Armenzano e il suo Presepe vivente

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Armenzano e il suo Presepe vivente

Tra i tanti Presepi viventi che animano i dintorni di Assisi nei giorni di Natale e inizio anno, quello di Armenzano è tra i piú suggestivi, per il luogo isolato, alle pendici del Monte Subasio, per la bellezza dei vicoli e degli androni dove viene ricreata la scenografia delle Sante Notti di Natale.

 

Castello di Armenzano

 

Armenzano è un Castello di montagna che risale al XIII secolo, dista 8 km. dal centro di Assisi e sembra che il nome derivi da “armentum” ovvero la mandria, dando cosí segno che l’allevamento del bestiame era l’occupazione principale di quelle genti.

 

Le cronache scrivono di una frequentazione di San Francesco, ospite del signore del luogo, e che poco distante, nel borgo di Nottiano, ebbe ad avere uno dei suoi piú cari discepoli, Giovanni il Semplice, un giovane di umili origini che fu illuminato dalla Provvidenza a seguire le orme del Santo e ancor oggi è venerato come il “Beato Giovanni da Nottiano”.

 

Presepe vivente

 

Dal secolo scorso, la gente del paese mette in scena nei giorni del Natale un Presepe vivente animato da figuranti in cui la Natività, i pastori, i Magi, le botteghe degli artigiani e pecore al pascolo riempiono vicoli, stalle, porticati del Castello che con la sua struttura di pietra e legno si presta a fare da sfondo ad una coreografia di notevole suggestione, specialmente quando fiaccole e fuochi illuminano il buio della notte.

 

Le selve, e sullo sfondo il Sacro Subasio, nell’oscurità illuminata dalle stelle sembrano voler annunciare l’arrivo della Cometa indicando all’Umanità che il miracolo della Nascita si ripete.

 

 

Armenzano e il Presepe vivente

 

«Alla svolta dei tempi

la Luce Universale

dello Spirito entrò

nella corrente terrena

dell’Essere;

oscurità notturna

aveva dominato,

chiara Luce diurna irradiò

nelle anime umane;

Luce che riscalda

i poveri cuori dei pastori;

Luce che illumina

le sagge menti dei re.

Luce divina, Cristo-Sole,

riscalda i nostri cuori,

illumina le nostre menti;

affinché diventi buono

quello che noi fondiamo

col cuore, quello che noi,

con le nostre menti,

vogliamo portare

a chiara meta…».

 

 

Rudolf Steiner (dalla “Pietra di Fondazione”).

 

 

Davide Testa