Liriche e arti figurative

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Carmelo Nino Trovato «Cristalli silenti – L’Angelo muto»

Carmelo Nino Trovato
«Cristalli silenti – L’Angelo muto»


 

Nell’incavo di un albero gobboAlbero gobbo
la luna riposò la sua luce.
Appoggiato un uomo dormiva
nel seno dell’albero.
Lo contemplò la luna
sfiorandone i contorni
e passò oltre.
Nel volto e nelle membra
aveva colto
il sogno di una favola antica:
il mistero dell’essere
che nel sonno sboccia.

 

 

 Alda Gallerano



 

Ecco, suonanoCampanile

le campane

antico ricordo

di un immacolato

desiderio d’amore

Quali parole?

Altri uomini urlano

paura,

dolore,

sgomento.

Eppure vivo.

Quale scelta fu

quale dolore 

quale abisso

quale inganno…

Padre,

sono tuo figlio.

Essere degno

di tanto padre?

Confusa speranza.

Madre,

sono tuo figlio

chiara speranza

di un abbraccio,

di un pianto.

 

Stelvio



 

Era una foglia come le altre:Foglia

tremula foglia di ramo,

vivace al levarsi del vento.

Poi una notte,

mentre il ruscello scorreva,

un raggio di luna, quieto,

la ferí come spada sottile.

Il lamento coprí

le strisce di buio

che ammantano i monti.

Passate tre notti,

venne un uccello dal mare,

della foglia a beccare il dolore,

e lo portò con sé,

tra la piuma piú bella.

Lo posò in un cristallo di rocca

tra mille lucenti lacrime.          

                                 

Lirica e dipinto di Letizia Mancino



Libertà

 

Mercanti nel tempioLa sete di onnipotenza

sovrasta questo mondo

che si torce pian piano

nell’oscurità.

L’insolente,

nel tempio dei mercanti,

vende monete false

e baratta la vita umana,

ma essa non ha prezzo

e non è merce di scambio.

Chi si preclude

di poter risollevarsi

a mani vuote da ricchezze

non vive intensamente.

Chi riversa

le proprie mancanze

al di fuori

non è libero veramente.

 

Rita Marcía


Il pulsante rosso

 

Circola in rete una foto che mostra il dittatore nord-coreano, Kim Jong-un, al suo tavolo da lavoro. Tra carte e telefoni, il pulsante rosso dell’armageddon nucleare. Basta premerlo e sarà l’apocalisse planetaria. Un gatto nero lo guarda, indeciso se giocarci. Si spera che il gatto sia piú saggio dell’uomo, o almeno che abbia un maggior istinto di conservazione.

 

Il gatto neroNon sarà dalla vampa

del Giudizio divino,

ma da un colpo di zampa

di un perplesso felino,

se questa terra matta,

premuto quel bottone,

verrà in pezzi disfatta

come fosse un melone.

Con il grande rumore

del botto nucleare

l’incauto dittatore

farà un bel funerale

a questa civiltà

che impiegare non sa

conoscenze e quattrini

abolendo i confini

per unire le genti

di tutti i continenti,

e invece dà lezioni

a base di sanzioni.

Magari con piú tatto,

lisciando il pelo al gatto,

si otterranno le fusa,

con sollievo degli USA.

.
   Egidio Salimbeni