Per una vera solidarietà

Critica sociale

Per una vera solidarietà

Povertà

 

Vasti strati della popolazione mondiale attendono un concreto aiuto per superare la loro miseria e per innalzarsi a una esistenza piú dignitosa. Una autentica solidarietà sociale però non può certo conseguire a generici appelli alla fraternità e alla socialità. Peggio ancora non può essere attuata mediante il cedimento a tutte le pretese di coloro i quali si autodefiniscono i paladini degli sfruttati. Dovremmo tentare tutti di comprendere che, se non verranno identificati gli epifenomeni del disordine sociale e del dissesto economico, si rigetteranno i disagiati, dopo una breve illusione di benessere e di supremazia, nella povertà e nell’oppressione.

 

Di fronte a un incidente non esercitano una vera compassione quelli che si limitano a compiangere il ferito, attorniandolo manifestando tutto il loro orrore, ma in sostanza impedendogli di respirare, oppure afferrandolo disordinatamente per l’ansia di soccorrerlo, peggiorando il piú delle volte le sue condizioni. Dimostra molto piú amore chi si pone nella condizione di osservare serenamente la situazione ed è capace quindi di prendere i provvedimenti piú adatti al caso.

 

Rivendicazioni

 

Parimenti la questione sociale può essere avviata a soluzione mediante impulsi nuovi, conseguenti a una libera vita spirituale, che non spingano l’uomo a ripudiare, odiando, la sua condizione, ma lo aiutino a porsi prima di tutto in giusto rapporto con le difficoltà che lo hanno colpito. Fomentando l’avversione, attribuendo la sua eventuale indigenza solo al supposto sfruttamento padronale, lo si condanna a non comprendere in profondità la sua vicenda e quindi a non risolverla.

 

Non vogliamo affermare con ciò che una ingiustizia sociale non implichi anche la responsabilità di singole persone o di una classe dirigente. Il fatto però che una tale dolorosa esperienza riguardi una persona, o un gruppo di persone e non altre, non può essere senza significato. Se il signor Rossi è finito piú volte fuori strada con la sua vettura, potrà trovare certo delle giustificazioni nell’asfalto bagnato, nella segnaletica insufficiente ecc. Ma se è onesto con se stesso dovrà pur considerare l’eventualità di una certa superficialità nella sua condotta di guida. Si aiuterà di piú il signor Rossi a non rompersi la testa, spingendolo ad imprecare contro l’ente addetto alla manutenzione stradale, oppure invitandolo a identificare e superare quella sua lacuna interiore che lo porta a non tenere troppo conto delle condizioni della strada?

 

Quando si rovescia su una nazione una calamità naturale, come una alluvione o un terremoto, nessuno può ragionevolmente accusare il sistema. Tuttavia un uomo il quale ha a che fare tutta la vita con una determinata difficoltà economica, apprende nei testi scolastici, legge in quasi tutti i giornali, ascolta a teatro o alla televisione che la sua condizione è solo la conseguenza del male che si annida in una determinata classe.

 

Ribadiamo che non vogliamo affatto negare i difetti degli imprenditori, desideriamo solo evidenziare che non si aiuta l’uomo mostrandogli un aspetto incompleto degli avvenimenti che lo riguardano. La posizione sociale di tutti noi, le difficoltà alle quali andiamo incontro, la stessa miseria, sono prima di tutto lo specchio della nostra vicenda interiore.

 

 

Argo Villella

 


 

Selezione da: A. Villella Una via sociale Società Editrice Il Falco, Milano 1978.