S’abbassa il cielo, scende e diventa terra:
quando la terra salirà trasformandosi in cielo?
Angelo Silesio
Se si riflette sul Cristianesimo nel suo esprimersi sul piano storico, risalta quanto ancora la sua comprensione e conoscenza siano solo nei primi stadi. Si crede di comprenderlo ed anche di poterlo criticare ma in realtà si comprende e si critica qualcosa d’altro; un prepotente monopolio delle sue interpretazioni si affianca ad una adesione dolciastra e sentimentalistica, a volte divergenti con violenza, a volte convergenti, ma ambedue impotenti ed esangui di fronte ai grandi mutamenti del mondo e dell’uomo.

Michelangelo «Cristo giudice»
Per non perdersi in un lungo elenco di esempi, può essere utile riflettere sul fatto che Rudolf Steiner indica nel giudizio universale di Michelangelo, artista meraviglioso sul quale ha lasciato mirabili pagine, la figura del Cristo, di solito indicato come giudice, non soddisfacente. Il volto del Cristo esprime condanna e riprovazione, e ciò viene detto non adeguato ad una giusta visione cristiana, perché il Cristo può esprimere solo Amore, anche o soprattutto verso coloro che hanno peccato. Non si tratta di una semplice sottigliezza, ma di un ribaltamento dei valori ancora lungi dall’essere penetrato e attuato.
Il vero Io dell’uomo, l’Unico per dirla con Stirner, è il solo che oggi può comprendere ed attuare il Cristo. Verità scomoda che urta e si oppone ad una tradizione ingessata ma potente attraverso i poteri soprattutto temporali e mondani. Tale compito richiede all’Uno la dedizione, la quale a sua volta richiede e comporta sacrificio e dolore. Comporta cioè la totale e costante offerta di sé per la Verità che sappiamo, sola, ci può rendere liberi. Ma una chiave importante del problema è che la dedizione, come limpidamente insegna Scaligero, non è né un sentimento né una tensione.
Spiritualisti e purtroppo non pochi antroposofi, in dilettantistica mancanza di rigore e di idee, richiedono una volontà che propugni amore fra gli uomini; appello mellifluo ed impotente, dall’odore pretesco direbbe Goethe. La dedizione e con essa il vero amore si ha, insegna ancora Scaligero, con il prodursi del volere puro. Tuttavia per l’uomo il problema si pone perché ancora non può suscitare in modo diretto il volere puro. Volere e sentire rimangono ancora nelle mani degli dèi come prima del Cristo. Non cosí il pensare, con esso sentire e volere possono divenire indirettamente coscienti. Infatti, come insegnano i Maestri, solo per virtú del pensare la volontà può ritrovare la propria scaturigine, e cosí l’Amore. Da qui il rigoroso canone rosicruciano della via del pensiero libero dai sensi e della ineludibile necessità del canone della concentrazione e della meditazione.
La seguente citazione di Guénon, tratta da Gli stati molteplici dell’essere: «Si deve sottolineare in effetti che ogni sistema filosofico si presenta come essenzialmente opera di un individuo, contrariamente a quanto avviene per le dottrine tradizionali, riguardo alle quali le individualità non contano niente» rimane sintesi mirabile, anche se dall’autore sembra intesa nel suo contrario.
L’evoluzione dell’uomo in senso spirituale, animico e storico è un continuo e complesso percorso per il fiorire dell’Io. Se con la storia non ci si vuole limitare alla fable convenue, i singoli e reali fatti vanno trovati attraverso ciò che si muove e si annuncia nella caotica superficie degli avvenimenti. Un esempio: «T… compra da miliardario – potenza cinese – “ ora è il momento di arricchirci tutti”» detto dal capo del piú potente stato del mondo. In sostanza si conferma, come nel passato, che il capitale fittizio vende, per assurdo, il lusso di massa in esclusiva a tutti (per dirla con Geminello Alvi) e tutto, al di là delle apparenze, perpetra pensieri, azioni e disastri del passato vicino e lontano, da cui peraltro ci si ostina in modo ottuso e passivo a non volere imparare, preparando ulteriori tragici disastri.

Albrecht Dürer «Carlo Magno»
Molti si chiedono se l’Europa, in tale contesto, può avere un ruolo non subordinato. Difficile argomento a cui si affiancano i piú disparati tentativi di dare un senso e una paternità all’Europa. Scherzosamente si potrebbe citare: “mater certa est pater non semper” e tuttavia appare non convincente, unilaterale, quasi aderente ad una visione della storia come fable convenue, indicare Carlo Magno come padre di un’Europa autenticamente cristiana.
Carlo Magno è certo una figura storica ed anche spirituale importante e di rilievo, ma non esente da aspetti contradditori, anche giustificabili, almeno in parte, sul piano storico ma non eludibili pena il distorcere la verità. Non si vuole e non si può, in questa sede, affrontare in modo dettagliato i complessi aspetti storici che lo riguardano. Ognuno può liberamente rifarsi sia ai testi storici sia alle limpide indicazioni che ne dà Rudolf Steiner.
Rimane importante solo sottolineare alcuni temi che confermano quanto sopra accennato.

Francescani e domenicani
Il concilio di Nicea del 325 vede lo scontro fra Ario e Atanasio, ripetiamo non possiamo qui entrare nei particolari. Alla vittoria dei seguaci di Atanasio questi dichiararono eretica la fede di Ario e la perseguitarono; ebbe inizio cosí una tragica prassi che ha attraversato tutto il Medioevo andando anche oltre; tutto il quadro storico ne è stato influenzato. In sintesi i seguaci di Ario erano tolleranti verso altre visioni e religioni; quelli di Attanasio tendevano piuttosto ad imporre anche con la prepotenza la propria visione; detto in modo schematico ma dovrebbe rendere l’idea.
Per esempio, storicamente la corrente di Atanasio è stata proseguita dai francescani, quella di Ario piuttosto dai domenicani.
Nei complessi avvenimenti del Medioevo si determinò la lotta fra le tribú germaniche dei tolleranti Goti, di fede ariana, e quella dei Franchi, di fede atanasiana; questi ultimi erano appunto condotti da Carlo Magno e da Clodoveo, ambedue fedeli ad Atanasio. La fede ariana comportava una visione del Cristo come Potenza umana fra uomini liberi, quella atanasiana lo presentava come Dio onnipotente, simile alla visione dell’antico Jehova. Bisogna anche rendersi conto che una conciliazione fra queste due concezioni non era possibile.

La sottomissione dei Sassoni a Carlo Magno
Carlo Magno e Clodoveo a capo dei Franchi vinsero le guerre; i Goti nel tempo vennero sterminati. Gli stessi Sassoni furono sconfitti da Carlo Magno e costretti ad accettare il cristianesimo. Ma diventa rilevante il fatto che Carlo Magno e Clodoveo, consolidata la vittoria e raggiunta una crescente potenza economica, abbiano usato il Cristianesimo a scopi politici. Si avvia cosí un nefasto filone che persiste tuttora e che tanti disastri e tragedie ha comportato per l’umanità. Come indica Rudolf Steiner, Carlo Magno realizza un regno che si dice cristiano ma usando la prepotenza e la forza per diffondere il Cristianesimo si pone in contrasto con lo spirito dello stesso Cristianesimo.
La Chiesa, sotto l’ala dei Franchi, divenne sempre piú una potenza economica. I Franchi avevano conquistato enormi territori che amministravano, la Chiesa divenne presto una grande proprietaria terriera; arriverà a contendere il potere agli imperatori.
Franchi abili ma senza scienza; Chiesa il cui sapere era relegato nei monasteri ma, per amministrare i propri territori, dovette forgiare un clero sterminato e ignorante ma pronto a tutto per difendere gli interessi della Chiesa e quindi anche i propri.

I roghi dell’Inquisizione
Da queste oscure fila si sono via via mostrati i fanatici esecutori di tutte le peggiori persecuzioni della Chiesa verso i veri Cristiani: dall’Inquisizione ai Crociati, dai Valdesi ai puri Catari passati inermi a fil di spada o torturati in modo orrendo, per arrivare a Galileo, Savonarola, Giordano Bruno e si potrebbe continuare a lungo.
Da tutto ciò, seppure detto in modo molto sintetico e schematico – ma su tali argomenti non basterebbero alcuni libri per esaurirli – si può comunque convenire che il Carlo Magno può certo essere considerato un parente, magari anche di una certa importanza per l’Europa autenticamente cristiana, ma non certo il padre.
Infine stupisce vedere persone, da tempo attive sul piano spirituale, dimentiche delle ammonizioni dei Maestri quali Steiner e Scaligero, circa il cercare impossibili conciliazioni con forze ingessate e mondane solo sulla base di apparenti nominali convergenze. Dovrebbe essere assodato che termini quale Cristiano e radici cristiane abbiano valori e significato diversi e opposti a seconda di chi le usi.
Amicus Plato, sed magis amica veritas.
Aristeo