Lo Spirito del Sole è tra noi

Socialità

Lo Spirito del Sole è tra noi

Tetti di Roma

 

Ogni mattina assisto al passaggio dall’alba candida al roseo dell’aurora e poi al vivido Sole che si alza nel cielo e tutto illumina con i suoi raggi. Avviene quotidianamente e tutti lo viviamo senza farci troppo caso. Ma una mattina ho sperimentato nel Sole una qualità intrinseca che mi si è manifestata, all’improvviso, distaccata dai suoi raggi di luce: ed era l’oro. Un oro spirituale, ma vero, reale, parte integrante e centrale dell’essenza solare. È stato un subitaneo realizzare che questa parte d’oro è lo Spirito del Sole, cosí come la sua componente radiosa è la sua anima e il calore il suo corpo fisico. È stato un attimo di profonda penetrazione in tutto l’oro della Terra, e ho visto brillare, sin nelle viscere piú cupe di tutti gli strati che compongono il nostro pianeta, questa luce incorruttibile che l’astro, distaccandosi in passato dalla fisicità terrestre, vi ha lasciato in infinite venature che brillano nell’oscurità del suo grembo. Come una miriade di piccoli soli a illuminare spiritualmente la nostra Terra.

 

Uva al sole

 

Un poeta può sentire questo artisticamente e descriverlo in versi mirabili, come quelli di Edmond Rostand: O soleil! Toi sans qui les choses ne seraient que ce qu’elles sont! “O sole, tu senza cui le cose non sarebbero che ciò che sono!”. Ho sentito la realtà di questi versi, non solo per l’accendersi del Sole a illuminare le cose, ma per la componente aurea all’interno di tutte le cose, nella dolcezza del chicco d’uva maturato al sole, nel colore dei fiori che dal sole hanno tratto la loro essenza, dalla splendida rosa agli umili fiori di campo, nel profilo dei monti lontani, che al sole si accendono di una magica aura. Quella componente d’oro spirituale è fuori e anche dentro ognuno di noi. Il sorriso che scambiamo con l’altro, con un bambino incontrato per la via, è come l’accendersi di un piccolo sole.

 

Ma l’oro che nella sua componente fisica attira la meraviglia per la sua bellezza, è anche capace di destare una forte brama, un desiderio concupiscente. I cercatori d’oro dell’Ottocento americano ne erano stregati. C’era il sogno di arricchirsi, ma c’era qualcosa di piú che giaceva sotto il livello della coscienza, ed era il possesso di quella componente indicibile, che rispondeva alla parte piú segreta che è in ognuno di noi.

 

Nella nostra società molte persone, in modo diverso, sperano anch’esse di trovare la venatura d’oro che li renderà ricchi e potenti: è una ricerca che li impegna in modo totale, dimenticando la vera ricchezza degli affetti che hanno intorno, e che trascurano. Alla fine, quella che troveranno non sarà che pirite, “l’oro degli sciocchi”, e l’avranno pagata piú dell’oro puro, perdendo persino la propria dignità.

 

Ebenezer Scrooge

 

L’avaro banchiere londinese Ebenezer Scrooge del Canto di Natale di Dickens accumulava e contava le sue monete d’oro, perché in esse cercava ciò che piú gli mancava, ma non sapeva di cercarlo nella direzione opposta. L’aiuto a comprenderlo gli è venuto dai fantasmi del suo passato, che hanno dissolto in lui l’incantamento e l’hanno fatto volgere verso la giusta direzione.

 

Potessero gli Scrooge di oggi, che credono di dirigere il mondo intero, ricevere anch’essi la visita dei loro fantasmi!

 

Possiamo immaginare il dolore dell’essere della Terra al momento del distacco da sé della fluidità luminosa del Sole, rimanendo unita alla pietrificante Luna. Quella piccola parte di sé che il Sole aveva lasciato, rappresa nell’aureo metallo, non poteva bastare alla Terra. Con l’espulsione, in seguito, del corpo lunare, un equilibrio tornò a formarsi, con i due “lumi” celesti che sorgevano e tramontavano alternando la notte e il giorno. Lunga fu l’attesa del ritorno dello Spirito del Sole, che aveva abbandonato la Terra illuminandola ora solo dall’alto.

 

Battesimo nel Giordano

 

L’evento tanto atteso si verificò al momento del Battesimo nel Giordano. Lo Spirito del Sole «si fece uomo» e da allora, per tre anni, irradiò con la sua predicazione una luce prima sconosciuta sulla Terra. Il miracolo fu compiuto con il sacrificio del Golgotha, con l’abbandono del corpo fisico che tornò alla Terra e con l’entrata dello Spirito solare fin nelle sue viscere, là dove altri esseri Lo accolsero e ricevettero la Sua luce, da allora irradiante non solo dal­l’alto ma anche da ogni sua cellula terrestre.

 

Questo aveva preconizzato il Cristo durante l’Ultima Cena, dando ad ognuno il pane e il succo della vite: «Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo. Bevetene tutti, questo è il mio sangue». Allora gli Apostoli non potevano ancora capire cosa Lui stesse dicendo. Doveva arrivare l’aiuto della Iside Sophia, della Madre, perché attraverso la Luce divina della Pentecoste si aprissero le loro menti e i loro cuori. Il messaggio era che dal momento dell’estremo sacrificio, il mondo avrebbe subíto una completa trasformazione: con il ricongiungimento del Sole con la Terra, ogni suo filo d’erba, ogni suo frutto, avrebbe contenuto di nuovo in sé lo Spirito solare.

 

Liane Collot d’Herbois «Cristo Sole»

Liane Collot d’Herbois
«Cristo Sole»

 

Giovanni, il Precursore, nella sua predicazione aveva avvisato i suoi discepoli che sarebbe giunto Chi li avrebbe battezzati non in acqua ma in Spirito. «Egli venne qual testimone al fine di rendere testimonianza alla Luce. Non era egli la Luce, ma era per rendere testimonianza alla Luce. Perché la Luce, quella vera, la Luce che illumina ogni uomo, era per venire nel mondo».

 

Il Precursore, che sempre torna sulla Terra per spronare gli animi a volgersi verso il Sole spirituale, ci ha avvisato già piú di cent’anni fa che quel Sole, che si era incarnato fisicamente, ora è tornato sulla Terra nella Sua veste eterica, e ognuno di noi può incontrarLo.

 

Prepariamoci a farlo, attivando in noi, ogni giorno di piú, la Luce solare dell’Io, che è l’essenza del nostro Spirito. Solo cosí potremo riconoscerLo. E saremo fra quelli che «L’accolsero, che credettero nel Suo nome», ai quali Egli «dette potere di manifestarsi come figlioli di Dio».

 

 

Marina Sagramora