La pietra Cintamani

Esoterismo

La pietra Cintamani

Pietra Cintamani

 

Cintamani è il gioiello che realizza qualsiasi desiderio: tutte le tradizioni antiche presentano leggende riconducibili alla pietra Cintamani, ma l’origine è propria delle tradizioni indú e buddhista.

 

Secondo alcuni illustri studiosi è l’esatto equivalente della Pietra Filosofale occidentale, anche se vedremo che non è proprio cosí. Si tratta di uno dei gioielli “Mani” presenti nelle sacre scritture buddhiste e induiste. La pietra Cintamani ha collegamenti con le divinità Vishnu e Ganesha. Ha anche collegamenti con i leggendari Re Serpente (Nagas), e con la bestia Makara simile ad una Chimera. La Pietra entra nella tradizione tibetana cadendo dal cielo in uno scrigno insieme ad altri tre oggetti preziosi. Ciò ha portato alcuni studiosi ad ipotizzare che potrebbe essere stata una roccia meteoritica, ma la piú accreditata interpretazione è che Cintamani sia il sacro gioiello che esaudisce tutti i desideri e legato a particolari virtù di chi la possiede.

 

Potere magico della Cintamani

 

Interessante notare quanto afferma Massimo Scaligero in Manuale Pratico della Meditazione, ovvero che: «La Pietra Cintamani è al tempo stesso l’ostacolo e il varco verso il potere magico solare: essa simboleggia l’organo cerebrale, ossia la sede in cui l’asceta può sperimentare il contenuto reale del Graal, nella misura in cui riconosca in essa la sede occulta in cui l’Amore Divino e le forze della Morte s’incontrano. In tale sede, mediante le forze dell’anima cosciente, viene compiuta di continuo un’opera di resurrezione della Vita della Luce dalla mineralità, possibile grazie alla donazione sacrificale compiuta sul Golgotha e alla vittoria del Logos sulla tenebra. La resurrezione però è potenziale all’anima umana , in quanto correlata all’atto della sua libertà, ossia all’uso che può fare delle forze dell’Auto­coscienza nel presente tempo. La corrente di Vita della Luce che opera nella segreta zona dell’organo cerebrale è connessa con la liberazione noetica del respiro: grazie a tale liberazione, la lancia cessa di ferire Amfortas; nella sede della testa, l’ascesi del pensiero fa della Sacra Lancia l’arma magica di Parsifal, che restituisce ad Amfortas la virtù del Graal. La via del Sacro Amore passa per la liberazione del pensiero. Grazie a tale liberazione, la corrente di Luce del respiro diviene indipendente dalla sede mediana del respiro, anzi lascia intatto, in stato di immobilità metafisica, l’apparato psicofisico normalmente interessato al respiro. L’opera­tore apprende come passare attraverso il non respiro: avendo come supporto la corrente del  respiro negativo, egli percorre il sentiero che porta alla realizzazione della Pietra Filosofale. Un nuovo tipo di respiro gli viene donato. I Maestri della Rosacroce sorvegliano che il segreto di questo respiro non sia conosciuto da chi, malgrado lo sviluppo delle facoltà occulte, possa farne un uso irregolare».

 

 

Processi di fisiologia occulta descritti da Scaligero

 

Fisiologia occulta

 

Intanto fissiamo l’attenzione sull’importante affermazione che la Pietra Cintamani simboleggia l’or­gano cerebrale che può aprire il varco alla Magia Solare, da cui l’appellativo di Pietra-Folgore, dove l’asceta può sperimentare il contenuto reale del Graal grazie alle forze di luce dell’autocoscienza. Tale luogo è stato da Massimo individuato in Tecniche della Concentrazione Interiore e si colloca nella zona cerebrale tra epifisi (ghiandola pineale) ed ipofisi (ghiandola pituitaria).

 

In particolare, essendo la Pietra Cintamani a forma triangolare iconograficamente rappresentata con tre sfere, o ellissi, o loro com­binazioni, noi possiamo immaginarle poste a forma di triangolo tra epifisi, ipofisi e ipotalamo. Trattasi di una immagine simbolica di luce che risplende tra le sopracciglia e che abbiamo già avuto modo di analizzare in un precedente articolo discutendo dell’occhio destro, sinistro e centrale di Horus della tradizione egizia.

 

Occhio di Horus

 

Vi è inoltre da aggiungere che piú volte Massimo, esprimendosi sulle tematiche del Graal, ha messo in relazione la riaccensione della Luce dell’occhio frontale, o occhio di Shiva, con la perdita di questo occhio da parte di Lucifero e che ciò costò allo stesso la necessità di sedurre l’uomo mediante una conoscenza priva della Luce originaria. Non viene menzionato esplicitamente un qualche ordine rotatorio di questa pietra-folgore tra i centri superfisici individuati, tuttavia l’asceta a cui è concessa questa esperienza di luce può ricorrere all’immaginazione creativa e far ruotare la sfera prodotta tra ghiandola pineale e ghiandola pi­tuitaria per raggiungere la condizione propria della Piera Filosofale. Analogo movimento rotatorio lo possia­mo produrre quando spostiamo la pietra Cintamani nel centro superfisico del cuore, esattamente due dita sotto il cuore fisico dove troviamo il celestiale Kalpataru, l’albero del Cielo di Indra, re degli dei del Pantheon induista, che esaudisce tutti i desideri.

 

 

Connessione tra la Pietra Cintamani e la Pietra Filosofale

 

Risulta evidente che la fase preliminare per raggiungere la Pietra Filosofale inclusiva dell’inversione del respiro (trattenere anidride carbonica ed emettere ossigeno) passa necessariamente dall’esperienza prioritaria insita nella Pietra-Folgore Cintamani, ovvero nel portare opportunamente una corrente di Luce (Shakti immanente) tra epifisi ed ipofisi.

 

Dice Steiner che la Pietra Filosofale è l’elemento «piú prezioso che l’uomo può conquistarsi, che l’uo­mo può fare del suo organismo, per giungere all’evoluzione superiore. L’uomo va incontro a questo ideale, a costruire il suo corpo in carbonio: il comune carbone, questa è la Pietra Filosofale. Quando il corpo dell’uomo sarà diventato stellare non sarà carbone nero, bensí carbonio trasparente limpido come l’acqua. Questi non sono soltanto processi chimici, ma sono alti ideali. Il Rosacroce percorre questa via grado per grado e piú tardi si innalzerà a ciò l’intera umanità» (Rudolf Steiner, Il mistero cristiano, O.O. N° 97).

 

Secondo Scaligero l’opera di mutamento della natura umana mediante il respiro è ciò che dagli alchimisti viene designato come Pietra Filosofale. L’anidride carbonica che normalmente uccide la vita, e che viene espulsa nel respiro, è ciò mediante cui l’iniziato edifica la vita corporea dello Spirito: la possibilità di trattenere l’anidride carbonica nel corpo senza uccidere il corpo, va di pari passo con la cessazione di quell’attività distruttiva.

 

Va da sé che queste tecniche superiori hanno come preliminare e propedeutica azione quella dei cinque esercizi di Steiner e Scaligero, e successivamente dovrà essere attivata una Shakti immanente che consentirà, tramite l’attivazione nella zona cerebrale del gioiello Cintamani, la successiva attivazione della Pietra Filosofale secondo il canone della Scienza dello Spirito di Rudolf Steiner e di Massimo Scaligero.

 

 

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