Il vino nelle antiche e moderne ritualità

Kether

IL VINO NELLE ANTICHE E MODERNE RITUALITÀ

sacrificio di Isacco

 

Il rito sacrificale: Dopo che Abramo fu pronto a sacrificare il figlio Isacco, quindi dopo il suo atto di Fede incondizionato, mutò l’aspetto cruento del rito sacrificale basato sul sangue per volontà delle Gerarchie Superiori; da allora ci fu un’offerta diversa, e cioè quella del Pane e del Vino, donata da Melchisedek, re di Salem, ad Abramo. Il vino in particolare fu sempre associato agli impulsi che agivano sul sistema circolatorio sanguigno.

 

Per quanto riguarda il vino inteso come sostanza rituale, Rudolf Steiner si esprimeva cosí: «La prossima metamorfosi evolutiva prevedrà la trasformazione successiva del Vino (l’elemento morto in vita) in Acqua. Dall’acqua vivente si era giunti all’elemento non vivente del vino. Da quell’elemento privo di vita, si ritornò all’elemento di Vita eterna: del Pane e del Vino, cioè la Transustanziazione del Giovedì Santo: l’Eucarestia. La nuova metamorfosi evolutiva prevedrà un’ulteriore ascesa: all’alimenta­zione vegetale si aggiungerà quella minerale ed anche “Pane e Vino” dovranno essere abbandonati, per l’assunzione di nuove e pure “Forme” prive di materia ponderale».

 

Ultima cena

 

Il Cristo-Joshuae, durante la cerimonia rituale dell’Eucarestia, nel pronunciare la frase finale: «Fate questo in memoria di me», consegna di fatto ai suoi discepoli questo potentissimo rituale trasmutativo che diventerà prerogativa di tutti i riti cristiani sino ai nostri giorni.

 

Che il vino sia sostanza rituale primaria sin dall’età preistorica è un dato oggettivamente acquisito, i riti di fertilità sciamanici, i simposi, le agapi rituali mitraiche, egizie, caldee, ebraiche e greche ed il loro svolgimento in particolari circostanze cosmico-planetarie sono ben documentate in molti studi e ricerche facilmente reperibili. I monaci orientali ed occidentali ad esempio introdussero l’utilizzo curativo del vino per la somministrazione facilitata di spezie ed erbe officinali nell’organismo umano, poiché oltre agli effetti vaso-dilatatori necessari all’assorbimento dei farmaci, le sostanze fermentate ingerite producevano ebbrezza, sonnolenza e quindi stati modificati di coscienza ideali per la guarigione e/o per resistere al dolore secondo una tradizione millenaria di tipo speziale; stadi mentali sconsigliati a tutti coloro che praticano la meditazione dei cinque esercizi.

 

Nozze indiane

 

Nei rituali di fertilità indiana, ad esempio, la sia pur esigua base alcolica individuale era prodotta dall’ingestione a digiuno e successiva fermentazione di frutta e uva nell’atanor del corpo umano (apparato digestivo), l’effetto ben riproducibile serviva alla coppia di sposi a rompere le barriere mentali prima dell’accoppiamento con finalità riproduttive.

 

Nozze di Cana

 

Ha ragione pertanto Steiner a sostenere che il tipo umano attuale nelle sue ritualità dovrà utilizzare un vino che dovrà subire una metamorfosi nell’elemento acqua per arrivare in un prossimo futuro a privarsi totalmente di qualunque supporto ponderale, vino o acqua che siano. La spiegazione plausibile alla luce della Scienza dello Spirito può essere la seguente: mentre all’epoca del Cristo-Joshuae l’alleanza con Dio era ancora sancita nel pane e nel vino, e il Cristo ebbe dunque a dire: «Io sono il pane di vita» ed anche: «Io sono la vite e voi i tralci», compiendo poi la trasmutazione dell’acqua in vino a Canaan e la transustanziazione del vino nel suo sangue durante l’Ultima Cena, il tipo umano moderno, attraverso i cinque esercizi fondamentali di Steiner e di Scaligero dovrà, con atto volitivo e non senza il consenso delle Gerarchie Superiori, rivestirsi di un Corpo Eterico ed essere possessore della Shakti divina (vedi Le antiche e moderne vie del Pensiero e della Forza: lo Yoga Regale).

 

Rito di trasformazione del vino in acqua (solo con virtù acquisite e concesse): Attraverso queste qualificazioni, concesse per ultimo dalle Gerarchie Superiori, l’Uomo Nuovo potrà officiare un’agape rituale moderna, con pane azimo e vino (sia spremuto sia fermentato in botte da trasformare in acqua), ad esempio operando ritualmente nei giorni dei solstizi o degli equinozi e riunendosi  con dodici fratelli prescelti, rappresentanti simbolici dei dodici Apostoli. Ma anche contestualmente, in rappresentanza simbolica dei dodici segni zodiacali,  potrà visualizzare con magismo solare, come proposto da Scaligero, la realizzazione di una metamorfosi del vino in acqua. Il vino si spiritualizzerà, perdendo le caratteristiche di elemento di morte a seguito della fermentazione, per assumere quelle di Acqua di Vita. Il vino perderà pertanto le caratteristiche inebrianti divenendo sostanza stellare, vero alimento di vita, forma coerente di Comunione Spirituale dell’uomo con i piani superiori.

 

Nell’affermazione di Steiner relativa al fatto che la Chiesa Cristiana dovrebbe usare l’acqua e non il vino per le proprie ritualità eucaristiche attuali, è riassunto, in sintesi, tutto il significato profondo riepilogato in questo articolo. Dato che trovare persone qualificate ad operare con il vino la sua metamorfosi in acqua è tuttavia cosa molto rara, ecco perché Steiner suggerisce a chi esercita il rito eucaristico di operare direttamente con l’acqua.

 

Come operare senza supporti: Volendo operare ritualmente senza supporti (pane, vino o acqua che siano), un modo per effettuare il Sacramento della Comunione cosiddetta “Spirituale”, proposto da Steiner è il seguente:

 

  • Mettersi inginocchio con entrambe le ginocchia e farsi il segno della Croce;
  • Fare un adeguato esame di coscienza ed impegnarsi a non cadere piú in errore;
  • Recitare la seguente preghiera: «Signore mio Dio, ti prego di scendere con il Tuo Corpo, Anima e Divinità sulla mia Anima per purificarla, fortificala e santificarla”;
  • Chiudere il Rito con silenzio interiore, il segno della Croce e la recita del “Padre Nostro”.

 

È preferibile espletare questo Sacramento spirituale di buon mattino, in posizione del sorgere del Sole, lontano da rumori ed in uno spazio adeguato per tale sacralità quotidiana.

 

È opportuno digiunare dalla Mezzanotte.

 

 

Kether