In una conferenza berlinese del 25 marzo 1907 (O.O. N° 96), poi raccolta in Natale, Pasqua, Pentecoste (ed. Atanor, Roma), Rudolf Steiner non si limita a riversare la Sua luce sulle tematiche in oggetto, ma ritiene opportuno segnalare quella crescente esasperazione egocentrica che si manifesta come incontenibile necessità di esternare la propria opinione; da Lui definita “Egomania” (“stadio della separazione”) e valutata di grave ostacolo lungo la via verso la grande meta del Cristianesimo: il finale ricongiungimento degli esseri umani liberamente uniti nella Verità.
“Egomania” perché concernente individualità fondate sull’ego, pertanto sostanzialmente effimere, anche quando esteriormente esuberanti; laddove personalità ispirate dal vero “Io” non di rado arrivano a diffidare delle proprie opinioni; e qualora siano veri asceti del Pensiero, intuitivamente preferiscono rendersi “poveri e mendicanti nei confronti dello Spirito”, secondo quella che il Dottore definisce la corretta terminologia in relazione alla prima delle nove Beatitudini nel Discorso della Montagna (Il Vangelo di Matteo, IX conferenza – Ed. Antroposofica, O.O. N° 123).
Rudolf Steiner e Massimo Scaligero – ai cui testi non possiamo che rinviare chi sinceramente cerchi il Vero – hanno esaurientemente dimostrato come non sia perseguibile un’autentica autonomia individuale senza un’etica e consapevole autoeducazione del proprio pensiero. Autonomia inizialmente perseguibile solo nel Pensare, in quanto unica dimensione attivabile in piena coscienza di veglia; non acquisibile direttamente nel Sentire, tramante in uno stato di coscienza assimilabile al sogno; ed ancor meno nel Volere, operante in condizioni equiparabili al sonno profondo.
Giova sottolineare come, pur potendo apparire a tutta prima paradossale, proprio un’autonomia individuale perseguita alla luce del percorso interiore testé richiamato si riveli sorgente rigogliosa del piú verace altruismo.
La menzionata “Egomania”, inoltre, quasi sempre viene inquadrata come legittimo esercizio di libero arbitrio, mentre, in realtà, maschera un’insidiosa dipendenza da quelle forze che la Scienza dello Spirito definisce “ostacolatrici” della corretta evoluzione umana; impegnatissime da un lato a moltiplicare i menzionati egocentrismi, dall’altro ad omologarli in umbratili comunità d’intenti, non di rado pronte a dissolversi alla prima divergenza d’interessi.
Eppure proprio le due istanze degenerate, ove vengano configurate nella loro corretta accezione – come pieno sviluppo di autentiche individualità e loro completa armonizzazione fraterna – concorrono ad identificare il sublime traguardo cristiano precedentemente delineato: la “Grande Fratellanza” tra uomini liberi; tali perché uniti nella condivisione della Verità individualmente realizzata in primis grazie ad un veritiero percorso di Conoscenza.
Nella menzionata conferenza berlinese, R. Steiner aggiunge: «Fino a che l’uomo ascoltava solo la voce dell’autorità (in comunità chiuse n.d.r.) poteva tranquillamente restare nel suo cerchio ristretto poiché l’autorità dirigeva tutto l’insieme. Ora questo non avviene piú; sono allargati gli attuali confini della comunità, ognuno deve saper pensare per sé ed accogliere quello che vale per tutti».
Quindi individui realmente tali grazie ad una Conoscenza che gradualmente insegni a saper pensare per sé; nonché ad accogliere quello che vale per tutti: la Verità.
Conseguentemente si rivela determinante il ruolo della Somma Entità cui sono cosmicamente affidate custodia e trasmissione della Conoscenza Cristiana.
Cosí il Cristo, avvicinandosi il momento della Passione, Lo identifica preavvisandone l’arrivo ai discepoli: «Ed io pregherò il Padre che vi darà un altro Consolatore… lo Spirito di Verità» (Giovanni XIV, 16); e preannunciando il grandioso evento della Pentecoste: «Vi ho detto queste cose mentre sto ancora con voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre vi manderà nel mio nome, Egli vi insegnerà ogni cosa…».
Da questo altissimo Spirito, la cui azione costantemente si ispira e correla a quella del Cristo, scaturisce la sorgente stessa dell’Antroposofia; configurata dall’Arcangelo Michele in possenti immagini cosmiche; da Rudolf Steiner con indicibile sacrificio acquisita direttamente nel Sovrasensibile e poi rivelata in maieutici termini umani.
Conoscenza dunque Sacra in quanto ispirata dal Cristo e da Lui medesimo preordinata alla costruzione della Grande Fratellanza.
Sacralità che R. Steiner, aprendo la menzionata conferenza, potentemente evidenzia con una lapidaria perifrasi evangelica: «Tutti i peccati saranno perdonati, meno quello contro lo Spirito Santo»:
Matteo XII, 31: «Perciò io vi dico: ogni peccato ed ogni bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata»
Marco III, 28: «In verità vi dico che saranno rimessi ai figli degli uomini tutti i peccati e le bestemmie che avranno pronunciate; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non riceverà perdono in eterno…».
Francesco Leonetti