Aprile

Poesia

Aprile

Per Aprile Vulnerasti cor meum

Biancospini e nuvole d’aprile,

cespi di azalee spogliati

da folate di vento.

Roma del nuovo verde.

Si ameranno come un tempo

le coppie alle fontane,

verranno le rondini,

sarà primavera come sempre?

E tu, sarai la stessa o muterai,

colmando i tuoi occhi chiari

di corruschi giochi d’ombre?

No, mi dici, il cuore è radice;

variano i segni sulla scorza

che offriamo al tempo,

perché la scavi, l’offenda

la invecchi.

L’anima, dici, non muta:

è seme, linfa, mistero

di cui noi stessi strabiliamo.

Città di primavera.

L’acqua benedice

ruvidi marmi di fontane,

e l’albero di Giuda,

a un gesto supplichevole di ninfa,

libera gemme amaranto.

Il tempo perdona,

dice il muschio sul tufo,

tanti dolori, amori traditi,

glorie passate.

Città di primo aprile:

tra i pini di Castello

uccelli crepuscolari

salutano il sole.

«Vulnerasti cor meum»

dice il Cherubino di pietra

messo a guardia del fiume,

e sotto l’ultima folgore radente

china il capo, vinto dalla luce.

 

 

Fulvio Di Lieto