Betlemme

Poesia

Betlemme

Guerra e pace

Nella “Casa del Pane” l’uomo è in armi,

e la sconvolta mangiatoia è un bunker

dove risuona il clic delle automatiche.

Fuori il grano ha immolato le sue spighe

ai cingoli dei carri, stelo a stelo.

Angeli silenziosi in cielo, i droni,

annunciano la morte in un fruscío

vibratile di ali minacciose.

Buio e sospetto. Dove sono gli uomini

che in quella notte, senza domandare,

lasciarono la veglia negli stazzi,

il tepore degli umili giacigli,

e andarono, ignorando perché e come

li guidasse la stella verso il luogo

dove nasceva l’Uomo, il Verbo inteso

a farsi carne? Dove sono adesso

uomini e donne di quel tempo? Andarono

a tentoni tra i sassi, mormorando

sillabe di stupore e di speranza,

spingendosi l’un l’altra, certi che

l’astro li conducesse al compimento

di antiche profezie. E sorridevano,

quei pellegrini della notte, lieti

nel gioco di scoprire la materia

pulsare dello Spirito divino.

Dove sono quei semplici, gli ignari

delle astuzie dei numeri, che andavano

leggeri, confidenti, certi che

quella magica notte avrebbe aperto

le porte dell’arcano, rischiarando

i sentieri del mondo, liberandolo

dalle ombre e dal male? Dove sono

quegli innocenti aperti all’indicibile?

Ora intrecciano cabale, scompongono

le unità del mistero. Sono persi

dietro chimere di immortalità,

e per seguirle uccidono la vita.

Ma torneranno a quella Notte Santa,

al termine di oscure periegesi,

alla Casa del Pane, e il grano avrà

nuove spighe nel vento, girerà

piú serena la ruota del destino.

Sarà il Fuoco che, ardendo, brucerà

ogni loro paura, ogni tormento.

 

 

Fulvio Di Lieto

 


 

* Il significato del nome Betlemme è “Casa del pane”.