cui fa capo ogni Ente.

 

Per essere ancora piú chiari, si può dire, che della Luce dello Spirito si conoscono e s’intendono unicamente gli effetti manifesti, che vanno dal piú grossolano al piú sottile e, anche quando si per­cepisce in altri stati o piani, è sempre rapportata a questo piano di esistenza. Solo immergendosi contemplativamente nella Luce d’Amore dell’Essere Assoluto si può intuire la Luce Creatrice di Vita e scoprire che la Luce Spirituale non ha collocazione o definizione manifesta, né può essere rapportata ai piani sottili, anche se è la causa di tutta l’esistenza e può essere considerata centrale nell’Essere e base dell’Esistere dell’Immaginazione Creatrice.

 

Pertanto è per questa Luce Spirituale che è in noi che ogni scuola iniziatica esorta i propri studiosi e discepoli a cercare, riconoscere, esternare ed indagare, tramite la loro disciplina e la loro guida.

 

È in definitiva l’invito a scoprire, tramite la Luce Divina che è in noi, la physis – la natura – intesa come la intendono i presocratici: nascita, origine e principio di tutto (gli archè di Eraclito e Anassagora) oppure, in senso metaempírico e intellegibile, del mondo delle idee di Platone e non nel senso aristotelico di natura fisica, se non come cristallizzazione dello Spirito. È vedere la nostra natu­ra spirituale. È percepire la forza di tale natura che è in noi e con essa vedere la divinità ordinatrice del Kosmos, capace di far sviluppare misticamente, nella nostra anima, Aretè,  la virtú; neme, la memoria; Pistis, l’autenticità; Sophia, la sapienza.

 

Spirito Santo

 

È vedere, detto in senso cabalistico, il Creatore, il “Borè”, interpretato nell’accezione semantica di “Bo” (vieni), “Rè” (vedi), o Logos, quale conclusione nel per­cepire il in sé. In sintesi è l’entrare in contemplazione pro­fonda che porta a percepire intuitivamente il Puro Io Animico, vedere lo Spirito e immergersi nella Luce dello Spirito Santo, operazione che, portando in essere la visione intuitiva del , dà valore alla gnosi e permette di vedere non con gli occhi ma col cuore il Puro Io Spirituale o Logos e, varcati e superati i Mondi di qualsiasi tipo, immergersi e unificarsi nell’Essere Assoluto al centro spirituale del luminoso divenire divino.

 

Percepire l’Uomo Spirito è ristabilire gerarchicamente nella coscienza riunificata di conscio, inconscio, subconscio, sopra­conscio e superconscio il ruolo che ha l’Essenza dell’Anima Vivente nel collegare lo Spirito pietrifi­cato con la Luce Spirituale dell’Ente Angelico insito nell’essere umano. È liberare la Pistis Sophia Animica dal giogo del Drago Arcontico, che con i sensi fisici la incatena nella concezione mate­rialistica del perpetuarsi della vita, o peggio ancora, nel concepire se stessa e il proprio Spirito come definito o come frutto casuale della materia cosmica, facendo dimenticare l’originaria realtà pneumà­tica di essere del tutto il Ruah, il Luminoso Soffio Vivente dello Spirito di Dio.

 

Si scoprono, cosí, le fondamenta del manifesto e dell’immanifesto e si riconosce “nell’Oltre”, la fonte da cui sgorga la percezione del Puro Io Animico e poi quella dell’Uomo Spirito o Puro Io Spirituale, nell’identità unitaria con l’Io Cosmico o Cristo e con lo Spirito Divino: il Logos.

 

L’essere precursore è ciò che è richiesto all’uomo dall’Anima Vivente nell’attuale stato dimen­sionale di coscienza, affinché possa giungere a sperimentare cognitivamente la provenienza e l’iden­tità del proprio essere con l’“Oltre”, in particolare nel suo aspetto di Essere Assoluto fondente l’Uno e il Tutto in un intersecarsi di Vera Autoconsapevolezza dell’Incondizionato o “Indeterminato Nulla”, quale insieme unitario non frammentabile di negazione metafisica, ontologica e psicologica, col proprio Sé. È l’autoriconoscimento dell’identità inscindibile dell’Essere Assoluto con l’Autocon­sapevolezza operante come fuoco ardente del Logos e nell’immanifesto come vuoto silenzioso di buio sfavillante del divenire del mondo delle idee. È l’esperienza beatifica della vera libertà scatu­rente dalla sorgente di vita che, nella trascendenza dell’essere umano, risuona come Fuoco d’Amore, nella pura coscienza del pensare che è la piegatura della Luce dello Spirito producente il Pensiero Intuitivo, come Pensiero Puro, Pensiero Vivente, Luce Pensiero e nell’immanenza dell’Essenza del­l’Anima Vivente e nella consapevolezza di essere Spirito convergente nell’Essere Assoluto come Suono di Luce d’Amore Cosmico-Universale.

 

Per operare questa trasformazione, è necessario all’asceta acquisire uno stato proveniente dalla conversione di coscienza di un pensare in grado di superare il riflesso e la dualità e di tornare al suo vero stato intuitivo. È il fluire dinamico di coscienza pura o supercoscienza dal centro pre­riflesso del cuore spirituale, il fulcro metafisico precerebrale dell’intuitiva attività pensante, avvol­gente nel Puro Suono e nella Pura Luce Spirituale il mentale microcosmico. Possibilità data da una pura coscienza pensante che, pur contenendo in sé la logica, la speculazione e la deduzione nella linearità e nella conseguenzialità come frutto dei vincoli di spazio e di tempo, sia capace di dinamys per immettersi intuitivamente nel pensare, nel volere e nel sentire divino cosí da trasportarla in uno stato noetico e immaginativo di vita, fuori da piani di pensiero, di sentimento e di volontà, al punto di annullare lo spazio e il tempo.

 

Eden

 

È la luminosa contemplazione del Sé conducente al bea­tifico stato divino. È lo svelarsi della chiara conoscenza che­rubica, indicante all’anima, con la visione e con la contem­plazione profonda del , il percorso realizzativo per il ritorno dal manifesto all’iperuranio o mondo delle idee, fino a giun­gere al metafisico aspaziale e atemporale fulcro divino dello Spirito. È comprendere esperienzialmente il ruolo di guardia che hanno i Cherubini e la fiamma della spada folgorante per custodire la via iniziatica verso l’Albero di Vita.

 

È in conclusione operare affinché sorga il Logos-Sole del Puro Io Spirituale, la Luce del Cristo Cosmico, nel centro ritmico multidimensionale di sé. È passare attraverso la purifi­cante porta di Fuoco d’Amore dello Spirito Santo affinché si possa accedere con forza volitiva alla Via di Folgore condu­cente alla caverna del cuore dove svetta l’Albero di Vita dalle cui radici sgorga copiosa l’Acqua di Vita Eterna. È resuscitare, destare e liberare l’Iside Sophia con la forza di Luce-Pensiero e con la “Coscienza Logoica” operante nella Luce del Sole Centrale, il Sole Polare o Sole del Nord, affinché risplenda il Sacro Amore dell’Essere Assoluto.

 

Cosí si sviluppa la Super Coscienza e si riconosce la me­diazione angelica dei Cherubini verso l’anima umana nel percepire il Suono di Luce che si produce nell’immersione nell’Essere Assoluto. Si capisce che se non ci s’immerge nel Suono della Parola Creatrice, intesa per estensione nel senso di Suono-Luce del Logos, non si entra nel centro di mezzo del Metafisico Universo situato nel nucleo spirituale dell’anima-Spirito e non si riempie la mente del suono di luce primordiale. È il percepire l’OM o AUM, la parola creatrice, non udibile con gli organi psicofisici o eterico-astrali, perché sperimentabile solo interiormente quando ci si collega con la fluidica forza infuocata del volere-pensiero nel centro metafisico della testa. È il prodursi del Suono Cosmico Universale dentro e fuori di sé, è vivere l’in­contro del Suono Vibrazionale con lo Spirito Santo quale momento preparatorio alla comprensione della Vera Luce.

 

In verità Suono Cosmico Universale e Vera Luce condividono lo stesso istante dell’atto creativo dello Spirito Santo, ma concepiti in tempi diversi dal divenire in essere dell’Anima Universale. Cosí si scopre che il prodursi del Suono Vibrazionale è il palpito del manifestarsi dell’Essere Assoluto che dallo Zero in sé, dove il Tutto e il Nulla si compenetrano, si fa Uno nell’essere Trino e che genera il “Fiat Lux” in un eterno continuo fluire di Vita Spirituale. Suono di Vita che è capace di produrre da un’intensità infinita, la Luce di Vita quale Suono di Luce Cosmico-Universale. Luce Spirituale che vibrando si condensa nella forma, ma che comunque è individuabile in ogni manifestazione del crea­to, sia sottile che grossolana, quale presenza immanente dello Spirito Santo. È in sostanza il perce­pire la Luce dello Spirito in ogni essere, in ogni ente e in ogni cosa che ci circonda. È in definitiva la manifestazione, fisica o metafisica, dell’“Et Lux Facta Est”.

 

Cosí si avverte che ogni essere o ente sottilmente vibra, e nel vibrare porta in essere la sua spe­cifica nota sonora con la quale contribuisce allo scambio di Luce d’Amore del creato nel Canto Spirituale del Cosmo, conosciuto comunemente come la “Musica delle Sfere”.

 

Concentrazione

 

Sapersi interiormente ascoltare è per l’asceta della Via del Pen­siero udire continuamente il “Fiat Lux” quale Suono Cosmico in un indeterminato Centro Vibrazionale normalmente concepito dalla co­scienza umana nella testa, ma che ha il suo reale centro nel Puro Io Spirituale, nella Coscienza Cristica, nel centro metafisico del cuore.

 

Accettare nella concentrazione profonda il continuo Suono Vibra­zionale dell’OM o AUM è consentire il condensarsi della Luce Spirituale davanti alla propria anima. È percepire il vibrare della energia vitale in ogni cosa e in ogni cellula del proprio corpo fisico fin su nei corpi sottili. È l’attivarsi dei chakra in un potente e pro­fondo suono silenzioso carico di Luce Eterico-Astrale dello Spirito.

 

Dunque percepire la sua vibrazione sonora è carpire intuitiva­mente il segreto della sua nascita metafisica e spirituale, ricondu­cibile alla manifestazione dell’Essere nel piano mentale. È questo il presupposto di potenza per poterla far scendere nella laringe e mani­festarla nella comune parola, cosí che quando sono formulati i man­tram, questi si carichino di potere e luce spirituale al punto da far vibrare e risuonare l’anima, elevandola e permettendole di operare cosmicamente nello spazio circostante.

 

Pertanto non sono i Cherubini che impediscono l’entrata nel Giardino dell’Eden o nei Mondi Spirituali, ma è l’anima pietrificata dell’uomo, che non essendo in grado di vibrare e di immergersi nel Suono di Luce dell’Intelligenza Divina non riesce a superarne la soglia. Per questo, per riuscire a varcarla, è necessario spiritualizzarsi, armarsi del Fuoco del Volere o Amore per lo Spirito Santo e del Suono di Luce, la Luce del Logos o Luce-Pensiero, la Luce-Folgore.

 

Azione che, allargando la coscienza nel donarsi alla divinità, dischiude la caverna mediana o centro del cuore ed espandendosi permette di entrare nei mondi interiori e poi al rintocco di un “bronzeo suono mistico” varcare per proiezione la porta superiore o centro metafisico della testa, collegante il mentale microcosmico con quello macrocosmico, per poi accedere al nucleo multidimensionale e multispaziale dell’Essere Assoluto; gli infiniti stati e stadi dell’Essere.

 

Questo permette di inglobare e di distinguere sia nella contemporaneità sia nella consequenzialità il manifestarsi degli stati multidimensionali del divino e il loro annullamento sia in sé sia fuori di sé come respiro cosmico dell’Essere Assoluto producente ritmicamente il manvantara, la manifesta­zione, e il pralaya, la dissoluzione o il riposo, sfocianti nella palingenesi divina. È vivere in sé “l’Oltre” in un’identicità di riconoscimento nell’Essere, dove le domande esistenziali perdono totalmente senso e valore, e dove il Tutto è presente in un Nulla d’infinita espansione e contrazione quale indefinibile sviluppo potenziale del divenire statico, pur dinamico nella matrice fondamentale, in ogni eventuale piano e in ogni forma di esistenza confluente nel profondo vuoto di sola pura intensa Autocoscienza del Sé.

 

Illuminazione

 

Difficoltà immensa è il descrivere stati dell’Essere, perché rispecchianti gradazioni multiple, ma unitariamente istantanee dello Spirito infinito, e perché spesso si sfocia in contraddizioni e in ossimori per cercare di riuscire a tradurli in un normale pen­siero logico-deduttivo e in una coscienza immersa e abituata a vivere solo il manifesto. Questo porta a toccare la realtà e la “relatività spirituale” comprensibile solo quando si produce la Illuminazione di coscienza dell’anima. Anche se questo stato non sempre si vive in modo continuo, perché, richiedendo una particolare condizione intuitiva nel sentire animico coinvolgente il creato, comporta un nuovo modo di pensare, di sentire e di volere quale Consapevolezza Spirituale Assoluta. È questa il tipo di consapevolezza che è generata dal pieno sviluppo delle potenzialità del piano mentale, sia inferiore che superiore, attraverso il pensiero puro e il flusso dinamico di co­scienza pura dell’Io, il Quid, che nel tempo produce prima la liberazione, poi lo stato di consape­volezza, e la liberazione dal dolore, o piú propriamente lo stato dell’Incondizionato, il risveglio spiri­tuale, che permette all’anima di staccarsi dai sensi fisici, di penetrare contemporaneamente nei vari piani sottili e di divenire cosciente di vivere miliardi di vite diverse nello stesso istante, consentendo poi all’Io Animico di immergersi nella contemplazione profonda del e di confluire, dalla Visione del Sé, alla Vita nell’Essere Assoluto.

 

Capire la realtà e la “relatività spirituale” nella condivisione della Consapevolezza Assoluta del­l’Essere è fondere l’immanente nel trascendente e il trascendente nell’immanente. È scoprire nel­l’Essere il punto d’incontro del finito con l’infinito; il luogo dove ogni opposto converge, s’incontra e reciprocamente si annulla: tutto si dissolve nell’Autoconsapevolezza del Logos. Nulla è definito. Non si concepiscono né si vivono copie e coppie concettuali rispecchianti elementi fisici o metafisici noti o derivati, ma si è attivamente presenti all’incessante scaturire della Triplice Luce del Logos e del Fuoco Divino: la Forza-Potenza della Logoica Luce Fluidica impregnante e pervadente in un continuo divenire dell’Incondizionato Io.

 

È consentire l’espandersi della Pura Coscienza di chi vive nella cittadella del cuore, nella Co­scienza Cosmico-Universale del Logos. È percepire e concepire nel Fuoco, nel Suono e nella Luce Vivente del profondo, il pulsare della vita senza che questa abbia bisogno di forma o che si manifesti in Enti, ma come luminosa coscienza spirituale del Puruṣa. È riconoscere la vita nell’“Oltre” sia nell’identicità simultanea dell’infinito piccolo e dell’infinito grande, sia in qualsiasi stato del Fuoco Trasformante, del Suono Vibrazionale e della Luce Sfolgorante dello Spirito, essendo in verità il vivente, il vibrante e lo sfavillante “Oltre”, il motore immobile: la Vita dello Spirito-Universale.

 

 

Giotto Pierrogi (1. continua)