La missione d'Italia tra Oriente e Occidente

Storia

La missione d'Italia tra Oriente e Occidente

La Scienza dello Spirito rileva la centralità della missione delle anime di popolo.

L’Arcangelo opera in un popolo piú mediante lo ius soli che mediante la rigida linea ereditaria.

L’Arcangelo di Popolo, o di vari popoli, si manifesta e vive all’interno dei singoli componenti del popolo stesso: sebbene rari tra questi ne abbiano autentica coscienza.

La missione dello Spirito di popolo italiano è nucleo essenziale di quella linea centroeuropea o mitteleuropea ‒ né occidentale né orientale – sulla quale Rudolf Steiner si è soffermato a piú riprese nel corso delle sue opere sociali e delle conferenze a carattere storico-occulto.

D’altra parte, la presenza in Italia di una corrente solare è strettamente connessa alla logica occulta del Karma di popolo.

Sappiamo che il Dottore fu assai critico verso il processo di unificazione tedesco, che definí, riprendendo le parole di Nietzsche, «l’eliminazione dello Spirito tedesco a vantaggio del Reich tedesco».

L’approccio di Rudolf Steiner al garibaldinismo e al Risorgimento italiano è molto complesso e non unilaterale. Se ne Le Considerazioni esoteriche sui nessi karmici Rudolf Steiner tributa un caldo e significativo omaggio ai “quattro Iniziati” italiani, in modo particolare all’eroico Giuseppe Garibaldi, altrove il problema viene contemplato da altre angolature. Ciò che anzitutto il Dottore aveva a cuore era che l’impulso mitteleuropeo non svanisse nella logica meccanicistica e positivistica avanzante, e non rimanesse ingabbiato entro la grande progettazione strategica occidentalistica.

Prima guerra mondialeIndubbiamente, mediante il Risorgimento italiano, le forze occulte d’Occidente percepivano chiara l’occasione strategica per spezzare e frammentare la missione storico-universale mitteleuropea. Basterebbe leggere senza preconcetti e con estrema attenzione I Memorandum del 1917: dalla Guerra Mondiale alla Tripartizione dell’or­ganismo sociale, per avere subito idea di come il movimento nazionale italiano abbia comunque, volente o nolente, dovuto far leva sul decadente impulso senziente del mondo latino (Romanentum), come non a caso previsto dall’occultismo occidentale. Se da un lato ciò ha dato l’illusione dell’ascesa della cultura latina nel mondo, dall’altro ha invece significato un pesantissimo indebolimento della formazione culturale e statale mitteleuropea ed una sorta di separazione forzata tra le fraterne culture germanica ed italiana; si consideri appunto la tragedia della Prima Guerra Mondiale, quando due Popoli considerati dal Dottore spiritualmente “fratelli” si sono affrontati sulla base di un improvviso voltafaccia “latino”. Ciò ha altresí condotto alla catastrofe dell’Europa.

Il trionfo dell’egoismo nazionalistico o imperialismo anglo-americano ‒ come scrive il Dottore nei Memorandum del 1917 ‒ successivo alla Prima Guerra Mondiale, ha avuto come conseguenza la totale sudditanza e dipendenza del Centro Europa da quella immane forza planetaria che si iniziava chiaramente a conoscere come Americanismo.

In un importante ciclo di conferenze dedicato esclusivamente al problema sociale (Come si opera per la Tripartizione dell’organismo sociale, O.O. N° 338), il pomeriggio del 14 febbraio 1921, Rudolf Steiner rileva come non vi fosse alcuna necessità storica che gli Stati centroeuropei (Italia, Germania, Austria) prendessero la forma dello Stato unitario centralizzato: ciò, in realtà, fu un mero processo di imitazione esteriore dell’Occidente, che ha però condotto, ribadisce l’Iniziato solare, alla catastrofe europea.

Il 31 ottobre 1914, nel ciclo Destino umano e destino dei popoli, egli rilevava ancora come il nazionalismo italiano, determinato per mezzo dell’“anima senziente”, assumesse inevitabilmente, come del resto quello spagnolo, caratteristiche potenzialmente regressive e materialistiche. Ciò emergeva proprio dalle battaglie condotte in Italia durante il Risorgimento al grido: «Va’ fuori d’Italia, va’ fuori stranier», che divenne, com’è noto, l’inno dei garibaldini. Lo “straniero” non è, nel caso di specie, l’occidentale o l’orientale ma il centroeuropeo, fratello spirituale dell’italiano.

Ne Lo Studio dei sintomi storici, riguardo all’anima italiana, veniva contemplata la vicenda storica in base alla quale le forze dell’anima senziente viventi nello stesso Garibaldi, che si volgono contro il papismo, sono in realtà «residui del vecchio entusiasmo cattolico».

Nella conferenza del 17 dicembre 1916, dal titolo Considerazioni su eventi del presente (O.O. N° 173), l’Iniziato solare afferma che: «In Italia durante il Medioevo si è radicato con forza l’elemento germanico. La popolazione italiana attuale, in modo particolare nel Nord, ma ovunque vi è stata l’espansione longobarda, ha moltissimi elementi germanici. L’attuale popolo italiano non è la prosecuzione dell’antico elemento romano» [ma è in realtà di radice germanica].

Il popolo italiano, osserva dunque la Scienza dello Spirito, non è erede dell’antico romanesimo, ma è una popolazione germanica plasmata dall’elemento dell’aria, in cui agisce l’Arcangelo.

Garibaldi critica il Parlamento di Cavour

Garibaldi critica il Parlamento di Cavour

Conosciamo, come detto, da altre conferenze l’alta stima manifestata dal Dottore verso i quattro principali protagonisti del Risorgimento, in particolare verso l’“Eroe dei due mondi”; il processo di unificazione italiana, nonostante si sia sviluppato con tragici errori e gravi passi falsi, quali emergono con impietosa lucidità dalle stesse considerazioni finali di Giuseppe Garibaldi – la cui onestà morale era anche in questo caso fuori dal comune – nelle quali la critica alla nuova classe dirigente ed al nuovo assetto istituzionale si fa radicale, non ha comunque annichilito l’identità spirituale italiana, come è invece purtroppo avvenuto con l’unificazione germanica.

Altresí conosciamo la centralità dell’identità centroeuropea nel processo storico-universale di formazione dell’Anima cosciente. Afferma Steiner nella conferenza del 12 aprile 1919, I due volti della Germania (O.O. N° 190): «Nella civiltà mitteleuropea si può cogliere con particolare evidenza il sorgere dell’epoca dello sviluppo dell’anima cosciente».

La misteriosa personalità di Girolamo Savonarola ha al riguardo un peso spirituale decisivo. Anche in tal caso, a differenza dei popoli occidentali che indirizzano l’Anima cosciente verso l’empirismo e la mera percezione diretta del fenomeno, il germinante Spirito italiano, agente nel Savonarola, indirizza viceversa la primordiale Anima cosciente verso una pura esperienza dell’Io, fondata sulla forza spirituale vivificata da un’azione cosí ardita da tentare una continua e dolorosa metamorfosi dell’anima senziente. È dunque il puro rito del sangue che traccia la direzione dell’Io, ovvero la linea occulta del Cristianesimo quale fatto mistico. Non va dimenticato che la radicalità dell’Impulso Christo operante in Savonarola si è raffinata non solo mediante la vivente partecipazione alla prospettiva dell’escatologia apocalittica gioachimita, ma anche tramite l’intensa concentrazione concettuale di scuola tomistica.

Il rogo di Girolamo Savonarola e di due suoi confratelli a Piazza della Signoria a Firenze

L’impiccagione e il rogo di Girolamo Savonarola e di due suoi confratelli a Piazza della Signoria a Firenze

Se si considera che Savonarola si trovò ad operare in prossimità della totale compenetrazione tra elemento    animico ed elemento corporeo italiani da parte dell’Arcangelo, evento questo che apre la strada alla vera e propria nascita di un carattere nazionale italiano, il sacrificio del frate domenicano del 23 maggio del 1498 potrebbe essere osservato in una nuova dinamica luce.

Dalla fine della Prima Guerra Mondiale l’Anima di popolo ha eccezionalmente compenetrato l’atmosfera animica ed il suolo stesso della penisola. Durante il primo conflitto mondiale, il Dottore esplicitò la possibilità che il popolo italiano, un popolo dell’Anima senziente ‒ come quello spagnolo ‒ con uno Spirito di popolo “luciferico” (conferenza del 13 maggio 1915, in Il Mistero della morte, O.O. N° 159), negli anni successivi avrebbe potuto realizzare una sorta di centralità spirituale tra Est ed Ovest. Vi sarebbe ossia stata una metamorfosi nell’Anima di popolo italiana. Il popolo italiano avrebbe gradualmente sviluppato un impulso di “popolo universale”. Per realizzare un simile sovvertimento degli equilibri mondiali, certamente imprevisto e osteggiato dai consolidati centri di potere dell’Ovest e dell’Est, l’Arcangelo ha tratto anche notevole beneficio da una positiva linea karmica riguardante talune figure istituzionali, da un visionario dileguatosi nella cosa pubblica che ha permesso il superamento della soglia del particolarismo, dal sacrificio sconosciuto e silenzioso di moltissimi eroici connazionali, rimasti per sempre anonimi.

Nonostante scelte formalmente differenti su cui l’appassionato di storia si soffermerà (come ad esempio il contestatissimo ingresso italiano nelle strutture Nato del 1949, sul quale anche l’autorevole figura del Pontefice dell’epoca espresse fortissime riserve), la funzione strategica di mediazione universale dello Spirito italiano è stata comunque nella sostanza assolta. Purtroppo, con “Tangentopoli” è stato annichilito il ceto politico italiano: il tentativo strategico dell’Occidente di integrare completamente l’Italia nella corrente storico-spirituale dell’Americanismo sembra però essere ugualmente fallito. Le correnti “militariste”, occidentaliste interne che, dopo il settembre 2001, hanno preso parte alla crociata dell’Americanismo, riecheggiando i toni che provenivano da oltreoceano, sono ormai fuori gioco. Per quanto malattie carcinogene di desolante forza avversa ne inquinino in modo irrimediabile il tessuto animico, nella sostanza l’Italia rimane la nazione probabilmente meno occidentalizzata d’Europa, ossia piú salda nella sua identità spirituale italiana. In termini heideggeriani, diremmo che l’Italia è la nazione che, pur non avendo completamente superato la soglia del dileguamento dell’essere è, tra le nazioni europee la meno schiavizzata dal “Gestell”, ossia dalla “macchinazione”, dall’“impianto” della forma mondiale del capitalismo tecnocratico.

In tal senso, la missione centroeuropea è attualmente piú custodita dall’Italia che da altre nazioni a noi affini. Ove vi fosse un comune risveglio di quelle nazioni decisive della Mitteleuropa, il Centro tornerebbe ad assolvere finalmente la sua missione. Tutto ciò sembra attualmente un miraggio. L’occidentalizzazione dello Spirito tedesco, l’intera organizzazione sociale della vita secondo il metro dell’efficiente centro commerciale americano, indicano l’attuale svanimento del geniale “pensare tedesco”, la sua totale passività rispetto alla teocrazia meccanicistica d’Occidente.

Scrive M. Heidegger in Riflessioni (VII): «Essere tedeschi: gettare di fronte a sé l’intimo peso della storia dell’Occidente e prenderselo sulle spalle».

È di contro l’Occidente estremo, il planetarismo americanistico, ad aver attualmente sradicato la natura del vero essere tedesco, ben incarnato tanto nel goetheanismo quanto nell’ardito messaggio lasciato da Friedrich Hölderlin ai suoi connazionali.

L’odierna Germania occidentalizzata, pur mediando abilmente tra Occidente e Oriente sul piano delle partite di gas, dei flussi monetari e delle forniture energetiche, sembra aver tragicamente rinunciato a quella missione universale di Midgard, di “terra di mezzo” che Rudolf Steiner vedeva naturalmente incarnata in modo particolare nel destino del popolo tedesco (Il mistero della morte, vol. I, II, III ‒ O.O. N° 159). Per annientare tale missione universale di Midgard, sottolineava il Dottore, dalla guerra dei Trent’anni in avanti, Oriente e Occidente, con una perfetta e metafisica coincidentia oppositorum, lanciavano l’assalto contro il popolo di Hegel e Goethe. Ma invero Est ed Ovest hanno anch’essi una precisa funzione planetaria, e per onestà e pluralità di visione non si può accusarli di non impegnarsi nel realizzarla. I popoli occidentali, ad esempio, hanno ben esercitato la missione storica del materialismo; gli orientali, invece, hanno ben concretizzato quella dello spiritualismo. L’essenzialità del conflitto è dunque di essenza eraclitea: è tra forze spirituali, non tra ideologie di radice nominalistica o tra riduzionismi contingenti ed economicistici. Se l’essere tedesco non esercita, come del resto ebbe a fare il Greco nell’antichità, quel Genio ispirato del Pensare di cui per sua stessa natura dispone come nessun altro, le conseguenze per la missione centroeuropea non saranno certamente rosee. «È diventato troppo forte ciò che vuole oscurare la luce dello Spirito centroeuropeo» (R. Steiner, 7 marzo 1915 ‒ O.O. N° 159).

Si propagano cosí ulteriori malattie, aggiungendosi a quelle che già hanno completamente debilitato fondamentali anticorpi sociali. Non c’è di certo motivo per essere allegri.

Al riguardo, va ricordato che Scaligero ammoniva comunque che in casi eccezionali, come è certamente quello in cui ci troviamo, colui che medita secondo l’Impulso dell’Io ha il compito di trattenere l’ulteriore avanzata del fronte strategico del Nemico dell’Uomo.

Aryuna