Un magico risveglio

Scienza dello Spirito

Un magico risveglio

Tutti i lettori de L’Archetipo sono certamente ben consapevoli dell’importanza di un devoto approfondimento dell’immensa eredità che Rudolf Steiner e Massimo Scaligero hanno donato attraverso scritti e conferenze.

 

Pur tuttavia potrebbe risultare utile soffermarsi su alcune considerazioni che il Dottore evidenzia in Teosofia. Il sentiero della conoscenza (O.O. N° 9).

 

Visioni spirituali

 

«L’uomo è un essere pensante e può trovare la sua via di conoscenza solo se muova dal pensare. Se al suo intelletto viene offerta un’immagine dei mondi superiori, questa non rimane infeconda per lui. …I pensieri che gli vengono comunicati rappresentano infatti di per sé una forza che continua ad agire nel mondo dei suoi pensieri. Questa forza sarà attiva in lui, desterà attitudini sopite. È in errore chi ritenga superfluo dedicarsi a una tale ‘immagine di pensiero’, perché …il pensiero poggia su una forza vivente».

 

Dunque il primo passo verso un’esperienza diretta del Sovrasensibile consiste proprio nell’accogliere le comunicazioni di chi tale esperienza possiede, perché nel vero discepolo esse non diventano mera erudizione ma autentiche forze risvegliatrici delle facoltà iniziali verso la visione diretta.

 

Inevitabile la conseguente risposta a chi obietti di voler vedere personalmente non ritenendo interessante apprendere ciò che altri hanno veduto: «È precisamente nell’accogliere le comunicazioni altrui il primo dei gradini che conducono alla conoscenza propria». E non è altresí accettabile neppure l’opinione di chi ribatte che cosí procedendo si viene costretti ad una fede cieca: «..non si tratta però di incredulità o di credulità: si tratta semplicemente di accogliere senza preconcetti quello che si ascolta». Tale particolare modalità di accoglienza, non semplice da conseguire ed oggetto del quinto dei sei esercizi (“La Spregiudicatezza”), si rivela decisiva alla luce di quanto ci viene poi ulteriormente chiarito: «…ogni sapere intorno al mondo animico e a quello spirituale giace nelle profondità dell’anima umana. Mediante il “sentiero della conoscenza” si può farlo affiorare. Ma comprendere noi  possiamo anche quello che altri ha attinto dalle profondità dell’anima. ….Una esatta cognizione spirituale risveglia nell’anima non oscurata da pregiudizi  le forze della comprensione. Il sapere inconscio muove incontro al fatto spirituale scoperto da altri» (c.d.r).

 

La Bella Addormentata

 

Ecco dunque disvelato il retroscena occulto: la conoscenza del Sovrasensibile, che a causa di un secolare disinteresse giace dormiente come la Principessa di Perrault – questa volta nell’intricato bosco dell’anima – si risveglia e subito muove incontro alla comunicazione spirituale,  il Principe da cui è stata finalmente ridestata. E non si tratta di un “muovere incontro” nascente da fede “cieca”, ma da una “giusta attività del sano intelletto”. «Non devi credere a ciò che ti dico, ma lo devi pensare, devi farne il contenuto del tuo proprio mondo di pensieri; allora i miei stessi pensieri in te faranno sí che tu li riconosca nella loro verità. Questo è l’atteggiamento di chi investiga il mondo spirituale. Cosí egli dà l’impulso; la forza di riconoscere la verità scaturisce dall’intimo di chi ha accolto il suo insegnamento. In questo senso dovrebbero essere cercate le concezioni della Scienza dello Spirito».

 

Due Vie

 

È l’occasione per ribadire come, contrariamente ad opinioni tanto diffuse quanto confuse, l’autentica Via del Pensiero si riveli molto piú affidabile di tante scorciatoie fumose: …nelle quali spesso si crede di trovare qualcosa di meglio che non in quanto il sano intelletto umano può accogliere, se gli venga portato incontro dalla vera indagine spirituale».

 

Del tutto conseguente ancora una volta la raccomandazione fondamentale: «Non si potrà mai insistere abbastanza su quanto sia necessario, per chi voglia sviluppare le sue facoltà di conoscenza superiore, di dedicarsi ad un serio lavoro del pensiero». Soprattutto verso i tanti che con granitica certezza proclamano: “Il pensiero non può servirmi a nulla; tutto dipende dal cuore, dal sentimento e cosí via”. A ciò bisogna obbiettare che nessuno può diventare un “veggente’ in senso superiore (e cioè reale) se non si sia prima addentrato nella vita del pensiero. Sotto questo riguardo in molti uomini una certa pigrizia interiore svolge una brutta parte. …Sarebbe certo assai piú comodo conseguire la veggenza superiore senza sottoporsi al lavoro del pensiero. Farebbe piacere a molti. Ma per questa veggenza sono necessari una saldezza interiore, una sicurezza animica, alle quali il pensiero soltanto può condurre. Altrimenti non si arriva che ad un incerto vacillare d’im­magini, a uno sconcertante gioco animico che piace, sí, a certuni, ma che non ha nulla da fare con una vera penetrazione nei mondi spirituali».

 

Spiegare la Scienza dello Spirito

 

Rudolf Steiner ci disvela anche come sia coerente con quanto precede l’“animus” di chi realmente è in grado di investigare il Mondo spirituale: «Chi fa serie indagini nel mondo spirituale non parla mai aspettandosi di essere ciecamente creduto. Egli non vuol dire che questo: “Ho sperimentato tutto ciò nei campi spirituali dell’esistenza e racconto queste mie esperienze”. Ma egli sa pure che il fatto di accogliere da parte dell’ascoltatore queste sue esperienze e di compenetrare di pensiero il racconto è per l’ascol­tatore forza vivente per il suo progresso spirituale».

 

Di fronte a parole come “chi fa serie indagini”,  im­possibile non constatare ancora una volta come davvero rarissimi siano tali veri indagatori e quale immenso dono del Cielo debba ritenersi sia l’incontro con Rudolf Steiner e Massimo Scaligero, sia il riconoscerli come i Maestri dei nuovi tempi inviati dal Mondo Spirituale.

 

 

Francesco Leonetti