La Magia Aurea della Notte di San Giovanni

BioEtica

La Magia Aurea della Notte di San Giovanni

L’ACQUA MIRACOLOSA E

I DONI DEGLI ESSERI ELEMENTARI

 

fate

 

Si avvicina il Solstizio d’Estate e la Notte di San Giovanni, in cui il Sacro si manifesta agli esseri umani nel suo massimo splendore.

 

Chi ha la fortuna, o meglio il pri­vilegio di vivere la vita vera della Natura in comunione con i suoi figli piú selvatici, piante, animali ed esseri del Regno Elementare; chi vive o soggiorna per un periodo lon­tano dalle metropoli in cui gli esseri elementari sono sofferenti, piante e animali sono prigionieri; chi risiede dove invece le creature sono libere e in armonia, avverte nei giorni del Solstizio questo Fuoco Sacro che avvampa l’anima in modo potente, e manifesta la Forza creatrice e rigeneratrice operante dietro tutto ciò che ha vita.

 

Massimo Scaligero ci descrive in modo mirabile questa Forza creatrice: «È il Divino, la Causa Prima di ogni potenza, di ogni cosa esistente. Egli è: sentire che Egli è, occorre. Egli è tutte le cose che vediamo, sentiamo, ascoltiamo: ma nessuna di queste cose è Lui. Oltre il dolore, oltre il male, oltre il piacere, oltre il bene! Puro di umana imperfezione, Perfetto, Assoluto; Egli è il Soggetto per eccellenza: tutto il creato è un movimento soggettivo dell’Eterno. E l’oggetto non lo conosce: ma in ogni oggetto è Lui, il Soggetto, che continuamente può esser “conosciuto”» (Togliere le ostruzioni).

 

Dunque l’immersione nell’ambiente naturale meno contaminato possibile, la comunione piena di meraviglia e gratitudine con le Gerarchie angeliche e gli esseri elementari che presiedono per conto della Madre Divina a tutti i fenomeni naturali, ci donano acqua, cibo, aria, fuoco, e si prendono cura di animali e piante, ci permette in questo periodo di percepire, se non di vedere con occhi liberi dall’inganno della Maya, la realtà eterica dietro l’apparenza di quella fisica.

 

Erba di San Giovanni

 

Nelle comunità antroposofiche si suole festeggiare la Notte di San Giovanni in modo solenne. Lo scorso anno ho avuto l’onore e il piacere di prendere parte ad una celebrazione molto emozionante con numerosi devoti della Scienza dello Spirito. Abbiamo acceso dei fuochi di San Giovanni e praticato l’Euritmia.

 

Nella mattinata del 23 avevamo raccolto erbe spontanee e l’acqua di una fonte sacra, e queste erbe immerse nell’ac­qua sono state lasciate in una bacinella tutta la notte, in modo che la preziosa rugiada del mattino del 24 donasse all’acqua di San Giovanni un potere straordinario.

 

La tradizione di mettere fuori acqua con erbe e fiori di campo in questa magica notte, ha origini pagane molto antiche, e la ritroviamo poi nel cristianesimo legata alla festività religiosa di San Giovanni Battista. La nascita del Bambino Gesú viene celebrata tre giorni dopo il Solstizio d’Inverno, e in modo analogo suo cugino Giovanni, desti­nato a preparare la strada e gli animi per la predicazione del Messia, nasce tre giorni dopo il Solstizio d’Estate.

 

Giano bifronte

 

Per gli antichi Greci e Romani il Solstizio d’Estate era la Porta degli Uomini, quello d’Inverno la Porta degli Dei. A guardia dei Portali era Giano bifronte, con il volto anziano da un lato e giovane dall’altro.

 

Litha

 

I Celti vedevano la notte del Solstizio d’Estate, Litha, come uno spartiacque a metà delle due parti della stagione estiva, e cosí la chiama anche Shakespeare nella celebre commedia “Sogno di una notte di mezza Estate”. Infatti la stagione estiva inizia a Beltane, il Calendimaggio, con la Dea fanciulla che incontra il suo dio e si unisce a lui. A Litha la Dea è fecondata. È la Festa dell’abbon­danza e della gioia piena.

 

Il 24 Giugno nella Roma dei Cesari si celebrava la Festività della Dea Fortuna, una specie di Carnevale estivo.

 

Le guaritrici che la Chiesa vide come streghe, che secondo la leggenda si riunivano intorno all’albero di Benevento, erano in realtà le eredi delle Sacerdotesse pagane. I loro riti erano propiziatori di amore e guarigione; raccoglievano erbe e danzavano attorno ai fuochi sacri. Nella danza si entra in contatto con gli spiriti della Natura e si può attraversare il velo tra i mondi.

 

Anche i legami di amicizia tra donne si stringevano e si rinnovavano in questa festività. Ci si scambiavano mazzetti di fiori ed erbe selvatiche, da bruciare nei fuochi o da mettere sotto il cuscino per fare sogni meravigliosi o divinatori.

 

Nella tradizione popolare, fin quasi i giorni nostri, è rimasta viva, per la Festa di San Giovanni, l’usanza per le bambine di donare all’amichetta del cuore un mazzetto di fiori con un piccolo regalo, e l’altra poteva ricambiare il dono il giorno 29, per San Pietro e Paolo. In questo modo si diventava come sorelle per tutta la vita.

 

I bambini intrecciavano ghirlande di fiori da mettere in testa, e in seguito queste ghirlande venivano appese dietro la porta di casa per proteggere la dimora dagli influssi malefici.

 

Rudolf Steiner ci racconta che gli uomini ancora privi di Io, anticamente, millenni prima della nostra Era, in questa Notte potevano sognare l’Io che doveva ancora venire.

 

I nostri sogni, anche in questa epoca, ci portano molto lontano nel cosmo nelle notti del Solstizio.

 

È dunque molto importante per noi, celebrare la Festa di San Giovanni nel modo piú devoto e accurato. La Navicella Aurea della Chiesa Giovannea avrà bisogno di portare nelle anime e nei cuori dei devoti il senso del Sacro che il cristianesimo ufficiale sembra aver perduto quasi del tutto.

 

Dedichiamo del tempo all’accensione dei falò per la Notte tra il 23 e il 24, se ci è possibile. Sui fuochi verseremo qualche goccia dell’acqua di San Giovanni dell’anno precedente, sempre che abbiamo avuto l’accortezza di preservarne una boccetta. Altrimenti metteremo acqua benedetta.

 

Quello che tutti comunque possono fare, è preparare la magica acqua di San Giovanni.

 

L’iperico, o erba di San Giovanni

L’iperico, o erba di San Giovanni

 

La mattina presto del 23, quando ancora i prati sono bagnati di rugiada, alla luce dell’aurora, andiamo in natura a raccogliere fiori ed erbe spontanee da mettere in acqua di fonte. La sera possiamo aggiungere altre erbe raccolte dopo il tramonto se ne abbiamo la possibilità. L’importante è che già dal mattino abbiamo quelle essenziali: verbena, artemisia, sacra alla Dea della Luna, malva, valeriana, camomilla, meliloto, che rilassano e favoriscono i sogni piú belli; rosmarino, salvia, menta, che donano memoria; freschezza e purezza; finocchio selvatico, che difende dagli inganni; achillea, per proteggere dalle ferite; iperico, o erba di San Giovanni, che scaccia il Male e porta gioia e buon umore. avena selvatica, per l’abbondanza, melissa per l’allegria, alloro per la forza. Possiamo trovare elicriso, timo selvatico, lavanda, ruta, sambuco, rosa, calendula. In tutto ci devono essere piú di 24 fiori diversi, possibilmente in numero dispari: 25, 27 o piú. E Madre Natura nel mese di giugno ce ne fornisce una miriade in ogni prato di montagna o di campagna.

 

Durante la raccolta delle erbe e dei fiori, che possiamo svolgere da soli o in compagnia di qualcuno con cui siamo in rapporto sereno e armonioso, cogliamo l’occasione per fare la meditazione e la percezione pura. Ringraziamo sem­pre dal cuore la Natura Madre, gli Angeli e gli esseri elementari per i doni che ci è consentito di prendere, e recitiamo preghiere di lode e di benedizione, in modo che le piante raccolte e le radici che lasciamo nella terra, accettino la nostra gratitudine con beneficio di tutti. Anche le benedizioni saranno presenti in quell’acqua miracolosa. Acqua, fiori ed erbe andranno messi in un recipiente di rame o di vetro. La mattina del 24, alla magia notturna si aggiungerà la rugiada, e useremo questa preziosa acqua per lavarci viso e mani. Metteremo in alcune boccette il liquido che avanza, per regalarlo agli amici o per il falò del prossimo anno.

 

Le erbe e i fiori rimasti dopo che abbiamo scolato l’acqua, possono essere adoperati la sera per un benefico pediluvio.

 

Per la cena del 23 sera e il pranzo del 24, sarebbe cosa buona aiutare corpo ed anima con la cucina di guarigione, ossia con piatti a base di erbe e frutti spontanei, coltivati dalla Natura stessa grazie al lavoro degli esseri elementari.

 

Queste pratiche, unite agli esercizi che il Dottore ha elencato nei suoi libri e nelle conferenze, sono utili per sviluppare doti intuitive e profetiche, che sono quelle richieste agli insegnanti secondo le indicazioni di Rudolf Steiner.

 

Chi ha la responsabilità di educare i piú giovani dovrebbe quindi dare importanza ai riti in comunione con gli spiriti della Natura. Gli Angeli se ne sono presi cura fino a poco tempo fa, ora sta a noi proteggerli e prendere il posto degli Angeli nel difendere la Natura e i suoi figli celati dietro il velo.

 

Quel velo che nella magica notte di San Giovanni si fa piú trasparente e rarefatto. Una prefigurazione di un futuro in cui il Regno Elementare e quello degli umani saranno alleati e amici. La moderna ecologia, l’animalismo, l’attivismo contro la deforestazione e l’inquinamento, sono un inizio, un primo passo imperfetto verso una nuova consapevolezza dei legami profondi tra l’Uomo e la Natura, e dei compiti che ci attendono.

 

Siamo ad un punto di svolta, nuovamente. Per Giovanni Battista il rito del Battesimo, con acqua santificata che andava a purificare e benedire, era il primo passo verso un nuovo Battesimo, quello del Redentore che battezza con lo Spirito.

 

Il nostro rito di purificazione lunare con l’acqua e le erbe incontra, nella Festa di San Giovanni, la benedizione del Logos solare, che aggiunge la luce dello Spirito alla cerimonia e al nostro percorso interiore. Viviamo questo giorno e lo spirito che ne deriva, e portiamo con noi per tutta l’estate i doni ricevuti dalla Madre in questa ricorrenza, tra Sole e Luna, tra fuoco e acqua, tra acqua e Spirito.

 

 

Shanti Di Lieto Uchiyama