La bandiera

Poesia

La bandiera

Bandiera

Quand’ero ragazzino mi piaceva,

perché nei suoi colori era compresa

la quintessenza dell’amor di patria:

il bianco era la neve delle cime,

rosso era il sangue sparso dagli eroi

e verde l’erba di pianure e valli.

Appena sventolava il tricolore

il popolo italiano ammutoliva,

votando il cuore ai buoni sentimenti:

vedeva i Mille, Garibaldi, Bixio,

Pisacane, Battisti e i Bersaglieri,

Porta Pia, l’Adamello e l’Amba Alagi,

le Mie Prigioni, Verdi e Va’ Pensiero,

le fettuccine, le lasagne al forno,

la Duse e il Vate, Petrolini e Binda,

tutti gli aromi, i sughi e gli ingredienti

per cucinare l’italianità.

Ma la ricetta non è piú la stessa,

l’Italia s’è guastata con il tempo,

è un fricandò che puzza di bruciato

e il tricolore ha degradato i toni:

bianco è il sudario dei morti ammazzati,

rosso il bilancio per le ruberie,

verde è la tasca del contribuente.

Serve da paravento, la bandiera,

per le copule grasse del regime,

copre le carte false, le combine,

i compromessi, le congiure, i furti.

E mentre cola a picco il bastimento,

avvelenati per la nostalgia,

pensiamo a quando, il ventiquattro maggio,

placido e calmo, il Piave mormorava…

 

 

Fulvio Di Lieto