Norchia (Necropoli rupestre)

Poesia

Necropoli rupestre

Norchia

Mille volte ha chiamato,

dal folto del querceto,

l’upupa cieca,

invocando,

tra la pania dei rami,

spazi di cielo,

e il vento pietoso

che sorregga la sua ala

consunta,

per librarsi

dal mondo polveroso

dei morti

e vagare,

fluttuando,

sopra distese di miglio,

sulle pianure di grano,

remote.

Mille volte, mille,

quel richiamo

ha vibrato nell’aria,

inascoltato,

tra l’afrore dei rovi,

dove guizza

trepido il ramarro

ad acquattarsi,

imitando lo smeraldo

tenero dell’erba:

unico pegno

dato dalla terra

per lenire la smembrata

armonia della pietra,

che un tempo ebbe forme,

nomi, storie:

i labili sogni dell’uomo.

 

 

Fulvio Di Lieto