In attesa dell'unione ideale

Etica

In attesa dell'unione ideale

Henry Howard «Le Horae»

Henry Howard «Le Horae»

 

La danza delle Horae

 

Non tratteremo del leggiadro brano musicale di Amilcare Ponchielli, quanto piuttosto del senso di una legge superiore dell’universo. Esiste un principio che trascende le contingenze terrene e che impone simmetria e pareggio. Il pareggio non è solo una semplice eguaglianza matematica, ma piuttosto un principio morale che permea la realtà in tutte le sue sfaccettature. Nella mitologia greca, le Horae erano tre, e avevano la funzione di sottrarre il divenire umano all’arbitrio e al disordine. Dike era la Dèa della giustizia, Eunomia del buon governo e Irene della pace. Le Horae sono sempre considerate amichevoli verso l’umanità e totalmente prive di astuzia o sottigliezza; sono rappresentate come delle gioiose ma gentili fanciulle, coronate di fiori, che si tengono per mano in una danza in cerchio. Ovviamente seguendo il ritmo della musica, esse vanno a Tempo e in questo caso la metafora è mitologicamente appropriata. Le Horae dovrebbero seguire la legittima e sacra danza evolutiva del­l’Uomo e del Cosmo.

 

Nèmesi, o Dea Fortuna

Nèmesi, o Dea Fortuna

 

Quando si dice che l’uomo è libero solo nel Tempo si dice una cosa vera, potremmo aggiungere che l’uomo è libero di seguire o meno il giusto tempo della danza delle Horae, ovvero il giusto tempo della sua evoluzione. Due sono gli avversari dell’essere umano capaci di scompaginare questa sacra danza: un Avversario può rallentare il ritmo delle Horae riportando in vita idee, etnicismi, comportamenti e suggestioni del passato, mentre l’altro Avversario può accelerare il Tempo, immettendo impulsi prematuri per i quali l’uomo non è ancora pronto. In ambo i casi, sia che la danza rallenti, sia che diventi affrettata, le Horae incespicano: Dike perde il senso della giustizia, Eunomia perde il senso del buon governo e Irene il dono della pace.

 

A questo punto interviene Nemesi e ristabilisce l’equilibrio e il pareggio a prezzo di terribili sacrifici. Le Horae sono le Dee delle stagioni e dell’ordine naturale, ma qualora il loro scorrere venga alterato, interviene Nemesi a riportare l’ordine cosmico. Nemesi è la severissima Dea della compensazione, della simmetria e del pareggio. La regola dell’equilibrio e del pareggio coinvolge quindi inevitabilmente sia le forze del male e del Caos, dedite all’arbitrio e al disordine, quanto le forze del Bene ovvero del Cosmos, che hanno a che vedere con il futuro evolutivo dell’umanità. Ambedue queste forze hanno relazione con la libertà dell’essere umano che è chiamato a progredire in un’esperienza unica tra tutti gli spiriti del creato. Esperienza singolare in quanto l’uomo ha l’opportunità della scelta, mentre altre divinità, pur evolvendosi anch’esse, non dispongono di questa eccezionale e unica prerogativa. 

 

 

Caos e Cosmos

 

Caos e Cosmos

 

Nella nostra epoca può capitare d’imbattersi in pensieri raccapriccianti seppure nitidi. Riportiamo un esempio tratto da un blog in cui una ragazza lamentava un lutto gravissimo e un interlocutore le rispondeva in questo modo: «Dal mio punto di vista la vita è realmente quello che sembra: una lotteria. Può andarti benissimo, può andarti malissimo… puoi avere una serie di eventi negativi e una serie di eventi positivi, ma non c’è mai equilibrio. E se c’è, è del tutto casuale e\o regolato da una serie di cause-effetto di cui magari tu sei solo una parte marginale. Quindi no, non esiste il karma e non esiste giustizia. Ma non ne faccio una colpa a chi ci crede, in fondo è anche un modo per farsi coraggio e andare avanti, penso che senza un briciolo di speranza impazziremmo tutti».

 

Abbiamo letto una semplificazione efficace del pensiero contemporaneo al servizio del Caos. È l’Insensatezza che ci allontana dal Logos che dà nome e ragione a tutte le cose.

 

 

La “religione” dell’insensatezza

 

la roulette dell'insensatezza

 

Nelle mitologie antiche il Caos è quasi sempre contrapposto al Cosmos, nel senso di universo disordinato il primo e ordinato il secondo. Ebbene, l’idea che il mondo sia una “lotteria” è il punto di vista prevalente nelle élite economiche, politiche e culturali della società occidentale. Le lobby dominanti credono realmente che l’atteggiamento piú proficuo per loro sia quello di avere la capacità di truccare la roulette (la lotteria del Caos) affinché il banco (che è in mano loro) vinca sempre. Per gli esseri che si affidano alla “religione” dell’Insensatezza dell’esi­stere (e oggi purtroppo sono la maggioranza, vista la società desacralizzata in cui viviamo) il destino appare spesso cinico e baro.

 

Il marxismo accusa il mondo

 

Per le élite dominanti la situazione è specularmente corrispondente: anche i potenti della Terra credono nella lotteria dell’esistenza, ma dominano la società in quanto applicano alla vita altrui comportamenti cinici e bari, ovvero crudeli e menzogneri. Resta comunque fondamentale comprendere che sia i dominatori che i dominati sono schiavi dello stesso paradigma di pensiero, ovvero hanno nel cuore e nel cervello la profonda convinzione dell’Insensatezza, ovvero del Caos come generatore di eventi terreni. Ovviamente coloro che realmente e profondamente credono nel Logos che dà ordine al Cosmo, cessano di essere dominati. È questo il senso di un libro dimenticato di Massimo Scaligero: Il Marxismo accusa il Mondo.

 

 

Caos e Cosmos individuale

 

Nobiltà della concentrazione

Nobiltà della concentrazione

 

Ciò che piú ha attinenza con il riordino del Caos, per la creazione del Cosmos è la Concentrazione, ovvero l’iniziale passo per l’avvicinamento quotidiano al Logos. Intendiamo con precisione l’esercizio della concentrazione del pensiero cosí come ci è stato indicato da Rudolf Steiner e piú tardi da Massimo Scaligero.

 

Senza l’asse su cui far girare la ruota, il Caos prevale sul Cosmos, l’astrale inferiore prevale sull’Io. Ciò è sperimentabile da chiunque attraverso l’esperienza diretta (si spera, siano la maggioranza dei lettori di questa rivista) di un esercizio che grazie alla sua metodica frequenza, anche per brevi attimi ci sottrae al Caos.

 

Non a caso la Concentrazione è il primo e indispensabile gradino dei cinque esercizi preliminari e ciò che riporta ordine nello scorrere quotidiano delle Ore.

 

 

 

 

Cosmos e Caos nell’Arte, perseveranza e tenacia

 

Dopo gli Iniziati, i piú grandi organizzatori delle forze del Cosmos sulle forze del Caos sono, beninteso sul piano sensibile, gli artisti, coloro che dedicano la vita a mettere ordine nella fantasia creatrice. Gli Iniziati creano mondi nel Pensiero Vivente, gli artisti modificano la materia sulla Terra. L’Arte è quindi creazione di Universi Ordinati. Si pensi alla simmetria in architettura e in pittura, alla consonanza in musica, alla rima e alla metrica nella poesia, alla capacità di avvincere nella narrativa, perfino l’arte cinematografica è un potente esercizio di ordine collettivo che va dalla sceneggiatura al prodotto finito.

 

perseveranza tenacia

 

L’Arte come l’ascesi spirituale, ha bisogno di tempo, concentrazione e perseveranza. La perseveranza è un elemento fondamentale e discriminante tra l’hobbista superficiale e l’artista verace. Guarda caso, la perseveranza è la chiave di volta anche della ricerca spirituale, per cui si coprono di ridicolo quelli che propugnano la conoscenza dei chakra con tre o quattro corsi (magari a pagamento) da svolgersi nei fine settimana. La tenacia ininterrotta, la fedeltà ora dopo ora, nella creazione, spinge la ruota del tempo nella vita dell’artista. Cosí si forma lo stile individuale.

 

Se riconosciamo Chopin da Beethoven, è perché hanno plasmato nel tempo il loro archetipo identificativo. Hanno costruito Universi Ordinati. Non è quindi un caso che per legge di compensazione, ovvero di simmetria e pareggio, spesso gli artisti vivano vite tanto disordinate a causa della tragicità del loro impegno creativo, impegno basato sulla ricerca dell’ordine. Ne consegue che ogni insensatezza, ogni Caos, anche se si può giustificare dialetticamente e criticamente, non fa parte dell’arte. Jackson Pollock l’autore della tela chiamata “Convergenze” (e valutata oltre 100 milioni di euro) riportata all’inizio dell’articolo accanto al cenacolo di Leonardo, è un esponente della “religione” dell’Insensatezza. Il fatto che Pollock fu finanziato dalla CIA la dice lunga su come le élite dell’Impero d’Occidente abbiano artatamente alimentato il Caos nella vita culturale.

 

 

Minoranze coraggiose

 

Minoranze coraggiose

 

Il Caos culturale dilaga e a subirne le peggiori conseguenze sono quei  poveri esseri che si affidano all’insensatezza dell’esistere, non avendo un solido centro Spirituale che li sorregga. Oggi sono numericamente la maggioranza. Sono esseri facilmente manipolabili, in quanto sconfortati e dubbiosi a causa del Caos, e cosí vengono attratti da fuggevoli speranze, soprattutto quelle prospettate dalla tecnologia. Durante la psico-pandemia Covid19, quando la grancassa del potere mediatico batteva e ribatteva l’idea della necessità di iniettarsi quel siero sconosciuto, la folla dei piú ha ceduto alla pressione psicologica del potere. La maggioranza dal labile pensiero ha subíto i danni di un prodotto venefico sperimentale, causa di un genocidio, peraltro ancora negato.

 

Dosi di vaccini destinati al macero

Dosi di vaccini scaduti destinati al macero

 

Priva di ogni pensiero critico la folla ha accettato passivamente, e in alcuni casi gioiosamente il giogo chimico. Tra questi, vi sono pochissimi che hanno deciso di condividere sacrificalmente le sofferenze del popolo degli avvelenati. Queste sante persone hanno voluto seguire karmicamente i piú deboli comportandosi come il Giusto che si mettesse in marcia tra le fila dei deportati, pur non essendone costretto. Questi però, sono casi assolutamente atipici. La minoranza di resistenti consapevoli avversi alla coercizione ha resistito investendo tempo, fantasia e perseveranza, e ha vinto la battaglia ideale. Tant’è che oggi soltanto l’1% di Italiani accetta di iniettarsi sieri non sperimentati e pericolosi, mentre milioni di dosi vengono gettate al macero.

 

 

L’aspirazione al Bene nel Tempo

 

Adesso ribaltiamo completamente la frittata e cerchiamo di fare nostro il punto di vista della maggioranza dal labile pensiero, ovvero della folla degli obbedienti fiduciosi. È un processo di revisione che i resistenti non fanno mai e che invece è proprio necessario! Dobbiamo assolutamente comprendere ciò che ha spinto miliardi di persone ad accettare un’imposizione liberticida e folle. Non è stata solo una faccenda di propaganda mediatica, seppur esistente, in quanto abbiamo visto che la “roulette” è truccata e l’informazione ufficiale è menzognera. La risposta è che quelle folle hanno creduto e obbedito perché aleggia un comune desiderio di riconoscimento dell’Autorità al servizio del Bene. Principio che non è sbagliato in astratto, ma è sbagliato se applicato al giorno d’oggi, ovvero in questa fase del Quinto periodo di civiltà, corrispondente allo sviluppo dell’anima cosciente in cui necessariamente gli uomini della civiltà europea-americana sono chiamati alla libera scelta. Abbiamo bisogno di bivi nella vita.

 

Istvan Bernath «Le tre Horae, o Grazie»

Istvan Bernath «Le tre Horae, o Grazie»

 

Per concludere ritorniamo alla sacra danza delle Horae. Dike la Dèa della giustizia, Eunomia del buon governo e Irene della pace sono nel cuore di tutti tranne che dei demoni e dei loro servi in Terra. Gli uomini aspirano ad essere governati dal Bene, affermazione que­sta che appare addirittura pleonastica, ma non lo è. Al­le volte l’evidenza è allontanata dal dialettismo politico, ma tutti noi vorremmo essere governati da Iniziati capaci di irradiare il Bene. La Scienza dello Spirito ci indica che, scusate i neologismi, il “Dikismo, l’Eunomismo e l’Irenismo” sono impulsi prematuri che richiamerebbero Nemesi. Il feto deve maturare nella categoria del Tempo il giusto momento per nascere, e le idee si concretizzano al momento opportuno.

 

L'Unione Ideale

 

Eravamo presenti ad una conferenza di Massimo Scaligero quando egli un giorno, rispondendo a una domanda, ci parlò dell’Impero dei Rosacroce di là da venire. Sottolineò il Maestro, quanto esso fosse lontano dai nostri tempi. Chi tra noi non vorrebbe vivere dentro un’entità sociale rispettosa delle diverse identità dei popoli, un “Imperium Rosae Crucis”, una “Unione Ideale” governata da un Iniziato che si estenda da Lisbona a Vladivostok? Eppure, sappiamo che, per ora, non è possibile in quanto quella realizzazione appartiene al Sesto periodo di Civiltà. L’“Unione Ideale”, e aggiungiamo Graalica, nel nostro tempo non può, e non deve, essere tentata nella dimensione autoritaria di un organismo statale. Si tratterebbe di un procurato aborto sociale, crimine questo esecrabile, che verrebbe corretto dal Karma.

 

Ricordiamo che la folla che acclamò Gesú la Domenica delle Palme è la stessa che scelse Barabba sotto la croce. Fin tanto che esisterà quella folla manovrabile, una moltitudine priva di Io, la sacralità dello Stato, che astrattamente è un Felice Ideale, deve essere custodita nel tempio dei cuori in attesa di altre successive incarnazioni. Per ora, ciò che possiamo fare è operare con i giusti pensieri sulle minoranze piú consapevoli, ma soprattutto operare l’”Unione Ideale” in noi stessi con il principio ordinatore del Logos.

 

 

Salvino Ruoli