La posta dei lettori

Redazione

La posta dei lettori

letterinaMi scuso se scrivo per una cosa molto marginale, ma vorrei sapere il significato di una parola che Massimo Scaligero utilizza spesso nei suoi libri, cioè: “epperò”. Perché non scrive “e però” staccato? C’è qualche differenza?

 

Claudio R.

 

 

In effetti la differenza c’è: “epperò”, scritto congiuntamente, assume un diverso significato, che sta per “e perciò”, oppure “e quindi”. Ad esempio, in questa frase del Trattato del pensiero vivente: «Esiste, infatti, un solo vero percipiente: l’Io. L’errore è il sostituirsi dell’anima all’Io nel percepire, epperò l’inevitabile alterarsi del contenuto di questo: la dualità» risulta evidente la consequenzialità: «e perciò l’inevitabile alterarsi…».

 




 

letterinaCosa pensare del materialismo che ormai impera sovrano e di quello che per conseguenza sta accadendo attualmente nel mondo? Come uscirne?

 

Fabiola d. S.

 

 

La situazione attuale è andata oltre ciò che potevamo prevedere, ma i nostri Maestri, che vedevano chiaramente su quale china ci eravamo incamminati, ci avevano avvisato. Gli errori di pensiero che hanno circolato per secoli, e continuano a circolare, non sono soltanto deleteri per coloro che li coltivano attivamente – perché c’è una forza nel pensiero, anche nei pensieri sbagliati – ma soprattutto si riflettono sulle persone semplici, che assorbono dai media, in particolare dalla televisione, tutto quanto viene loro propinato: basta un po’ di arte sobillatrice e si può sollevare un popolo contro l’altro, come stiamo oggi constatando. Purtroppo, se non c’è una chiarezza di pensiero autonomo che si stacca dal pensiero comune, prefabbricato ad arte, non si riesce ad assumere un giudizio equilibrato, che non sia di parte. Il nostro maggiore problema, come dice la domanda, è l’essere scivolati nel piú completo materialismo. Se pure cinquanta o sessant’anni fa c’era la possibilità di una critica alle dottrine materialiste, oggi siamo a un punto tale che l’elemento psichico non è piú superabile senza una corretta disciplina del pensiero. Gli uomini colti applicano il pensiero solo per la disciplina che coltivano. Espongono a parole o nei loro scritti enunciazioni brillanti per il ristretto campo di cui si occupano, ma quando li si interroga in merito a problemi umani, hanno un pensiero che preoccupa per la sua sconnessione con la realtà. Abbiamo una forma di logica sul piano politico, ma si tratta di una forza che funziona solo secondo determinate premesse. Un parlare forbito, apparentemente profondo e informato, riesce facilmente ad affascinare, e allora con dei discorsi ben congegnati si sollecita in chi ascolta la parte istintuale, spargendo paura, insicurezza e sottomissione ad ogni imposizione. Sul piano del discorso è possibile qualsiasi imbroglio. Mentre c’è stato un materialismo iniziale che ha avuto una qualche dignità nella sua espressione materialistica, quello che è venuto in seguito è arrivato all’idolatria dell’oggetto fisico, perdendo assolutamente la possibilità di vedere come è nata la relazione con l’oggetto, scivolando quindi sul piano di una specie di mistica molto bassa, la mistica piú oscura che esista. La possibilità per la scienza di aprirsi a un’indagine interiore in senso goethiano è stata perduta del tutto, e si è entrati ancora di piú nel mondo della materia. Con una sicurezza ancora piú potente si obbedisce a ciò che è fisico, si va persino al di sotto della coscienza di veglia. Come risalire la china, ce l’hanno spiegato a chiare lettere Rudolf Steiner e l’ha continuamente ribadito Massimo Scaligero: esercitare il nostro pensare, il nostro sentire e la nostra volontà con una disciplina costante, sicuri che solo questa applicazione volenterosa e tenace ci farà uscire dall’oscuro tunnel che la società ha imboccato, e potremo aiutare anche altri ad emergerne.

 




 

letterinaHo sempre tanta difficoltà nel fare la concentrazione. Il fatto è che ho tanti problemi che mi tormentano e quando cerco di meditare mi vengono tutti in mente. Come faccio ad evitarlo?

 

Concetta V.

 

 

Se si trovano grandi difficoltà nella meditazione o nella concentrazione, non ci dobbiamo impressionare di questo, perché è normale che ci siano. Nostro compito però è superarle con un atto di volontà. Le difficoltà sorgono perché c’è un peso che grava su tutti, e noi ne dobbiamo portare una parte. Se nel nostro quotidiano soffriamo per vicende pesanti da sopportare, è importante capire che stiamo portando una parte del peso generale che grava su tutta l’umanità. Questo peso riguarda la psiche, non lo Spirito. Ma la psiche tende a impedire il giusto rapporto con lo Spirito. Ed è proprio attraverso la meditazione che possiamo trovare la Via per l’indi­pendenza dello Spirito dalla psiche, perché chi medita con le giuste regole in sostanza ristabilisce il livello nel quale le forze dell’Oppositore si alterano e si distruggono. Se ci sono piú persone che meditano, se siamo in molti, anche se questi molti possono sembrare pochissimi in rapporto al numero di tutti gli uomini della terra, un aiuto viene dato dal mondo spirituale. Noi dobbiamo superare i problemi personali, per poter cooperare affinché si ristabilisca quel livello interiore che è necessario al mondo. È vero, abbiamo delle difficoltà che ci tormentano, ma dobbiamo fare il grande sforzo di capire quanto di terribile sta succedendo nel mondo, al cui confronto le nostre difficoltà sono ben poca cosa. Se c’è fra noi un numero di persone che riesce a meditare in modo onesto e profondo, possiamo aiutare il nostro popolo. Se lo faremo malgrado il peso delle difficoltà da sopportare, riusciremo a mantenere la società intorno a noi su una linea di equilibrio. Sapere questo ci dà una grande responsabilità. Dobbiamo capire che con il lavoro interiore possiamo fare moltissimo per compensare in parte il male che opprime la terra, in particolare in questo periodo. Se poi completiamo questo pensiero con il senso della presenza del Cristo sulla terra, come ci ha annunciato già un secolo fa Rudolf Steiner, allora veramente il nostro meditare è buono e ne possiamo trarre una grande forza dell’Io. Il lavoro da fare è urgente, molto urgente. Gli avvertimenti li abbiamo avuti, cosí come gli aiuti e gli insegnamenti, ora è il momento di metterli in pratica. Coraggio e volontà, questo ci occorre. E buon lavoro!

 




 

letterinaVivo in un paesino del Sud che non voglio precisare, ma che è lontano dal mondo. Per fortuna leggo molto, anche con lo smartphone, che considero un vero aiuto, e mi tengo sempre al corrente di quanto accade nella vera civiltà. Seguo da anni l’antroposofia in maniera personale, leggendo. Qui siamo nel medioevo. La natura è bellissima ma i rapporti umani sono a un livello elementare. I miei pensieri sono sempre di fuga, ma poi non ne ho il coraggio…

 

Anita C.

 

 

La lettera è lunga ma il senso è tutto in queste prime righe. La fuga è sognata, ma in realtà, se si vive in un mondo medievale (che non era poi un’epoca tanto oscura) circondati da una natura definita bellissima, e ci si tiene al corrente di quanto accade in questa cosiddetta civiltà, forse conviene starne al riparo e lavorare interiormente. I rapporti umani sono molto piú sani quando restano a un livello elementare e non vengono complicati dagli intrecci di interessi, inevitabili per come è strutturata l’attuale società. Occorre esercitare la positività e apprezzare quanto di meraviglioso e di stimolante offra il luogo in cui il karma ci ha posto. A noi tocca il compito di sviluppare l’autocoscienza, ed è un sicuramente piú agevole attuarlo in un luogo “lontano dal mondo”.

 




 

Dal settembre 2015 all’aprile 2016, grazie alla grande dedizione della nostra preziosa traduttrice, Angiola Lagarde, abbiamo a suo tempo completato la pubblicazione del ciclo O.O. N° 93a di Rudolf Steiner dal titolo Elementi fondamentali dell’esoterismo. Pensiamo di fare cosa gradita nel mettere il testo in PDF a disposizione dei nostri lettori al link: “Elementi fondamentali dell’esoterismo“.