La Via mistico-iniziatica

Esoterismo

La Via mistico-iniziatica

Spirito Infinito

 

Tutto è l’Incondizionato Spirito. La materia è Spirito. Il Nulla è Spirito. La Vita è Spirito. L’Anima è Spirito. La co­scienza è Spirito. Ogni essere o ente, ogni piano, ogni corpo sia grossolano sia sottile, ogni elemento metafisico o eso­terico, ogni energia, ogni centro energetico di organi sottili o grossolani, ogni cosa, compreso ciò che l’uomo può sentire, volere, pensare, sperimentare, percepire, creare, immaginare, intuire, sognare, è Spirito. Siamo tutti collegati attraverso Lui. È la sostanza dell’Essere Assoluto, dell’Incondizionato o Indeterminato Nulla, del Logos. È l’unico campo di azione, il solo comune denominatore, l’elemento eterno e incorruttibile di ogni realtà sia essa fisica o metafisica, manifesta o immanifesta, inclusa quella realizzativa dell’uomo, essendone la quintessenza, da dove unitariamente tutto proviene e dove tutto torna pur non appar­tenente a nessuna realtà concepibile e inconcepibile, perché è lo Spirito Santo di Dio, il Paraclèto, il Fuoco Divino.

 

Sperimentare attivamente la maestosità dello Spirito Santo significa superare la dialettica e l’in­tellettualismo, immettendosi cosí nella via mistico-iniziatica o gnosi o via dell’Essere, sia quando si segue come via del pensiero o via cosciente o via occidentale, sia quando si segue come via del cuore o via dell’anima o via del sentire, sia quando queste stimolano la via del volere o via solare.

 

Tuttavia è da segnalare che per ottenere la massima apertura realizzativa dell’anima, la via del pensiero, la via del cuore e la via del volere devono svilupparsi all’unisono e confluire nella via del­l’Essere o via della pura conoscenza perché mentre la prima lavora principalmente sulle energie ete­rico-mentali ed eterico-spirituali, la seconda agisce specialmente sul percepire e sul sentire animico-spirituale e la terza opera specificatamente sulle energie del profondo e sulla potenza eterico-astrale dello Spirito. Queste vie, fondendosi insieme nella via della conoscenza o via del fuoco primordiale, permettono operativamente allo gnostico, in un determinato momento del percorso iniziatico, di integrarsi e riconoscersi nel Puro Io Animico quale Spirito immerso nello Spirito Infinito contenente il Tutto e il Nulla nell’abbracciante Mente Cosmica Universale nel proiettare pensiero, coscienza e conoscenza logoica in un divenire cosciente dell’Unitaria Vera Consapevolezza Spirituale con l’Es­sere Assoluto: vero fondamentale scopo realizzativo e conoscitivo del percorso mistico-iniziatico.

 

Superare la ricezione dialettica della cultura iniziatica è il primo passo che deve fare chi vuole sperimentare in prima persona le rivelazioni date dallo Spirito, e non restare nell’esteriorità dei prolegomeni della scienza iniziatica, conoscenza necessaria mentalmente per un inquadramento or­ganico della materia sia in senso conoscitivo, sia in quello metafisico, mistico e realizzativo, ma che non porta a nulla se non è sostenuto dall’esperienza spirituale. Conoscenza che si consegue attra­verso il percorrere sottilmente e volitivamente la via o il viaggio mistico-iniziatico con le sue stazioni o tappe, affinché la coscienza ordinaria, allargandosi ed espandendosi, si trasformi in pura coscienza o super coscienza, essendo questa fondamentale per il riconoscimento del Puro Io Animico condu­cente al Puro Io Spirituale e poi all’Essere che dona, nell’integrazione, l’immediata realizzazione e la completa Illuminazione.

 

In realtà, la vera realizzazione non è nelle letture e nelle speculazioni spirituali o filosofiche, nelle tecniche psicofisiche, a volte con valenza mistica, e nelle esperienze metafisiche, se pur necessarie e confortanti, ma è nell’individuale sviluppo animico-spirituale che conduce all’immersione estatica e al samādhi nella Pura Sostanza dell’Essere Assoluto, l’enstasi, soprattutto nella contemplazione, nella visione e nell’attenzione profonda volta verso il Puro Io Spirituale, il Logos, e che permette di co­statare che la meta è già presente nelle profondità della matrice di pura coscienza del proprio essere interiore, sperimentabile attraverso lo sviluppo meditativo della quiete mentale e della visione pro­fonda, anche se non riconosciuta esteriormente nella comune vita profana.

 

Realizzare l’unione di sé con il Logos, e la contemplazione profonda del , e l’entrare nella Sostanza dell’Essenza Divina equivale ad immergersi nell’Acqua di Vita Eterna scaturente dalla fonte nella caverna del cuore, cosí che, lasciandosi totalmente compenetrare da Essa, si venga inte­grati nello Spirito Universale o Spirito Santo per poi Risorgere a Nuova Vita.

 

Tuttavia per Risorgere a Nuova Vita o riconoscersi luminosa-sonora Coscienza dello Spirito è indispensabile saper morire, ossia passare attraverso la Morte Iniziatica, sperimentabile nello spro­fondare nell’abisso e poi superarlo risorgendo, come per morire iniziaticamente è necessario saper rinascere spiritualmente, cioè permettere e conseguire la Nascita Mistica.

 

In sintesi la Nascita Mistica, la Morte Iniziatica e il Risorgere a Nuova Vita sono il senso pro­fondo del cammino iniziatico. È il progressivo percorso che il ricercatore dello Spirito deve affrontare interiormente per convertire progressivamente stati di coscienza in stadi di consapevolezza conseguendo, cosí la trasformazione sottile dell’anima nell’Uomo Nuovo o l’Uomo Spirito, cono­sciuto anche come Adam Qadmon, l’Uomo delle origini, l’Antico, l’Uomo Primordiale, il Perfetto, il Cigno Supremo o Paramhansa, l’Uomo Vero.

 

Via di trasformazione indicata mantricamente nel motto rosicruciano comparso nel 1614 nel Manifesto R+C della Fama Fraternitatis nella forma:

 

Ex Deo nascimur In Jesu morimur Per Spiritum Sanctum reviviscimus.

 

Ex Deo nascimur

In Jesu morimur

Per Spiritum Sanctum reviviscimus.

 

e revisionato da Rudolf Steiner in:

 

Ex Deo nascimur

In Christo morimur

Per Spiritum Sanctum reviviscimus.

 

 

A prescindere dall’aspetto mantrico, utilizzabile all’inizio di ogni seduta meditativa per aiutare l’anima a volgersi al proprio centro, esso è rivolto al serio ricercatore che aspira alla realizzazione e che è capace di comprendere dall’esperienza iniziatica cos’è Materia, cos’è Corpo, cos’è Anima, cos’è Spirito, ma particolarmente cos’è Amore dello Spirito, essendo l’Amore dello Spirito esteso al manifesto e all’immanifesto, elemento capace di aprire ed espandere l’anima provocandole la respi­razione pranica: il soffio di vita. È il respiro di vita o neshamah, irradiante e irraggiante un inde­scrivibile Amore avvolgente e vibrante. Questo, partendo dal centro multidimensionale del cuore, at­traversa l’anima veicolando sfericamente una corrente eterico-astrale ben determinata, che si espande in tutto ciò che la circonda e, ciò che è piú importante, la fa sprofondare, come unicità dello Spirito, nella pura coscienza del divino. È il propagarsi di tale Amore Divino che permette consciamente o inconsciamente di riconoscere la divinità in tutti gli esseri, e di conseguenza è esso il fondamento dell’amore per ogni ente. È “l’Amore per la Divinità” che è in sé e che è lo stesso “Amore per il Prossimo” poiché si riconosce negli altri esseri la stessa divinità che alberga nel proprio cuore: il primo passo iniziatico per la conoscenza spirituale del Graal.

 

coro dei Serafini

 

È questa vibrante respirazione pranica o respiro di vita o Vita Spirituale dell’anima, cui mirava e mira la disciplina del Prāṇāyāma occidentalmente superata, la causa della presa di coscienza delle caratteristiche del Puro Io Animico o Jīvātman, intese come percezione dei corpi – cioè “fisico, eterico, astrale e dell’Io”, come apertura e manifestazione dei centri sottili o chakra, e dello scorrere del prānā nel flusso delle correnti eterico-astrali e mentali in sé e fuori di sé. Per poi condurre il ricercatore a un’elevazione animico-spirituale avvolgente e contenente l’intero essere umano nel suo rapportarsi con l’Essere Assoluto in un’espansione senza limiti di puro Amore Cosmico, il Fuoco pervadente e auto-comburente dei Serafini. Ma soprattutto permette di intuire chi opera la trasformazione; chi si svela al centro del cuore; chi manifesta i mondi multidimen­sionali sia sottili sia grossolani; chi presiede all’Iniziazio­ne e chi porta in essere le necessità contestuali necessarie all’iter iniziatico innestandovi aperture spirituali ataviche preconseguite, al fine di completare la trasformazione realizzativa. In particolare è rivolto all’anima attraverso l’elemento che nasce tra anima e materia, cioè tramite il figlio dell’anima legato alla materia, ossia al “non io”, o ego, che accetta di essere Iniziato per scoprire in sé il Puro Io Animico e poi il Puro Io Spirituale e non perdersi nel “non essere” o nella tenebra.

 

In sostanza tutto il viaggio iniziatico incomincia dalla Nascita Mistica o Spirituale prodotta dal­l’Iniziazione. È dunque l’Iniziazione che consente all’anima, per ignificazione ascetica, di volgersi al proprio centro spirituale e di divenire cosciente di essere immersa nel Calore, nel Suono e nella Luce dello Spirito, poiché la materia è Spirito condensato e cristallizzato, e tutto ciò che la circonda sono Enti dello Spirito rispecchianti l’Essere Assoluto attraverso lo Spirito Vivente che opera Michelica­mente sia nel pensare, sia nel sentire, sia nel volere, sia nei loro aspetti evolutivi coperti dall’illusione o Māyā. Lo spirito è identico a se stesso ed è necessario fare il cammino inverso alla sua discesa nello Spirito condensato e incamminarsi verso chi risiede nel proprio centro spirituale al fine di ricor­dare, e cosí annullare, il riflettersi della propria Luce Primordiale nel manifesto e nell’immanifesto. È trovare il percorso verso la “Montagna Sacra” o “l’Albero della Vita”. È iniziare la risalita verso il Sole Centrale, il Nulla Infinito o l’Incondizionato, nella corrispondenza del microcosmo e del macro­cosmo proteso nel Vuoto Pieno dell’Io.

 

Per realizzare quest’opera la coscienza, o la consapevolezza dell’anima, deve iniziare a essere di­retta verso se stessa e verso il suo centro d’origine o Eterna Essenza Adamantina, per poi essere tra­sportata per trasferimento nella Pura Coscienza Cosmico-Universale dell’Essere Assoluto. Lí ogni tipo di coscienza e di consapevolezza è integrata in essa, compresa quella legata al mondo materiale, essendo la Pura Coscienza il quarto stato di coscienza: l’assoluta essenza del in sé quale espe­rienza della verità ultima, cioè la Consapevolezza Assoluta del Sé, il suo Stato Originario, la “Luce Infinita”, prima di poter entrare nella fugace esperienza conducente oltre il quarto stato di coscienza, dove, nello scendere al centro dell’Essere Assoluto, la coscienza del in sé si scioglie nel farsi presen­za vivente dell’insondabile divenire dell’Incondizionato o Indeterminato Nulla. Coscienza, scienza, conoscenza, pensiero mentale, pensare, sentire e volere, pur essendo stati importanti e determinanti per il risveglio e per l’ascesi, tornano a essere substrati della vita dell’Essere Assoluto e non ha alcun valo­re il manifestarli o il non manifestarli, o lasciarli in potenza, rispetto alla “Vita nello Spirito Santo”.

 

Tralasciando il caso molto raro dell’immediata realizzazione e della completa Illuminazione lega­to allo sbocciare dell’improvviso risveglio nella pura consapevolezza interiore, l’anima, per dirigere la coscienza verso la sua Essenza o Nucleo Eterno, deve, tramite catarsi, staccarsi operativamente dalla materia sia grossolana sia sottile, e, interiorizzandosi, traslare nel suo centro.

 

È questa azione che produce la capacità intuitiva dell’Indagine Spirituale e un primo riconoscimen­to dell’essenzialità ascetica, che porta a sperimentare che i Mondi Spirituali sono piani di pensiero con il loro insieme di concetti, idee ed enti, e con la possibilità di intersecarsi con altri piani di pensiero, essendo tutti questi livelli multipli di coscienza della mente universale.

 

È pertanto il disidentificarsi dalla materia o da prakṛti che porta l’anima a poggiarsi progressiva­mente su se stessa fino a disciogliere la maya, o illusione, e conseguire l’Illuminazione, cosí da rico­noscere il proprio fondamento nel Puro Io Animico, e portandosi nello stato di mezzo vedere nella essenza del Puro Io Spirituale, il Puruṣa Cosmico, il Logos o il Cristo o l’Ātman convergere per fu­sione in Dio o Brahman, acquisendo cosí coscienza nell’Essere Assoluto.

 

Maestro e discepolo

 

Conseguire l’Iniziazione è dunque il primo passo che deve fare il ricercatore per giungere alla Nascita Mistica, intendendo per Iniziazione non le pratiche tratte da testi, perché sono solo preparatorie alla vera Iniziazione, né quelle cerimoniali, perché sono solo potenziali. La reale ignificazione della coscienza è conferita dal Maestro Interiore, quale risultato della ferrea volontà realizzativa dell’asceta di immergersi e fondersi nel Puro Io Animico, come d’altronde avviene per alcuni ricercatori quando si verifica il caso del risveglio di precedenti Iniziazioni, o quando interviene in aiuto un operatore legato esperien­zialmente al Maestro Interiore, coincidente a volte con l’istruttore spirituale.

 

Il risveglio di precedenti Iniziazioni è spesso determinato dall’eseguire le pratiche ascetiche, come la concentrazione, la meditazione, la contemplazione o altri esercizi esoterici, o da particolari stati d’animo, quali l’elevazione e l’esaltazione animico-spirituale, che permette di esternare nella co­scienza l’anamnesi delle qualità animiche innate indicate in genere come grazia, ma che in realtà sono reminiscenze del frutto realizzativo proveniente da percorsi iniziatici non conclusivi di pre­cedenti incarnazioni. Intendendo il ricordare precedenti incarnazioni non nel senso di rammentare manifestazioni corporee dell’Io nell’Anima, ma come iter di allargamenti progressivi di coscienza operanti, con la coscienza mentale di base, le trasformazioni animico-spirituali del pensiero o Manas e dell’intelletto o Buddhi, nell’essere individuale fino a recepire l’“essenza” o il “soffio vitale” del Sé o Puro Io Animico, per poi immettersi nell’Incondizionato.

 

L’incontro e l’intervento di un operatore occidentale è spesso un evento karmico preparato dal Maestro Interiore, come lo è stato per l’operatore, grazie al Sadguru, percepire l’ākāśa – l’etere, lo spazio celeste – sia in sé sia fuori di sé, e ricordare per intuizione iniziatica i tattva – lo stato reale, la realtà, il principio reale – che gli permettono di ricordare la prassi necessaria per trasferire o far pas­sare nella coscienza ciò che è presente nel sottile al grossolano, e a volte il viceversa, portandosi in centri metafisici di stadi di coscienza. Si ricorda cioè tra l’altro come si trasporta o si utilizza per questo scopo la coscienza esperienziale non dialettica ma operativamente realizzata, per la proie­zione di forza, di potenza, di suono, di luce e di energia sia eterica sia astrale sia di prāṇa o ki o pneuma, al fine di raffinare e liberare i canali o nāḍī, di risvegliare e attivare i centri energetici sottili o chakra e di sbloccare il loro passaggio per consentire al volere celeste o solare, anche nella sua accezione di Amore, e alle forze telluriche o del volere profondo purificato, di attraversare il loro vorticare. Nonché si ricorda il metodo di trasferimento di coscienza spirituale nel centro di sé. Azione che permette di far parteci altri asceti alla coscienza d’Iniziato e che può condurre per brevi attimi, se permesso dal proprio Maestro Interiore, alla coscienza cosmico-universale e all’Amore pervadente del Logos o Essere Assoluto.

 

In queste azioni non è l’operatore che agisce, ma il Maestro Interiore, presente sia nell’operatore sia nel ricercatore. Nell’operatore esso si manifesta in coscienza quando questi entra in contemplazione profonda, mentre nel ricercatore esso è nascosto: è l’Osservatore Nascosto, ed è solo potenzialmente presente nella coscienza come Puro Io Animico fino a quando, passando per la concentrazione pro­fonda, il ricercatore non lo intuisce in sé.

 

Pertanto, escludendo casi particolari, l’aiuto dell’operatore è inteso solo ed esclusivamente nel ren­dere partecipe il ricercatore della presenza del Maestro Interiore, praticando la concentrazione in co­mune sia in presenza sia a distanza. Queste due modalità hanno lo stesso valore per Puro Io Animico e per estensione per lo Spirito, perché essendo una infinita unità, lo spazio e il tempo non esistono.

 

Arild Rosenkrantz «Arcangelo Michele»

Arild Rosenkrantz «Arcangelo Michele»

 

Quindi per operare insieme, è necessario un identico intento spirituale tra l’operatore e il ricercatore volto verso il Sé. Il resto viene lasciato all’opera dell’Ente accompa­gnatore preposto a presiedere l’Iniziazione, l’Arcangelo Michele, essendo il protettore dell’intelligenza del piano mentale, incaricato di trasportare al momento opportuno l’asceta dalle tenebre della materia alla luce sfolgorante dello Spirito.

 

Come detto, in alcuni casi veramente particolari l’opera­tore può intervenire direttamente nell’Iniziazione. A tale sco­po l’operatore, appurata l’idoneità interiore del ricercatore e trasferendosi metafisicamente nel nucleo del Sé, può ope­rare in modo orientale, attivando i centri spinali sia eterici sia astrali, indicati in Oriente come foratura o apertura dei chakra, per consentire il passaggio del prāṇa e la risalita verso l’alto alla corrente o fuoco della Kuṇḍalinī, la co­scienza individuale, proiezione della śakti, la potenza, che si trova inanellata a forma di cobra dormiente alla base del coc­cige, oppure nella forma occidentale, liberando con l’energia di luce spirituale il canale centrale da ostruzioni psico-fisiche o karmiche, che impediscono alla coscienza del ricerca­tore il collegamento con la fonte interiore della coscienza, favorendo la Sua azione iniziatica e permettendo il manifestarsi della vera forza pensiero.

 

È qui, infatti, che a volte interviene, se l’autocoscienza del ricercatore è pronta, il Maestro Inte­riore, che affiancando l’operatore permette a lato della forza pensiero la discesa della Luce Spirituale Concentrata, il Fuoco Celeste, e quindi la comprensione, il riconoscimento e la connessione con la corrente della luminosa Colonna di Fuoco dello Spirito Santo: la Kuṇḍalinī d’Occidente. È in realtà il battesimo impartito dal Cristo con il Fuoco dello Spirito Santo. È l’opera pentecostale del Logos. È l’eterizzazione o spiritualizzazione del sangue prodotta dalla presenza nel centro ritmico del Puro Io Spirituale, dopo che il nucleo spirituale dell’anima si è riempito della presenza di energia luminosa prodotta dalla Luce del Logos e dal Fuoco d’Amore per la divinità percepito, nello stato del Turīya, in sé e in ogni essere del creato e producente nel centro animico o cuore il Satchitānanda (Satverità, Chitconsapevolezza, e Ānandabeatitudine): la vera azione realizzativa non dialettica del Graal.

 

Tralasciando il caso particolare relativo al Maestro Interiore, in genere l’operatore preferisce portarsi nell’alto mentale e operare occidentalmente sul mentale, trasferendo coscienza su un par­ticolare sottile e occulto centro metafisico di coscienza spirituale della testa del ricercatore. Tale punto è il centro metafisico della sede provvisoria del Puro Io Animico, impropriamente indicato come chakra, essendo in realtà la proiezione metafisica del piano mentale nella testa, e pertanto al di fuori da qualsiasi concetto di centro, di corpo, di spazio, di tempo e di dimensioni. Esso è la proie­zione del Logos Terrestre collegante il Logos Cosmico, causa fondamentale che favorisce, ad una coscienza centralizzata, sia l’eterizzazione o spiritualizzazione logoica della testa, sia la conoscenza del pensiero libero dai sensi, sia del pensiero vivente con sede nel centro metafisico dell’Io, il Pensiero Logoico, quale conversione della risalita dal riflesso, della Luce Pensiero e del Pensiero Folgore, sia il futuro passaggio della Luminosa Colonna di Fuoco cosí che il volere celeste possa passare da tale centro occulto della testa al centro occulto del cuore, la reale multidimensionale sede metafisica dell’Io. È la Via della Volontà Solare. È la Via di Fuoco dello Spirito Santo. È la Via del Graal.

 

In essa l’amore spirituale per la divinità e per il prossimo è indispensabile per assorbire l’Amore-Co­scienza dell’Essere Assoluto compenetrante l’intero Cosmo, cosí da permettere al centro occulto della testa di riempirsene e di trasportarlo per traslazione animica al centro ritmico del torace e renderlo coincidente e convergente con il centro microcosmico. Possibilità data dall’Immaginazione Creatrice quando viene caricata della Forza Pensiero del Puro Io Animico operante nell’anima: stato d’alto mentale in cui si alberga normalmente nella concentrazione profonda, nella meditazione profonda e nella contemplazione profonda.

 

Questo spostamento dell’Amore-Coscienza, incentrato nell’intuitiva coscienza del Puro Io Ani­mico e saturato dallo sferico centro metafisico del volere, è traslato dal centro occulto della testa al centro ritmico del cuore attraverso la discesa del volere-pensiero microcosmico lungo la schiena e il volere-sentire macrocosmico lungo l’asse centrale. Il loro fondersi nello sferico centro della sede del­l’Io Spirito porta alla loro risalita nel pensiero precerebrale, il pensiero vivente o solare, e alla con­sapevole presenza del Puro Io Animico nel manifestante corpo sottile dell’anima, il “Liṅgaśarīra”, e con essa al risveglio nello Spirito e alla progressiva illuminazione di coscienza. Lí la Luce della divinità si percepisce come Sole illuminante la caverna del cuore, ma privo di forma, che dilatando il torace si espande realisticamente oltre il corpo fisico nello spazio sia manifesto sia immanifesto, e nell’immateriale, l’inconcepibile Corpo di Verità, quale segno della vacuità dell’Illuminazione. La tenebra, quale misura di condensazione dello Spirito si allontana, dopo di che si comprende che l’illuminazione non è un raggiungimento, ma uno stato di coscienza dell’Io ottenuto quando essa si stabilizza nella consapevolezza producente conseguentemente il Puro Amore Cosmico.

 

È lo sciogliersi della Māyā e con essa la perdita di valore di ogni domanda esistenziale che op­prime l’anima e allo stesso tempo l’annullarsi di qualsiasi genere di preoccupazione che la vita esi­stenziale animico-materiale produce. È il percepire la pura pace e la pura gioia interiore espandersi insieme alla Luce Solare, oltre la sfera individuale e coinvolgente, se presenti, altri esseri viventi nella beatitudine, pur se non ne comprendono appieno la causa e la provenienza.

 

In questo stato di elevazione spirituale, nell’unicità di verità e vita, si è profondamente collegati con l’universo. Si ha la certezza che tutto è possibile e qualsiasi cosa si voglia domandare al Mondo Spirituale o a qualsiasi essere vivente, verrà considerata, anche se, sentendosi completo, non si av­verte la necessità di chiedere nulla a nessuno.

 

Cuore anima

 

Da questa prima esperienza d’Illuminazione, conoscendone il processo, si acquisisce la capacità di far scendere all’occorrenza la coscienza del Puro Io Animico nella caverna del cuore con un semplice atto di volontà. Questa azione permette di manifestare la Luce Solare dello Spirito nel vaso del cuore o Graal che irraggiando Amore-Coscienza conduce progressivamente la coscienza individua­le alla completa Illuminazione nel Puro Io Spirituale, ottenendo co­sí la coscienza di Iniziato e la padronanza di far convergere il mani­festo e l’immanifesto, piani e dimensioni, nel centro del proprio es­sere: base fondamentale per il “Rito del Graal” in cui attraverso il “Vortice Graalico” vengono collegate forze eteriche-astrali e men­tali-spirituali del Cosmo al divenire dell’uomo e della Terra.

 

Il far convergere manifesto e immanifesto, piani e dimensioni nel centro del proprio essere, pro­voca la rotazione dell’energia eterica dell’infinito a forma di otto, l’estasi e l’enstasi e l’inversione del respiro, il respiro dell’Anima, che causa la manifestazione del Luminoso Soffio Vivente, il Ruah, e la conseguente eterizzazione o spiritualizzazione del sangue quale principio vitale dello Spirito nell’anima, che permette alla sopra-coscienza della mente spirituale stabilizzata nella zona ritmica, di giungere a qualsiasi altro centro dei corpi sottili e vitalizzarli.

 

Tale centro metafisico della zona ritmica è il centro di autocoscienza che permette di accedere progressivamente all’anima individuale e alla porta multidimensionale e multidirezionale del Logos Cosmico o anima universale, fino a giungere là dove ogni universo, piano, ente, angelo, arcangelo ecc., s’integra nella coscienza dell’Essere Assoluto.

 

Cuore Graal

 

Pertanto, se non si giunge al centro di coscienza di sé, nella ca­verna del cuore o Graal, non si può percepire la sferica porta mul­tidimensionale che conduce la coscienza a trasferimenti multipli e progressivi sia nei vari mondi sia nei vari corpi o involucri, né si può sintetizzare la pietra filosofale attraverso la rotazione dell’in­finito producente l’inversione del respiro, cioè dal respiro fisico legato all’ossigeno al respiro spirituale o metafisico o pranico, trasfor­matore del carbonio.

 

Tutto l’iter iniziatico procede dalla dinamica “Autocoscienza del Sé”. Solo raramente l’operatore occidentale opera direttamente sul nocciolo del­l’immortalità, facendolo vibrare, o con l’energia eterico-astrale o con una nota particolare, a una frequenza molto elevata del Suono Creatore, o con entrambi, al punto da risvegliare la Kuṇḍalinī del ricercatore e facilitare cosí l’ascesa del volere del profondo nel centro ritmico, passando per “la porta di Brahman” e percorrendo “il canale centrale”.

 

Spetta poi al ricercatore capire come alleggerire la propria anima e renderla luminosa, cosí che il “fuoco terrestre”, purificato nel metafisico sferico centro creativo ottenuto da un attento controllo animico e dalla contemplazione profonda del Puro Io Animico, dia impulso allo sferico centro del volere, perda la sua impetuosità e telluricità, ascenda per attrazione nel cuore spirituale senza terrori bloccanti e possa contribuire, nell’unione col Fuoco Celeste, all’eterizzazione o spiritualizzazione del sangue e alla conseguente realizzazione della pietra filosofale. Tale azione è indispensabile per ac­quisire potenza per far risalire per traslazione la coscienza dell’Io negli involucri fino al centro della testa, e dopo per proiezione al centro del Logos Cosmico. È l’immergersi nell’autocoscienza del­l’Essere Assoluto e dell’Incondizionato attraverso gli stati superiori di coscienza.

 

L’ultimo modo in cui può agire l’operatore, anche se piú raro, è con la Luce d’Amore del Puro Io Spirituale sullo sferico centro solare. Tale azione agevola il ricercatore per un breve periodo di tempo, se pronto e se sufficientemente interiorizzato da produrre conseguentemente il silenzio e il vuoto mentale, a scoprire la porta interiore che conduce all’ingresso dei piani spirituali, alla perce­zione dei vari corpi, o involucri, e alla contemplazione del Puro Io Animico,  base indispensabile per immergersi nel Puro Io Spirituale e nell’Essere Assoluto e, a volte, nell’Incondizionato, in un sonno desto, o sonno senza sogno ma cosciente, cioè nello Statico Vuoto Pieno del quarto stato di coscienza e nell’eterna essenza nel divenire della coscienza del nel Dinamico Vuoto Pieno dell’oltre il quarto stato di coscienza.

 

Tuttavia questo tipo di apertura di coscienza se non viene stabilizzata nel proprio essere e nella propria anima tramite contemplazione profonda del , dell’Essere Assoluto e dell’Incondizionato, si chiude e conseguentemente si perde l’esperienza e l’immersione identitaria.

 

 

Giotto Pierrogi (2. Continua)