A Fulvio: uno scrittore, un poeta, un amico, un Maestro

Un ricordo

A Fulvio: uno scrittore, un poeta, un amico, un Maestro

L’amico Fulvio durante la mia intervista presso il Caffè Letterario “Horafelix” di Roma in data 26 novembre 2019

L’amico Fulvio durante la mia intervista presso il Caffè Letterario “Horafelix” di Roma in data 26 novembre 2019

Il caro amico Fulvio non è piú con noi, ha lasciato prematuramente questo piano della realtà. Un grande perdita per i familiari e per tutti coloro che come me hanno avuto il privilegio di conoscerlo e apprezzarlo per le sue grandi doti di studioso e ricercatore attento, cui si aggiungeva una innata propensione alla gentilezza e alla cordialità, valori questi evocati dal suo stesso cognome “Di Lieto”.

 

Solitamente vale il viceversa, ma per Fulvio e la moglie Marina è proprio il caso di dirlo: dietro una grande donna, discepola del Maestro Massimo Scaligero, si celava e continuerà a celarsi per sempre un grandissimo uomo, Fulvio.

Francesco Corona e Fulvio Di Lieto in un momento della serata di presentazione di Lara delle Camene

Francesco Corona e Fulvio Di Lieto in un momento della serata di presentazione di Lara delle Camene

 

Nei nitidi ricordi che hanno scandito le tappe fondamentali della nostra amicizia, non dimenticherò mai le ore liete passate con Fulvio in quello che ritengo uno dei suoi momenti di ritrovata serenità ad Ostia Lido. Tra le mura della nuova dimora baciata dal sole di ponente, carica dei suoi ricordi insieme a Marina, dove suggestivi tramonti chiudevano le giornate di studio, o semplicemente seduti al caffè in Piazza Anco Marzio, dove si discuteva delle opere di Scaligero, delle proposte editoriali per la rivista da lui magistralmente diretta e di tanti altri argomenti culturali di gran­de interesse e crescita interiore.

 

Una vera amicizia iniziatica, nata nel solco degli studi steineriani e scaligeriani che si era rafforzata giorno dopo giorno.

 

Quando nel settembre 2019 mi fu chiesto di presentare al pubblico l’ultimo suo romanzo, Lara delle Camene, per i tipi delle Edizioni Phasar di Firenze, risposi istintivamente di sí, accettando con immensa gioia e senso di responsabilità. Ebbi pertanto l’occasione di conoscere in profondità il pensiero di Fulvio, a tratti simile al mio. Intervistandolo sul suo ultimo lavoro letterario, che ad una attenta analisi si rivelava sorprendentemente in tutta la sua potenza iniziatica, ebbi chiara la sua fonte di ispirazione e la grande ricerca filologica ed operativa da lui condotta a supporto del suo pensiero. In quest’opera è possibile infatti ritrovare quel senso noetico del Sacro Femmineo, prerogativa esclusiva delle antiche accademie iniziatiche cui Fulvio si ispirava attraverso studi classici.

 

Salento – Scultura preistorica megalitica della Magna Mater.

Salento – Scultura preistorica
megalitica della Magna Mater

 

Il romanzo Mater di Fulvio Di Lieto

Il romanzo Mater di Fulvio Di Lieto

 

Nel suo precedente romanzo Mater, delle Edizioni CambiaMenti, nel quale Fulvio denunciava un mondo attuale privo di valori, si poteva già intravedere con chiarezza quello che ritroveremo poi in tutta la sua potenza espressiva in Lara delle Camene.

 

Quest’ultimo romanzo infatti parla principalmente di una sacralità antica tutta da recuperare, dopo che all’origine ancestrali arti magiche associate ad un maleficio di maghe sabine e marsicane aveva prosciugato le bucoliche fonti della Valle delle Camene, di cui parlò Cicerone. Un nuovo contro-maleficio tutto moderno ad opera di vergini Camene, restituisce, con l’acqua, un incipit profetico nel presente.

 

Tali ninfe infatti sono non solo risvegliatrici delle sorgenti d’acqua con la potenza creatrice del suono delle loro voci, ma sono anche suscitatrici dell’anima di ognuno di noi, anima sopita che attraverso Lara, la figlia Egeria (Egeria è una delle piú note ninfe Camene della mitologia classica) e le moderne Camene, viene spinta ad emergere con una dimensione del sacro del tutto inedita.

Lara delle Camene

 

A contorno protagonisti e figure letterarie che rendono suggestivi non solo i luoghi di ambientazione già carichi di storia e mitologia, ma anche di una Roma moderna vista con gli occhi sia del ricercatore attento sia del visitatore di luoghi nascosti e sotterranei.

 

I personaggi principali del romanzo, come Lara, Marcello e la figlioletta Egeria, cosí come i secondari, sono sapientemente mossi dalla penna di Fulvio in una Roma presente ma con ambientazioni nel passato. I ritmi dinamici e spesso frenetici delle scene di tutti i giorni, si alternano a quelli lenti e suggestivi del passato, dove all’epoca d’oro di Numa Pompilio tutta la valle cantava, armonia interrotta dal maleficio perpetrato nell’epoca che era seguita al governo di Nerone della città eterna.

 

Leggendo quest’opera, e riflettendo sulle prolusioni di Fulvio circa i giardini d’acqua descritti da Ovidio e quelli di Cicerone in zona Aventino, luoghi di ambientazione del suo romanzo, ho trovato spunti fondamentali per l’ultima mia importante scoperta in Salento inerente il “Giardino delle Ninfe e dei Fanciulli” (www.larchetipo.com/2020/10/steganografia/il-giardino-delle-ninfe-e-dei-fanciulli/), una superfice di 1 Km quadrato che, secondo i miei studi, era adibita a Tempio Preistorico Megalitico, con annessi luoghi sotterranei, sculture preistoriche zoomorfe e due sculture megalitiche  della Magna Mater, nonché giardini acquatici in suo onore. Probabilmente uno dei giardini acquatici dell’antichità decantati dallo stesso Ovidio. Un tempio sacro adibito alle Iniziazioni ai Misteri di giovani preadolescenti.

 

Tanti tasselli della mia ricerca iniziavano a questo punto a sovrapporsi a quelli di Fulvio sino a comporre un vero mosaico di riscontri oggettivi.

 

Salmo 115Grazie a questo romanzo, ho pensato a Lui come un vero Fratello nel Tempio, un vero Maestro custode dei Misteri di un passato che a mio avviso presto ritornerà in tutto il suo aureo splendore.

 

Concludo dicendo che in data 22 ottobre, presso la sua nuova dimora di Roma al cospetto della Sua salma, della moglie Marina e dei figli Glauco e Shanti, riconoscendo in Fulvio tutte le Virtù Templari rappresentate da un fiordaliso bianco, ho tributato a Lui un saluto di commiato con una preghiera rituale templare, recitando in latino il salmo 115 (113 della vulgata) Non nobis Domine, non nobis, sed Nomini Tuo da Gloriam.

 

Francesco Corona