La posta dei lettori

Redazione

La posta dei lettori

bustinaScrivo per raccontare qualcosa che mi è accaduto qualche sera fa. Prima di addormentarmi – e senza che ricercassi l’evento – mi son percepito come dall’esterno. Sentivo cioè una naturale attrazione verso la mia corporeità, soltanto che questa attrazione poco legava la mia parte sottile. Quando ad occhi chiusi immagino qualcosa, tale qualcosa è comunque immaginato partendo da un’immagine propriorecettiva: ad esempio vedo l’immagine muovendo comunque dagli occhi fisici. Durante questo breve momento preludente l’addormentamento, invece, mi è accaduto di sperimentare l’immaginazione non avendo come sostrato la mia immagine corporea. Ho subito pensato all’inganno possibile in un fenomeno del genere, poiché l’elemento peculiare di una simile esperienza dovrebbe essere il lasciare vacante la propria dimora corporea.

Benjamin Lacombe - Ondina

Benjamin Lacombe «Ondina»

Cosí, dopo aver capito il possibile tranello, mi è sembrato di comprendere un nesso fra quello che andavo sperimentando ed il suo significato. Mi son detto: “La casa non si lascia vuota, deve esservi un’altra strada per comprendere quello che accade”. Con molta naturalezza mi è stato possibile seguire il mio stesso processo d’addormentamento, pur rimanendo ‘attento’. La sensazione non era quella di trovarsi ‘fuori dal corpo’ (immagine molto usata e che al solo pensarla mi fa rabbrividire) ma di vigilare su se stesso (un po’ come l’immagine qui a fianco). Mi è poi sembrato d’ascoltare una voce che diceva: «Da qui si può pregare per gli altri». Vorrei sapere, quanto mi è capitato può corrispondere a una espe­rienza spirituale corretta?

                                                                                                                                                                        Oleg Nalcoij

 

Si tratta di un’esperienza assolutamente corretta che indica un’acquisita mobilità dell’astrale e una coscienza vigile che partecipa al proprio allontanamento dal corpo fisico. Cosa che avverrà in futuro per un numero sempre maggiore di individui, che acquisiranno una piena coscienza sia durante lo stato di sogno sia, piú avanti nel tempo, durante il sonno profondo. Non c’è da temere un inganno né da rabbrividire nel percepirsi fuori del corpo: è una condizione che avviene quotidianamente quando ci addormentiamo e lasciamo il piano materiale per vivere nella sfera spirituale: un allontanamento necessario per liberare l’eterico dal logorante giogo psichico e permettergli di restaurare il fisico indebolito. Da quello stato si può certamente pregare con maggiore efficacia per gli altri, ma tale preghiera è comunque importante anche se fatta durante lo stato di veglia.

 



 

bustinaNon essendo in grado di rispondermi ricorro a voi. Cioè lo spermatozoo non dovrebbe essere riconosciuto dal corpo femminile e quindi rigettato, tanto meno un ovulo di un’altra donna fecondato ed impiantato nell’utero dell’ospite, come mai questo non succede? Grazie per quanto riterrete rispondermi.

 

Giorgio Andretta

 

La risposta potrebbe essere data in termini scientifici, ma non credo che questo ci riguardi in modo particolare. Piuttosto ci interessa il punto di vista spirituale. La simbolica narrazione biblica ci dice come l’uomo nel paradiso terrestre abbia avuto accesso all’albero del Bene e del Male e non a quello della Vita. La Vita è rimasta per lui un grande mistero, e tale resterà finché egli non avrà acquisito una visione spirituale. Cosí lo scienziato, il medico, il biologo, lavorano ai vari metodi di procreazione assistita cercando di indagare i segreti riguardanti le nascite, combinando e scombinando, operando al “figlio in provetta”, ovvero alla fecondazione in vitro, perfino all’utero in affitto, e ad altri vari sistemi apparentemente piú avanzati ma sempre piú lontani dalla naturalità, cosí come fece Faust con il suo Homunculus, coadiuvato da Mefistofele. L’incontro fra il maschile e il femminile non causa un rigetto perché è previsto dalla saggezza della natura. Sappiamo però che questo attuale tipo di fecondazione è solo temporaneo, e che nell’uomo avverranno profonde trasformazioni fisiologiche man mano che evolverà interiormente. La generazione si verificherà in avvenire attraverso l’organo della parola, che diverrà creatrice. Rudolf Steiner ce lo spiega molto bene nella sua conferenza del 2 ottobre 1905 (O.O. N° 93a da noi riportata nel precedente numero di Marzo 2016 in “Elementi fondamentali dell’esoterismo”): «L’evoluzione futura è da preparare. Quello che l’uomo possiede già a titolo di preparazione dell’uomo futuro è la parola, il linguaggio. Ciò che l’uomo pronuncia resta nella cronaca dell’Akasha. È il primo germe dell’uomo futuro. Il linguaggio è la metà della capacità anteriore di riproduzione. Grazie al linguaggio, l’uomo si riproduce spiritualmente. Nell’essere umano maschile il cambiamento della voce è legato a questo. La metà dell’elemento sessuale è stato posto nel linguaggio. La voce sarà l’organo futuro della riproduzione».

 



bustinaCome possiamo capire quando nella vita agiamo con l’ego e quando è l’Io che agisce in noi? C’è la possibilità di far tacere l’ego che sempre ci domina e far affiorare in noi l’Io?

 

Maurizio F.

 

Per rispondere dobbiamo dire che tutta la nostra opera è proprio per la manifestazione dell’Io. L’ego, dal quale partiamo inevitabilmente, deve arrivare ad agire secondo l’Io, ma è lui il primo ad agire. Gli esercizi cominciano con l’ego. Quando però l’ego si mette sulla linea dell’Io, e questo principio cosciente non si identifica con i soliti sentimenti, con i soliti pensieri, allora è la forza dell’Io perduta nella egoità che si risveglia mediante una determinazione volitiva, e agisce come se fosse l’Io. E a quel punto diviene l’Io.

 



 

bustinaQuali mezzi ci sono per rimediare quando avevamo deciso di fare l’esercizio della volontà ma ci accorgiamo che è passata l’ora?

 

Sandra M.

 

Questo è il segno che l’esercizio è stato relegato in una zona periferica della mente, ove può anche essere dimenticato. Il rimedio, se ci accorgiamo della distrazione dopo poco tempo, è rimandare di un quarto d’ora l’appuntamento mancato, riempiendo il tempo di attesa con un pensiero vigile. Se invece la dimenticanza è di lunga durata, dobbiamo proporci un lavoro interiore piú intenso e ripetere l’esercizio il giorno seguente con un maggiore senso di decisione.