Umano, postumano, spirituale

Etica

Umano, postumano, spirituale

Fine del predominio statunitense

 

Dollaro eliminato

 

Esisteva una nazione che aveva un ruolo preminente nella conduzione economico-politica del mondo: gli Stati Uniti d’America. Questo ruolo viene ancora oggi chiamato global governance. Nel contesto economico della terra, il dollaro era la moneta principale di scambio: prima con gli accordi di Bretton Wood (1949), poi con vari aggiornamenti successivi del G10 si diede il via alla fluttuazione dei cambi del Fondo Monetario Internazionale (FMI). In ogni caso era confermato il ruolo di perno degli USA e del dollaro come moneta sovrana degli scambi. Oggi, questo dominio dell’economia mondiale degli USA sta volgendo al declino in buona parte del mondo. Noi europei assieme al Giappone e alle nazioni anglofone siamo rimasti agganciati al carro statunitense. Questa nostra importante area residuale la possiamo chiamare Impero d’Occidente, impero che oggi è sempre piú isolato dal resto delle nazioni del pianeta. La notizia di questo divorzio tra l’Occidente e il “Resto del mondo” è la grande eredità storica degli ultimi anni, una notizia che non è ancora percepita in tutto il mondo nella sua interezza.

 

 

Cosa è avvenuto

 

Asimov

 

Per renderci conto dell’enormità dell’evento in questione, usiamo come modello la fantasiosa epopea galattica ideata a suo tempo da Isaac Asimov. Immaginiamo inoltre che tre quarti dei pianeti non intendano piú usare la moneta con l’effige dell’imperatore galattico, non riconoscano piú il ruolo militare dell’impero e si costituiscano in una confederazione di libero scambio, usando una valuta alternativa. La confederazione “ribelle” a quel punto non paga piú i tributi alla centrale imperiale. Intendiamoci: stiamo parafrasando l’abbandono della governance americana da parte della maggioranza degli Stati della Terra. La ragione dell’attuale sgomento statunitense (rilevabile dei piú informati) è presto spiegata: vi sono almeno 6,4 trilioni di dollari USA che riposano nelle banche di tutto il mondo. Man mano che sempre piú Paesi estranei all’aerea Occidentale non accetteranno piú di utilizzare il dollaro come riferimento di scambio internazionale, le banche non avranno piú bisogno di mantenere presso di sé quantitativi elevati della divisa statunitense. Quei dollari inizieranno a tornare a casa negli Stati Uniti e a quel punto il loro valore inizierà a scendere fino al disastro finanziario. Ma come siamo arrivati a tanto?

 

 

Le élite apolidi e il progetto di Davos

 

Davos 2023

 

Facciamo un passo indietro di qualche anno. Le élite ai vertici della finanza mondiale che non erano attribuibili ad una sola nazione, gestendo infatti strutture multinazionali, ambiscono da sempre al controllo giuridico, culturale e politico dell’umanità. Il centro ideologico di questa che possiamo a tutti gli effetti definire neo-aristocrazia globalista, andò consolidandosi nel Forum economico mondiale di Davos fondato nel 1971 da Klaus Schwab. Si arrivò cosí al punto in cui queste élite dominavano quasi 500 multinazionali, le banche centrali, molti fondi sovrani e per i loro scambi usavano un’unica moneta, il dollaro. Per questi oligarchi si trattava di organizzare un futuro impero con un soggetto politico-militare capace di controllare in modo efficacemente stabile i loro interessi. Dopo il 2010, questa élite si rese conto che la Cina stava sopravanzando economicamente e politicamente lo Stato Guida: gli USA, e proprio a Davos decise che il modello antiliberale e antidemocratico cinese poteva garantire piú efficacemente i suoi avidi interessi venali. La previsione era che la cosiddetta governance sarebbe passata in futuro alla Cina.

 

 

Il trasferimento graduale dei poteri di controllo sociale

 

La Cina e il postumano

 

Le élite consapevoli del declino USA decisero cosí di mantenere la stabilità finanziaria, ma di indirizzare il mondo verso modelli statuali simili a quello cinese. Un sistema orwelliano per intenderci, dove non dovrebbe esistere piú la proprietà privata e tutti i beni dovrebbero essere di proprietà, non tanto dello Stato, quanto delle multinazionali. All’insegna del motto «non possiederete nulla e sarete felici», il Forum di Davos progettava di persuadere chiunque a non possedere ma noleggiare i beni: la casa, i mezzi, tutto. Naturalmente i pochissimi oligarchi che dispongono di inimmaginabili ricchezze finanziarie si autoescludevano dal gioco. Da Davos scaturí quindi l’idea di arrivare a un sistema social-totalitarista tecnologico, ammiccante al Postumano, in sintesi biopolitico, nell’arco di qualche decennio. Perché questa scelta illiberale? La Cina non gode di alcuna tradizione democratica, lo Stato è guidato da un partito unico, in grado di selezionare tecnocrati fedeli e preparati. L’insieme delle norme e delle pratiche adottate da uno Stato per regolare la vita biologica degli individui, nei suoi molteplici ambiti, quali sessualità, salute, riproduzione, morte, prende appunto il nome di biopolitica. Ebbene in Cina esiste un sistema di controllo biopolitico. Nel Paese asiatico sembra possibile reprimere ogni moto di dissenso rispetto ai piani di globalizzazione indirizzati verso il Postumanesimo voluti dal Forum di Davos.

 

 

Dissenso spiritualista in Cina e negli USA

 

Falun Dafa

 

Anche in Cina esisteva il dissenso anti postumanista rappresentato ad esempio dalla setta buddista cinese del Falun Gong o Falung Dafa. I praticanti buddisti, attraverso specifici esercizi cercano di aspirare ad essere persone migliori, a mantenersi in buona salute e raggiungere l’illuminazione spirituale. La Falun Dafa è stata perseguitata in modo spietato, lasciando, in patria numerosi martiri, molti dei quali non solo sono stati uccisi, ma sono stati addirittura espiantati per riutilizzare i loro organi vitali. Si noti come l’enciclopedia informatica Wikipedia affronta il problema rappresentato dalle posizioni di questi buddisti cinesi dissidenti. L’enciclopedia in rete (ancora controllata da parte dei globalisti) cerca di screditare questi moti spiritualisti interni al paese asiatico. Non potendo espungere i dati reali, li addita come facenti parte della “teoria del complotto” (Prelievo forzato di organi in Cina) avvicinandoli, non a caso, ai QAnon statunitensi, altrettanto, se non piú bistrattati, da Wikipedia. Negli Stati Uniti il dissenso popolare rappresentato dai Movimenti avventisti e Teo-Con è molto forte e ha un peso elettorale impensabile in Cina. Le élite finanziarie sapevano da tempo che queste spinte spiritualiste e le differenze nazionali e identitarie rischiavano di rallentare la prospettiva tecnocratica e biopolitica cui aspirano tenacemente. Quindi a Davos, alcuni anni fa, visto che in Occidente il dissenso non era stato completamente soffocato, decisero di estendere un sistema biopolitico a tutto il mondo. Naturalmente nel segno della modernizzazione.

 

 

Un colpo di stato mondiale con il pretesto della cosiddetta pandemia

 

Sistema americano

 

Le forze globaliste decisero di usare la cosiddetta pandemia di COVID-19 per imporre a tutto il mondo un sistema di controllo poliziesco simile a quello cinese. Forse erano consapevoli dell’azzardo, forse no. Di fatto i globalisti hanno fallito, poiché un segmento spiritualista e patriottico della popolazione mondiale presente in tutte le nazioni, rifiutando l’im­posizione vaccinale, non è caduto nella coercizione biopolitica, difendendo la libertà individuale di cura. I globalisti dell’Occidente per affermare i princípi biopolitici ispirati dal Forum di Davos hanno usato tendenzialmente il vecchio metodo della narrazione ossessiva e della propaganda terrorizzante inculcata dai media, dai film, dalle mode.

 

Sistema cinese

 

I Cinesi invece hanno usato soprattutto un controllo sociale illiberale, ma anche l’occidente anglofono non è stato esente da coercizioni. Lo scontro è stato acuto ovunque, ad esempio il Green pass italiano, oppure si pensi che in Canada dopo la rivolta dei camionisti, si è tentato di bloccare i conti correnti dei protestatari per portare alla fame i non vaccinati. Nei due anni del tentato colpo di Stato mondiale che è passato sotto il nome di Pandemia COVID-19, c’è stata una  negazione vertiginosa del liberalismo. Sono fatti di una gravità immensa, uno stato di guerra trasversale che sotto forma di ricatti ai governanti e ai governati ha imposto alle popolazioni misure inaccettabili. La guerra è in corso e sono pochi coloro che se ne avvedono. C’è un filmato  semiserio di Silver Nervuti “Tre anni da favola” che ci ricorda amaramente in otto minuti la situazione italiana di quegli anni.

 

 

Le radici spirituali del pensiero critico

 

Drago trafitto

 

Un elemento di origine spirituale o spiritualizzante ha agito nelle faticose scelte individuali di chi ha rifiutato il dominio biopolitico. I lettori dell’Archetipo possono identificare l’importanza del pensare oggettivo, non addomesticato, grazie anche alle comunicazioni di Rudolf Steiner e Massimo Scaligero. Non solo: grazie all’attitudine a lavorare in profondità su se stessi, intraprendendo la Via del Pensiero, è piú semplice svincolarsi dalle nebbie della propaganda.

 

Già per contrastare la famigerata legge vaccinale Lorenzin, molti antroposofi italiani si sono mossi anzitempo, ma il fenomeno delle radici spiritualistiche del pensiero critico è variegato: dai seguaci del cardinale Viganò, agli Avventisti ed ai QAnon americani, ai Falun Gong cinesi, al Cristianesimo come radice dell’identità russa, alla destra nazionalista indú da cui provengono Narendra Modi e buona parte dei suoi ministri, troviamo una testimonianza in tal senso. Il killer che ha ucciso l’ex premier giapponese Shinzo Abe ha dichiarato di aver compiuto quell’atto in quanto Abe era legato ad una setta religiosa. In sintesi, il sollevamento emotivo di chi si è schierato contro il globalismo è originato da posizioni spirituali. Va detto che i globalisti non riescono neppure a concepire il perché questi patrioti spiritualisti cosí disorganizzati che si replicano e risorgono ovunque. La spiegazione dei media globalisti è la seguente: “Una parte della popolazione è inspiegabilmente attratta dalle teorie del complotto”.

 

 

Globalisti contro patrioti

 

Il mondo politico ha seguito l’onda spiritualizzante antiglobalista ed è iniziata la guerra vera: dapprima la Russia di Vladimir Putin, poi l’India di Narendra Modi, oggi si schierano contro le prospettive sataniche del Forum di Davos. La guerra sotterranea tra globalisti e patrioti è in atto: colpi da una parte e colpi dall’altra. Il presidente Donald Trump (sostenuto dai ceti popolari e dalla classe media statunitense con forti spinte Avventiste) venne sostituito con Biden. Queste elezioni USA vennero quasi certamente alterate da parte dei globalisti democratici che hanno dalla loro il mondo tecnologico e informatico.

 

Hu Jintao

 

Per contro, durante il XX congresso del Partito Comunista Cinese l’ex presidente Hu Jintao è stato trascinato in malo modo fuori dalla stanza: Hu Jintao era il principale agente di influenza del Partito Democratico degli Stati Uniti. Assistiamo probabilmente a un passaggio a favore della costruzione di un impero cinese basato maggiormente sul nazionalismo confuciano che sul globalismo post-marxista. Il presidente Xi Jinping dà forma a questa tendenza dove i patrioti tentano di imporsi sui globalisti? Non è facile dirlo, la situazione cinese non è affatto chiara, perché la componente globalista in Cina è ancora forte, ma si sa che durante le guerre gli equilibri cambiano continuamente.

 

 

Guerra guerreggiata, guerra diplomatica e guerre mediatiche

 

Guerra

 

La situazione di scontro è precipitata purtroppo anche sul piano militare: lo scoppio della guerra in Ucraina è derivata dall’avanzare impetuoso della NATO ai confini della Russia. Vladimir Putin si era pre­munito anzitempo stringendo accordi economici con India e Cina: per questo motivo l’economia di quel Paese non è crollata nel baratro delle sanzioni economiche volute dalla NATO. Da questo punto di vista la Russia ha vinto, quindi l’Impero d’Occidente, preso atto della sconfitta del globalismo, è ora costretto ad arroccarsi dietro a muri, barriere, confini. Il gasdotto russo che riforniva la Germania è stato fatto esplodere. La ridotta afgana, indifendibile, è stata abbandonata dalle truppe statunitensi. Ormai tutta l’Europa sembra cadere sotto il giogo diretto della NATO dominata dai globalisti. I politici europei, non possono piú permettersi di trasgredire gli ordini impartiti dalla componente democratica di Washington. L’ungherese Orbán si trova in serie difficoltà di isolamento. L’italiana Meloni ha cancellato tutti i documenti pubblici in cui accusava i banchieri e il globalismo. Per salvare il proprio governo, ha operato una svolta politica che ha disgustato molti dei suoi sostenitori. La Turchia di Erdoğan gioca la sua partita di avvicinamento a Russia e Cina, svincolandosi lentamente dagli USA, pur restando prudentemente nell’Alleanza atlantica. Israele ha i suoi grossi problemi dal momento che la Siria, superando l’isolamento politico, si incontra con i sauditi. Nel contempo la Cina ha mediato tra l’Iran e l’Arabia Saudita, evento quasi inaudito che ha fatto saltare il banco della diplomazia statunitense, basata sul divide et impera degli islamici sciiti e sunniti. Nel mese di aprile del ‘23 Pechino sta valutando la possibilità di imporre un divieto di esportazione su “alcune tecnologie di magneti di terre rare” come ritorsione per la limitazione delle esportazioni di chip per computer avanzati da parte degli Stati Uniti. Notizia enorme (e sottaciuta), in quanto compromette tutto il progetto di superamento delle tecnologie con batterie elettriche che in Occidente dovrebbero sostituire i combustibili fossili, che presto verranno a mancare. Non basta: il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, si vedrà con il pari ministro cinese, in una visita ufficiale in Russia. Ormai i due blocchi si arroccano, consolidando le posizioni: da un lato l’Occidente, dall’altro il “Resto del mondo”. Volgendo lo scontro a favore del “Resto del mondo”, le élite di oligarchi apolidi occidentali si stanno confrontando sul loro futuro. Alcuni come Elon Musk hanno già deciso di lasciare il carro dei perdenti globalisti.

 

 

In sintesi

 

Sintesi

 

I conflitti armati di questi anni, tutte le elezioni, i colpi di Stato, gli attentati e i brutali ricatti ai governanti, la cosiddetta pandemia, gli obblighi vaccinali, sono tutti elementi interconnessi nello scontro tra Globalisti e Patrioti.

 

 

Da dove provengono le spinte patriottiche e spiritualiste?

 

Anime di popolo

 

L’Archetipo non è una rivista di geopolitica, ma può cercare di stimolare i pensieri di lettrici e lettori per suggerire etiche intuizioni di comprensione della realtà. Da dove provengono le spinte patriottiche e spiritualiste? I nostri lettori possono avvicinarsi, piú di altri, nel capire quanto stia avvenendo su un piano non visibile. Non è necessario essere veggenti, se ci poniamo dal punto di vista di un pensiero educato in senso scientifico-spirituale possiamo leggere la realtà. In tal senso ci aiutano enormemente le conferenze profetiche di Rudolf Steiner con un ennesimo libro significativo: La missione di singole anime di popolo in relazione con la mitologia germanico-nordica. Il volume raccoglie undici conferenze tenute a Oslo dal 7 al 17 giugno 1910. Ci possiamo domandare: rispetto alla guerra del­l’informazione che viviamo centodieci anni dopo, cosa può dirci questo volume? La lettura delle prime conferenze ci aiuterà a comprendere moltissimo di quello che sta avvenendo.

 

 

Salvino Ruoli