Operatio Solis: Ascesi del cuore e delle correnti eteriche della testa

Francesco Corona

Operatività spirituale oggi

Operatio Solis: Ascesi del cuore e delle correnti eteriche della testa

Francesco Corona

 

Prima di affrontare il tema dell’Ascesi del Cuore e del­l’Operatio Solis è necessario, in modalità propedeutica, ribadire l’importanza nell’esercitarsi con i 5 esercizi spirituali che Massimo Scaligero ci ha lasciato (presenti nel suo libro Manuale pratico della Meditazione) ed in particolare:

 

1. Concentrazione in quattro fasi (Rilassamento/Silenzio/ Concentrazione/Concentrazione profonda/Silenzio mentale)

 

2. Azione pura

 

3. Equanimità

 

4. Positività

 

5. Spregiu­dicatezza.

 

In secondo luogo, ma non meno importante, è l’aspetto inerente allo svincolamento dai processi egoici della brama, affinché lo stesso respiro, inteso come ultimo elemento di brama, si affranchi da tali processi per estrinsecarsi come forza spirituale sulla Terra identificata come Logos Solare.

 

Da qui nasce quella che io definisco “la Profezia di Massimo”. Egli infatti,  nel suo libro Yoga Meditazione Magia ed in altri testi, sostiene che nel prossimo avvenire, quando il tasso di anidride carbonica aumenterà per effetto dei gas serra e dell’inquinamento, si profileranno due tipi umani distinti: uno con alte proprietà spirituali, che respirerà il carbonio come la pianta e si adatterà molto bene al nuovo ambiente, un altro che cercherà di aggrapparsi alle poche risorse disponibili respirando quel poco di ossigeno che riuscirà a trovare o produrre, e che costituirà il proprio elemento di morte nel processo di ossidazione ad esso associato.

 


Respirazione

 

 

L’aria secca al suolo è composta all’incirca per il 78,09% di azoto (N2), per il 20,9% di ossigeno (O2), per lo 0,93% di argon (Ar) e per lo 0,04% di anidride carbonica (CO2), piú altri componenti in quantità minori. 

 

La ghiandola pituitaria anteriore, o Ipofisi, produce ormoni steroidei (attraverso azione indiretta sulle ghiandole surrenali che li producono) e li rilascia nel flusso sanguigno. 

 

La ghiandola pineale, o Epifisi, è una ghiandola endocrina del cervello, con tendenza a calcificarsi in età matura. In particolare essa regola il rilascio di melatonina ed è connessa con il Cuore. 

 

Il processo di inversione del respiro necessita di eterizzazione di Cuore, Epifisi e Ipofisi.

 


 

Questo processo spirituale di affrancamento del respiro consentirà, a detta di Massimo, di realizzare la percezione arcangelica michaeliana, quindi uno svincolamento dal respiro fisico ordinario verso un respiro sovrasensibile alimentato da un moto di energia interiore sottile, sotto il segno del Sacro Amore e sotto l’alto patronato di Michael. Per lo sperimentatore serio lo svincolamento dal respiro fisico ordinario non crea sentimento mistico o sensazioni soggetti­ve, bensí una percezione pura delle essenze oltre l’ordinario percepire spazio-temporale.

 

Nella fisiologia mistica descritta da Massimo, tre punti del corpo umano giocano un ruolo fondamentale per la rea­lizzazione di questo processo: il cuore, la ghiandola pineale, o Epífisi,e la pituitaria, o Ipofisi.

 

Kundalini d'Occidente

 

Nel cuore il sangue dell’uomo istintivo-emotivo e il sangue dell’uomo mentale-razionale s’incontrano, determinando un equilibrio, per virtú del quale il sangue etericamente comincia a sostenere in sé l’archetipo dell’uomo integrale. Nel cuore, in realtà, il sangue parzialmente si spiritualizza, cioè trapassa in flusso eterico, resurrettore di vita, secondo un processo inverso a quello per cui, da una condensazione del­l’ètere cosmico si sono separati i quattro elementi. Per questa continua donazione eterica del sangue, l’uomo può incontrare la forza del Sole nel Cuore, che da Massimo è definita Operatio Solis: grazie all’accensione del centro eterico del cuore, egli può produrre volitivamente l’ètere del calore, o fuoco risanatore, ed irradiarlo: ciò equivale a dire che egli può immettere forze d’amore rinnovatrici nel mondo (liberamente tratto da Kundalini d’Occidente).

 

Il primo moto verso l’ètere del cuore, dice Massimo, nasce nell’ètere del pensiero liberato, questa è la chiave. Giova rendersi conto di una diversità radicale di metodo: mentre l’asceta antico moveva dal sistema sanguigno per agire sul sistema nervoso, mediante il respiro, l’asceta di questo tempo muove necessariamente dal sistema nervoso, ed in particolare dall’organo cerebrale, ma non può operare sul sangue mediante il respiro, bensí mediante il pensiero svincolato dal sistema nervoso, cioè affrancato dalla natura animale o egoica.

 

Pineale e pituitaria

 

L’asceta dei nuovi tempi deve riafferrare la corrente di Kundalini nel centro delle correnti eteriche della testa, per riportarla nella profondità. Nel tipo umano originario (atlantico), la corrente muove dal cuore: nel tipo umano postatlantico, si accentra alla base della spina dorsale, còmpito del­l’asceta protoario è ridestarla da tale profondità, perché ascenda alla testa. Nel tipo umano moderno, il centro è nella testa, ma impercepibile alla coscienza che si forma mediante la cerebralità: còmpito dell’asceta è realizzarlo oltre lo schermo cerebrale, per ricondurlo nella sede del cuore: dove già è metafisicamente, non avendo mai cessato di essere. Nel centro del cuore, permane, allo stato latente, fin dal tempo della “caduta”, il germe superumano delle correnti eteriche che congiungono l’uomo con il Cosmo reale, o Cosmo eterico. Conseguito il risveglio del centro eterico del cuore, il dominio delle correnti eteriche è assicurato per la futura riascesa alla sede superiore, che un’antica tradizione taoista giustamente chiama “cuore celeste”  o Tan Tien della testa (Liberamente tratto da Tecniche della concentrazione interiore).

 

Nell’era attuale, quella dell’autocoscienza, l’attivazione della Kundalini nasce dunque dall’eterizzazione del centro della testa, dalla consapevolezza dell’“Io Sono” e del “Non Io ma il Christo in me”, in un punto esatto localizzato tra Epifisi ed Ipofisi che dopo la sua liberazione dovrà volitivamente essere ricondotta nel centro del Cuore, quello che l’antica tradizione tantrica conosce con il nome di Anahata Chakra, cui erano associate tecniche di respirazione pranica note con il nome di pranayama riprese in epoca medievale dai monaci esicasti del monte Athos.

 


 

Connessioni tra correnti eteriche della testa e del cuore

 

Tecniche di concentrazione interiore 2

 

«La concentrazione nel punto eterico tra la ghiandola pineale e la pituitaria esige l’assoluta indipendenza dall’ambiente esteriore: un rumore, un’interruzione, potrebbero essere fatali. Il discepolo, prima di iniziare l’operazione, deve assicurarsi che l’ambiente risponda rigorosamente alle esigenze rituali richieste.

 

Il tema iniziale della operazione di Luce è quello finale della immaginazione del Sole: «La Luce in me», che riassume le precedenti imaginazioni di Luce, da «La Luce splende nelle tenebre» alla contemplazione del «Sole di mezzanotte».

 

Mediante il centro eterico della testa il discepolo entra in una zona di sicurezza interiore, perché si trova nel punto in cui alla massima autonomia rispetto a se medesimo, risponde la massima apertura al Mondo spirituale. La massima autorità rispetto a ciò che è inferiore natura, s’identifica con la massima dipendenza dal Logos, o dalla Shakti divina. Tale dipendenza è una conquista della Volontà realmente libera.

 

In questo centro l’operazione di Luce, detta Operatio Solis, realizza l’iniziale presenza dell’Io quale Principio della Luce. Questa presenza, come potenziamento dello stato di veglia, è la garanzia della regolarità dell’esperienza: l’opposto assoluto di una condizione medianica».

 

[M. Scaligero, Tecniche di Concentrazione interiore].

 


 

Occhio di Shiva

Occhio di Shiva

 

Concludiamo facendo osservare che l’attuazione dell’Operatio Solis necessita dei giusti preparativi sacrali e spirituali ed in sintesi consiste nell’illuminare tramite correnti eteriche dapprima un punto compreso tra Epifisi ed Ipofisi esteso al punto frontale tra le sopracciglia, e successivamente farle discendere nel centro del Cuore.

 

Risulta evidente notare che le tecniche che agiscono sulle due ghiandole della testa hanno una azione dirompente sul punto localizzato tra le due sopracciglia noto come Terzo Occhio o Occhio di Shiva determinando un trian­golo energetico tra i tre punti esaminati che coinvolge necessariamente l’appa­rato nasale.

 

Queste tecniche attingono di gran lunga alla tradizione egizia, con le tre scuole mistiche che possiamo individuare con i nomi: dell’Occhio Destro (Pineale), dell’Occhio Sinistro (Pituitaria), ed infine dell’Occhio Centrale di Orus (Occhio di Shiva). La divinità egizia di riferimento che guida l’asceta sul retto sentiero è Thot, associato nella tradizione Occidentale, anche ad Ermete Trismegisto e alla figura dell’Arcangelo Michele.