Triarticolazione o Tripartizione?

Enigma

Triarticolazione o Tripartizione

 

C’è una diatriba interessante, sui termini “Triarticolazione” o “Tripartizione”.

 

Il dito e la luna

 

Una diatriba che mi ricorda una storiella simpatica, su un dito che indica la Luna; in questa storiella, invece di guardare il vero oggetto di interesse – che è, appunto, la Luna – lo sciocco (colui che non ha pensieri mobili, vivi) guarda il dito.

 

Il termine tedesco è una parola composta, da “Drei”, tre, e “Gliederung”; termine che, preso da solo, significa struttura.

 

Giustamente, DeepL, il miglior traduttore automatico in circolazione, traduce il tutto con “Struttura tripartita”; laddove è evidente che si parla di un tutto, di una unità (l’uomo, la società) composta da tre parti.

 

Se fossero soltanto strutture, esse potrebbero essere considerate autonomamente. Lo Stato di Montesquieu è triarticolato (potere legislativo, esecutivo e giudiziario). Qui le tre componenti devono essere autonome, anzi, guai se l’esecutivo si occupasse del giudiziario o viceversa. Ma in un organismo vivente non si può staccare la testa dal busto, o questo da braccia e gambe. Dunque tre parti di una sola entità.

 

Mi rendo conto, tuttavia, che la questione è complicata. Cogliere l’essenza vivente della Tripartizione sociale non è facile. C’è pure chi – non facciamo nomi per carità di Patria – pensa che il tutto debba rispondere ad astratte regole applicabili non si sa bene da chi, né come, né quando. Una specie di “protocollo”, insomma. Steiner immagina la Tripartizione come una reale, vivente collaborazione fra ambiti sociali ed economici diversi.

 

Associazioni di uomini vivi che – interagendo e relazionandosi fra loro – esplicano la loro attività in vari ambiti. E qui la confusione aumenta.  Steiner, infatti, parlando di Fraternità, Libertà ed Uguaglianza, colloca diversamente questi tre ambiti.

 

Pensare sentire volere

 

Nelle conferenze in cui tratta della questione del rinnovamento sociale, Steiner sostiene che il trinomio reso universalmente noto dalla rivoluzione francese vada inteso in questo modo: la fraternità è del corpo, l’uguaglianza è di coloro che, votando e rivendicando i loro diritti devono essere sostanzialmente uguali di fronte alla legge, mentre la libertà è libertà di poter scegliere ogni tipo di religione o di strada di conoscenza spirituale di sé.

 

Ecco un esempio: «Perché non appena il vero senso di questi tre ideali diventerà chiaro, si riconoscerà che si tratta necessariamente di un organismo sociale triplice. I tre membri non devono essere un parlamento astratto e teorico o un’unità assemblata e centralizzata, ma devono essere la realtà vivente e, attraverso la loro vivace attività, essere riuniti in un’unità. Quando queste tre membra sono indipendenti, in un certo senso si contraddicono l’una con l’altra, proprio come il sistema metabolico è in contrasto con il sistema della testa e quello ritmico.

 

La questione sociale

 

Tuttavia, nella vita, le contraddizioni sono proprio quelle che funzionano insieme in una unità. Attraverso la comprensione della vita si riesce a capire il vero gesto dell’organismo sociale. In questo primo membro sociale ci si rende conto che la fratellanza deve essere attiva affinché si crei una cooperazione all’interno della vita economica, in cui sono necessarie regole tra gli uni e gli altri per quanto riguarda i particolari. Nel secondo membro del diritto pubblico, dove si tratta della relazione di una persona con un’altra, solo nella misura in cui un essere umano è una persona, si lavora con l’attivazione dell’idea di uguaglianza. Nella sfera spirituale, dove ancora una volta deve esistere indipendentemente dall’orga­nismo sociale, si occupa dell’idea di libertà (dalla Conferenza tenuta da R. Steiner a Zurigo il 5 febbraio 1919: La questione sociale, O.O. N° 238 – II. “Un confronto tra i tentativi di soluzione della questione sociale”).

 

Sigillo Templari

 

Nelle conferenze invece nelle quali approfondisce la questione della ricerca spirituale, come le conferenze sui templari, Steiner parla della Fraternità che è tipica del corpo, della Libertà, che è tipica dell’anima, e dell’Uguaglianza che è tipica dello Spirito. Lo Spirito, gli Spiriti, gli Io, sono tutti uguali perché tutti ugualmente eterni.

 

Impulsi evolutivi

 

Ecco cosa dice, infatti, nella conferenza dei “Templari” (Impulsi evolutivi interiori dell’umanità – O.O. N° 171): «Cosí, gli ideali alti e belli erano sulla bocca di tutti in un’epoca in cui gli uomini non erano in grado di comprenderli, ma solo di confonderli e falsificarli, perché cercavano di comprenderli tutti insieme, credendo solo nel corpo fisico. Infatti, del triplice ideale Fratellanza, Libertà, Uguaglianza, la Fratellanza è l’unico che vale per il corpo fisico dell’uomo. La Libertà ha senso solo se riferita all’anima umana, e l’Uguaglianza se riferita allo Spirito che vive nell’uomo, nell’Io. Solo quando si sa che l’uomo è composto da corpo, anima e Spirito, e quando i tre ideali della fine del XVIII secolo vengono riferiti alla Fratellanza, al corpo; alla Libertà, all’anima; e all’Uguaglianza, all’Io; solo allora si parla in un senso e in un significato che è in accordo con il significato interiore del mondo spirituale».

 

Diciamo allora che bisogna guardare la Luna, non il dito. La Scienza dello Spirito richiede anime mobili e pensiero non catafratto, in grado di muoversi agilmente e mutare esperienza a seconda della realtà – vivente – nella quale si trova ad operare, particolarmente nel caso della Tripartizione!

 

 

Grifo