Oh, baby, baby it’s a fake world… canterella l’anfibio al pesce

Inviato speciale

GWB@dailyhorrorchronicle.inf

Dabliu

 

Proseguo nel mettere a disposizione dei lettori la corrispondenza via e-mail, procurata illegalmente, che il giovane diavolo Giunior W. Berlicche, inviato speciale per il «Daily Horror Chronicle» nel paludoso fronte terrestre, ha confidenzialmente indirizzato alla sua demoniaca collega Vermilingua, attualmente segretaria di redazione del prestigioso media deviato, all’indirizzo elettronico

 

Vermilingua@dailyhorrorchronicle.inf.

 

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Andrea di Furia

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Vedi “Premessa” 

 

www.larchetipo.com/2007/set07/premessa.pdf

 




 

Oh, baby, baby it’s a fake world… canterella l’anfibio al pesce

 

The Truman show

 

Carissima Vermilingua,

in redazione al Daily Horror eri sovrappensiero e non ti sei accorta di essere passata davanti alla mia stanza canticchiando quel motivetto che fa: «Oh, baby, baby, it’s a fake world», riferito a quel sassolino cosmico orbitante di cui ci stiamo impadronendo intanto che i reali proprietari, belli addormentati nell’ottundente sottobosco della tecnoscienza, si credono sapienti mentre sono solo principianti.

 

Che grazie a noi Bramosi pastori della Furbonia University sia diventato un “mondo falso” è la pura realtà, in ogni dimensione sociale in cui le nostre caramellate caviucce si arrabattano per sopravvivere, cercando di difendersi dai continui sgambetti sociali che stiamo loro sfornando a getto continuo e che moltiplicheremo, come ci raccomanda Sua malignità parossistica, specialmente nei prossimi 10 anni (tempo terrestre).

 

Dai miei tour abusivi, in particolare nel Paese di Tontolandia, ho maturato la convinzione che le nostre fritturine animiche debbano superare la sindrome del “pesce nell’acqua” prima di accorgersi che il mondo che le circonda è falso.

 

Poiché hai bigiato la storia delle nostre patatine emotive, ti va chiarito un possibile equivoco. Non è falso nel senso di “illusorio”, come lo consideravano le prime Comunità post-diluviane che se accorgevano, ma è falso nel senso di “menzognero”, come dovrebbero considerarlo le attuali Comunità post-diluviane… che però non se ne accorgono. Tiè!

 

Anfibio e pesce

 

Ciò non solo a causa dello strumento che prevalentemente utilizzano ora – il pensiero concettuale scientifico di cui si servono per occuparsi di tutto… tranne che del pensiero stesso – strumento che avrebbe bisogno di salire di livello (da scientifico-concettuale astratto a scientifico-immaginativo concreto) per dotarli di un centro di gravità permanente, ma anche a causa dell’atteggiamento con cui osservano il loro organismo sociale e che potrebbe essere definito, appunto, come la sindrome del “pesce nell’acqua”.

 

Nessuna delle nostre verdurine animiche vuol fare la figura del “pesce fuor d’acqua”, cosicché osserva il sistema sociale solo nella sua parte sostanziale (economica, politica e culturale): eppure è proprio uscendo dalla confort zone dell’acqua che il pesce evolve in anfibio e può conquistare nuovi orizzonti.

 

Ora immagina che l’anfibio dica al pesce che oltre l’acqua c’è l’aria che si può respirare. Il pesce, che dubita ma è curioso della novità, domanda subito: «Ma che cosa dobbiamo fare?». E l’anfibio, volenteroso, spiega tutta una serie di cose, tra cui quella che ci si deve dotare “di una struttura adeguata”: i polmoni, in sostituzione delle branchie. Adesso, però, la risposta del pesce è sempre la stessa: “Tutte teorie”.

 

In realtà la sindrome del “pesce nell’acqua” nell’approcciare il sociale tridimensionale è causata da un pensiero che non ha la forza di cogliere per intero il sociale, ma ne coglie solo una metà: la parte funzionale-sostanziale tridimensionale (economica, politica, culturale). Pensiero debole che non ha la forza di cogliere l’altra metà: la parte relazionale-strutturale UNIdimensionale: nelle sue 3 tipologie di Società umana gassosa o liquida o solida: tutte parassitarie e antisociali.

 

Sicché (il pesce) non riesce a comprendere come mai l’organismo sociale non riesce a rispettare, ad esempio, la dignità della Persona, che dovrebbe essere un ideale consolidato dell’attuale civiltà occidentale.

 

Viceversa, cogliendo la parte strutturale UNIdimensionale (l’anfibio) riesce a spiegarsi come proprio questa struttura unilaterale parassitaria (in cui una delle tre dimensioni domina le altre due) sia la causa del mancato rispetto della dignità della Persona, dato il conflitto con altre due dignità che fanno parte della piú estesa e triplice dignità umana nel sociale: la dignità della Comunità e la dignità del Territorio-ambiente.

 

È evidente (all’anfibio) come alla triplice dignità umana (Persona, Comunità, Territorio-ambiente) debba coerentemente servire la TRIdimensionalità strutturale: la Società umana calorica sinergica dei tempi nuovi.

 

Infatti, la dignità della Persona si avvera solo nell’autonomia della dimensione Cultura dalle altre due; la dignità della Comunità si avvera solo nell’autonomia della dimensione Politica dalle altre due; la dignità del Territorio-ambiente si avvera solo nell’autonomia della dimensione Economia dalle altre due: autonomia impossibile nella struttura UNIdimensionale del sistema sociale.

 

E anche osservando la realtà dei fatti il risultato del pensiero sociale diverge: per “il pesce” in essa può avverarsi solo una delle tre forme di dignità umana, quella che si prefigge la dimensione dominante; mentre per “l’anfibio” si realizza proprio il contrario di ognuna: se predomina la Cultura (Società umana solida) la Persona viene sottomessa al dogma dei gruppi dominanti; se predomina la Politica (Società umana liquida) la Comunità diviene suddita dell’ideologia dei gruppi dominanti; se predomina l’Economia (Società umana gassosa) il Territorio-ambiente è devastato in base agli interessi monetari dei gruppi dominanti.

 

Quanto riportato sopra, Vermilingua, serve come premessa per rispondere alla domanda su come l’at­tività della tua infernale tribú del malaffare mediatico sia stata recepita dalle nostre albicocchine emotive.

 

La maggior porzione del nostro goloso dessert animico subisce tutto ciò che le stiamo architettando di antisociale senza accorgersene (slap, slap), come il pesce non si accorge dell’acqua in cui vive: durante la pseudo-pandemia, ad esempio, non si è accorta di essere stata usata come “cavia” per una sperimentazione che nell’antisociale UNIdimensionalità parassitaria strutturale sistemica non può che essere triplice:

 

Il Monello di Chaplin

 

a) non solo economico-finanziaria: business-brama alle stelle, secondo lo schema del Monello di Chaplin (rompere il vetro – ossia creare il virus in laboratorio –- e poi far intervenire il vetraio per aggiustarlo – ossia somministrare a cifre folli il vaccino già pronto da mesi);

 

b) ma anche politico-statale: misure sanitarie invalidanti psicofisicamente sono state imposte per sperimentare il grado di asservimento possibile delle masse (da parte di un potere assoluto politico che si è manifestato lupescamente in finta veste di agnello come garante dell’inesistente efficacia del farmaco, ricattando moralmente e oppri­mendo apertamente gli ignari e non accorti pesciolini);

 

c) e infine culturale (vaccini spazzatura non testati sono stati sperimentati e dichiarati criminalmente efficaci, negando persino l’evi­denza di effetti collaterali e mortali, rifiutando ogni possibile indagine indipendente sui risultati) come primo intervento di un trash-umanesimo miracolistico che ha tutte le caratteristiche di una infantile superstizione tribale regressiva: anch’essa rivestita di una pseudo-scientificità indirettamente garantita dal mito mistico di una tecnoscienza che si sta rivelando la moderna riedizione dei preistorici totem di sciamanica memoria.

 

 

Peccato che ci sia sempre qualche maldestro Agente del Nemico, sfuggito alla feroce interdizione della nostra Infernale Intelligence, che ha odiosamente decifrato la strategia base della Satanica Alleanza tra la Furbonia e Fanatic University per impedire effetti collaterali a noi dannosi nell’epoca della coscienza su base individuale del Karma.

 

Karma

 

Agente del Nemico: «Nell’epoca in cui la conoscenza [individuale] delle leggi del Karma dovrebbe essere la chiave della soluzione del problema sociale, qualsiasi dottrina dell’uomo sociale, economico, storico, non faccia appello all’idea del karma, non può aiutare l’uomo. L’assenza di tale conoscenza spiega le attuali difficoltà umane. Si tratta di una conoscenza di cui sino a ieri le collettività fruivano, in quanto guidate da forze tradizionali che in sé ne recavano naturalmente gli impulsi trascendenti; mentre oggi è la conoscenza che deve divenire esperienza cosciente dell’individuo, dopo che la direzione trascendente si manifesta come potere basale dell’autocoscienza: l’uomo va realmente prendendo le redini della propria Storia. Il Meccanicismo d’Oriente e d’Occidente, da Pechino a Washington via Mosca, ha il compito di impedire che ciò sia opera del reale Soggetto umano».

 

Fiamme dell’Inferno, Vermilingua! Il nostro futuro olocàusto non deve divenire il responsabile della propria vicenda! La nostra tigna di Top manager della tentazione deve impastoiarli in sistemi socio-economici che contrastino la sua capacità di azione creativa e libera rispetto al Karma. Tiè!

 

Come ci spiegava al master in damnatio administration il colossale titolare della cattedra di macello-marketing, Frantumasquame, quei sistemi a struttura UNIdimensionale parassitaria sono l’espressione del nostro mefistofelico spirito: risollecitante in loro gli impulsi mistici attraverso cui un tempo agivano legittimamente le Tradizioni. Doppio-tiè!

 

Si tratta della mistica dei fatti, della fede nella materia, nell’economia, nella scienza, nella lotta di classe, la cui forma logica dà l’idea di una penetrazione consapevole dell’oggetto, mentre v’è soltanto lo svolgimento del tema, non la penetrazione: al luogo di questa agisce l’impulso della fede. La realtà dei fatti non può costituire un presupposto originario se non per il realista ingenuo, con tutti i vantaggi della plausibilità di ogni conoscenza realistica e immediata, quindi con la correlativa possibilità della persuasione mediatica delle collettività ingenue.

 

L'uomo nuovo

 

Quello che non ci aspettavamo, Vermilingua, era che qualche odiosissimo avversario si interrogasse su questa realtà ingenua incentrata sul deficit di conoscenza che impedisce la distinzione del pensare dal pensato: come puoi vedere da questo frammento che ti copincollo dal mio inesauribile moleskine astrale.

 

Agente del Nemico: «Chi non vede nel fatto il cardine della realtà? Eppure, la realtà che si estrae da un fatto è una produzione del pensiero. Cosí uno stesso fatto può essere veduto da punti di vista diversi, assumere significati diversi, essere spiegato con procedimenti diversi, con un interno processo causale diverso: quindi con la possibilità di venir strumentalizzato mediante una ricostruzione formale che non ha nulla a che vedere con esso, bensí con una predeterminata visione delle cose. In realtà un fatto è un nulla, un simbolo: esiste solo in quanto possa essere dissolto nel suo originario pensiero; esiste in quanto esige rivelare il proprio riferimento causale, il riferimento karmico. Come tale, però, può essere scorto solo dall’uomo libero, non ipnotizzato dall’immediato apparire, dall’uomo capace di afferrare la correlazione interiore, di là dall’interpretazione preventiva: la correlazione interiore nel fatto, l’interna produzione causale, il processo anteriore, il nesso karmico. …La conoscenza affranca l’uomo dall’oscurità della superstizione, ove si realizzi mediante la distinzione del conoscere dal conosciuto: il potere interiore del conoscere dal suo prodotto, che è l’alienazione, la dottrina preparata, la realtà già interpretata: esigente fede, non conoscenza. Si tratta di esser desti acciocché la “conoscenza” non sia forma rinascente della superstizione».

 

Dannazione, Vermilingua! Qui chiaramente è indicata la necessità di una correlazione intuitiva che sappia restare desta di fronte alla manipolazione mediatica a tenaglia della realtà esteriore sociale da parte della tua tribú del malaffare mediatico e delle Élite registrate sul libro paga animico della Furbonia University.

 

Una full immersion esclusiva nella realtà materiale che crea dipendenza dialettica ottundente e inverte la gerarchia animica tra pensiero, sentimento e volontà: creando una risposta condizionata che al pensiero come arto dell’Io cosciente antepone l’istinto come arto dell’astrale. Triplo-tiè!

 

Quello che noi Bramosi pastori vogliamo ottenere del nostro pavloviano ammazzacaffé emotivo è che non riesca piú ad ascoltare un qualsiasi discorso, ma d’istinto anticipi una risposta in funzione della propria simpatia o antipatia per l’argomento trattato. Cosa che non sfugge a questa nostra nèmesi.

 

Agente del Nemico: «La dipendenza della dialettica dal fatto fisico, sociale, economico, è necessaria a compensare l’assenza di correlazione intuitiva: la correlazione di profondità appartiene in tal caso all’istinto, l’istinto mobilita il sentimento, il sentimento produce contenuto interiore mediante la dialettica. In altre parole, si dà la dialettica formale del fatto, cui è correlativo l’assenso non del pensiero, ma del sentimento istintivo. Il pensiero viene dopo: prima opera l’assenso dell’istinto immediatamente correlativo, vincolante l’uomo alla natura, al temperamento, all’inerzia corporea. Egli ha la persuasione di seguire la connessione dialettica, la logica dei fatti: in realtà in lui l’inconscia avversione al contenuto interiore collega i fatti. Tale avversione non può pervenire alla verità. Le conseguenze karmiche di una tale avversione non potranno migliorare il fatto sociale, anzi lo aggraveranno: lo porteranno a contraddizioni inumane, a situazioni in cui le difficoltà si ripresenteranno moltiplicate: finché l’equilibrio non sia restituito dalla catastrofe o dal coraggio della verità, dalla libertà interiore, che sola può andare incontro al karma».

 

Fortunatamente, Vermilingua, non mi sembra che il nesso karmico degli eventi attuali sia al centro dell’interesse sociale mondiale, né che si lascino parlare gli avvenimenti senza rinunciare al buon senso umano, senza farsi tradire dall’eccesso di intelligenza discorsiva, anche nell’attuale veste mercantile e democratica, che (slap, slap) sfocia inevitabilmente nella stupidità.

 

Osservo infatti, nei miei tour abusivi sul paludoso fronte terrestre, che proprio dove la Democrazia crede di sussistere grazie a forze democratiche che non possiede (anche a causa dell’attuale struttura UNIdimensionale parassitaria), là cede alle potenze sovversivo-tecnologiche progressiste trash-umane le quali, dominando nelle rinate teocrazie tribali d’Oriente e d’Occidente, implicano che la passiva dipendenza dell’elemento umano individuale e collettivo suscitata da noi Bramosi pastori finisca per operare come fosse dipendente da un trascendente potere di destino.

 

Diavoletti e pesce

 

Tuttavia, Vermilingua, non dobbiamo allentare il nostro ossessivo impegno neppure un attimo! Non vorrei che per il nesso karmico sotteso a questa azione, che promuove l’esatto opposto dell’impulso ideale democratico, nasca la possibilità della nefasta conoscenza che solo il patire tale opposto potrà un giorno suscitare le reali forze di una Democrazia, ahinoi, umana.

 

8 bis. Dabliu

 

E allora, come facevi tu, è meglio che a canticchiare in coro quel motivetto al pesce: «Oh, baby, baby it’s a fake world», siamo noi Bramosi pastori e i Malèfici custodi della Fanatic… non quel molestissimo anfibio.

 

Il tuo stonatissimo                  Giunior Dabliu