Migratori

Poesia

Migratori

Oltre le dune fulminate, il mare.

Lo sappiamo per improvvisi umori

freschi, per aliti salmastri e lampi

di luce azzurra che disegna linee

di miraggi nel cielo, sopra i domi

giallastri delle sabbie. Luoghi arcani,

città remote, pascoli e foreste.

Noi sappiamo l’altrove e primavere

dove fiorire e pascere in serene

pianure d’erba e alberi per nidi.

E poi la voce, soprattutto, il suono

vibrante che ci chiama a popolare

la grande estate con le nuove nascite,

dando alla vita la misura e il tempo.

E allora, a stormo compattarci, prendere

quota, staccarci dalla terra, noi

resi leggeri per la volontà

che ci chiede l’azzardo, liberati

dalla pania insidiosa che ci tiene.

Cosí nel vuoto infine, alti, distese

le ali a frange, con le cartilagini

vibranti, il cuore cadenzato ai ritmi

di un motore perfetto. E ci stupisce

che allo zenith del volo un misterioso,

invisibile afflato ci sostenga

e ci porti alla meta che ci attende.

 

                                                                   Fulvio Di Lieto