In non poche raffigurazioni artistiche il momento del Battesimo di Gesú di Nazareth nel Giordano ad opera di Giovanni si presenta alquanto serafico, con il battezzando in piedi, parzialmente immerso nel fiume, serenamente ispirato, circonfuso da un’atmosfera idilliaca.
In realtà sappiamo bene come l’evento si consumasse tramite un’energica immersione totale onde favorire un momentaneo distacco del corpo eterico, in questo caso prodromico alla sacrale discesa del Logos in un organismo corporeo predisposto ad accoglierlo grazie alla secolare e grandiosa elaborazione di cui troviamo ampi riscontri in Luca e Matteo.
Ma, al di là di quanto precede, sfugge alle menzionate rappresentazioni artistiche la grandiosa e irripetibile solennità universale dell’evento: una realtà estranea alla dimora dell’uomo si unisce cosmicamente alla Terra: è la sfera identificata da Gesú medesimo rispondendo a Pilato: «…Il mio regno non è di questo mondo» (Giovanni 18, 33-37).
«Ma quel Regno Egli lo ha portato in questo nostro mondo»; cosí si esprime Rudolf Steiner in una conferenza a Basilea del 22 Dicembre 1918, a poco piú di un mese dalla fine della Grande Guerra (in: Come ritrovare il Cristo? O.O. N° 187).
Il Giordano dunque come teatro del primo passo verso la riunificazione finale del nostro pianeta con le Entità Solari, il cui distacco si rese drammaticamente necessario agli inizi della nostra evoluzione terrena: il Cristo medesimo inserisce nella Terra il grandioso impulso. Egli è ora qui tra noi, Divina presenza che il Dottore accosta immediatamente all’arduo interrogativo su come vada sperimentata la Sua azione nell’anima umana: «…È un problema che spesso grava sull’uomo».
Esplicita e, come si vedrà in seguito, alquanto articolata la risposta: «…quello che possiamo definire come l’impulso del Cristo non mette radici nelle nostre anime in modo diretto, tumultuoso. Inoltre esso vi mette radici in modo diverso nelle diverse epoche. Oggi all’uomo spetta di accogliere nella sua chiara e piena coscienza di veglia i pensieri cosmici che la Scienza dello Spirito ad orientamento antroposofico cerca di comunicare …con essi l’uomo accoglie effettivamente la nuova Rivelazione, cioè il nuovo impulso del Cristo, adatto al nostro tempo».
Dunque ancora una volta la Scienza dello Spirito viene consacrata come nuova Rivelazione del Cristo, forgiata a misura delle attuali esigenze evolutive dell’umanità.
E ci viene subito raccomandato con quale atteggiamento accoglierla: «Si cerchi di partecipare a quei pensieri con tanta intensità da sentirli come qualcosa che penetra nell’anima quasi come attraverso il corpo, e che lo trasformi …che con essi non penetra nelle nostre anime soltanto pensiero, ma vita spirituale fluita dal Mondo spirituale (c.d.r.)».
Siamo guidati ancora una volta a riconoscere il connotato decisivo: i contenuti della Rivelazione steineriana non sono mere conoscenze, ma Forze spirituali maieutiche in grado di operare in profondità nell’anima umana: «Tre cose si scopriranno se ci si congiunge intimamente con questi pensieri».
Prima: «Anzitutto si scoprirà che …tendono a cancellare l’egoismo». Dunque un risultato altissimo, ma che si rivela paradossalmente addirittura complementare alla luce di quanto segue: «Se si comincerà ad osservare che questi pensieri attenuano, uccidono l’egoismo, vorrà dire che si sarà sentito (c.d.r.) che i pensieri della Scienza dello Spirito sono compenetrati dalle forze del Cristo».
Seconda: «Ogniqualvolta si verifichi una situazione di scarsa sincerità, o in noi stessi, o intorno a noi, e si avverta subito la presenza al nostro fianco di un impulso a rifiutare l’ingresso della menzogna nella nostra vita, si percepisce il monito di attenersi sempre alla verità. …Si sarà trovato l’impulso del Cristo nel secondo modo …sentendo (c.d.r.) al nostro fianco come una potenza morale che ci esorta alla verità».
Terza: «Il terzo aspetto dell’impulso del Cristo, vivente in questi pensieri, verrà sperimentato se si sarà capaci di sentire (c.d.r.) che da essi si diffonde qualcosa fin nel corpo, ma soprattutto nell’anima: un elemento risanatore che combatte le malattie, una forza insita in quei pensieri, apportatrice di freschezza, di giovanilità, una forza ostile alla malattia».
Questo dunque il retroscena occulto correlato all’interrogativo iniziale su come sperimentare nell’anima l’impulso-Cristo: se accostando i pensieri della Scienza dello Spirito con l’intima Devozione indispensabile, tali possenti rivelazioni vengono identificate come la sorgente di un progressivo annullamento di egoismo, inclinazione alla menzogna, tendenza alla malattia, quanto percepito sarà sentito come verace presenza dell’impulso del Salvatore operante in noi». «Il Cristo è presso di noi e si rivela di continuo».
È dunque alla portata di chiunque con devota immedesimazione coltivi i pensieri offerti dalla Rivelazione Steineriana la possibilità di sperimentare realmente nell’anima il Cristo come potenza intensamente operante allorché si giunga a percepire il Suo triplice impulso risanatore verso egoismo, menzogna, malattia.
«Sentiremo sempre piú profondamente il Cristo se saremo capaci di stabilire la giusta relazione fra la nostra esistenza e la Sua».
Francesco Leonetti