L'enorme sperpero

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L'enorme sperpero

Margherita HackAbbiamo già citato in vari articoli apparsi in numeri precedenti, il vegetarianesimo di Margherita Hack (1922-2013). Nel suo libro dal titolo Perché sono vegetariana, la celebre astrofisica nomina varie personalità del passato che come lei hanno scelto di non cibarsi di carne. Tra questi Empedocle (circa 490-430 a.C.) che scriveva: «Non mettete fine alla macellazione maledetta? Non vedete che con cieca ignoranza dell’anima distruggete voi stessi?». E anche Pitagora, Plutarco, Porfirio di Tiro, Seneca e Leonardo da Vinci. Di quest’ultimo viene riportata una interessante frase profetica: «Fin da giovane ho smesso di mangiare carne, e ritengo che verrà un tempo in cui considereremo l’uccisione di un animale con lo stesso biasimo con cui consideriamo oggi quella di un uomo». E sempre di Leonardo si racconta che «quando capitava in uno di quei mercati in cui si vendono uccelli, quelle fiere paesane purtroppo ancora oggi tanto diffuse, li comprava e apriva le gabbie, rendendo loro la libertà».

Proseguendo nella elencazione dei vegetariani famosi, la Hack ricorda il poeta inglese Percy Shelley (1792-1822) il quale «riteneva che il mangiar carne fosse un’abitudine contraria alla natura umana, in quanto la nostra dentatura non è adatta, a differenza di quella degli animali carnivori, e quindi causa di malattie. Inoltre dovremmo pensare che mangiare animali significa torturarli due volte: quando li alleviamo (e quanto è vero oggi, se pensiamo a quegli orrendi lager che sono gli allevamenti intensivi in cui l’animale è ridotto ad una macchina produttrice di carne) e quando li uccidiamo». La Hack cita poi lo scrittore irlandese George Bernard Shaw (1856-1950) il quale, influenzato da Shelley, divenne anche lui vegetariano. Queste le sue parole: «Gli animali sono amici miei, come potrei mangiare i miei amici?». E tra le celebrità piú vicine a noi, Albert Einstein «convinto che il vegetarianesimo possa incidere in modo favorevole sul destino dell’umanità».

Tra i contemporanei la Hack nomina Albert Schweitzer (1875-1965), noto per essere anche lui un amico degli animali. Il grande medico ricordava l’influenza che aveva avuto su di lui, in gioventù, il movimento per la protezione degli animali. «Finalmente – diceva – c’era qualcuno che osava sostenere in pubblico che la compassione per gli animali è qualcosa di naturale, parte della vera umanità, e che non è necessario tenere nascosti i propri sentimenti di fronte a questa consapevolezza».

Un riferimento è anche dedicato, nel libro, allo scrittore e giornalista Tiziano Terzani (1934-2004), il quale verso la fine della sua vita dichiarò: «Ecco un piccolo bel modo per fare qualcosa contro la violenza: decidere di non mangiare piú altri esseri viventi».

Non poteva mancare nell’elenco dei personaggi della nostra epoca il famoso oncologo Umberto Veronesi (1925-2016), vegetariano per ragioni etiche, il quale affermava: «Non mi va di soddisfare la gola a spese del dolore e della morte di altri animali». Egli riteneva il nostro organismo molto simile a quello dei primati, e quindi «programmato per una alimentazione priva di carne».

Del tutto condivisibili le personali osservazioni di Margherita Hack sull’alimentazione carnivora «responsabile della fame che affligge ancora tante popolazioni dei paesi eufemisticamente detti in via di sviluppo». E precisa: «Infatti pochi sanno che i quattro quinti della terra coltivata in tutto il pianeta sono usati per produrre foraggi per gli animali, e solo un quinto per il consumo umano di cereali, frutta e verdura. Si calcola che in media occorrano dieci chili di grano e cereali vari per produrre mezzo chilo di carne. In un mondo come il nostro, in cui la popolazione umana è in continuo aumento, bisognerebbe evitare questo enorme sperpero, riducendo drasticamente il consumo di carne. I terreni utilizzati per produrre foraggi sarebbero sufficienti per sfamare i milioni di persone che, specialmente in Africa e parte dell’America Latina, si ammalano e muoiono per la denutrizione».

Una personalità come Margherita Hack ha preso posizione per un problema che ogni spiritualista dovrebbe affrontare, comprendendone l’estrema importanza e l’indifferibile soluzione.

 

Gemma Rosaria Arlana